ad
un anno dall'assassinio di Dax
Comunicato
riguardante le 5 giornate di Marzo in ricordo di Dax.
Dax odia ancora!
Un anno fa…
16.03.2003. Milano. Ore 22,30. Un terzetto di razzisti
uccide Davide Cesare, Dax per i suoi amici.
Nell’agguato vengono feriti in parti vitali altri
due compagni. Poco dopo alcuni di noi riescono a
raggiungere il luogo dell’omicidio, una via del
Ticinese, via Brioschi.
Guardano una scena irreale: due compagni
sull’asfalto moribondi con un terzo ferito che
portano loro stessi immediatamente in ospedale.
Contemporaneamente la polizia circonda l’isolato con
fare arrogante, blocca tutte le vie adiacenti. Le
ambulanze poi dovranno ritardare i soccorsi perché
ostacolate dalle volanti…
Finalmente dopo un lasso di tempo interminabile Dax viene
caricato sulla lettiga e trasportato all’ospedale
più vicino, il San Paolo. Nel tragitto il nostro
compagno perderà la vita, ma noi lo sapremo solo dopo.
Chi era presente segue Dax al S. Paolo, anche perché in
via Brioschi la polizia non contenta di ritardare i
soccorsi accenna a caricare ripetutamente il gruppo di
compagni accorso.
Al S. Paolo ad aspettare ci sono già le stesse divise di
prima. Con lo stesso fare provocatorio e strafottente.
Evidentemente hanno indicazione di comportarsi così,
perché ormai è passato molto tempo ed hanno avuto modo
di aver chiara la gravità della situazione: un militante
morto, un altro in fin di vita. Nonostante questo quando
li si invita a fare tre passi indietro e ad evitare di
starci addosso, prima sono cinici e sprezzanti poi
caricano…
L’aggressione parte dai vialetti esterni della
struttura sanitaria, per poi proseguire brutale nei
corridoi stessi dell’ospedale. Tra infermieri e
degenti terrorizzati si vedono squadracce miste di
polizia e carabinieri inseguire e massacrare compagne e
compagni. E lo fanno armati, oltre che dei consueti
manganelli, di tubi di ferro e mazze da baseball. Molti
sono i feriti, alcuni gravemente. Il movimento milanese
quella notte prova sulla sua “pelle” la strana
comunanza tra lo squadrismo fascista e quello
sbirresco…
Nei giorni successivi l’allora questore di Milano
ripetutamente riporterà la versione di un intervento
necessario per impedire il trafugamento della salma di
Dax da parte dei suoi amici…
Gli assassini di Davide, padre e due figli, vengono
arrestati il mattino seguente. In casa numerosi oggetti
evidenziano la loro natura politica: busti del duce e
altri materiali inneggianti al ventennio fascista.
Attualmente, il padre è stato scagionato dall'accusa di
omicidio, ma rimane imputato nel processo per tentato
omicidio nei confronti di Alex. E' libero. Il figlio
minore, accusato di omicidio, tentato omicidio e lesioni,
è stato affidato dal tribunale dei minori in prova ai
servizi sociali per tre anni, dopo i quali sarà libero.
Il fratello invece, attualmente detenuto a san vittore,
deve ancora essere processato.
Per le violenze e i posteggi operati da polizia e
carabinieri al san paolo sono ancora in corso le
indagini, che vedono inscritti nel registro degli
indagati quattro compagne/i e altrettanti rappresentanti
delle forze dell'ordine.
Un ricordo
Chi lo ha conosciuto ha ben in mente l’immagine di
Dax: sempre in prima fila nelle battaglie che gli esclusi
combattono contro l’arroganza di un potere sempre
più criminale. Lo ricordiamo nei cortili delle case
popolari di via Palmieri dove insieme alle famiglie
bloccava gli sfratti, o ancora al fianco della
popolazione rom nella difesa dei suoi spazi in una città
sorda e ormai vittima della logica della separazione
etnica e della guerra tra poveri. Ed è proprio lui che
fa nascere l’esperienza della R.A.S.H. Milano (
skins anarchici e comunisti).
L’antifascismo concepito come pratica militante è
il filo conduttore del suo impegno. “Dax odia
ancora” è il motto che più lo ricorda bene,
l’odio nei confronti dei razzisti, degli
intolleranti, di una società gerarchica basata
sull’esclusione. Odiava il potere così come le
divise che lo difendono .
All’onestà della militanza politica si accompagnava
poi la sua profonda umanità. Un amico vero. Di quelli
che non sanno tradire nel momento del bisogno.
Ci ha lasciato e abbiamo accusato il colpo, ma nello
stesso tempo è cresciuta la determinazione, d’ora
in poi ci siamo detti, si lotta anche per lui. Quel
maledetto entusiasmo che lo accompagnava, che a volte
sembrava perfino fuori luogo di fronte a situazioni
difficili, e come se ce lo avesse trasmesso. Quella sua
“incoscienza” ora sappiamo che era troppa
coscienza, ora sappiamo che è l’arma in più della
lotta. Non si è mai arreso lui e non ci arrenderemo mai
noi!
Ora
Il disegno neoliberista di saccheggio dei rimasugli dello
stato sociale, iniziato dal centro sinistra, sta trovando
concretezza con il governo Berlusconi.
