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CHI E’ L’ ASSASSINO DI C O C K R A B I ‘ N ?

LA RIVELAZIONE DELLA VERITA’ SULL’ ASSASSINIO DI RABI’N

Ci vollero due anni, prima che gli Americani cominciassero a sospettare: non era stato Lee Harvey Oswald a sparare al Presidente Kennedy. Ma per vasti settori del pubblico d’ Israèl, meno di una settimana bastò per cominciar a sospettare che non era stato Yigàl Amìr a sparare le pallottole fatali a Yitzhàk Rabìn. A me bastarono due ore circa. Il 4 Novembre 1995 verso la mezzanotte mi domandai: come è possibile che Amìr sia riuscito a intrufolarsi attraverso le guardie del corpo di Rabìn sino a sparargli vistosamente alla schiena? Mi diedi la risposta: non può essere accaduto, a meno che qualcuno lo abbia voluto.

Il 5 Novembre 1995, i miei sospetti sono stati rafforzati dalle parole di testimoni oculari, diffuse dai mass media. Dopo il primo sparo di Amìr, un testimone dietro l’ altro avevano udìto i gorilla di Rabìn gridare: "Sono a salve, non sono vere…". Perché avrebbero dovuto pensare che le pallottole fossero petardi? Perché per salvare Rabìn non avevano ucciso Amìr?

Cosa di gran lunga più grave, perché i gorilla avevano permesso a Amìr di entrare nella così detta "area sterile di sicurezza" dove l’ accesso era consentito soltanto al personale autorizzato?

Il 6 la TV Israeliana ha trasmesso una scena chiarissima, due settimane prima Amìr veniva trascinato via da una dimostrazione anti-Rabìn: era notissimo agli specialisti della sicurezza del Primo Ministro. Amìr era membro della organizzazione più estremista di tutte, della destra anti-Rabìn, EYAL (acronimo per Guerrieri Ebrei), capeggiata dall’ estremista di destra più fanatico, dal famigerato Avishai Ravìv.

10 Novembre 1995. Benny Elòn (nel frattempo divenuto HK, parlamentare alla Knesset), fa una pubblica denuncia: Avishai Ravìv era in realtà un agente della Shabàk (GSS), proprio di quei Servizi Generali della Sicurezza, che erano incaricati di proteggerre Rabìn. Se qualcuno si è messo a ridere, le risate durano un sol giorno.

L’ 11 Amnòn Abramovitch, autorevole giornalista di sinistra, rompe il silenzio. Su Canale Uno delle TV Israeliana dichiara: Ravìv era un ufficiale della Shabàk, nome in codice Champagne. Il suo còmpito era infiltrarsi fra i gruppi contrari al governativo "Processo di Pace", e criminalizzarli. Per

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facilitarsi il lavoro egli aveva creato un gruppo fittizio, EYAL, e istigava tanti giovani a diventare ultraestremisti, trasformando legittime proteste in illegittimi oltraggi. Era il capo dei provocatori della Shabàk.

Dalla rivelazione di Amnòn, è stata soltanto questione di tempo, e la cospirazione che aveva ucciso Rabìn è balzata agli occhi del Popolo. L’ assassino apparteneva a una organizzazione creata dalla stessa Shabàk, la quale aveva il còmpito di proteggere il Primo Ministro. Non è tutto. Amìr aveva trascorsa la primavera, e l’ estate del 1992 in Lettonia, a Riga, lavorando con un nido di spie chiamato "Ufficio di Collegamento del Primo Ministro", in sigla NATIV: Là, hanno scritto i giornali, Yigàl Amir aveva ricevuto addestramento dalla Shabàk.

Yigàl Amìr era, non soltanto un ragazzo religioso impazzito una sera al punto di assassinare il Capo del Governo d’ Israèl. Aveva un passato d’ intensa frequentazione con …l’ intelligence.

INFILTRATE IL PRIMO INFORMATORE

Allora io ero redattore capo dell’ unico notiziario d’ Israèl sul tema dei servizi segreti, INSIDE ISRAE’L, in combutta col mio socio Joèl Bainerman. Insieme abbiamo scritto alcuni libri, di recente pubblicati. Il mio libro THE FALL OF ISRAEL (Israèl come sei caduta in basso), ed. Cannonate Publishers, Edimburgo, riguarda la corruzione politica. Il suo libro CRIMES OF A PRESIDENT ( SPI Books, New York) riguarda le operazioni coperte e illegali perpetrate durante l’ amministrazione Bush Sr. Noi due in combutta stavamo producendo le più oneste cronache mai scritte in qualsiasi parte del Mondo sugl’ imbrogli politici in Israèl. Godevamo di una buona reputazione, in vari ambienti, per aver esposto i patti criminali che stavano dietro agli accordi fra Israèl e l’ OLP.

Ecco perché tale Moshè Pavlov decise di telefonarmi il

17 Novembre 1995. Breve la prima chiamata: "Guarda il Telegiornale del Due, stasera, e vedrai me. Poi ti richiamerò". Lo hanno presentato come uno dei più pericolosi capataz dell’ estrema destra d’ Israèl. Strano, pensai, perché non ne ho mai sentito parlare prima?

La telefonata successiva arriva non da Moshè Pavlov, bensì dal mio còmplice (e vicino di casa) Joèl Bainerman. Benché abitasse in luogo difficile da trovarsi, Pavlov era riuscito a scovarlo, e era sbucato non annunciato sulla soglia di casa Bainerman. Joel gli ha detto: "Non credo che dovremmo incontrarci qui. Ci rivediamo in centro, fra dieci minuti".

Benché lui smentisca aggressivamente, le mie fonti tutte, letteralmente, mi dicono che Pavlov è un agente della Shabàk. In retrospettiva, in nessun altro modo egli può avere ottenute le informazioni in suo possesso. E’ uno interno al giro. Joèl e io ci sediamo in un angolo tranquillo

della piazza principale di Bet

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Shèmesh. Spaventato e sconvolto, Moshè Pavlov sputa fiumi di ricordi, di fatti, che col senno di poi si sono dimostrati proprio veri.

