Salvo : "... Non appena
ho letto il tuo intervento sull' Erroneo ho pensato... Lo
devo sentire subito! " Dino: " Guarda, io potrei dirti
mille cose su tutto! Proprio su tutto! Il problema è che
non so da dove cominciare... conosco bene la famiglia
Ciancio. Alle elementari il mio migliore amico era
Domenico Ciancio... Poi ci siamo persi un po' e poi
ci siamo visti verso i 17-18 anni e siamo ridiventati
amici, però adesso ci frequentiamo meno perché lui da
quando lavora è cambiato come persona. Lui umanamente
non è... Non so questo sociologicamente quanto serva ma
comunque lui era anche velatamente critico nei confronti
di suo padre...Però molto sull' ironico sino a quando
non si è in inquadrato nel lavoro anche lui... Ci
frequentiamo poco anche perché io vivo a Roma. Ma
comunque ci conosciamo, il direttore Mario Ciancio è
sempre affettuoso con me, ha parole di stima nei miei
confronti. Li conosco molto bene anche a livello di
famiglia oltre a sapere cosa hanno fatto, cosa lui ha
fatto: perché lui (Mario Ciancio Ndr) è un tipo molto
accentratore; il 99% delle cose le decide lui, non
è un tipo che si lascia influenzare dai consiglieri, ha
qualche consigliere fidato tipo Ursino che ha avuto
qualche problema con la giustizia ultimamente...” Salvo: " Si infatti... "
Dino: "... Adesso la figlia Angela,
lui si fida, la ascolta, questo è quello che penso
io...” Salvo: " Vado un attimo fuori tema
" Dino: " Sì, dimmi" Salvo: " Nell'intervista di
Orioles...Riccardo aveva detto che un paio di anni fa
Angela assieme ad alcuni giornalisti Escher in prima
linea aveva cercato di fare... " Dino: " Io ero fra quei
giornalisti!" Salvo: "Ecco! Ti ho beccato in
pieno! Quindi Orioles pensava che Angela e questi
giornalisti facessero gruppo a se e Domenico
Ciancio poi li avesse riportati all'ordine..."
Dino: " Questa secondo me è una
sciocchezza! Non c’entra Domenico, è lo stesso
Mario Ciancio che ha messo le briglie al gruppetto, come
del resto lui mette le briglie a tutto. Che c’entri
Domenico secondo me è una sciocchezza. Se vuoi ti dico
come sono andate secondo me le cose..." Salvo: " Dimmi dimmi " Dino: " Finisco la mia parentesi.
Io conosco bene loro sia come famiglia sia come
azienda... Perché ho lavorato per loro, quindi l'ho
vissuta da dentro, poi l'ho vista da fuori... Ci sono
molte cose da dire... Io ti posso parlare di tutto, se tu
vuoi cominciare a parlare di questa cosa per me va bene
ma prima vorrei fare una premessa un po' lunga che
per me è importante ..." Salvo: " Fai pure, va benissimo
" Dino: " Allora si parla tanto a
Catania dell'assoluto potere mediatico di Ciancio…
Indiscutibile. Ma spesso se ne parla a sproposito, se ne
parla male…Anzi, in realtà non si parla più di
tanto di questo monopolio mediatico -che è gravissimo e
andrebbe stigmatizzato e possibilmente incrinato- ma si
spara su Ciancio senza nemmeno sapere di preciso ciò di
cui si parla, facendo a mio parere il suo gioco. Cioè si
dice “Ah vabè Ciancio è mafioso”. E’
un’asserzione che mi sta molto antipatica, perché
non sta nè in cielo nè in terra, non andrebbe detto
così: se qualcuno ritiene di avere delle prove per cui
Ciancio è imputabile di associazione a stampo mafioso o
di concorso esterno in associazione mafiosa, dovrebbe
andare a fare una denuncia in tribunale, se uno non lo fa
e si limita a dire “Ciancio è mafioso” vuol
dire che… A volte temo che così faccia il suo (di
Mario Ciancio Ndr) gioco. Mi fa antipatia
quest’affermazione perché è diventata un luogo
