questo è il
comunicato di convocazione al presidio di sabato 10
luglio alle ore 15:30 sotto il carcere delle sughre a
Livorno
presidio
indetto dalla Madre di marcello
mercalodì si
svolgera una conferenza stampa a livorno aspettiamo
adesioni
inviate anche
vostre firme partecipazione e solidarieta'alla nostra
email - giornale@namir.it
clicca
sulla scritta.
Un lager chiamato
“ Le Sughere”
Verità per la morte di Marcello Lonzi
Nella città considerata una delle
più rosse d’Italia esiste un carcere, le Sughere,
che negli anni ha assunto sempre più le sembianze di un
lager: un non-luogo fisicamente molto vicino a noi, ma
lontanissimo quando si cerca di capire o semplicemente di
sapere cosa accede al suo interno. In questo carcere
avvengono pestaggi e torture quotidiane, i detenuti
vivono in condizioni a dir poco disastrose: si parla di
celle di 3 metri in cui vivono 4 o 5 persone.
L’undici luglio dell’anno scorso alle Sughere
un ragazzo, Marcello Lonzi, è morto: era dentro per
tentato furto, quattro mesi ancora da scontare.
Il motivo della morte? Per la giustizia: suicidio o morte
accidentale.
Marcellino, così lo chiamavano, è stato trovato
sdraiato davanti alla porta della sua cella, aveva ferite
e lividi su tutto il corpo, una costola e lo sterno
fratturato, una ferita in testa talmente profonda da
raggiungere il cranio. La causa della morte: arresto
cardiaco.
I familiari sono stati avvertiti più di 12 ore dopo:
l’autopsia già iniziata, la causa della morte già
decisa.
La madre del ragazzo non ci sta, non serve essere un
ispettore per capire che su quella vicenda c’è
qualcosa che non quadra. Il referto medico sulla morte è
stato firmato da un medico che quella notte non era
neanche nel carcere, è stato corretto a penna
l’orario perché non corrispondente con la chiamata
al 118 (evidentemente se ne sono accorti dopo).
La causa della morte è dovuta ad una tipologia
d’arresto cardiaco: l’unica non dimostrabile
scientificamente.
Quella notte nel carcere c’è stata una protesta
spontanea dei detenuti della sezione sei: cosa alquanto
insolita per una morte “apparentemente
naturale”. Le prove più importanti, quelle che
avrebbero potuto inchiodare i colpevoli, sono le
testimonianze dei detenuti e le foto scattate la notte
stessa. Queste ultime mostrano segni evidenti di
colluttazione all’interno della cella: un secchio
spaccato, vestiti per terra, le mani di Marcello a
coprirsi il volto e le costole come a proteggersi da
qualcosa, una scia di sangue pulita alla meglio davanti
alla cella, che dimostra come il ragazzo vi sia stato
trascinato successivamente. Poi il racconto dei detenuti
alla madre che parlano di un pestaggio, iniziato già
nell’ora d’aria e poi continuato in isolamento.
Ancora le testimonianze dei detenuti della cella accanto,
del compagno di cella ed infine una telefonata anonima,
probabilmente di una guardia carceraria, che conferma la
nuova versione: Marcellino è stato ammazzato!
E’ morto dopo un pestaggio durato delle ore, dove i
secondini hanno dato il meglio di loro, pestando un
ragazzo di vent’otto anni e poi lasciandolo morire
in cella.
Ciò che ci lascia più sconcertati è che di fronte a
queste prove palesi (la maggior parte raccolte dalla
madre), di fronte a testimonianze ufficiali, di fronte a
delle incongruenze talmente manifeste che almeno
avrebbero dovuto far sorgere qualche dubbio, per questo
caso è stata fatta domanda di archiviazione , il primo
di luglio dal P.M. Roberto Pennisi. Dopo un anno di
indagini quasi inesistenti, un anno in cui
quest’uomo non ha dimostrato il minimo interesse a
risolvere questo caso, di fronte a testimonianze e prove
certe, la sua decisione era già stata pronunciata da
tempo.. Noi pensiamo che la “giustizia” non
darà mai un nome ai responsabili, come è sempre
successo, da Piazza Fontana ad oggi.
Pennisi, per chi non lo sapesse è anche il responsabile
delle due rocambolesche perquisizioni dei giorni scorsi
ai danni centro sociale Godzilla e del C.P 1921 risoltesi
in un buco nell’acqua. Dove avrà trovato mai il
tempo, ci domandiamo, per risolvere il caso Lonzi, per
trovare la verità sulla morte di un ragazzo in carcere?
Ad un anno dalla morte di Marcello, dopo la scandalosa
domanda di archiviazione del caso: partecipiamo al
presidio di sabato 10 luglio alle 15:30 davanti al
carcere delle sughere.
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