ATTENTATO A
DJERBA
Un camion carico di bombole di gas
esplode davanti alla sinagoga della città tunisina di
Djerba. 19 morti, 14 turisti tedeschi, quattro tunisini e
un francese. Rivendicazione di Al Qaeda.
SCIOPERO
GENERALE
Milioni di lavoratori in piazza,
fabbriche ferme: lo sciopero voluto dalla Cgil contro la
riforma dell'articolo 18 è un successo.
Almeno due milioni di lavoratori in piazza I
sindacati: fermi 13 milioni di lavoratori
Ma Confindustria: ha aderito solo il 60%. Lite sullo
«scioperometro» dei consumi elettrici ROMA - I
sindacati esultano: «L’Italia si è fermata. Un
ferragosto a metà aprile». Secondo Cgil, Cisl e Uil i
lavoratori che ieri hanno aderito all’astensione di
otto ore proclamata dai confederali sono stati 13
milioni, pari al 90% dei dipendenti pubblici e privati.
Di questi, tre milioni sarebbero scesi nelle piazze delle
21 città in cui erano previste manifestazioni. Lo
sciopero è stato turbato da alcuni atti di teppismo
verificatisi a Torino, Milano e Trieste. Più contenuto
il bilancio secondo gli imprenditori.
Nel settore industriale l’adesione media si
fermerebbe al 60% (42% a Torino e 40,4% a Milano), al
48,7% in Fiat (90% secondo i sindacati, con punte del 95%
all’Iveco e alla Fiat Avio), in calo rispetto al
’94, mentre si limiterebbe al 2% nelle aziende
artigiane, pari alla percentuale d’imprese che hanno
più di 15 dipendenti. I primi dati forniti dalla
Funzione pubblica sullo sciopero del pubblico impiego
invece rivelano un’adesione media del 50%, con punte
del 55-60% nelle amministrazioni comunali e una
partecipazione del 46,4% nella scuola cui i sindacati
contrappongono un’adesione pari al 75%.
LUCE SUI NUMERI - Immancabile il balletto delle cifre.
Ha cominciato il leader della Cgil, Sergio Cofferati, che
ai manifestanti riuniti in piazza Santa Croce a Firenze
(400 mila secondo il sindacato, la metà per la questura)
ha dimostrato così la riuscita dello sciopero: «L'Enel
ha detto che il consumo di energia a livello nazionale è
quello della domenica, dunque vuol dire che il Paese è
fermo». Immediata la precisazione dell’Enel:
fornire i dati sui consumi non è compito della società
ma del Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale
(Grtn). Controprecisazione della Cgil: i dati in effetti
sono del Grtn ma indicano comunque alle 11 un consumo di
32 mila megawatt contro i 47 mila di un normale giorno
lavorativo nell’ora di punta e «pari
sostanzialmente al consumo domenicale». Uno sguardo al
sito Grtn però rivela che la media domenicale in questo
periodo dell’anno è di 25 mila megawatt, mentre
quella di un giorno lavorativo si aggira sui 40 mila. Il
dato di ieri si collocherebbe dunque a metà strada.
IL PRIMATO IN FABBRICA - Secondo gli industriali non
sarebbero state le grandi città del Nord le protagoniste
dello sciopero. Al 42% di Torino e al 40,4% di Milano si
contrapporrebbe il 79,49% di Napoli, il 59% di Roma, il
60% di Vicenza, il 65% di Brescia, il 75% di Pisa, il
54,3% di Firenze, il 68% di Parma, il 60% di Perugia, il
50% di Bari, il 57% di Como, il 70% di Ancona. Record a
Pordenone (80%), con la punta del 98% alla Electrolux, e
nella categoria dei metalmeccanici (85%). Dati molto
distanti da quelli dei confederali: a Bologna avrebbe
scioperato almeno il 90% degli occupati (68% per
Assindustria). A Genova gli organizzatori parlano di
un’adesione del 100%. In Veneto la Cisl registra il
95% nell'industria e il 75% nel pubblico impiego. Nel
Lazio il 95% e l’80-85%. In Campania e in Sicilia la
media è del 90%.
