Questa é la verità

di Mauro Vespa


Nel giro di poche ore, dopo che la sentenza del processo Imi-Sir è stata resa pubblica, le dichiarazioni di avvocati, portavoce, dipendenti e familiari di Berlusconi hanno raggiunto una vetta davvero mai toccata prima: alla proposta del portavoce di Forza Italia Bondi di istituire una commissione di inchiesta sulla magistratura eversiva, si è aggiunta la notazione dell¹avvocato Taormina in merito all¹affare Telekom-Serbia, secondo il quale Prodi, Fassino e Dini dovrebbero essere arrestati, in quanto sospettati non solo della "più devastante delle corruzioni che mai sia stata consumata nella storia della Repubblica", ma addirittura di essere i mandanti di un tentato omicidio ai danni del faccendiere Marini.
Nonostante l¹enormità di queste affermazioni, la strategia adottata dal centrosinistra è quella del basso profilo, delle proteste generiche, del non alzare la voce: non ci faremo coinvolgere, al popolo italiano non interessano le vicende giudiziarie di Berlusconi, la demonizzazione non paga. Insomma, le solite canzoni da organetto che ci accompagnano, tristemente, da ben prima delle elezioni del 2001 e che hanno contribuito in modo determinante ad aumentare il tasso di astensionismo a sinistra. La logica che guida coloro che dovrebbero rappresentarci (e quindi, anche, polemizzare, attaccare, criticare in nome di coloro che li hanno votati) è veramente singolare: quando è stata pronunciata la sentenza contro Previti e i giudici romani, tre mesi orsono, era punto d¹onore dell¹opposizione affermare che non si dovessero operare strumentalizzazioni, né confondere responsabilità politiche con responsabilità penali. Insomma non condurre polemiche contro il centrodestra. Detto fatto. Nel frattempo Previti andava a Porta a Porta a sbraitare oscenità contro i giudici bolscevichi e la sinistra spartakista di casa nostra, riesumando dinanzi ai microfoni del tg2, messi cortesemente a sua disposizione, persino la vecchia storia dei cento milioni ottenuti in prestito da Di Pietro - vicenda quest¹ultima, sia ricordato di sfuggita, sulla quale non solo si fece completamente luce all¹epoca (e molti vennero condannati per calunnia e diffamazione dell¹ex magistrato di Mani pulite), ma che è affine al caso IMI-SIR, quanto l¹esilio di Mazzini è parente della latitanza di Craxi. Un dato stilistico è però evidente: la retorica dei berlusconiani colpisce a tutto campo, quella dell¹opposizione è timida pudibonda, giansenista per forma ma non per sostanza, in quanto si sottrae dal dovere politico, etico e estetico di rispondere colpo su colpo, enunciato su enunciato. Tanto che la senatrice Finocchiaro, responsabile del settore giustizia dei Ds, si limita a dire che non conviene riaprire oggi polemiche già condotte al momento della condanna di Previti (e infatti le abbiamo ascoltate). Silenzio da parte Fassino, di D¹Alema, di Bertinotti. L¹unico fra i leaders del centrosinistra ad avere parlato è stato Rutelli che con somma vis polemica ha proposto alla Casa delle libertà di istituire una commisssione bipartisan sulla corruzione. Il crampo linguistico che sembra impedire ai politici dell¹opposizione di rispondere semplicemente per le rime alle ingiurie e alle menzogne degli esponenti di Forza Italia, o di chiamare regime quello che è già un regime, non è solo il risultato di una retorica a bassa definizione, ma il segno che un largo settore dell¹opinione pubblica non possiede e continua a non possedere, nonostante le promesse di apertura alla società civile da parte dell¹Ulivo, una rappresentanza politica (eccettuato qualche raro caso) in grado di esprimere chiaramente quello che movimenti, associazioni e semplici cittadini pensano. Capace cioè di affermare, ad esempio, quello che l¹ottobre scorso, all¹epoca del decreto Cirami, il filosofo ed europarlamentare diessino Gianni Vattimo ebbe a dire al convegno della Fondazione Prada: che siamo "un paese governato da banditi, un paese criminogeno, che fa delle leggi a favore di criminali". E poi dicono che i filosofi parlano oscuro. Chissà se non sia stata proprio la sfrontatezza retorico-linguistica (leggi: intransigenza etica) del filosofo del pensiero debole a causare la sua mancata ricandidatura alle prossime elezioni europee, e non la scarsa attenzione da lui riservata alle problematiche territoriali del collegio che lo ha eletto eurodeputato, come invece recita la motivazione ufficiale del partito. Inflessibili con chi a sinistra parla chiaro, timidi con le cricche berlusconiane: questo sembra essere lo stile politico-linguistico del centrosinistra. Ma la timidezza nei confronti di Berlusconi e dei suoi alfieri, che Nanni Moretti rimproverava nella celebre invettiva di Piazza Navona ai politici del centrosinistra, è solo una sorta di malinteso bon ton politico o cela in sè qualche altra cosa? Se i politici dell¹opposizione non criticano aspramente, giorno dopo giorno e senza alcuna possibilità di conciliazione, le mosse di un governo che ormai in Europa molti considerano un regime (di corrotti) è forse perché, come molte persone di sinistra sono pronte a giurare, si sono scavati una nicchia di potere e di privilegi personali che li rende tutto sommato indifferenti alle malefatte dell¹attuale governo? (12 Agosto 2003)HOME PAGE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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