Pavlov insiste: "Amìr avrebbe dovuto sparare a salve. Ecco perché così urlarono le guardie del corpo. Secondo i piani, avrebbe dovuto compiere un falso omicidio. Rabìn sarebbe dovuto sopravvivere alle castagnole, per tornare con gesti drammatici sul podio, condannare la violenza dei suoi oppositori, e diventare un eroe. In tal modo si accingeva a salvare gli "Accordi di Oslo". Ravìv gli avrebbe dovuto dare la pistola coi petardi, però Amìr ha fiutato lo scherzetto, e ha cambiato le pallottole".

Qui Pavlov sbaglia. Poi le prove dimostreranno oltre ogni dubbio che Amìr sparò davvero a salve, e che Rabìn era stato ucciso altrove.Un po’ in auto, un po’ alla Clinica Ichilov. Pavlov è ormai quasi isterico. "Loro stanno ammazzando la gente per fare il cover-up a questo, mi stanno preparando la bòtola. Una guardia del corpo di Rabìn è già passata a miglior vita".

Mi dice il nome del morto, Yoàv Kuriel. Con vari dettagli, come il numero della sua previdenza sociale. L’ indomani la stampa dà fra i morti ("Per suicidio") tale Yoàv Kuriel. Solo due anni dopo ricevo il suo certificato di morte, e riesco a parlare con l’ uomo che ne ha preparato il cadavere per il funerale. Kuriel è morto per sette pallottole al petto. Nessuno è stato autorizzato a identificarne i resti.

Dopo, Pavlov ci dà informazioni che NESSUNO era autorizzato a conoscere. A tutt’ oggi, sui giornali Israeliani possono uscire, legalmente, soltanto le iniziali dell’ uomo. Subito Pavlov ci dice: "Dietro all’ operazione c’ è Eli Baràk, un pazzo. Lui dirige il Dipartimento Ebraico della Shabàk, lui è il superiore di Amìr, lui ha montata la testa a Amìr preparandogli la trappola".

Pavlov aggiunge un fatto, allora TOTALmente sconosciuto. "Eli Baràk riceve gli ordini dal capo della Shabàk, di nome Carmi. Abita a Mevassèret Tziòn, è tutto ciò che io voglio dire".

Oltre un anno dopo il pubblico d’ Israèl apprende il nome del Capo della Shabàk: Carmi Gillon.

Pavlov insiste: "Dovete pubblicare questo, e il mio nome. Altrimenti io sono finito". Così Joèl e io decidiamo di raccontare ste cose su INSIDE ISRAEL. Dopo la pubblicazione, incontro Pavlov a Gerusalemme, nella lobby dell’ Holiday Inn. I Poliziotti ci circondano. Ovunque vada lui, loro arrivano. Per me è la prova sufficiente, la nostra fiducia nella versione dei fatti detta da Pavlov era giustificata.

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SBUCA FUORI UN FILM SULL’ ASSASSINIO

Passano ben due mesi, e con TOTALe shock per la Nazione, Canale Due trasmette un film "da dilettanti" dell’ assassinio. Joèl registra il programma, e lo guardiamo e riguardiamo con molta attenzione. Saremo banali, ma tutt’ ora litighiamo, chi di noi due fu il primo a cogliere il particolare della portiera chiusasi d’ improvviso?

La storia delle ultime due ore di vita di Rabìn è bizzarra oggi come era bizzarra allora. La corsa verso lo Ichilov avrebbe richiesto meno d’ un minuto. Ma l’ autista, Menachèm Damti, si perse, e impiegò nove minuti per raggiungere l’ Ospedale. Guidò per sette minuti, fermò l’ auto e domandò a un Poliziotto, Pinchas Terem, di salire a bordo per indicargli in percorso fino alla Clinica. Così fino a quel momento è generalmente presunto sull’ auto c’ erano soltanto tre persone, Rabìn, l’ autista, e la guardia personale del corpo del Premier, Yoràm Rubìn.

Il video amatoriale li mostra tutti e tre, chiaramente fuori del veicolo, quando la porta posteriore destra viene chiusa di colpo dall’ interno. La quarta persona è a bordo, e sta aspettando Rabìn.

Vediamo altri due momenti sconvolgenti. Il primo, quando Amìr fa il suo movimento verso la schiena di Rabìn. La sua guardia del corpo resta immobile sui suoi talloni, gira la testa di lato, e lascia entrare nello spazio "VUOTO" il killer. Gesto deliberato, il film non lascia dubbi.

Amìr spara, e Rabìn gira la testa verso la direzione del botto, e continua a camminare, proprio come, la sera stessa dell’ assassinio, vari testimoni oculari han riferito. Il colpo di Amìr alla schiena ha lasciato Rabìn illeso. Dopo tutto, era a salve.

Un mese dopo, la Commissione Shamgàr d’ inchiesta sull’ assassinio di Rabìn, nominata dal Governo, diffonde le sue conclusioni. Afferma: Amìr sparò due volte alla schiena di Rabìn, una volta mentre il Premier camminava, da 50 cm di distanza, e poi dopo la sua caduta, circa dalla stessa distanza. Molto logico, salvo che il film mostra: per il secondo colpo, Amìr non giunse mai così vicino. In realtà per il secondo colpo non è mai stato a meno di sei piedi, quasi due metri.

La contraddizione ha oltrepassato il livello del ridicolo.

