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CHI E’ L’
ASSASSINO DI C O C K R A B I ‘ N ?
LA RIVELAZIONE DELLA
VERITA’ SULL’ ASSASSINIO DI RABI’N
Ci vollero due anni, prima
che gli Americani cominciassero a sospettare: non era
stato Lee Harvey Oswald a sparare al Presidente
Kennedy. Ma per vasti settori del pubblico d’
Israèl, meno di una settimana bastò per cominciar a
sospettare che non era stato Yigàl Amìr a sparare
le pallottole fatali a Yitzhàk Rabìn. A me
bastarono due ore circa. Il 4 Novembre 1995 verso la
mezzanotte mi domandai: come è possibile che Amìr
sia riuscito a intrufolarsi attraverso le guardie del
corpo di Rabìn sino a sparargli vistosamente alla
schiena? Mi diedi la risposta: non può essere
accaduto, a meno che qualcuno lo abbia voluto.
Il 5 Novembre 1995, i miei
sospetti sono stati rafforzati dalle parole di
testimoni oculari, diffuse dai mass media. Dopo il
primo sparo di Amìr, un testimone dietro l’
altro avevano udìto i gorilla di Rabìn gridare:
"Sono a salve, non sono vere…".
Perché avrebbero dovuto pensare che le pallottole
fossero petardi? Perché per salvare Rabìn non
avevano ucciso Amìr?
Cosa di gran lunga più
grave, perché i gorilla avevano permesso a Amìr di
entrare nella così detta "area sterile di
sicurezza" dove l’ accesso era consentito
soltanto al personale autorizzato?
Il 6 la TV Israeliana ha
trasmesso una scena chiarissima, due settimane prima
Amìr veniva trascinato via da una dimostrazione
anti-Rabìn: era notissimo agli specialisti della
sicurezza del Primo Ministro. Amìr era membro della
organizzazione più estremista di tutte, della destra
anti-Rabìn, EYAL (acronimo per Guerrieri Ebrei),
capeggiata dall’ estremista di destra più
fanatico, dal famigerato Avishai Ravìv.
10 Novembre 1995. Benny
Elòn (nel frattempo divenuto HK, parlamentare alla
Knesset), fa una pubblica denuncia: Avishai Ravìv
era in realtà un agente della Shabàk (GSS), proprio
di quei Servizi Generali della Sicurezza, che erano
incaricati di proteggerre Rabìn. Se qualcuno si è
messo a ridere, le risate durano un sol giorno.
L’ 11 Amnòn
Abramovitch, autorevole giornalista di sinistra,
rompe il silenzio. Su Canale Uno delle TV Israeliana
dichiara: Ravìv era un ufficiale della Shabàk, nome
in codice Champagne. Il suo còmpito era infiltrarsi
fra i gruppi contrari al governativo "Processo
di Pace", e criminalizzarli. Per
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facilitarsi il lavoro egli
aveva creato un gruppo fittizio, EYAL, e istigava
tanti giovani a diventare ultraestremisti,
trasformando legittime proteste in illegittimi
oltraggi. Era il capo dei provocatori della Shabàk.
Dalla rivelazione di
Amnòn, è stata soltanto questione di tempo, e la
cospirazione che aveva ucciso Rabìn è balzata agli
occhi del Popolo. L’ assassino apparteneva a una
organizzazione creata dalla stessa Shabàk, la quale
aveva il còmpito di proteggere il Primo Ministro.
Non è tutto. Amìr aveva trascorsa la primavera, e
l’ estate del 1992 in Lettonia, a Riga,
lavorando con un nido di spie chiamato "Ufficio
di Collegamento del Primo Ministro", in sigla
NATIV: Là, hanno scritto i giornali, Yigàl Amir
aveva ricevuto addestramento dalla Shabàk.
Yigàl Amìr era, non
soltanto un ragazzo religioso impazzito una sera al
punto di assassinare il Capo del Governo d’
Israèl. Aveva un passato d’ intensa
frequentazione con …l’ intelligence.
INFILTRATE IL PRIMO
INFORMATORE
Allora io ero redattore
capo dell’ unico notiziario d’ Israèl sul
tema dei servizi segreti, INSIDE ISRAE’L, in
combutta col mio socio Joèl Bainerman. Insieme
abbiamo scritto alcuni libri, di recente pubblicati.
Il mio libro THE FALL OF ISRAEL (Israèl come sei
caduta in basso), ed. Cannonate Publishers,
Edimburgo, riguarda la corruzione politica. Il suo
libro CRIMES OF A PRESIDENT ( SPI Books, New York)
riguarda le operazioni coperte e illegali perpetrate
durante l’ amministrazione Bush Sr. Noi due in
combutta stavamo producendo le più oneste cronache
mai scritte in qualsiasi parte del Mondo sugl’
imbrogli politici in Israèl. Godevamo di una buona
reputazione, in vari ambienti, per aver esposto i
patti criminali che stavano dietro agli accordi fra
Israèl e l’ OLP.
Ecco perché tale Moshè
Pavlov decise di telefonarmi il
17 Novembre 1995. Breve la
prima chiamata: "Guarda il Telegiornale del Due,
stasera, e vedrai me. Poi ti richiamerò". Lo
hanno presentato come uno dei più pericolosi capataz
dell’ estrema destra d’ Israèl. Strano,
pensai, perché non ne ho mai sentito parlare prima?
La telefonata successiva
arriva non da Moshè Pavlov, bensì dal mio còmplice
(e vicino di casa) Joèl Bainerman. Benché abitasse
in luogo difficile da trovarsi, Pavlov era riuscito a
scovarlo, e era sbucato non annunciato sulla soglia
di casa Bainerman. Joel gli ha detto: "Non credo
che dovremmo incontrarci qui. Ci rivediamo in centro,
fra dieci minuti".