LE PIAZZE - Controversi anche i dati delle piazze che
hanno ospitato le manifestazioni. A Milano, dove ha
parlato il leader della Cisl, Savino Pezzotta, il
sindacato ha indicato 300 mila partecipanti, la questura
100 mila. A Roma il conteggio oscilla tra i 200 mila e i
40 mila. A Bologna, dove ha parlato il segretario della
Uil, Luigi Angeletti, si passa dai 350 mila ai 150 mila.
A Torino lo scarto è di 50 mila manifestanti: tra i 150
mila e i 100 mila. Le manifestazioni si sono svolte quasi
ovunque senza incidenti. A Milano gruppi di giovani hanno
sparso letame in un’agenzia di lavoro interinale
mentre a Trieste ne hanno sigillato un ingresso. A Torino
si sono registrati atti di vandalismo contro le sedi di
Forza Italia e della Lega e contro una caserma dei
carabinieri.
TUTTI A PIEDI - Sensibili i disagi nel trasporto
pubblico. Secondo fonti industriali i lavoratori delle
Ferrovie hanno aderito al 62%. Di fatto molte stazioni
tra le 9 e le 17 sono apparse deserte. Blocco quasi
totale nel settore aereo tra le 10 e le 18: fermi
all’80% gli scali di Fiumicino e Malpensa. Alitalia
ha cancellato 271 voli su 374. Elevata l’astensione
nei trasporti locali: superiore ovunque al 90% per i
sindacati. Vasta adesione nei musei. Chiusi al 50%,
secondo l’Abi, gli sportelli bancari. Fermi, in
serata, anche alcuni cinema.
26 aprile 2002
UN AEREO CONTRO
IL PIRELLONE
Il pilota svizzero Gino Fasulo, decollato
da Locarno per Linate, centra il 26° piano del palazzo
sede della Regione Lombardia a bordo di un aereo da
turismo. Oltre a Fasulo, muoiono due donne che stavano
lavorando in ufficio.
- LE PEN VINCE,
DISFATTA DI JOSPIN
Al primo turno delle elezioni
presidenziali francesi, clamorosa affermazione del leader
di estrema destra Jean-Marie Le Pen: con il 16,95% dei
voti arriva dietro Jacques Chirac (19,71%) ma davanti al
premier socialista Lionel Jospin (16,12), che si dimette
in diretta Tv. In tutta la Francia cortei contro il
Fronte Nazionale fino al secondo turno (5 maggio).
OTTO AGENTI
ARRESTATI A NAPOLI
Otto poliziotti agli arresti domiciliari
a Napoli per le violenze ai manifestanti durante il
Global Forum del 17 marzo 2001.
Dopo gli scontri del 17 marzo 2001. Scajola: «Vi sono
vicino» Napoli, violenze sui no global: 8 agenti
arrestati Tensione e una catena umana dei colleghi in
rivolta attorno alla Questura impediscono l'esecuzione
degli arresti domiciliari
NAPOLI - Sequestro di persona, violenza privata,
lesioni personali: queste le accuse formulate nell'ordinanza
di custodia cautelare nei confronti degli otto poliziotti
arrestati venerdì. I due funzionari di cui sono stati
disposti gli arresti domiciliari sono il vicequestore Carlo
Solimene e il commissario capo Fabio Ciccimarra (indagato
per concorso in lesioni anche dalla procura di Genova
nell'ambito dell'inchiesta per l'irruzione nella scuola
Diaz al G8). Gli altri arrestati sono ispettori e
sovrintendenti. Secondo le accuse, i giovani partecipanti
al Global Forum del 17 marzo 2001 che dopo gli scontri
con le forze dell'ordine si erano recati negli ospedali cittadini
per farsi medicare, furono prelevati con la forza,
condotti alla caserma Raniero «senza alcuna valida
giustificazione - scrive il procuratore Agostino Cordova
- e lì sottoposti a gravi forme di maltrattamenti,
ingiustificate perquisizioni personali e a gratuite
mortificazioni». La procura ricorda anche che i
manifestanti hanno dichiarato di aver subìto la
sottrazione di rullini fotografici e la distruzione di
telefonini cellulari «senza alcuna valida, apparente
giustificazione, e senza aver redatto alcun verbale». Le
ordinanze sarebbero motivate dal pericolo di inquinamento
delle prove e reiterazione dei reati.