IL PROCESSO

Dopo che il Governo l’ aveva già dichiarato l’ assassino, Yigàl Amìr è stato sottoposto a processo per omicidio… il che vi lascia indovinare qual processo leale abbia egli

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ricevuto. Prima che il processo cominciasse, vi fu un’ udienza. Come mise piede nell’ aula, Amìr urlò ai giornalisti:

Il sistema è tutto marcio. Se apro la bocca, posso buttarlo tutto giù. Il popolo mki perdonerà, quando saprà le verità. Non mi aspettavo che si mettessero a ammazzare, nessuno".

Dopo tale scoppio rivelatore, è stato trascinato via, né più ha potuto parlare ai giornalisti. Dopo un mese di custodia presso la Shabàk è comparso al processo, una persona differente. Un idiota sorridente, deciso a dimostrare la propria colpa. Era stato trasformato, immaginammo con un fritto misto di minacce, di promesse, di privazione dal sonno, e di "medicine".

I mass media hanno coperto il processo superficialmente, ma quel che emerse fu sbalorditivo. Damti e Rubìn non fecero che mentire. Giusto per aperitivo, Damti ha detto che stava aprendo la portiera a Leah Rabìn, quando risuonò il primo botto. Allora si precipitò a sedersi al volante, come era stato addestrato a fare. La verità è che Leah Rabìn distava sette metri e non era in vista; e il film dimostra che Damti non si è messo sul sedile del guidatore, se non dopo che Rabìn era stato ficcato dentro alla Cadillac.

E se tali dichiarazioni erano enormità, la versione degli eventi fornita da Rubìn è fròttola pura. Il gorilla ha raccontato di essersi sdraiato sopra a Rabìn dopo averlo buttato a terra, e che fu proprio il Primo Ministro poi a aiutare lui, la guardia del corpo, a tirarsi su. E che poi entrambi testa in avanti sono saltati dentro alla limousine, con Rabìn arrivato in volo sul sedile, e Rubìn sul pavimento. Senza fare considerazioni sulla immensità della bugìa, nessun testimone ha visto Rabìn saltare, e il film dimostra che non saltò.

Dopo il processo, io ho ricevuto il mio primo, prezioso documento segreto: la testimonianza del Luogotenente Capo Barùch Goldstein del Laboratorio Anticrimine della Polizia d’ Israèl, tratto dal verbale del processo a Amìr. Dopo aver esaminato scientificamente gli abiti di Rabìn,

Gladstein testimoniò: il Primo Ministro era stato colpito a bruciapelo, canna sulla pelle. Il teste

insiste: la conclusione è sicura, e la miscela di polveri da sparo ammassate, e la lacerazione sulla stoffa può essere avvenuta soltanto a distanza ZERO. Persino mezzo centimetro sarebbe stato troppo lontano.

Mai Amìr sparò a bruciapelo. Non fu lui a uccidere Rabìn. A me è bastato. Ho messo insieme il film, e le testimonianze; e ho cominciato a tener conferenze a Gerusalemme, sulla congiura per uccidere Rabìn. Ogni volta il pubblico era sempre più folto.

 

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CHIUDERMI LA BOCCA

Nell’ Ottobre 1996 mi han telefonato dal Canale TV UNO, dal programma "Rivista del Fine Settimana". Avevano sentito parlare delle mie conferenze, e ritenevano pure che vi fossero incompatibilità fra le prove,e le conclusioni della Commissione Shamgàr. Vogliamo INTERvistarti, dissero. BUGIARDI !

Mandarono in onda otto minuti di frottole, lasciando intendere che io fossi un negazionista, uno che nega sia mai stato perpetrato l’ Olocausto dai nazisti. E’ la sera stessa, replica. Per la mia vita, che disastro, sembrava. L’ organizzazione che aveva sponsorizzate le mie conferenze fu costretta a cancellarle. Vari Ministri del Governo (Gabinetto) mi condannarono come "fascista", mi arrivò qualche telefonata balorda.

Tuttavia, il programma includeva i fotogrammi della portiera dell’ auto di Rabìn che si chiude "da sola" dall’ interno, quando a bordo, si presumeva, non c’ era nessuno. Pochi dei miei tanti punti alfine sfuggirono al bavaglio, e raggiunsero il pubblico. Ovunque andassi le persone si congratulavano con me per il mio coraggio. Lo show si era trasformato in boomerang per i mei anfitrioni, e finì per incoraggiarmi a non mollare, anzi.

Nello show io non ero solo. Natan Gefen, di Ramat Gan, tecnico di computer, è brevemente comparso lui pure con le sue prove: di conseguenza il giornale di Ramat Gan lo ha intervistato a lungo, sulle prove sue: c’ era una cospirazione dietro all’ assassinio di Rabìn.

Non tutti pensano che Natan Gefen sia il più grande investigatore d’ ogni tempo. Non ha il fisico del ruolo, e di giorno manda avanti il computer d’ una casa farmacèutica. Natan però ha svelati i documenti più delicati di qualche assassinio politico, ecco come.

Gefen ha fatto centinaja di copie dell’ intervista concessa al giornale di Ramat Gan, vi ha aggiunto il suo numero di fax, e l’ invito a chiunque ne avesse di mandargli prove. Ha affisso tale documento in ogni angolo della Clinica Ichilov dove Rabìn era stato ricoverato, e qualcuno gli ha faxati i certificati medici di Rabìn.

Che storia incredibile raccontano! Il medico che aveva operato Rabìn, il Dott. Mordechai Gutman con la sua équipe chirurgica, avevano annotato il seguente fatto: Rabìn era giunto con due fori di pallottola nella schiena. Era stato fatto rinvenire, GLI AVEVANO SPARATO ANCORA, IN OSPEDALE, lasciandolo con un terzo buco davanti, che trapassato il lobo superiore del polmone destro, aveva finito per frantumare le vertebre dorsali 5 e 6.