Benché lui smentisca
aggressivamente, le mie fonti tutte, letteralmente,
mi dicono che Pavlov è un agente della Shabàk. In
retrospettiva, in nessun altro modo egli può avere
ottenute le informazioni in suo possesso. E’ uno
interno al giro. Joèl e io ci sediamo in un angolo
tranquillo
della piazza principale di
Bet
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Shèmesh. Spaventato e
sconvolto, Moshè Pavlov sputa fiumi di ricordi, di
fatti, che col senno di poi si sono dimostrati
proprio veri.
Pavlov insiste: "Amìr
avrebbe dovuto sparare a salve. Ecco perché così
urlarono le guardie del corpo. Secondo i piani,
avrebbe dovuto compiere un falso omicidio. Rabìn
sarebbe dovuto sopravvivere alle castagnole, per
tornare con gesti drammatici sul podio, condannare la
violenza dei suoi oppositori, e diventare un eroe. In
tal modo si accingeva a salvare gli "Accordi di
Oslo". Ravìv gli avrebbe dovuto dare la pistola
coi petardi, però Amìr ha fiutato lo scherzetto, e
ha cambiato le pallottole".
Qui Pavlov sbaglia. Poi le
prove dimostreranno oltre ogni dubbio che Amìr
sparò davvero a salve, e che Rabìn era stato ucciso
altrove.Un po’ in auto, un po’ alla Clinica
Ichilov. Pavlov è ormai quasi isterico. "Loro
stanno ammazzando la gente per fare il cover-up a
questo, mi stanno preparando la bòtola. Una guardia
del corpo di Rabìn è già passata a miglior
vita".
Mi dice il nome del morto,
Yoàv Kuriel. Con vari dettagli, come il numero della
sua previdenza sociale. L’ indomani la stampa
dà fra i morti ("Per suicidio") tale Yoàv
Kuriel. Solo due anni dopo ricevo il suo certificato
di morte, e riesco a parlare con l’ uomo che ne
ha preparato il cadavere per il funerale. Kuriel è
morto per sette pallottole al petto. Nessuno è stato
autorizzato a identificarne i resti.
Dopo, Pavlov ci dà
informazioni che NESSUNO era autorizzato a conoscere.
A tutt’ oggi, sui giornali Israeliani possono
uscire, legalmente, soltanto le iniziali dell’
uomo. Subito Pavlov ci dice: "Dietro all’
operazione c’ è Eli Baràk, un pazzo. Lui
dirige il Dipartimento Ebraico della Shabàk, lui è
il superiore di Amìr, lui ha montata la testa a
Amìr preparandogli la trappola".
Pavlov aggiunge un fatto,
allora TOTALmente sconosciuto. "Eli Baràk
riceve gli ordini dal capo della Shabàk, di nome
Carmi. Abita a Mevassèret Tziòn, è tutto ciò che
io voglio dire".
Oltre un anno dopo il
pubblico d’ Israèl apprende il nome del Capo
della Shabàk: Carmi Gillon.
Pavlov insiste:
"Dovete pubblicare questo, e il mio nome.
Altrimenti io sono finito". Così Joèl e io
decidiamo di raccontare ste cose su INSIDE ISRAEL.
Dopo la pubblicazione, incontro Pavlov a Gerusalemme,
nella lobby dell’ Holiday Inn. I Poliziotti ci
circondano. Ovunque vada lui, loro arrivano. Per me
è la prova sufficiente, la nostra fiducia nella
versione dei fatti detta da Pavlov era giustificata.
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SBUCA FUORI UN FILM
SULL’ ASSASSINIO
Passano ben due mesi, e con
TOTALe shock per la Nazione, Canale Due trasmette un
film "da dilettanti" dell’ assassinio.
Joèl registra il programma, e lo guardiamo e
riguardiamo con molta attenzione. Saremo banali, ma
tutt’ ora litighiamo, chi di noi due fu il primo
a cogliere il particolare della portiera chiusasi
d’ improvviso?
La storia delle ultime due
ore di vita di Rabìn è bizzarra oggi come era
bizzarra allora. La corsa verso lo Ichilov avrebbe
richiesto meno d’ un minuto. Ma l’ autista,
Menachèm Damti, si perse, e impiegò nove minuti per
raggiungere l’ Ospedale. Guidò per sette
minuti, fermò l’ auto e domandò a un
Poliziotto, Pinchas Terem, di salire a bordo per
indicargli in percorso fino alla Clinica. Così fino
a quel momento è generalmente presunto sull’
auto c’ erano soltanto tre persone, Rabìn,
l’ autista, e la guardia personale del corpo del
Premier, Yoràm Rubìn.
Il video amatoriale li
mostra tutti e tre, chiaramente fuori del veicolo,
quando la porta posteriore destra viene chiusa di
colpo dall’ interno. La quarta persona è a
bordo, e sta aspettando Rabìn.
Vediamo altri due momenti
sconvolgenti. Il primo, quando Amìr fa il suo
movimento verso la schiena di Rabìn. La sua guardia
del corpo resta immobile sui suoi talloni, gira la
testa di lato, e lascia entrare nello spazio
"VUOTO" il killer. Gesto deliberato, il
film non lascia dubbi.
Amìr spara, e Rabìn gira
la testa verso la direzione del botto, e continua a
camminare, proprio come, la sera stessa dell’
assassinio, vari testimoni oculari han riferito. Il
colpo di Amìr alla schiena ha lasciato Rabìn
illeso. Dopo tutto, era a salve.
Un mese dopo, la
Commissione Shamgàr d’ inchiesta sull’
assassinio di Rabìn, nominata dal Governo, diffonde
le sue conclusioni. Afferma: Amìr sparò due volte
alla schiena di Rabìn, una volta mentre il Premier
camminava, da 50 cm di distanza, e poi dopo la sua
caduta, circa dalla stessa distanza. Molto logico,
salvo che il film mostra: per il secondo colpo, Amìr
non giunse mai così vicino. In realtà per il
secondo colpo non è mai stato a meno di sei piedi,
quasi due metri.
