| Se ne è
andato Tom Benettollo - Presidente dell'ARCI
di Anna Villani
Riempiva di saggezza anche le pause serviva le parole
più dure di dolcezza condendole con verve ed esperienza
che ce lo faranno ricordare sempre e nel ricordo
raccoglierne il testimone. Quando platonicamente vorremmo
sovvertire il negativo andamento dei giorni nostrani ci
adagiamo sulla speranza che la svolta da qualche parte
possa arrivare, ma se è un uomo come Tom Benetollo a
farsi promotore del cambiamento allora sì che ci
crediamo davvero. E ci allineiamo nel nostro piccolo
affinché quella voce non rimanga “di uomo nel
deserto”. Perché il cambiamento sociale passa
attraverso uomini come lui. Ed oggi se ne contano davvero
pochi. Prendeva a cuore tutto, chiedeva a sé stesso
troppo e senza delegare dava tanto. In prima persona. Il
tempo per le cause sociali andava speso tutto per Tom. Un
calcolo gestito senza l’oculatezza che la salute
richiedeva e che lo ha stroncato a soli 53 anni. I
battiti di una vita piena di impegni si sono arrestati.
Il suo pensiero lo ha fatto sentire ovunque, raccontato
con garbo a chiunque glielo chiedesse. Appassionava la
platea quando parlava, rapiva l’attenzione come
pochi, con la sua semplicità. La vera protagonista dei
tanti incontri con simpatizzanti e compagni in tutta
Italia. Non era borioso non aveva altezzosità, una
figura autorevole quanto composta, si guardava dal
raccogliere meriti che spesso preferiva dividere. Uno
spirito di gruppo che ha fatto scuola, collante
dell’associazionismo in cui ha speso una vita.
L’ ho conosciuto a Firenze la domenica del 4 aprile
scorso presso la Porta di Basso e l’occasione era
“Terra Futura”. Sviluppo sostenibile, percorsi
percorribili, energie alternative e quant’altro
fungesse da atterraggio morbido
all’industrializzazione incontrollata, col suo
business strappa regole. In veste non solo di espositore
ma anche con un apporto lodevole l’ARCI vi prendeva
parte e nel giorno conclusivo giunse il suo Presidente
nazionale. Per una delle migliori mostre-convegno
svoltesi in Italia sotto l’egida di Ugo Biggeri di
Banca Etica. Lo chiamai “Dottor Benetollo”
quando lo avvicinai al convegno tenutosi sulla Protezione
Civile. Ne abbi un’occhiata di stizza ed un
rimprovero benevolo a chiamarlo “Tom”. In una
battuta la sua semplicità, senza ricami né merletti.Era
lui, con le sue idee, la sua personalità. Molto forte.
Alla postazione Arcoiris Tv girammo l’intervista,
circa 25 minuti. Toccando argomenti fra i più vari,
tutti meritevoli del suo interesse e nessuno suscettibile
di estraneità. Aveva un’opinione per tutto ed una
discrezione di pochi. Fluido nel rispondere quanto
preciso nel riportare i fatti. Nell’intervista mi
colpì anche il preferire il termine “generale”
a “globale”. Nel segno che la classe non è
acqua. In una parola un discorso. “C’è molta
gente che vuole cambiare l’economia, rendere
solidale la propria vita, che vuole creare per sé stessi
e per gli altri consapevolezza ed anche capacità di
affrontare i problemi, che sono tanti, con la
possibilità di farcela…contando sulle nostre idee
riusciremo a cambiare le cose”. Si vantava di un
dato “L’Arci non spende nemmeno una lira in
pubblicità, 5800 circoli è importante, siamo parte di
un campo di forze e vogliamo crescere con altre forze,
movimenti, associazioni, nelle forme che i cittadini
decideranno”. Nell’intervista parla anche di
Gino Strada. Il caso ha voluto che fosse proprio il
medico di Emergency a soccorrerlo. Tante le sue chicche
disseminate fra convegni ed incontri. “Siamo stati
tra i fondatori del Forum Sociale Mondiale e del Genoa
Social Forum. Chiediamo ancora che sia fatta verità sul
luglio 2001.
Poi vennero gli orrori delle Twin Towers. La dottrina
della guerra preventiva si presentò come la linea guida
dell’Amministrazione Bush. Ci dividemmo
sull’Afghanistan. Ci unimmo contro la guerra in
Iraq”. Disse Tom Benetollo il 14 febbraio scorso al
Palalottomatica. O come quando dichiarò con rara
obiettività il 10 maggio 2001: “Abbiamo lavorato
molto, per favorire il ritorno al voto di tanti nostri
concittadini delusi dalla politica, risentiti verso
scelte sbagliate del centro sinistra”. Non mancavano
le steccate d’autore: “La partecipazione non è
molto amata dalla politica”.Ma al tempo stesso
chiedeva “la riforma della politica” lanciando
affondi sui finanziamenti ai partiti “che dovrebbero
essere vincolati a statuti democratici, verifiche. Forme
di partecipazione non nel senso di associazione ma forme
organizzate di partecipazione finanziate. Giusto però il
finanziamento ai partiti”. Profetico
nell’aprile 2003 all’Unità quando la sua
lungimiranza gli fece dire: “la guerra non è
finita, e non solo perché lo dice Bush, ma perché
stabilizzare l’Iraq è una impresa molto difficile
che dovrà fare i conti con tante cose. L’idea
esclusivamente coloniale che ha Bush non porterà nulla
di buono”. Il diritto al lavoro, l’ambiente, i
diritti di cittadinanza, i temi per lui a rischio e per
questo da difendere “per le disuguaglianze
esistenti”. “Un tempo si diceva: siate
realisti, chiedete l'impossibile. Oggi pare che l'utopia
sia quella di chiedere ciò che è del tutto possibile.
E' possibile farla finita con la fame, le malattie, la
povertà, l'ignoranza. E' possibile fermare la guerra e
progressivamente cacciarla dalla storia. Ricordiamolo, il
popolo della pace ha contribuito in modo determinante a
vincere senza violenza la Terza guerra mondiale-la Guerra
Fredda. Ma ora, come dicono, siamo dentro la Quarta. La
Bestia è fatta di guerra e terrorismo” disse
all’ultimo congresso dell’Acli. Benetollo
lascia un patrimonio inesauribile di idee e di pensieri
di iniziative e di battaglie civili, lascia l’Arci
da testata d’angolo dell’associazionismo
d’oggi, una sigla che fa opinione e costruisce, le
era talmente legato che non abbiamo dubbio il suo impegno
lo farà sentire anche dall’alto e come sulla Terra
troverà in ogni occasione il modo per far “sentire
la sua voce” quella di portatore di libertà,
paladino indimenticabile dell’uguaglianza e dei
diritti.
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