La cospirazione è saltata fuori. E il rapporto del Patologo dello Stato ha cancellato tutte le ferite riportate dal personale dell’ Ichilov, perché Amìr non sparò mai

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dal davanti, né mai avrebbe potuto farlo. Né Rabìn poteva avere la spina dorsale frantumata, perché la videoregistrazione dell’ assassinio lo mostra chiaramente: cammina, dopo l’ unico colpo alla parte alta della schiena. Gefen aveva fornita la prova definitiva: non fu Yigàl Amìr a sparare a Rabìn le pallottole mortali.

A me toccava esporre le informazioni, ma le mie conferenze erano state annullate. Allora Joèl ebbe un’ idea brillante: te le hanno cancellate, allora affittiamo l’ auditorium di un hotel, e ce ne facciamo da soli una. Una sera tempestosa del Gennaio 1997, oltre 70 coraggiose e coraggiosi sfidarono l’ umidità, e arrivarono per la lezioncina, e la TV Canale Uno la riprese.

Ero tornato al Mondo.

C’ era perfino Brian Bunn, autorevole esponente nientepopodimenochè del Consiglio Studenti Esteri della Università Ebraica di Gerusalemme. Rimase sconvolto, e mi prenotò, dovevo parlare nella più rispettata Scuola Israeliana. Ma la Shabàk non potè tollerarlo, e mi organizzò un tumulto. Perciò devo ringraziare la Shabàk. Per una settimana le prime pagine dei giornali d’Israèl m’ han sbattuto in prima pagina, e del tumulto han parlato i giornali di mezzo Mondo.

Poi fu orchestrata una campagna d’ infangamento contro di me nel giornalismo d’ Israèl, ma qualche reporter, lette le prove che avevo raccolte volle ascoltarmi, e scrisse lunghi pezzi buoni. Nel giro d’ una settimana, più di trecento persone presero contatto con me, TUTTE per congratularsi, e una ventina mi passò informazioni di valore inestimabile. Sono stato invitato a dare la stessa conferenza a Jew York, dove ho incontrato Jay Sidman, che ha fatto nascere un brillante website per me, all’ indirizzo www.webseers.com/rabin. Si è trasformato in un luogo d’ incontro per uno scambio internazionale d’ idee e di informazioni sull’ assassinio.

Una conferenza a Toronto è stata videoregistgrata, e poi venduta, commercialmente. Ero davvero su di giri quella sera, e il video convinse decine di migliaja di persone che avevo ragione. E, meglio di tutto, la pubblicità ha portato contratti sui libri, prima in America, poi in Israèl e in Francia. Recensioni eccellenti, e centinaja di migliaja di persone hanno cambiato idea su come andò quel crimine.

Nel prossimo libro forse farò i nomi dei colpevoli. Io so chi è stato. Ora come ora, è troppo presto per i miei comparrocchiani Ebrei, e Israeliani, digerire il fatto che Rabìn è stato assassinato dall’ interno del suo ambiente politico.

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L’ ULTIMO MEDICO DI RABI’N

Ora entriamo nel regno della vera bizzarria. Vediamo il medico che per ultimo visitò Yitzhàk Rabìn, il Dott. Yehuda Hiss, Patologo dello Stato. Gl’ Israeliani sanno, sin troppo bene, che il coroner del Governo è corrotto. Nel Settembre 1999, la Giudice Ruth Orr annullò la carcerazione di un Ebreo residente in Giudea e Samaria, accusato d’ aver ucciso un ragazzo Arabo . Ella ha accusato il Dott. Hiss d’ aver fabbricate le prove fornsi contro l’ uomo. Era la seconda volta in un anno che una carcerazione per omicidio veniva annullata in quanto Hiss aveva falsificata un’ autopsia per fini politici. In precedenza Hiss era stato beccato con le mani nel sacco per aver addomesticati i fatti per ottenere una ingiusta punizione contro i genitori di un bambino assassinato.

La sua più grande macchinazione emerse dopo che è stato dimostrato il più orrendo scandalo nella storia d’ Israèl. Nel primo decennio della storia d’ Israèl, il Governo Laburista rapì oltre 4.500 bebè, per lo più di genitori nuovi immigrati dallo Yemen, e li ha venduti per adozioni o per esperimenti medici, per lo più all’ estero. Grazie agli sforzi di gruppi Yemeniti, tre anni fa una delle Madri, Margalit Omeisse, ha potuto riabbracciare la figlia, Celia Levine, data in adozione a una coppia della California quasi mezzo secolo prima. Si somigliavano come gemelle. E il laboratorio di genetica dell’ Università Ebraica col test del DNA ha dimostrato che sono proprio madre e figlia. A nome e per conto del Governo, Hiss le ha esaminate per conto suo e, tenetevi forte, ha scoperto che l’ Ateneo si era sbagliato.

MISTER COVER-UP. Certi ambienti chi sa perchè chiamato così il Professor Hiss.

La gente ha cominciato a chiamarlo così circa un anno dopo l’ assassinio di Rabìn. Egli aveva compiuta una parziale autopsia su Rabìn, concludendo che gli era stato sparato da dietro due volte, da media distanza.

Sono stati scoperti nel 1996 i registri dell’ Ospedale. Fra medici e infermieri, oltre dieci persone avevano firmata una perizia ben diversa sulla morte di Rabìn, loro che la sera del 4 Novembre 1995 erano lì, in sala operatoria, a lavorare. Gli è stato sparato tre volte, scrivono, e due a bruciapelo, una dal davanti al torace superiore.

Soprattutto: la spina dorsale di Rabìn era stata frantumata. Hiss categorico ha riferito che non lo era. Lo zimbello Yigàl Amìr non sparò mai né a bruciapelo, né dal davanti. E in quel momento la spina dorsale di Rabìn rimase intatta perché il Primo Ministro continuò a camminare. Come ben si vede nel film. Ergo, qualcuno deve aver chiesta a Hiss la cortesia di alterare i fatti medici. Ha usata la cortesia. Poi la Commissione Governativa d’ inchiesta sull’ omicidio ha adottate le balle di Hiss come versione ufficiale sulla morte di Rabìn.