comune. Non voglio certo dire che Mario Ciancio sia la
persona più limpida del mondo però sarebbe meglio dire
che “La Sicilia” ha avuto un atteggiamento
ambiguo (o “vergognoso”, o
“inadeguato”, o come vuoi tu) nei confronti del
fenomeno mafia. A me i “si dice” non mi
piacciono. Secondo me ha molto più senso, analizzare,
come tu hai cercato di fare, per questo ho apprezzato
molto il tuo lavoro, il fenomeno
“comunicazione” in Sicilia e quindi Ciancio,
perché in Sicilia lui non è la più importante, ma
l’unica
fonte di informazione ufficiale, e questo ha molto più
valore! E poi è importante analizzare, criticare certe
prese di posizioni, commentare certe cose…
Bisognerebbe parlare di mafia e parlare del giornale
“La Sicilia”, questo è utile. Se tu fai una
ricerca sulla mafia come ha fatto per esempio Claudio
Fava in un ottimo libro “La mafia comanda a Catania
1961-1991”, dove analizza trent’anni di storia
Catanese dal punto di vista: mafia. Nel fare questa
storia Claudio parla di come il giornale “La
Sicilia” ha dato certe notizie, nel libro si parla
di alcuni mafiosi accreditati come Riina, Santapaola,
alcuni imprenditori chiaramente legati al mondo mafioso
come Graci, Finocchiaro, Rendo e poi si mostra come ha
parlato “La Sicilia” di questi personaggi, ecco
questo è un discorso sensato, fare il discorso inverso
secondo me è inutile e contro producente perché non hai
delle prove e quindi poi si finisce di gettare anche
quest’asserzione nel calderone dei luoghi comuni.
E’ come quando si diceva “Andreotti è
mafioso!” Andreotti ha delle responsabilità
politiche e probabilmente penali, è stato assolto con
una particolare formule quindi…Cose rilevanti. Ma
dicendo “Andreotti è mafioso”, dopo che erano
partite inchieste e processi, secondo me si è quasi
fatto il suo gioco perché è come dire…Andreotti
non potrà mai essere incriminato per mafia. Secondo me quindi ha molto più senso
parlare di Mario Ciancio e del suo assoluto potere
mediatico e ricordare qualche favore o qualche sfavore
che ha fatto a dei potenti siciliani. A me piacerebbe fare, potremmo
collaborare assieme al di la dell’intervista,
stilare un discorso freddo, distaccato, sociologico,
socio-antropologico sulla situazione della comunicazione
a Catania ed in Sicilia, ed in particolare quindi su
Mario Ciancio e i suoi eredi, sul suo impero
imprenditoriale, mediatico e non solo, come sai ha
interessi in molti altri rami, in molte altre
cose…Ma mi piacerebbe farlo senza preconcetti cioè
senza partire con l’idea che Ciancio è “Il
Male”! Perché secondo me se si crede di sapere già
come stanno le cose, non si cresce e non si fa il bene di
una comunità, quella della Sicilia orientale, che ha
bisogno di superare i limiti di una informazione troppo
accentrata. Il resto finisce col lasciare il tempo che
trova.” Salvo: “ Mi piacerebbe molto. Mi
aveva accennato anche Orioles alla sua disponibilità ad
allargare il mio lavoro di inchiesta su
quest’argomento ed anche Benanti mi aveva dato piena
disponibilità,oltre a fornirmi molto materiale su
quest’argomento, quindi è una cosa che si potrebbe
perfettamente fare...” Dino : “ Benanti! Si…Lui è un
giornalista che sta lottando per cercare di creare
un’informazione alternativa a Catania…Con
grandi difficoltà” Salvo: “ Benanti è
praticamente dappertutto! Io l’ho trovato ovunque
durante il lavoro di ricerca su Ciancio. Su FlipNews,
sull’Erroneo, su l’Isola possibile…Lui ha
molto materiale quindi ampliare il lavoro sarebbe una
cosa fattibile, addirittura semplice[…] Comunque per