La contraddizione ha
oltrepassato il livello del ridicolo.
IL PROCESSO
Dopo che il Governo l’
aveva già dichiarato l’ assassino, Yigàl Amìr
è stato sottoposto a processo per omicidio… il
che vi lascia indovinare qual processo leale abbia
egli
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ricevuto. Prima che il
processo cominciasse, vi fu un’ udienza. Come
mise piede nell’ aula, Amìr urlò ai
giornalisti:
Il sistema è tutto marcio.
Se apro la bocca, posso buttarlo tutto giù. Il
popolo mki perdonerà, quando saprà le verità. Non
mi aspettavo che si mettessero a ammazzare,
nessuno".
Dopo tale scoppio
rivelatore, è stato trascinato via, né più ha
potuto parlare ai giornalisti. Dopo un mese di
custodia presso la Shabàk è comparso al processo,
una persona differente. Un idiota sorridente, deciso
a dimostrare la propria colpa. Era stato trasformato,
immaginammo con un fritto misto di minacce, di
promesse, di privazione dal sonno, e di
"medicine".
I mass media hanno coperto
il processo superficialmente, ma quel che emerse fu
sbalorditivo. Damti e Rubìn non fecero che mentire.
Giusto per aperitivo, Damti ha detto che stava
aprendo la portiera a Leah Rabìn, quando risuonò il
primo botto. Allora si precipitò a sedersi al
volante, come era stato addestrato a fare. La verità
è che Leah Rabìn distava sette metri e non era in
vista; e il film dimostra che Damti non si è messo
sul sedile del guidatore, se non dopo che Rabìn era
stato ficcato dentro alla Cadillac.
E se tali dichiarazioni
erano enormità, la versione degli eventi fornita da
Rubìn è fròttola pura. Il gorilla ha raccontato di
essersi sdraiato sopra a Rabìn dopo averlo buttato a
terra, e che fu proprio il Primo Ministro poi a
aiutare lui, la guardia del corpo, a tirarsi su. E
che poi entrambi testa in avanti sono saltati dentro
alla limousine, con Rabìn arrivato in volo sul
sedile, e Rubìn sul pavimento. Senza fare
considerazioni sulla immensità della bugìa, nessun
testimone ha visto Rabìn saltare, e il film dimostra
che non saltò.
Dopo il processo, io ho
ricevuto il mio primo, prezioso documento segreto: la
testimonianza del Luogotenente Capo Barùch Goldstein
del Laboratorio Anticrimine della Polizia d’
Israèl, tratto dal verbale del processo a Amìr.
Dopo aver esaminato scientificamente gli abiti di
Rabìn,
Gladstein testimoniò: il
Primo Ministro era stato colpito a bruciapelo, canna
sulla pelle. Il teste
insiste: la conclusione è
sicura, e la miscela di polveri da sparo ammassate, e
la lacerazione sulla stoffa può essere avvenuta
soltanto a distanza ZERO. Persino mezzo centimetro
sarebbe stato troppo lontano.
Mai Amìr sparò a
bruciapelo. Non fu lui a uccidere Rabìn. A me è
bastato. Ho messo insieme il film, e le
testimonianze; e ho cominciato a tener conferenze a
Gerusalemme, sulla congiura per uccidere Rabìn. Ogni
volta il pubblico era sempre più folto.
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CHIUDERMI LA BOCCA
Nell’ Ottobre 1996 mi
han telefonato dal Canale TV UNO, dal programma
"Rivista del Fine Settimana". Avevano
sentito parlare delle mie conferenze, e ritenevano
pure che vi fossero incompatibilità fra le prove,e
le conclusioni della Commissione Shamgàr. Vogliamo
INTERvistarti, dissero. BUGIARDI !
Mandarono in onda otto
minuti di frottole, lasciando intendere che io fossi
un negazionista, uno che nega sia mai stato
perpetrato l’ Olocausto dai nazisti. E’ la
sera stessa, replica. Per la mia vita, che disastro,
sembrava. L’ organizzazione che aveva
sponsorizzate le mie conferenze fu costretta a
cancellarle. Vari Ministri del Governo (Gabinetto) mi
condannarono come "fascista", mi arrivò
qualche telefonata balorda.
Tuttavia, il programma
includeva i fotogrammi della portiera dell’ auto
di Rabìn che si chiude "da sola"
dall’ interno, quando a bordo, si presumeva, non
c’ era nessuno. Pochi dei miei tanti punti
alfine sfuggirono al bavaglio, e raggiunsero il
pubblico. Ovunque andassi le persone si
congratulavano con me per il mio coraggio. Lo show si
era trasformato in boomerang per i mei anfitrioni, e
finì per incoraggiarmi a non mollare, anzi.
Nello show io non ero solo.
Natan Gefen, di Ramat Gan, tecnico di computer, è
brevemente comparso lui pure con le sue prove: di
conseguenza il giornale di Ramat Gan lo ha
intervistato a lungo, sulle prove sue: c’ era
una cospirazione dietro all’ assassinio di
Rabìn.
Non tutti pensano che Natan
Gefen sia il più grande investigatore d’ ogni
tempo. Non ha il fisico del ruolo, e di giorno manda
avanti il computer d’ una casa farmacèutica.
Natan però ha svelati i documenti più delicati di
qualche assassinio politico, ecco come.
Gefen ha fatto centinaja di
copie dell’ intervista concessa al giornale di
Ramat Gan, vi ha aggiunto il suo numero di fax, e
l’ invito a chiunque ne avesse di mandargli
prove. Ha affisso tale documento in ogni angolo della
Clinica Ichilov dove Rabìn era stato ricoverato, e
qualcuno gli ha faxati i certificati medici di
Rabìn.