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Già sapevamo dunque, Hiss era corrotto. E lui ha forgiato le sue perizie perché calzassero a pennello coi desideri del Governo. Non sapevamo ancora sino a qual punto fosse davvero demoniaco.

Avi e Nitzana (Darshan) Leitner sono gli avvocati di Yigàl Amìr. Assistono pure un’ altra vittima di Hiss, la famiglia di Alisdair Sinclair.

Il 4 Aprile 1998, Alisdair Sinclair fu fermato da Doganieri all’ aeroporto Ben Gurion mentre stava per prender l’ aereo, dopo sei giorni di permanenza in Israèl. Gli trovarono novemila Marchi Tedeschi (9.000 DM) nascosti in un doppiofondo del bagaglio a mano. Fu arrestato, senza accuse. La Polizia pensò che il doppiofondo suggerisse qualcosa d’ illegale, benchè nasconder bene un grosso importo di danaro sia un legittimo espediente per prevenire furti.

Alla stazione di Polizia dell’ aeroporto, Sinclair fu trovato strangolato con le stringhe delle sue scarpe. Subito tradotto in ospedale, fu dichiarato morto. Da lì il cadavere fu traslato all’ Istituto Medicina Legale Abu Kabir, dritto nelle sgrinfie del Prof. Yehuda Hiss, il quale svolse un’ autopsia che conclude: Hiss si è tolta la vita da solo.

Poi vi fu un problema col cadavere. Alisdair era scapolo, orfano e vagabondo. Per lo più viveva a Amsterdam, faceva compravendita di chitarre d’ annata, e le strimpellava nei bar. Dopo tre giorni i familiari di Alisdair Sinclair furono rintracciati in Scozia, e la Polizia si offrì di seppellirlo in Israèl. Grazie no risposero i parenti, e spesero circa 5.000 US$ per far tornare a casa il morto.

Il 13 Maggio 1948, fu svolta un’ altra autopsia all’ Università di Glasgow. Provate a indovinare? L’ osso joide alla base della lingua mancava. E mancava il cuore. Entrambi erano stati prelevati dal Prof. Hiss. Mica difficile indovinare perché l’ osso joide fosse sparito: avrebbe rivelato che Sinclair non si era impiccato, ma era rimasto strangolato altrimenti.

Ma, e il cuore? Avi Leitner è in grado soltanto di dire:

"Nel migliore dei casi, Hiss è coinvolto nel mercato nero degli organi umani. Non siamo ancora in grado di provarlo, ma pare il motivo più probabile per togliere un cuore sano."

Incredibile dictu, una fonte quanto mai improbabile fornisce un motivo ancora più macabro. Prima però proseguiamo con questa vicenda. La famiglia Sinclair prese a indagare sulla recente vita di Alisdair, e nessuno dei suoi amici aveva colto il lui il minimo elemento suicida. In primo luogo, nessuno capiva perché fosse arrestato, per porto di soldi perfettamente legali. La Mastarà, Polizia Israeliana,

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spiegò d’ aver sospettato che il giovanotto trafficasse droghe, e disse che, sotto interrogatorio, egli aveva ammesso d’ aver contrabbandato migliaja di pillole di Ecstasy la settimana prima, anche se non sapeva chi le avesse comprate. James Alisdair, dalla Scozia, da Selkirk, manda a

monte la versione della Polizia.Pignolo qual è, sottolinea: suo fratello, siccome non era stato beccato con nessuna droga, non aveva motivo alcuno per confessare il supposto crimine.

Entriamo nel Governo Britannico. Funzionario dell’ Ambasciata di Sua Maestà a Tel Aviv, Suad Andraus è furioso:"La gente non muore così, in una stanza di sicurezza". Le Autorità della pèrfida Albione esìgono: il Prof. Hiss deve spiegare che ci ha fatto, col cuore,e subito darlo indietro.

Spiega Hiss: il soggetto, sospettato di trafficare droga, aveva in cuore il qualedoveva manifestare "Sintomi di prolungato abuso di stupefacenti". Bello, allora perché Hiss non lo dà indietro insieme col resto del corpo? Rèplica il Luminare:"Vero, non abbiamo informata la famiglia in Scozia che il cuore mancava. Francamente non la volevamo addolorare".

Pieno di riguardi, Hiss. E non era dolorosa la restituzione del cadavere privato del miocardio?

Hiss coglie la sfumatura, e dà indietro il cuore alla Famiglia Hiss, o almeno UN cuore. Mica tanto convincente, I parenti del "suicida" richiedono il test del DNA, deve provare che sto cuore fosse quello del compianto. Ma Hiss rifiuta, pel bene , loro costerebbe 6.000 US$ il test del DNA. Gli Scozzesi trovano proibitiva la cifra, e stavolta le Autorità di Londra lascian correre, e non svolgono loro i test.

Sempre più frustrato, James Sinclair esprime totale disgusto, e definisce strane le contraddizioni della singolare morte di suo fratello.

Alisdair non aveva precedenti penali. Come ha fatto a darsi ai narcotraffici? James insiste:"Ma perché mio fratello avrebbe dovuto ammettere qualsiasi cosa, se la sua maledetta valigia era vuota? Era un uomo intelligente, leggeva molti libri, non era scemo, né matto".

Attualmente, la Polizia d’ Israèl sta facendo i test del DNA. James aspetta fiducioso.Chiaro. Non sa di Mister Cover-up. Se Hiss mette lo zampino nelle analisi, il responso sarà onesto quanto quello sull’ assassinio di Rabìn

E ora una spiegazione sul caso, da fonte del tutto inattesa. E’ uscita sul JERUSALEM REPORT, rivista seriosa di regime, usata come fonte di disinformazione a nome e per conto del Partito Laburista. Il brano specifico può essere saporito per quanti si domandino perché Londra manifestò all’ inizio profondo interesse verso il Sionismo, e fece tante riverenze a Chaìm Weizman, alla Dichiarazione Balfour, alla

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"British-Israel Society", alle politiche della Tavola Rotonda di Cecil Rhodes e di Lord Milner e soci.