Vi sono anche accuse di violenze sessuali «seppure in
casi limitatissimi e tutti da dimostrare» tra quelle
contestate. Lo ha confermato il legale di alcuni degli
arrestati, Sergio Rastrelli appena uscito dalla questura.
LA RIVOLTA DEI COLLEGHI - Proteste, urla,
indignazioni, agenti in lacrime dopo i provedimenti
emessi dalla magistratura di Napoli. Una cinquantina di
poliziotti ha organizzato una catena umana attorno alla
questura. Tenendosi per mano - alcuni si sono ammanettati
fra di loro - e abbracciandosi hanno formato un cordone
che si sta allargando dall'ingresso principale della
questura, attraverso le strade laterali fino all'ingresso
posteriore dell'edificio. «Si tratta di arresti con
motivazioni politiche che non conosciamo», dicono alcuni
poliziotti, e aggiungono: «Questi arresti sono
illegittimi».
SCAJOLA: «VICINO AI POLIZIOTTI» - «Nel doveroso
rispetto per il lavoro della magistratura», il ministro
dell'Interno Claudio Scajola attende «di conoscere le
ragioni poste a fondamento di un provvedimento così
grave. Esprimo sentimenti di vicinanza alla polizia
napoletana - ha continuato il ministro dell'Interno - di
cui mi sono ben noti professionalità e spirito di
sacrificio, e in particolare alla Squadra mobile che
opera da sempre in condizioni ambientali difficili contro
la camorra e ogni forma di criminalità al servizio del
cittadino». Il vice presidente del Consiglio Gianfranco Fini
ha dichiarato: «Se i provvedimenti decisi dalla
magistratura partenopea non avessero il necessario
riscontro saremmo in presenza di un atto gravissimo, per
le conseguenze che determinerebbe sul morale delle forze
dell'ordine e per i contraccolpi su una opinione pubblica
che chiede sicurezza e rispetto della legalità».
GLI SCONTRI DEL MARZO 2001 - Due manifestanti arrestati,
21 denunciati, decine e decine di fermati, oltre cento
tra poliziotti e carabinieri feriti, oltre a un numero
imprecisato di dimostranti, che fecero ricorso a cure
private. Fu questo il bilancio degli scontri del 17 marzo
2001, giornata conclusiva del Global Forum sulla
«democrazia elettronica svoltosi a Palazzo Reale. Gli
scontri, dopo una serie di scaramucce, lanci di pietre e
molotov contro la polizia, vetrine infrante, il
saccheggio della sede di un'agenzia di lavoro interinale,
divamparano quando il corteo di alcune migliaia di
manifestanti (6 mila secondo le stime della polizia)
sbucò in piazza Municipio, ai margini della «zona
rossa». I manifestanti tentarono di sfondare il cordone
delle forze dell'ordine. Fu corpo a corpo per diversi
minuti tra i due schieramenti, poi le cariche
cominciarono a susseguirsi, precedute dal lancio di
lacrimogeni. Le forze di polizia inseguirono i
manifestanti fino al porto. Alcuni fermati furono
trasportati in caserme della polizia e dei carabinieri,
tra le quali la caserma «Ranieri» dove - secondo
l'accusa - sarebbero avvenuti gli abusi ai danni dei
manifestanti. Durissime le polemiche: alle accuse di aver
esagerato durante gli scontri, i sindacati di polizia
replicarono parlando di «gruppi organizzati per la
guerriglia». A Napoli nei giorni precedenti furono
individuati personaggi legati al terrorismo, tra i quali
l'ex brigatista Guido Cucolo, latitante in Francia.27
aprile 2002