Che storia incredibile
raccontano! Il medico che aveva operato Rabìn, il
Dott. Mordechai Gutman con la sua équipe chirurgica,
avevano annotato il seguente fatto: Rabìn era giunto
con due fori di pallottola nella schiena. Era stato
fatto rinvenire, GLI AVEVANO SPARATO ANCORA, IN
OSPEDALE, lasciandolo con un terzo buco davanti, che
trapassato il lobo superiore del polmone destro,
aveva finito per frantumare le vertebre dorsali 5 e
6.
La cospirazione è saltata
fuori. E il rapporto del Patologo dello Stato ha
cancellato tutte le ferite riportate dal personale
dell’ Ichilov, perché Amìr non sparò mai
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dal davanti, né mai
avrebbe potuto farlo. Né Rabìn poteva avere la
spina dorsale frantumata, perché la
videoregistrazione dell’ assassinio lo mostra
chiaramente: cammina, dopo l’ unico colpo alla
parte alta della schiena. Gefen aveva fornita la
prova definitiva: non fu Yigàl Amìr a sparare a
Rabìn le pallottole mortali.
A me toccava esporre le
informazioni, ma le mie conferenze erano state
annullate. Allora Joèl ebbe un’ idea brillante:
te le hanno cancellate, allora affittiamo l’
auditorium di un hotel, e ce ne facciamo da soli una.
Una sera tempestosa del Gennaio 1997, oltre 70
coraggiose e coraggiosi sfidarono l’ umidità, e
arrivarono per la lezioncina, e la TV Canale Uno la
riprese.
Ero tornato al Mondo.
C’ era perfino Brian
Bunn, autorevole esponente nientepopodimenochè del
Consiglio Studenti Esteri della Università Ebraica
di Gerusalemme. Rimase sconvolto, e mi prenotò,
dovevo parlare nella più rispettata Scuola
Israeliana. Ma la Shabàk non potè tollerarlo, e mi
organizzò un tumulto. Perciò devo ringraziare la
Shabàk. Per una settimana le prime pagine dei
giornali d’Israèl m’ han sbattuto in prima
pagina, e del tumulto han parlato i giornali di mezzo
Mondo.
Poi fu orchestrata una
campagna d’ infangamento contro di me nel
giornalismo d’ Israèl, ma qualche reporter,
lette le prove che avevo raccolte volle ascoltarmi, e
scrisse lunghi pezzi buoni. Nel giro d’ una
settimana, più di trecento persone presero contatto
con me, TUTTE per congratularsi, e una ventina mi
passò informazioni di valore inestimabile. Sono
stato invitato a dare la stessa conferenza a Jew
York, dove ho incontrato Jay Sidman, che ha fatto
nascere un brillante website per me, all’
indirizzo www.webseers.com/rabin.
Si è trasformato in un luogo d’ incontro per
uno scambio internazionale d’ idee e di
informazioni sull’ assassinio.
Una conferenza a Toronto è
stata videoregistgrata, e poi venduta,
commercialmente. Ero davvero su di giri quella sera,
e il video convinse decine di migliaja di persone che
avevo ragione. E, meglio di tutto, la pubblicità ha
portato contratti sui libri, prima in America, poi in
Israèl e in Francia. Recensioni eccellenti, e
centinaja di migliaja di persone hanno cambiato idea
su come andò quel crimine.
Nel prossimo libro forse
farò i nomi dei colpevoli. Io so chi è stato. Ora
come ora, è troppo presto per i miei comparrocchiani
Ebrei, e Israeliani, digerire il fatto che Rabìn è
stato assassinato dall’ interno del suo ambiente
politico.
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L’ ULTIMO MEDICO DI
RABI’N
Ora entriamo nel regno
della vera bizzarria. Vediamo il medico che per
ultimo visitò Yitzhàk Rabìn, il Dott. Yehuda Hiss,
Patologo dello Stato. Gl’ Israeliani sanno, sin
troppo bene, che il coroner del Governo è corrotto.
Nel Settembre 1999, la Giudice Ruth Orr annullò la
carcerazione di un Ebreo residente in Giudea e
Samaria, accusato d’ aver ucciso un ragazzo
Arabo . Ella ha accusato il Dott. Hiss d’ aver
fabbricate le prove fornsi contro l’ uomo. Era
la seconda volta in un anno che una carcerazione per
omicidio veniva annullata in quanto Hiss aveva
falsificata un’ autopsia per fini politici. In
precedenza Hiss era stato beccato con le mani nel
sacco per aver addomesticati i fatti per ottenere una
ingiusta punizione contro i genitori di un bambino
assassinato.
La sua più grande
macchinazione emerse dopo che è stato dimostrato il
più orrendo scandalo nella storia d’ Israèl.
Nel primo decennio della storia d’ Israèl, il
Governo Laburista rapì oltre 4.500 bebè, per lo
più di genitori nuovi immigrati dallo Yemen, e li ha
venduti per adozioni o per esperimenti medici, per lo
più all’ estero. Grazie agli sforzi di gruppi
Yemeniti, tre anni fa una delle Madri, Margalit
Omeisse, ha potuto riabbracciare la figlia, Celia
Levine, data in adozione a una coppia della
California quasi mezzo secolo prima. Si somigliavano
come gemelle. E il laboratorio di genetica dell’
Università Ebraica col test del DNA ha dimostrato
che sono proprio madre e figlia. A nome e per conto
del Governo, Hiss le ha esaminate per conto suo e,
tenetevi forte, ha scoperto che l’ Ateneo si era
sbagliato.
MISTER COVER-UP. Certi
ambienti chi sa perchè chiamato così il Professor
Hiss.
La gente ha cominciato a
chiamarlo così circa un anno dopo l’ assassinio
di Rabìn. Egli aveva compiuta una parziale autopsia
su Rabìn, concludendo che gli era stato sparato da
dietro due volte, da media distanza.