"Stando a James, fratello di Alisdair, la tradizione familiare vuole che i Sinclair siano discendenti dei Crociati Cavalieri Templari, i quali attorno al 1350 raggiunsero Gerusalemme per riportarsi indietro Robert Bruce, eroe della Scozia. Lo stesso Alisdair, sottolinea James, era particolarmente orgoglios del suo secondo nome, Roslyn, il nome d’ una cappella in Scozia , il piano del cui pavimento di dice abbia per base il Tempio di Erode. James cita questi dettagli nel tentativo di ricostruire i motivi del viaggio in Israèl di suo fratello".

In qual modo tale vicenda dell’ Alto Medio Evo può gettar luce sulla tenebra del cuore mancante di Alisdair Sinclair? C’ entri o non c’ entri , una cosa è sicura: il medico che per ultimo esaminò Yitzhàk Rabìn è un tipo nolto paranormale. Superuomo, sovrumano, ultraterreno.Nel 1199 era morto Riccardo Cuor di Leone, tra i massimi promotori della III Crociata. In Terra Santa fu catturato…. Che dal petto di Alisdair Sinclair il Prof. Hiss abbia recuperato il Cuore di Re Riccardo I , il Leone d’ Inghilterra?

La fretta non ajuta il bene. Ottocento anni riportano a posto tante cose, con l’ ajuto di Hiss e della Libera Stampa Laburista

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YIGA’L AMI’R "IL CASTORO" PARLA A JUNE MENTRE LA WASHINGTON POST CA’PITA NEI PRESSI

[Si riporta l’ articolo, con i commenti di Barry Ch. Fra parentesi quadrate]

L’ASSASSINO AMMETTE: LA CAUSA PER LA QUALE RABI’N SI BATTEVA CONTINUA. L’ ASSASSINO ESORTA A VOTARE PER IL PRESCELTO DALLA SUA VITTIMA

Di Laura Blumenfeld

Del Corpo Redazionale della WASHINGTON POST

Venerdì, 14 Maggio 1999, Pag A01

HERZLYYA, Israèl- L’ uomo che ha ficcate pallottole tre nel corpo di Yitzhàk Rabìn [SECONDO LA COMMISSIONE SHAMGA’R, A RABI’N FURONO SPARATE DUE PALLOTTOLE], questa settimana ha ammesso: benché egli abbia ucciso uno dei più grandi costruttori di Pace di Israèl, è fallito il suo tentativo di uccidere il Processo di Pace. [BELLA FREGATURA PER AM’R MALEDIZIONE ].

Yigàl Amìr, l’ estremista religioso di 29 anni [MEGLIO INTRODURRE SUBITO QUELLA DESCRIZIONE] che sta scontando l’ ergastolo per l’ assassinio di Rabìn, afferma pure di essere favorevole al beniamino di Rabìn -Ehùd Baràk, leader del Partito Laburista- alle imminenti elezioni. Ha detto per scherzo che, se eletto, Baràk potrebbe fare la fine di Rabìn. [ Che schifo, ottima linea Yigàl ].

Gli è vietato parlare coi giornalisti o con chiunque non sia stretto suo parente, ma Amìr ha consentito a una reporter della WASHINGTON POST di ascoltare all’ amplificatore della cornetta una conversazione telefonica con sua Madre questa settimana. [CARI MIEI, CHE TEMPISMO, SCUSATEMI SE LO DICO, MA IL MIO LIBRO DEVE FAR PAURA A QUALCUNO. DA TRE ANNI NESSUN ORGANO DI STAMPA AVEVA MAI CITATE NUOVE PAROLE DI YIGA’L AMI’R ]. Ha fornito una rara occhiata sulla sua vita in totale isolamento, giorni trascorsi chino sui Sacri Testi sulla sua scrivanìa di cemento, o a rispondere alla posta delle regazzine sue fan, o a insaponarsi nella doccia, di fronte a telecamere di sicurezza, in funzione 24 ore su 24 [E’ PROPRIO NECESSARIO CHE SUA MADRE SENTA TUTTO QUESTO?].

49 anni, Geula Amìr, sua Madre, ha parlato al figlio dalla vecchia stanza di lui nella casa in stucco bianco qui, in un sobborgo nel nord di Tel Avìv.

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Distante 60 miglia, nel carcere di Beersheva, egli stringeva una cornetta portagli attraverso una feritoja nella porta metallica della camera senza finestre dove sta in totale isolamento.

Yigàl ha parlato a sua Madre con toni pesanti, depressi. Ha tirate fuori le frasi a veloci raffiche. Il 4 Novembre 1995 sparò con una Beretta 9mm, pensava di mutare la Storia per sempre, ma invece l’ ex studente di Giurisprudenza ha ottenuta la prigione per sempre.

"Non domandarmi come sto, e non domandarmi che cosa mangio. " le aveva detto in una precedente conversazione. "Se mi fai queste domande, riappendo subito". [AH, IL PALCOSCENICO E’ PRONTO]. E così stavolta sua Madre ha cercato di indirizzare il colloquio verso la politica. "Per chi voterai?" lei gli ha chiesto. [In Israèl i rei in carcere possono votare]. [NATURALMENTE, QUESTA E’ LA PRIMA PREOCCUPAZIONE DI GEULA, MI DOMANDO: CHE COSA L O R O LE HAN PROMESSO PURCHE’ PARTECIPASSE A TALE FARSA ?].

"Non so, non mi preoccupa Baràk, è proprio come [il Primo Ministro uscente Binyamin] Netanyahu. Entrambi mantengono gli accordi di pace, continuano sulla strada di Rabìn."