tornare al discorso iniziale ed esaurire la tua
premessa…Mi è venuta in mente questa tematica
quando parlavi del rapporto tra “La Sicilia” e
la mafia. Ti parlo del rapporto “La Sicilia” e
“I Siciliani”. Quando ho intervistato Benanti
non sapevo che Fava fosse il direttore de “I
Siciliani”, sapevo chi fosse Fava e che fosse stato
ammazzato ma non conoscevo il suo ruolo inerente alla
comunicazione. Per Benanti il collegamento
era…Palese. Anche Orioles me ne ha parlato, perché
Riccardo Orioles ha lavorato dentro “I
Siciliani”, mi ha parlato dell’omicidio di Fava
e mi ha accennato anche alla questione di Ercolano. Mi ha
detto anche che loro de “I Siciliani” avevano
fatto un buon lavoro di inchiesta su l’omicidio di
Fava e “La Sicilia” faceva la controparte:
ovvero tendeva ad oscurare .” Dino: “ Guarda su questo io ti
consiglio vivamente di leggere questo libro di Fava di
cui ti ho accennato, politico che io stimo ben poco ma
che ha scritto un libro esaustivo e molto ben fatto
proprio perché obiettivo, che si chiama “La mafia
comanda a Catania”. Li tu capirai bene chi era Pippo
Fava. Questo è uno dei casi in cui “La
Sicilia” tenne un comportamento
singolare…C’è anche una puntata di
“Telefono giallo”, un programma su rai tre dove
andarono ospiti tanti anni fa, Orioles, Claudio Fava e
Tony Zermo. Si parlava dell’omicidio Fava. Di quella
puntata di Telefono Giallo, il cui presentatore era
Corrado Augias, ne parlò persino il poeta Franco
Fortini, per quanto furono bravi Orioles e Fava a
dimostrare il pessimo comportamento de La Sicilia in quel
caso. Quello fu realmente uno di quei casi in cui
“La Sicilia” ha delle responsabilità. Non di
certo sull’omicidio, non certo responsabilità
penali! Però si può dire forte che si è date delle
notizie tremendamente poco credibili su quello che un
pentito avrebbe potuto dire su quest’omicidio,
addirittura su un traffico di macchine usate, cose
assolutamente poco credibili e incredibilmente le ha date
prima che il giudice interrogasse questo tipo, cioè
l’articolo era “Oggi pomeriggio nel carcere X,
il pentito X rivelerà al giudice i mandanti di
Fava” come cavolo faceva Zermo a saperlo
prima?” Salvo: “Nostradamus!” Dino: “ Fra l’altro quel
personaggio che avrebbe sparato questa cosa del traffico
delle macchine usate era cliente di mio nonno, perché
mio nonno era un avvocato, l’avvocato Papale, che è
stato anche sindaco di Catania, l’unico di cui parla
bene Claudio Fava in quel libro tra l’altro! Mio
nonno sosteneva che questo qui fosse un pazzo, una
persona assolutamente folle, credibile come poteva essere
credibile un bambino di due anni…Al di là della
credibilità o meno di questo personaggio che oltretutto
in seguito fu ritenuto non credibile dai giudici,
”La Sicilia” ha dato un pesantissimo rilievo ad
un personaggio oscuro e soprattutto prima che lui
parlasse con il giudice già ha detto cosa avrebbe detto
al giudice, questo certamente…E’ stata una di
quelle cose in cui…Ma se tu vai a rileggere gli atti
del processo per l’omicidio Fava, cosa che io ho