Sono stati scoperti nel
1996 i registri dell’ Ospedale. Fra medici e
infermieri, oltre dieci persone avevano firmata una
perizia ben diversa sulla morte di Rabìn, loro che
la sera del 4 Novembre 1995 erano lì, in sala
operatoria, a lavorare. Gli è stato sparato tre
volte, scrivono, e due a bruciapelo, una dal davanti
al torace superiore.
Soprattutto: la spina
dorsale di Rabìn era stata frantumata. Hiss
categorico ha riferito che non lo era. Lo zimbello
Yigàl Amìr non sparò mai né a bruciapelo, né dal
davanti. E in quel momento la spina dorsale di Rabìn
rimase intatta perché il Primo Ministro continuò a
camminare. Come ben si vede nel film. Ergo, qualcuno
deve aver chiesta a Hiss la cortesia di alterare i
fatti medici. Ha usata la cortesia. Poi la
Commissione Governativa d’ inchiesta sull’
omicidio ha adottate le balle di Hiss come versione
ufficiale sulla morte di Rabìn.
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Già sapevamo dunque, Hiss
era corrotto. E lui ha forgiato le sue perizie
perché calzassero a pennello coi desideri del
Governo. Non sapevamo ancora sino a qual punto fosse
davvero demoniaco.
Avi e Nitzana (Darshan)
Leitner sono gli avvocati di Yigàl Amìr. Assistono
pure un’ altra vittima di Hiss, la famiglia di
Alisdair Sinclair.
Il 4 Aprile 1998, Alisdair
Sinclair fu fermato da Doganieri all’ aeroporto
Ben Gurion mentre stava per prender l’ aereo,
dopo sei giorni di permanenza in Israèl. Gli
trovarono novemila Marchi Tedeschi (9.000 DM)
nascosti in un doppiofondo del bagaglio a mano. Fu
arrestato, senza accuse. La Polizia pensò che il
doppiofondo suggerisse qualcosa d’ illegale,
benchè nasconder bene un grosso importo di danaro
sia un legittimo espediente per prevenire furti.
Alla stazione di Polizia
dell’ aeroporto, Sinclair fu trovato strangolato
con le stringhe delle sue scarpe. Subito tradotto in
ospedale, fu dichiarato morto. Da lì il cadavere fu
traslato all’ Istituto Medicina Legale Abu
Kabir, dritto nelle sgrinfie del Prof. Yehuda Hiss,
il quale svolse un’ autopsia che conclude: Hiss
si è tolta la vita da solo.
Poi vi fu un problema col
cadavere. Alisdair era scapolo, orfano e vagabondo.
Per lo più viveva a Amsterdam, faceva compravendita
di chitarre d’ annata, e le strimpellava nei
bar. Dopo tre giorni i familiari di Alisdair Sinclair
furono rintracciati in Scozia, e la Polizia si offrì
di seppellirlo in Israèl. Grazie no risposero i
parenti, e spesero circa 5.000 US$ per far tornare a
casa il morto.
Il 13 Maggio 1948, fu
svolta un’ altra autopsia all’ Università
di Glasgow. Provate a indovinare? L’ osso joide
alla base della lingua mancava. E mancava il cuore.
Entrambi erano stati prelevati dal Prof. Hiss. Mica
difficile indovinare perché l’ osso joide fosse
sparito: avrebbe rivelato che Sinclair non si era
impiccato, ma era rimasto strangolato altrimenti.
Ma, e il cuore? Avi Leitner
è in grado soltanto di dire:
"Nel migliore dei
casi, Hiss è coinvolto nel mercato nero degli organi
umani. Non siamo ancora in grado di provarlo, ma pare
il motivo più probabile per togliere un cuore
sano."
Incredibile dictu, una
fonte quanto mai improbabile fornisce un motivo
ancora più macabro. Prima però proseguiamo con
questa vicenda. La famiglia Sinclair prese a indagare
sulla recente vita di Alisdair, e nessuno dei suoi
amici aveva colto il lui il minimo elemento suicida.
In primo luogo, nessuno capiva perché fosse
arrestato, per porto di soldi perfettamente legali.
La Mastarà, Polizia Israeliana,
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spiegò d’ aver
sospettato che il giovanotto trafficasse droghe, e
disse che, sotto interrogatorio, egli aveva ammesso
d’ aver contrabbandato migliaja di pillole di
Ecstasy la settimana prima, anche se non sapeva chi
le avesse comprate. James Alisdair, dalla Scozia, da
Selkirk, manda a
monte la versione della
Polizia.Pignolo qual è, sottolinea: suo fratello,
siccome non era stato beccato con nessuna droga, non
aveva motivo alcuno per confessare il supposto
crimine.
Entriamo nel Governo
Britannico. Funzionario dell’ Ambasciata di Sua
Maestà a Tel Aviv, Suad Andraus è furioso:"La
gente non muore così, in una stanza di
sicurezza". Le Autorità della pèrfida Albione
esìgono: il Prof. Hiss deve spiegare che ci ha
fatto, col cuore,e subito darlo indietro.
Spiega Hiss: il soggetto,
sospettato di trafficare droga, aveva in cuore il
qualedoveva manifestare "Sintomi di prolungato
abuso di stupefacenti". Bello, allora perché
Hiss non lo dà indietro insieme col resto del corpo?
Rèplica il Luminare:"Vero, non abbiamo
informata la famiglia in Scozia che il cuore mancava.
Francamente non la volevamo addolorare".
Pieno di riguardi, Hiss. E
non era dolorosa la restituzione del cadavere privato
del miocardio?