Per Amìr, e per altri estremisti religiosi in Israèl, Netanyahu si è dimostrato amara delusione. Amìr ha detto d’ aver sparato a Rabìn, spinto da convinzione religiosa, per prevenire la consegna ai Palestinesi della Sponda Occidentale. [QUANDO? QUASI TUTTE LE DICHIARAZIONI DI AMI’R FIGURANO NEL MIO LIBRO. QUESTA, COME HA FATTO A SFUGGIRMI?]. Ma Bibi non ha impedita tale consegna, e ora un’ entità Palestinese -se non uno Stato- esiste, su terra precedentemente controllata da Israèl.

Amìr ritiene che Netanyahu stia uscendo di strada per punire gli estremisti di destra come lui Amìr, e che Bibi meriti di perdere.

"Sarai trattato meglio in prigione, se è eletto Baràk" dice Geula Amìr. [COSI’, ECCO CHE COSA LE HAN PROMESSO].

"La sinistra non sentirà il bisogno di dar prova di nulla" aggiunge Yigàl.

Ma Yigàl dice chiaro e agghiacciante di non aver mutate opinioni sulla giustezza delle sue azioni. Secondo Amìr un leader come Rabìn, che aveva datgo forfait su terra che Dio diede esclusivamente agli Ebrei, meritava di morire.

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"Tu non guardi la TV" ha detto sua Madre "e così non vedi questo. Morresti dalle risate. Baràk continua a mandare la sua pubblicità, lui che stringe la mano a Rabìn; lui che sta in piedi accanto a Rabìn. E promette che continuerà lungo il solco da Rabìn tracciato". [OK, MA CHI HA SCRITTO IL COPIONE PER GEULA?]

Yigàl ha sogghignato: "Proseguas pure secondo la via di Rabìn, chi sa forse lui pure finirà come Rabìn". [SFUMATURA AGGHIACCIANTE, MI DOMANDO: YIGA’L AVEVA IL COPIONE DAVANTI AL NASO?]. E la Mamma, teneramente, lo ha rimproverato: "Oh, sta’ zitto, sei disgustoso". [L’ AUTORE DEL COPIONE NON HA STUDIATO IKL VERO MODO DI PARLARE DI GEULA. LEI NON PARLA MAI COSI’. GEULA NON PRENDE ALLA LEGGERA L’ ASSASSINIO DI RABI’N, E NON SI SAREBBE MAI SOGNATA DI RIDACCHIARE DAVANTI A QUESTO FINTO TENTAIVO DI UMORISMO].

Questi colloqui fan parte della routine per la famiglia Amìr. Ogni dì, tra le 18 e le 19, un secondino della prigione di Beersheva , nel Sud d’ Israèl, telefona a casa Amìr su una linea speciale, che gira il conto agli Amìr. Dopo che la guardia conferma: la voce dall’ altra parte appartiene a uno dei genitori, o a uno dei sette parenti stretti, passa la chiamata a Yigàl. Dopo 15 minuti un campanello suona: fine della conversazione.

Questa sera, Geula ha parlato al figlio dalla stanza che lui usava per viverci.

Diversamente dal resto della casa, le pareti della stanza son pittate di fresco, e le finestre sono nuove. Dopo il crimine, la Polizia ha fatto tutto a brandelli, e ha scoperto armi, un vero arsenale nascosto.

"Io non so" ha detto Geula "Non sono sicura valesse la pena, ciò che tu hai fatto".

[NON E’ SICURA ???????????? OVVIA, QUESTA NON E’ UNA CONVERSAZIONE FRA MADRE E FIGLIO, FRA ESSERI UMANI, SE NON IN CERTE COMMEDIE TV].

Amìr amaro ha ridacchiato: "Non hai fede Mamma. Se io non avessi ammazzato Rabìn, uno Stato Palestinese già esisterebbe da qualche tempo. Niente insediamenti Ebraici, tutto avremmo perso".

E lei sospirando: "Ma uno Stato Palestinese esiste già".

[QUSTA E’ UNA TIPICA RELAZIONE FRA MADRE E FIGLIO CHE SI AMANO,VERO?]

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La vita di lei gira attorno alle quotidiane telefonate coi due figli in carcere. Hagai Amìr, fratello di Yigàl, sconta la condanna a 12 anni di carcere, per avere rigate le pallottole dell’ assassino, così rendendole ancor più letali. In casa Geula fa scuola per infermieri. Aveva 37 studenti, orsa 17. L’ anno scorso, per l’ anniversario dell’ assassinio di Rabìn, qualcuno ha incendiata l’ automobile della famiglia Amìr.

[NON E’ CHE LO SCHERZO PUO’ AVERLO FATTO QUALCUNO DELLA SHABA’K??? ]

Un Lunedì sì, e uno no, spesso accompagnata da Shlòmo, 56 anni, suo marito (uno scriba religioso, con la penna d’ oca e un inchiostro di formula antichissima trascrive Testi Sacri sulla carta fatta a mano, ma spesso su pergamena), Geula va a trovare il figlio Hagai, 30 anni, nella prigione di Ashkelon, un’ orfa e mezza di auto giù per la Costa del Mediterraneo.

Un Martedì sì, e uno no, lei guida cinque ore la Suzuki del 1987 , per far visita al figlio Amìr. Perquisizione totale, niente scherzi. Prima dell’ ultima visita un secondino ha cercato sotto la parrucca color noce moscata di lei, e ha tirata via la spilla che tiene ferma la coda di cavallo. La spilla può essere usata come arma. [O FAI USCIRE MIO FIGLIO, O TI AMMAZZO CON QUESTA SPILLA].

Questa sera speciale, Hagai ha telefonato a casa alle 17.40, un’ ora prima di Yigàl. Con voce vivace e impegnata, rispetto al tono piatto e apatico di Yigàl.