fatto, Zermo affermava che secondo lui a Catania non c’era la mafia, sosteneva ci fossero dei delinquenti ma non organizzati. Ti parlo degli anni novanta, non ricordo la data precisa ma su per giù il ‘90… A me da fastidio, come ti dicevo prima dire “X è mafioso” ma secondo me questo esempio la dice lunga su come questo giornale (“La Sicilia” Ndr) ha preso perlomeno sottogamba il fenomeno Mafia ed un certo tipo di divisione del potere che c’è stata in Sicilia e a Catania e che Tony Zermo in particolare ha visto, non dico con favore, ma come una manifestazione folcloristica, la mafia catanese. Quasi quasi era una cosa di cui sorridere sornioni, di cui non proprio andare orgogliosi, ma insomma…Come se facesse parte del folclore locale ne più e ne meno dei cannoli e della granita: c’era una sorta di aggregazione criminale, a Catania, che scimmiottava la mafia palermitana e corleonese… Questo è grave, non è una responsabilità penale ma è una grave responsabilità umana e professionale da parte di un giornalista. Un giornalista serio avrebbe dovuto pesare in altro modo quello che succedeva in quegli anni a Catania, che poi sono stati gli anni micidiali, centinaia di omicidi in cui la mafia ha fatto gli affari d’oro prima ancora della guerra di Mafia, perché poi c’è stata pure la guerra di Mafia…Prima ancora…I cavalieri del lavoro, Costanzo, Graci, Rendo e Finocchiaro…” Salvo: “ Pensi che sia stato un bug professionale e umano, però non interessato…?” Dino: “No! Assolutamente no!! Io non è che penso che sia stato non interessato. Io non ho le prove per dire che questo abbia dato dei soldi a quest’altro per scrivere questo questo e quest’altro e quindi se lo dico sono stupido! Secondo me. Io osservo dei fenomeni: l’accidia, “La Sicilia” parla raramente di Mafia, raramente fa dei nomi e parla piuttosto bene sempre, dei politici democristiani più in vista di allora come Drago come Azzaro, Vellini, Munzone… e altri, e dei costruttori catanesi che allora facevano affari d’oro. “La Sicilia” ha avuto nei loro confronti un trattamento non dico di riguardo ma sicuramente positivo, invece in quegli stessi anni alcuni altri giornalisti tra cui Pippo Fava vedevano in un certo tipo di imprenditoria dei legami con un certo tipo di delinquenza che poi è la mafia perché la mafia c’è. C’è stata e c’era allora. Questo lo posso dire, non sono mica deficiente! Capisci? Dire che “Quello l’ha fatto perché mafioso” è una cosa cretina dire “Quello l’ha fatto” è una cosa importante, rilevante. Quello allora ha scritto che Fava probabilmente era stato ucciso per la macchina, c’era un traffico di macchine usate e Fava…Non ricordo…Poi a Catania si diceva anche che era un delitto passionale, un altro sparò che Fava era stato con una donna che era l’ amante di uno che l’aveva fatto uccidere…Insomma s’è n’erano sparate di cazzate allora! Non è che io sappia chi ha ucciso Fava o chi è stato il mandante…Però so di certo che Fava è stato un personaggio scomodo per due motivi: 1) Da un punto di vista sociale: lui divulgava delle informazioni che a Catania erano scomode ovvero che la Mafia esisteva, che c’erano dei gruppi di potere che si comportavano in un certo modo ecc ecc… 2) Perché era un concorrente. E’ tutto li il problema su cui secondo me si dovrebbe fare una ricerca…Un libro potremo scrivere assieme. A Catania e dintorni c’è il monopolio dell’informazione televisiva, radiofonica e soprattutto della carta stampata, mentre Fava ha fatto il Giornale del Sud che era un quotidiano, l’ultimo che c’è stato non di Ciancio, che dopo la sua morte (di Fava Ndr) è stato affidato ad un tipo ed ha chiuso in tempi brevi. Ed aveva fatto “I Siciliani” un periodico, non un quotidiano, ma comunque concorrente… Quindi era un concorrente dal punto di vista imprenditoriale ed un rompicoglioni dal punto di vista di certi poteri che spadroneggiavano in città... quelli che volevano continuare a fare i propri affari. Quindi