-----Messaggio
originale-----
Da: Gallucci Giancarlo <gallucci.g@tin.it>
Data: venerdì 19 aprile 2002 18.47
Oggetto: DESPOTA
L'email
che segue è stata spedita dal sottoscritto
al quotidiano "la Provincia Pavese"
nella
ribrica "lettere al direttore", ne
autorizzola pubblicazione. Giancarlo
Gallucci
Il despota ha
buttato la maschera. Gian Battista Vico
(1668-1744) ha elaborato la teoria oggi
sempre più attuale dei corsi e ricorsi
storici. Negli anni ’80 Beppe Grillo
venne sbattuto fuori dalla RAI per aver osato
criticare un vecchio amico e magnate del
despota.
Oggi la lista di
prescrizione è per Santoro,Biagi e -.
L’ unto del Signore, il
presidente-operaio-impiegato-artigiano
ritiene che la banda dei tre giornalisti
abbia fatto uso criminoso della televisione
pubblica. Non ho l’età di un ragazzino,
ma se non ricordo male è dagli anni ‘80
che questo signore è indagato per una
miriade di reati tali da perdere il conto,
sempre e comunque tirato fuori da principi
emeriti del foro. I tre giornalisti hanno
stuprato donne giovani, vecchie e bambini;
hanno esportato all’estero ingenti somme
grazie alle elargizioni dei passati governi,
ma ora il principe viene incontro alle
esigenze dei poveri evasori che versando la
sproporzionata penale del 2% ne legalizzano
il rientro; sempre i nostri tre sia in Italia
che all’estero hanno corrotto giudici e
finanzieri, politici e portinai, bidelli ed
operatori ecologici, maestri e professori
universitari, capitani dell’industria e
magistrati, ma si salveranno dalla
fucilazione grazie alle rogatorie.
Il despota
sostiene che la RAI tornerà ad essere una tv
di tutti (loro), non partitica (ma di Casa…
delle Libertà), non faziosa (atto
di…Fede) come invece è stata con
l’occupazione militare da parte della
sinistra che ha falcidiato l’opposizione
con i bazuka russi, usando i comunisti di
teleKabul per mangiare i bambini.
Per Lui la
libertà di pensiero è un optional che spera
sarà al più presto demolito usando non tre
ma ben sei reti di tv spazzatura.
La nostra
Repubblica è nata dalla Resistenza, e di
questi tempi vacillano i valori fondanti
della nostra patria, e mi sovviene in mente
quello che disse un contadino a Paolo
Murialdi durante l’occupazione
nazifascista:“
vurìs fa il partigiàn tuta la vita”.
Senza memoria
non c’è futuro, stanne certo despota.
Giancarlo
Gallucci
Comunisti
Italiani - Pavia