Hiss coglie la sfumatura, e
dà indietro il cuore alla Famiglia Hiss, o almeno UN
cuore. Mica tanto convincente, I parenti del
"suicida" richiedono il test del DNA, deve
provare che sto cuore fosse quello del compianto. Ma
Hiss rifiuta, pel bene , loro costerebbe 6.000 US$ il
test del DNA. Gli Scozzesi trovano proibitiva la
cifra, e stavolta le Autorità di Londra lascian
correre, e non svolgono loro i test.
Sempre più frustrato,
James Sinclair esprime totale disgusto, e definisce
strane le contraddizioni della singolare morte di suo
fratello.
Alisdair non aveva
precedenti penali. Come ha fatto a darsi ai
narcotraffici? James insiste:"Ma perché mio
fratello avrebbe dovuto ammettere qualsiasi cosa, se
la sua maledetta valigia era vuota? Era un uomo
intelligente, leggeva molti libri, non era scemo, né
matto".
Attualmente, la Polizia
d’ Israèl sta facendo i test del DNA. James
aspetta fiducioso.Chiaro. Non sa di Mister Cover-up.
Se Hiss mette lo zampino nelle analisi, il responso
sarà onesto quanto quello sull’ assassinio di
Rabìn
E ora una spiegazione sul
caso, da fonte del tutto inattesa. E’ uscita sul
JERUSALEM REPORT, rivista seriosa di regime, usata
come fonte di disinformazione a nome e per conto del
Partito Laburista. Il brano specifico può essere
saporito per quanti si domandino perché Londra
manifestò all’ inizio profondo interesse verso
il Sionismo, e fece tante riverenze a Chaìm Weizman,
alla Dichiarazione Balfour, alla
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"British-Israel
Society", alle politiche della Tavola Rotonda di
Cecil Rhodes e di Lord Milner e soci.
"Stando a James,
fratello di Alisdair, la tradizione familiare vuole
che i Sinclair siano discendenti dei Crociati
Cavalieri Templari, i quali attorno al 1350
raggiunsero Gerusalemme per riportarsi indietro
Robert Bruce, eroe della Scozia. Lo stesso Alisdair,
sottolinea James, era particolarmente orgoglios del
suo secondo nome, Roslyn, il nome d’ una
cappella in Scozia , il piano del cui pavimento di
dice abbia per base il Tempio di Erode. James cita
questi dettagli nel tentativo di ricostruire i motivi
del viaggio in Israèl di suo fratello".
In qual modo tale vicenda
dell’ Alto Medio Evo può gettar luce sulla
tenebra del cuore mancante di Alisdair Sinclair?
C’ entri o non c’ entri , una cosa è
sicura: il medico che per ultimo esaminò Yitzhàk
Rabìn è un tipo nolto paranormale. Superuomo,
sovrumano, ultraterreno.Nel 1199 era morto Riccardo
Cuor di Leone, tra i massimi promotori della III
Crociata. In Terra Santa fu catturato…. Che dal
petto di Alisdair Sinclair il Prof. Hiss abbia
recuperato il Cuore di Re Riccardo I , il Leone
d’ Inghilterra?
La fretta non ajuta il
bene. Ottocento anni riportano a posto tante cose,
con l’ ajuto di Hiss e della Libera Stampa
Laburista
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YIGA’L AMI’R
"IL CASTORO" PARLA A JUNE MENTRE LA
WASHINGTON POST CA’PITA NEI PRESSI
[Si riporta l’
articolo, con i commenti di Barry Ch. Fra parentesi
quadrate]
L’ASSASSINO AMMETTE:
LA CAUSA PER LA QUALE RABI’N SI BATTEVA
CONTINUA. L’ ASSASSINO ESORTA A VOTARE PER IL
PRESCELTO DALLA SUA VITTIMA
Di Laura Blumenfeld
Del Corpo Redazionale della
WASHINGTON POST
Venerdì, 14 Maggio 1999,
Pag A01
HERZLYYA, Israèl- L’
uomo che ha ficcate pallottole tre nel corpo di
Yitzhàk Rabìn [SECONDO LA COMMISSIONE
SHAMGA’R, A RABI’N FURONO SPARATE DUE
PALLOTTOLE], questa settimana ha ammesso: benché
egli abbia ucciso uno dei più grandi costruttori di
Pace di Israèl, è fallito il suo tentativo di
uccidere il Processo di Pace. [BELLA FREGATURA PER
AM’R MALEDIZIONE ].
Yigàl Amìr, l’
estremista religioso di 29 anni [MEGLIO INTRODURRE
SUBITO QUELLA DESCRIZIONE] che sta scontando l’
ergastolo per l’ assassinio di Rabìn, afferma
pure di essere favorevole al beniamino di Rabìn
-Ehùd Baràk, leader del Partito Laburista- alle
imminenti elezioni. Ha detto per scherzo che, se
eletto, Baràk potrebbe fare la fine di Rabìn. [ Che
schifo, ottima linea Yigàl ].
Gli è vietato parlare coi
giornalisti o con chiunque non sia stretto suo
parente, ma Amìr ha consentito a una reporter della
WASHINGTON POST di ascoltare all’ amplificatore
della cornetta una conversazione telefonica con sua
Madre questa settimana. [CARI MIEI, CHE TEMPISMO,
SCUSATEMI SE LO DICO, MA IL MIO LIBRO DEVE FAR PAURA
A QUALCUNO. DA TRE ANNI NESSUN ORGANO DI STAMPA AVEVA
MAI CITATE NUOVE PAROLE DI YIGA’L AMI’R ].
Ha fornito una rara occhiata sulla sua vita in totale
isolamento, giorni trascorsi chino sui Sacri Testi
sulla sua scrivanìa di cemento, o a rispondere alla
posta delle regazzine sue fan, o a insaponarsi nella
doccia, di fronte a telecamere di sicurezza, in
funzione 24 ore su 24 [E’ PROPRIO NECESSARIO CHE
SUA MADRE SENTA TUTTO QUESTO?].
