TRUFFA 2007 di mario monforte È tempo di
cambiare, adesso, senza perdere tempo! Quello che sta
succedendo sui mercati finanziari riguarda ormai la vita
quotidiana di tutti! Gli attuali
gruppi dirigenti e dominanti, con la loro
“casta”, stanno dimostrando di non essere in
grado di arrestare la corsa verso una catastrofe
planetaria che continuano a definire, secondo criteri del
tutto irrazionali e genericamente molto ambigui,
sviluppo. Ancora il 28
agosto i telegiornali – e poi le radio e la stampa
– hanno, il piú brevemente possibile tra le notizie
che vengono fatte filtrare sul disastro finanziario
originato dagli Usa e scatenato su tutto il pianeta,
annunciato che il governo statunitense ha investito due
miliardi di dollari per sostenere il “mercato”
mentre le borse continuavano a essere costantemente
negative. Nei giorni
successivi ci sono stati effimeri recuperi mentre i
sedicenti esperti via via interpellati usavano linguaggi
cripticamente tecnici che finivano con verbi al
condizionale o al futuro, argomentando su fattori
manifestamente irrazionali come “la fiducia”,
“la propensione al rischio” o peggio, tentando
di mascherare il fallimento di un modello economico
basato sulla speculazione con formule dal sapore
apotropaico. Intanto bisogna
almeno informare che la cifra di due miliardi di dollari
è ridicola rispetto ai centoventi miliardi
“pompati” verso Wall Street dalla severa –
per gli investimenti produttivi, l’aumento dei
salari, la difesa delle pensioni, insomma quel
“benessere” che chiamano ormai welfare
– Bce, la banca centrale europea. Del resto la
stessa Federal Reserve statunitense ha “tirato
fuori” fino al 28 agosto, “solo” 37
miliardi. Tra l’altro questo scorcio di 2007 ci
riporta – e ci può aiutare a capire come funziona
il sistema – a quando gli Usa, dichiarando nel 1971
l’inconvertibilità della loro moneta fino allora
tesaurizzata dalle banche centrali di tutto il mondo,
fecero pagare soprattutto all’Europa il loro
indebitamento per la guerra del Vietnam e per il sostegno
all’industria militare a stelle e strisce. Lo stesso
è avvenuto in relazione a un altro “ciclo”
offensivo Usa (ex Jugoslavia, Iraq), quando, dopo un
sempre piú oscuro attentato, l’11 settembre 2001
– piú oscuro per gli aspetti che lo collegano con
altri tragici, analoghi, eventi inflitti ai popoli degli
Stati Uniti d’America da componenti dei loro stessi
gruppi dirigenti e dominanti, palesi o segreti –
ancora la piú efficiente istituzione europea, ossia la
già citata Bce, intervenne a Wall Street con una cifra
in euro corrispondente a 70 miliardi di dollari. Emergono dunque
– proprio dalle notizie che filtrano tra la corsa
veltronista “alle magnifiche sorti e
progressive” verso il sogno americano, le cionerie
alla fiorentina delle chiusure di stalle ormai vuote o
delle “fondamentali”, per la realtà effettuale
della vita quotidiana di ciascuno di noi, vicende del
pallone – alcune valutazioni che richiedono
l’immediata mobilitazione di coloro che non
intendono restare sudditi, sfruttati ma anche derisi, a
cominciare dai lavoratori dipendenti e non, precari e
non, ai pensionati, questi inoltre umiliati dalle
fuorvianti campagne di disinformazione che governi e
sindacati complici continuano a organizzare per
attribuire al prelievo sui salari degli occupati le
pensioni, che sono invece salari differiti e già
profumatamente pagati, da chi oggi è in pensione, quando
ancora era al lavoro. La
“casta” al potere in Italia, che costa il 25%
della ricchezza nazionale e che – tra l’altro,
come esempio della “logica” distributiva ha
dato alla Fiat risorse per 200.000 miliardi dal
dopoguerra in poi – non sta minimamente cercando di
affrontare la minaccia, diretta, che fin dal 1985
richiede una risposta al di là di quel «libero
mercato», competitivo e concorrenziale (sulla pelle
dell’umanità), irrazionale, e condizionato
essenzialmente da criteri speculativi, prendendo ai
“poveri” per dare ai “ricchi”, che
sta esaurendo un pianeta – che da piú di venti anni
continua a consumare piú di quanto fisicamente possa
produrre, e vittima per di piú di una “bomba
demografica” che continua ad accelerare i sempre
piú profondi effetti di sperequazioni sociali smisurate. Le risorse –
i capitali –, invece di essere investite secondo
corretti principi distributivi e nella ricerca, sono
stati destinate – per reagire a esaurimenti del
profitto, per trovare a esso nuovi spazi, per
“rlanciarlo” – al mercato finanziario,
portando a una sovrapproduzione di danaro (o, meglio,
capitale) e trascinando il pianeta verso un disastro
senza precedenti. Centinaia di migliaia di dollari, euro
etc. stanno scomparendo e gli Usa, il paese piú
indebitato del mondo, dimostra di non saper far altro che
scaricare i propri debiti sugli alleati, i cui gruppi
dirigenti dominanti si rivelano vittime e complici della
“truffa” necessaria all’attuale modello
economico. Vi è un altro, inquietante, aspetto da tener
presente: i sindacati ufficiali
(“concertatori”, etc.) hanno accettato e
promosso – in accordo con la “casta”,
quella al governo come quella all’opposizione –
sia l’esproprio del Tfr che del salario differito
(pensioni). Con i cosiddetti fondi integrativi e simili,
da immettere sul mercato, che è libero solo per chi
specula, quale certezza di futuro ci sarà soprattutto
nel paese del sistema bancario che ha distribuito bond
argentini, azioni Parmalat, azioni
“spazzatura”, ha finanziato i “furbetti
del quartierino” e ha avuto come presidente del
Consiglio, per una legislatura, un membro
dell’eversiva “società segreta” (ma non
troppo) P2? Ancora il 31
agosto i media
che informavano dell’andamento borsistico
raccontavano come l’apertura fosse positiva per i
titoli ... delle materie prime – come se fosse una
notizia particolarmente incoraggiante! La crisi che
stiamo vivendo, che si riverbera nel degrado che ogni
giorno sopportiamo e soffriamo, ci rende coscienti che
“non abbiamo piú terra per ritirarci”: un
orrendo “Moloc” sta per divorare noi, i nostri
figli, il nostro mondo. La Bce e i gruppi dirigenti Usa,
con i loro volenterosi esecutori, la “casta”,
stanno veramente mettendo le mani nelle tasche
soprattutto di coloro che hanno sempre costruito e pagato
caro e tutto. La condizione di città toscane, simbolo degli aspetti piú positivi del pianeta, come Firenze e Siena, dimostra l’impossibilità della “casta” di governo e di opposizione di far fronte alle esigenze quotidiane dei cittadini, al di là della propaganda prezzolata. m.p.c.firenze |