"Come stai, anima mia?", dice lei senza fiato. Ha fatti di corsa i 20 gradini per raggiungere la camera da letto al piano di sopra.

Cominciano con banalità, la biancheria che Mammà gli ha portata è troppo stretta, sì lamenta lui. E passano alla politica. [OVVIO E’ QUESTO IL FINE DI TAL ESERCIZIO DI PROPAGANDA, NO?]

"Che c’è di nuovo?" ha chiesto lei. Gira voce che Yigàl non voterà."

"Non voterò nemmeno io, penso".

[HAGAI FA UNA SCELTA POLITICA. GEULA NON APPROVA. VOTARE E’ UN DOVERE CIVICO PER I SUOI FIGLI. VEDETE TUTTO CIO’ CHE LO STATO FA PER VOI. ]

Geula. In prigione ambo i fratellik Amìr votarono per il Likùd,

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per il candidato Bibi Netanyahu, nel Maggio 1996. [TUTTI DEVONO SAPERLO. VEDETE TUTTI I MANIFESTI AFFISSI DAL LIKU’D, ABBIAMO QUESTI BEI SOSTENITORI].

"Allora ci dava speranza, aspettative, ma ora ti aspetti qualcosa da Netanyahu? Io no. Che perda allora. Se sarà eletto Baràk, ciò unificherà la destra religiosa. Nessuno riuscirà più a batterla. Né un Baràk, né miliardi di Baràk".

Geula ha detto a Hagai che accelererà la scrittura del libro suo, sull’ assassinio:"La nostra situazione economica è cattiva." [OH NO, AVRO’ CONCORRENZA. LO SCRITTORE DEL QUALE ELLA E’ LA TESTA DI LEGNO, SPERO SIA LO STESSO AUTORE DI STO COPIONE].

"Non va poi male".

"Ma no, l’ economìa nazionale va abbastanza bene. Deficiente, va male l’ economìa in casa nostra".

{DEFICIENTE, QUANTO AMORE MATERNO, QUANTO E’ NATURALE].

"Mamma tu dovresti descrivere gli eventi di quel periodo. La gente non può credere alle cose folli che accaddero. E’ come quando leggi un libro sul mandato Britannico, o sui giorni di Stalin."

[OTTIMI CONSIGLI, CARO SHAKESPEARE]

" A Herzliyya la settimana ventura arriverà un Santo Rabbino. Gli domanderò che dobbiamo fare". [PROPRIO UNA RAFFINATA CRITICA LETTERARIA, E GRANDE TEOLOGA].

Hagai ribatte:"Da queste profezie non riesci a trarre niente".

"La volta scorsa sono andata dal rabbino per una benedizione. Mi ha detto: sta’ allegra, presto i ragazzi verranno liberati. Vuole campare quanto basta per venire a festeggiare il tuo matrimonio".

Hagai, sarcastico:"Urca, e quel rabbino quanti anni ha?".

[ COMINCIA LA NUOVA ERA, DELLE RISATE. TUTTO VA A MIGLIORARE].

Prima che Hagai dica ciao alla Mamma, lei gli ricorda che lui presto potrà fare una delle rare visite al fratello Yigàl: "Quando facciamo il pesante viaggio per vedere Yigàl, loro all’ altoparlante annunciano: ‘’Fate tornare tutti i prigionieri alle loro celle’’. L’ area è svuotata,non un’ anima

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ci può avvicinare. Ogni volta dico:"Sono arrivati i Clinton. Entriamo tronfi come pavoni". Una portavoce dell’ Autorità Carceraria ha detto: "Gli Amìr

sono isolati dagli altri prigionieri perché si teme che uno dei detenuti possa attaccarli". [O FORSE PER PAURA CHE YIGAL APRA LA BOCCA ED DICA TROPPO.] Hanno una sala visite privata, ci si deve andare dalla cella di Yigal passando giù per l’ ingresso, in un’ ala tagliata fuori dal resto del carcere. La portavoce, Orit Messer Harèl, ha detto:"Quando lui assassinò Rabìn vi fu una rivolta contro di lui. L’ autorità carceraria lo tratta bene." [MEGLIO PER LORO, PERCHE’ SE AVESSE UN INCIDENTE IN CARCERE, NESSUNO CREDEREBBE…]

Gli è consentito di ricever posta, caterve. Per lo più da regazzine cotte dell’ assassino bello. Gli raccontano i problemi loro, e lui risponde dispensando consigli. Una ragazza, dice sua Madre, voleva sucidiarsi. Un’ altra era sconvolta, perché i genitori avevano divorziato, e la Mamma aveva fatto trasloco in Francia. [DOVREBBE TENERE SUI GIORNALI UNA RUBRI’CA , "CARO YIGA’L", E’ UN VERO COLUMNIST].

Ma quasi tutto il giorno, Yigal sta seduto a studiare il Talmùd. Il Libro dell’ Antica Legge Ebraica. [NATURALMENTE, POICHE’ E’ DIVENUTO UN ASSASSINO RELIGIOSO].

Geula ha domandato a Yigàl:"Che cosa intendi fare, il giorno delle elezioni?".

"E io che cosa faccio tutti i giorni?"

"Tu studi, e studi, e studi, e studi" ha risposto lei.

[SI’, DOVRESTI FARE QUALCOSA DI COSTRUTTIVO, COME LANCIARE UN CALZINO CONTRO IL MURO, O CONTINUARE A PICCHIARCI LA TESTA, O UNA QUALSI’ASI DELLE OPZIONI A DISPOSIZIONE DI CHI SIA IN CELLA D’ ISOLAMENTO].

Le ha detto di aver deciso, non voterà:"E’ tempo spercato".

"La sinistra festeggerà se Baràk vince, e tu sarai considerato un grande fallito".

[CHIARAMENTE, LEI CONSIDERA SUO FIGLIO UN UOMO DI GRANDE SUCCESSO NELLA VITA].