49 anni, Geula Amìr, sua
Madre, ha parlato al figlio dalla vecchia stanza di
lui nella casa in stucco bianco qui, in un sobborgo
nel nord di Tel Avìv.
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49 ==========
Distante 60 miglia, nel
carcere di Beersheva, egli stringeva una cornetta
portagli attraverso una feritoja nella porta
metallica della camera senza finestre dove sta in
totale isolamento.
Yigàl ha parlato a sua
Madre con toni pesanti, depressi. Ha tirate fuori le
frasi a veloci raffiche. Il 4 Novembre 1995 sparò
con una Beretta 9mm, pensava di mutare la Storia per
sempre, ma invece l’ ex studente di
Giurisprudenza ha ottenuta la prigione per sempre.
"Non domandarmi come
sto, e non domandarmi che cosa mangio. " le
aveva detto in una precedente conversazione. "Se
mi fai queste domande, riappendo subito". [AH,
IL PALCOSCENICO E’ PRONTO]. E così stavolta sua
Madre ha cercato di indirizzare il colloquio verso la
politica. "Per chi voterai?" lei gli ha
chiesto. [In Israèl i rei in carcere possono
votare]. [NATURALMENTE, QUESTA E’ LA PRIMA
PREOCCUPAZIONE DI GEULA, MI DOMANDO: CHE COSA L O R O
LE HAN PROMESSO PURCHE’ PARTECIPASSE A TALE
FARSA ?].
"Non so, non mi
preoccupa Baràk, è proprio come [il Primo Ministro
uscente Binyamin] Netanyahu. Entrambi mantengono gli
accordi di pace, continuano sulla strada di
Rabìn."
Per Amìr, e per altri
estremisti religiosi in Israèl, Netanyahu si è
dimostrato amara delusione. Amìr ha detto d’
aver sparato a Rabìn, spinto da convinzione
religiosa, per prevenire la consegna ai Palestinesi
della Sponda Occidentale. [QUANDO? QUASI TUTTE LE
DICHIARAZIONI DI AMI’R FIGURANO NEL MIO LIBRO.
QUESTA, COME HA FATTO A SFUGGIRMI?]. Ma Bibi non ha
impedita tale consegna, e ora un’ entità
Palestinese -se non uno Stato- esiste, su terra
precedentemente controllata da Israèl.
Amìr ritiene che Netanyahu
stia uscendo di strada per punire gli estremisti di
destra come lui Amìr, e che Bibi meriti di perdere.
"Sarai trattato meglio
in prigione, se è eletto Baràk" dice Geula
Amìr. [COSI’, ECCO CHE COSA LE HAN PROMESSO].
"La sinistra non
sentirà il bisogno di dar prova di nulla"
aggiunge Yigàl.
Ma Yigàl dice chiaro e
agghiacciante di non aver mutate opinioni sulla
giustezza delle sue azioni. Secondo Amìr un leader
come Rabìn, che aveva datgo forfait su terra che Dio
diede esclusivamente agli Ebrei, meritava di morire.
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"Tu non guardi la
TV" ha detto sua Madre "e così non vedi
questo. Morresti dalle risate. Baràk continua a
mandare la sua pubblicità, lui che stringe la mano a
Rabìn; lui che sta in piedi accanto a Rabìn. E
promette che continuerà lungo il solco da Rabìn
tracciato". [OK, MA CHI HA SCRITTO IL COPIONE
PER GEULA?]
Yigàl ha sogghignato:
"Proseguas pure secondo la via di Rabìn, chi sa
forse lui pure finirà come Rabìn". [SFUMATURA
AGGHIACCIANTE, MI DOMANDO: YIGA’L AVEVA IL
COPIONE DAVANTI AL NASO?]. E la Mamma, teneramente,
lo ha rimproverato: "Oh, sta’ zitto, sei
disgustoso". [L’ AUTORE DEL COPIONE NON HA
STUDIATO IKL VERO MODO DI PARLARE DI GEULA. LEI NON
PARLA MAI COSI’. GEULA NON PRENDE ALLA LEGGERA
L’ ASSASSINIO DI RABI’N, E NON SI SAREBBE
MAI SOGNATA DI RIDACCHIARE DAVANTI A QUESTO FINTO
TENTAIVO DI UMORISMO].
Questi colloqui fan parte
della routine per la famiglia Amìr. Ogni dì, tra le
18 e le 19, un secondino della prigione di Beersheva
, nel Sud d’ Israèl, telefona a casa Amìr su
una linea speciale, che gira il conto agli Amìr.
Dopo che la guardia conferma: la voce dall’
altra parte appartiene a uno dei genitori, o a uno
dei sette parenti stretti, passa la chiamata a
Yigàl. Dopo 15 minuti un campanello suona: fine
della conversazione.
Questa sera, Geula ha
parlato al figlio dalla stanza che lui usava per
viverci.
Diversamente dal resto
della casa, le pareti della stanza son pittate di
fresco, e le finestre sono nuove. Dopo il crimine, la
Polizia ha fatto tutto a brandelli, e ha scoperto
armi, un vero arsenale nascosto.
"Io non so" ha
detto Geula "Non sono sicura valesse la pena,
ciò che tu hai fatto".
[NON E’ SICURA
???????????? OVVIA, QUESTA NON E’ UNA
CONVERSAZIONE FRA MADRE E FIGLIO, FRA ESSERI UMANI,
SE NON IN CERTE COMMEDIE TV].
Amìr amaro ha ridacchiato:
"Non hai fede Mamma. Se io non avessi ammazzato
Rabìn, uno Stato Palestinese già esisterebbe da
qualche tempo. Niente insediamenti Ebraici, tutto
avremmo perso".
E lei sospirando: "Ma
uno Stato Palestinese esiste già".
[QUSTA E’ UNA TIPICA
RELAZIONE FRA MADRE E FIGLIO CHE SI AMANO,VERO?]