era doppiamente osteggiato. Ha voglia Zermo a dire che “Eravamo amici e giocavamo al club della stampa a biliardino assieme”, sarà vero, anzi sicuramente è vero ma ciò non toglie che era pesantemente scomodo e che “La Sicilia” ha scritto praticamente l’opposto di quello che Fava scriveva su “I Siciliani”. Questo è un fatto, ed è rilevante. Ciancio e Fava dicevano spesso cose OPPOSTE. Poi perché l’abbia fatto… Io non lo posso dire. Non è che non ho un’opinione, io un’opinione ce l’ho ma se la dico senza prove concrete secondo me sminuisco il resto delle cose che dico. Perché l’abbia fatto è una cosa sulla quale si può discutere nei dibattiti o nei processi riguardo questo…Anche Petrina è stato sentito…E’ stato presidente dell’Ordine dei Giornalisti e che dopo l’omicidio Fava fece un servizio sulla Rai in cui dipinse questo omicidio in un certo modo” Salvo : “Cioè?” Dino: “Non come un omicidio di Mafia.” Salvo: “ Sulla linea de “La Sicilia” Dino: “L’ultimo 6 Gennaio, quando c’è stato l’anniversario, siamo andati a S.Pietro e Paolo, c’era Orioles, Pino Finocchiaro, Patrizia Abbate, c’ero io e alcuni altri giornalisti “contro” di Catania... E poi c’era Petrina e non c’era Claudio Fava. La presenza di Petrina fu strana, perché Petrina ha sempre incarnato il giornalismo “inquadrato” per così dire…Invece Petrina non solo è venuto ma addirittura ha detto delle cose su Fava, lo ha esaltato diciamo…Tanto che un avvocato di nome Titta, che aveva difeso la famiglia Fava al processo ad un certo punto ha detto: “Scusate io non volevo intervenire quest’oggi ma sono stato costretto perché è venuto il dottre Petrina ed ha detto questo e quest’altro mentre lui al processo aveva detto e fatto tutt’altro”. Quindi addirittura ammantarsi di candore paragonandosi a Pippo Fava quando si è fatto per un certo periodo tutta un altro tipo di informazione cioè un’ informazione comoda per i poteri forti della città, e questo credo si possa dire serenamente, non è bello! E’ come quando Castelli va all’anniversario di Falcone a dire “ Stiamo facendo tutto quello che diceva Falcone”… non è vero! Poi non dico che Castelli o altri siano mafiosi, questo dovrebbero dirlo solo i giudici che fanno delle inchieste e le portano a termine, ma sul paragone con Falcone posso dire chiaramente che sta dicendo una cosa falsa. Perché Falcone aveva una direzione, l’attuale ministero di Grazia e Giustizia sta andando in un’altra direzione. E su Fava, quella sera, Petrina si è contraddetto pesantemente, rispetto ad altre sue dichiarazioni.
Su quegli anni c’è da riflettere. C’è da analizzare, da studiare…Ma la cosa secondo me incredibile, e questa è una mia teoria, Orioles forse non sarebbe d’accordo con me, è questa: io non credo che Ciancio in se -sia perché lo conosco sia perché leggo con attenzione i quotidiani, tre quattro al giorno, e conosco bene il quotidiano “La Sicilia”- credo che non è che Ciancio si sia comportato in maniera conservatrice o morbida nei confronti di certi personaggi poco trasparenti della vecchia politica, della vecchia Dc, perché lui è così e perché gli piaccia che le cose a Catania vadano così, io credo che lui lo faccia perché la linea del giornale è sempre stata quella di stare con i potenti; ed a Catania, tranne una breve parentesi, relativa, il potere è sempre stato da quella parte lì. Tanto è vero che quando invece c’è stata Tangentopoli, si è cominciato a parlare di mafia, di arresti, di corruzione, quindi era tra virgolette di moda era… |