Nell’anno trascorso dall’assassinio di Dax,
l’attacco alle condizioni di vita si è via via
generalizzato con una accelerazione dei processi di
privatizzazione della sanità, della scuola e delle
pensioni, con la precarizzazione del mercato del lavoro e
con la interinalizzazione di ogni tipologia di contratto
(legge 30 c.d. Biagi), con un feroce attacco al diritto
di sciopero e all’esistenza stessa dei contratti
collettivi nazionali, sostituiti dalla riproposizione
delle famigerate “gabbie salariali”.
L’attuale fase di stagnazione dell’economia
capitalista ha creato, in relazione alle politiche
svalutative del dollaro, una situazione di scarsa
concorrenzialità della moneta e dei prodotti europei sui
mercati mondiali, causando una ricaduta in termini
recessivi sull’economia nazionale.
L’incapacità del governo Berlusconi di affrontare
il passaggio lira/euro, ha contribuito a determinare un
incremento esponenziale del costo della vita,
determinando un abbassamento del potere reale
d’acquisto dei salari e delle pensioni e un clima
sociale di insicurezza e precarietà.
Dal punto di vista dell’attacco ai diritti delle
donne, si compie nel frattempo un altro passo di chiaro
stampo oscurantista, con l’approvazione della legge
sulla fecondazione assistita, che rappresenta
dichiaratamente un primo passo sulla via della revisione
della legge 194 che già determinava pesanti
condizionamenti sul diritto all’autodeterminazione
della donna.
Per i migranti la sorte è anche peggiore, stretti tra
una legislazione razzista (Bossi-Fini) che li considera
soltanto come merce-lavoro e non come uomini e donne
portatori di bisogni, ed un corpo sociale che li sente
estranei, diversi e pericolosi, grazie anche
all’effetto delle guerre preventive e permanenti, il
loro destino è quello dei senza diritti. Fantasmi
sociali che diventano visibili soltanto come protagonisti
della cronaca nera della peggiore stampa.
Ma esistono anche forti segnali positivi.
Differenti forme di lotta testimoniano che c’è una
resistenza in corso.
Una conflittualità sociale estesa a numerose categorie
che, anche se non ha ancora dato segnali ricompositivi
contro il nemico comune, ha però comunque lanciato
numerosi segnali di vitalità e combattività, come i
lavoratori delle acciaierie di Terni e dell’Ilva di
Genova, le mobilitazioni e gli scioperi nella scuola e
nella sanità, ed altre che hanno scavalcato nelle forme
e nei contenuti le dirigenze sindacali come ad esempio le
lotte spontanee dei filotranvieri a Milano ed in tutta
Italia.
Gli intolleranti
In un tessuto sociale così attaccato e frammentato, la
confusione e le paure danno spazio alla destra
intollerante e agli imprenditori politici che sfruttano
le insicurezze collettive. Una destra radicale
minoritaria riesce a dettare il programma politico delle
destre cosiddette moderate al governo del paese. Se da un
lato la Bossi-Fini testimonia l’impronta razzista
del governo dall’altro la nuova legge lombarda
sull’assegnazione delle case popolari, che esclude
chi non risiede nel territorio da almeno cinque anni,
prosegue sulla via dell’intolleranza.
Per le prossime elezioni un nuovo cartello elettorale
raccoglie le diverse famiglie della destra fascista con
il collante della presenza della transfuga Mussolini.
Fiamma Tricolore, Fronte Sociale Nazionale e Forza Nuova
tentano di sottrarre voti e consensi ad Alleanza
Nazionale facendo fronte comune. Ma se questo è
l’ultimo esperimento elettoralistico di un ambiente
neofascista in forte fibrillazione, non dimentichiamoci
il largo consenso che A.N. mantiene, con i suoi settori
giovanili in particolare che mantengono un forte legame
con la destra estrema. Ed ancora non dimentichiamoci che
il principale protagonista xenofobo in Italia è da molti
anni ormai la Lega Nord, che accanto alle campagne
populiste ha sempre di più spostato il suo baricentro
verso l’integralismo cattolico e la difesa della
“tradizione” contro il “mondialismo”e
“l’invasione islamica” (la forma razzista
più diffusa del momento). Questo in difesa delle
“etnie e culture locali” ( un modo eufemistico
per riferirsi al vecchio concetto di sangue e terra).
La strada
Contrastare il capitalismo con il suo portato di
ingiustizie sociali.
Contribuire ad allargare e generalizzare il conflitto
sociale favorendo e rilanciando, sul terreno concreto
della lotta per i diritti, forme di autorganizzazione e
ricomposizione sociale tra lavoratori subordinati,
precari, studenti, giovani, pensionati, donne e migranti
in un unico fronte di lotta anticapitalista.
Contrastare il razzismo, forma sociale che mantiene e
rafforza il dominio del capitale. Contrastare
l’ascesa e l’influenza della destra radicale,
che sfrutta le insicurezze e alimenta la divisione
sociale. Questo è il nostro compito.
Così soltanto potremo guardarci negli occhi ed essere
sicuri di avere meritato un giorno di essere stati suoi
compagni.
“Ci sono delle parole per cui vale la pena vivere:
una di queste è compagno”
Paul Eluard
orso@ecn.org
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