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La vita di lei gira attorno
alle quotidiane telefonate coi due figli in carcere.
Hagai Amìr, fratello di Yigàl, sconta la condanna a
12 anni di carcere, per avere rigate le pallottole
dell’ assassino, così rendendole ancor più
letali. In casa Geula fa scuola per infermieri. Aveva
37 studenti, orsa 17. L’ anno scorso, per
l’ anniversario dell’ assassinio di Rabìn,
qualcuno ha incendiata l’ automobile della
famiglia Amìr.
[NON E’ CHE LO SCHERZO
PUO’ AVERLO FATTO QUALCUNO DELLA SHABA’K???
]
Un Lunedì sì, e uno no,
spesso accompagnata da Shlòmo, 56 anni, suo marito
(uno scriba religioso, con la penna d’ oca e un
inchiostro di formula antichissima trascrive Testi
Sacri sulla carta fatta a mano, ma spesso su
pergamena), Geula va a trovare il figlio Hagai, 30
anni, nella prigione di Ashkelon, un’ orfa e
mezza di auto giù per la Costa del Mediterraneo.
Un Martedì sì, e uno no,
lei guida cinque ore la Suzuki del 1987 , per far
visita al figlio Amìr. Perquisizione totale, niente
scherzi. Prima dell’ ultima visita un secondino
ha cercato sotto la parrucca color noce moscata di
lei, e ha tirata via la spilla che tiene ferma la
coda di cavallo. La spilla può essere usata come
arma. [O FAI USCIRE MIO FIGLIO, O TI AMMAZZO CON
QUESTA SPILLA].
Questa sera speciale, Hagai
ha telefonato a casa alle 17.40, un’ ora prima
di Yigàl. Con voce vivace e impegnata, rispetto al
tono piatto e apatico di Yigàl.
"Come stai, anima
mia?", dice lei senza fiato. Ha fatti di corsa i
20 gradini per raggiungere la camera da letto al
piano di sopra.
Cominciano con banalità,
la biancheria che Mammà gli ha portata è troppo
stretta, sì lamenta lui. E passano alla politica.
[OVVIO E’ QUESTO IL FINE DI TAL ESERCIZIO DI
PROPAGANDA, NO?]
"Che c’è di
nuovo?" ha chiesto lei. Gira voce che Yigàl non
voterà."
"Non voterò nemmeno
io, penso".
[HAGAI FA UNA SCELTA
POLITICA. GEULA NON APPROVA. VOTARE E’ UN DOVERE
CIVICO PER I SUOI FIGLI. VEDETE TUTTO CIO’ CHE
LO STATO FA PER VOI. ]
Geula. In prigione ambo i
fratellik Amìr votarono per il Likùd,
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per il candidato Bibi
Netanyahu, nel Maggio 1996. [TUTTI DEVONO SAPERLO.
VEDETE TUTTI I MANIFESTI AFFISSI DAL LIKU’D,
ABBIAMO QUESTI BEI SOSTENITORI].
"Allora ci dava
speranza, aspettative, ma ora ti aspetti qualcosa da
Netanyahu? Io no. Che perda allora. Se sarà eletto
Baràk, ciò unificherà la destra religiosa. Nessuno
riuscirà più a batterla. Né un Baràk, né
miliardi di Baràk".
Geula ha detto a Hagai che
accelererà la scrittura del libro suo, sull’
assassinio:"La nostra situazione economica è
cattiva." [OH NO, AVRO’ CONCORRENZA. LO
SCRITTORE DEL QUALE ELLA E’ LA TESTA DI LEGNO,
SPERO SIA LO STESSO AUTORE DI STO COPIONE].
"Non va poi
male".
"Ma no, l’
economìa nazionale va abbastanza bene. Deficiente,
va male l’ economìa in casa nostra".
{DEFICIENTE, QUANTO AMORE
MATERNO, QUANTO E’ NATURALE].
"Mamma tu dovresti
descrivere gli eventi di quel periodo. La gente non
può credere alle cose folli che accaddero. E’
come quando leggi un libro sul mandato Britannico, o
sui giorni di Stalin."
[OTTIMI CONSIGLI, CARO
SHAKESPEARE]
" A Herzliyya la
settimana ventura arriverà un Santo Rabbino. Gli
domanderò che dobbiamo fare". [PROPRIO UNA
RAFFINATA CRITICA LETTERARIA, E GRANDE TEOLOGA].
Hagai ribatte:"Da
queste profezie non riesci a trarre niente".
"La volta scorsa sono
andata dal rabbino per una benedizione. Mi ha detto:
sta’ allegra, presto i ragazzi verranno
liberati. Vuole campare quanto basta per venire a
festeggiare il tuo matrimonio".
Hagai,
sarcastico:"Urca, e quel rabbino quanti anni
ha?".
[ COMINCIA LA NUOVA ERA,
DELLE RISATE. TUTTO VA A MIGLIORARE].
Prima che Hagai dica ciao
alla Mamma, lei gli ricorda che lui presto potrà
fare una delle rare visite al fratello Yigàl:
"Quando facciamo il pesante viaggio per vedere
Yigàl, loro all’ altoparlante annunciano:
‘’Fate tornare tutti i prigionieri alle
loro celle’’. L’ area è svuotata,non
un’ anima
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ci può avvicinare. Ogni
volta dico:"Sono arrivati i Clinton. Entriamo
tronfi come pavoni". Una portavoce dell’
Autorità Carceraria ha detto: "Gli Amìr
sono isolati dagli altri
prigionieri perché si teme che uno dei detenuti
possa attaccarli". [O FORSE PER PAURA CHE YIGAL
APRA LA BOCCA ED DICA TROPPO.] Hanno una sala visite
privata, ci si deve andare dalla cella di Yigal
passando giù per l’ ingresso, in un’ ala
tagliata fuori dal resto del carcere. La portavoce,
Orit Messer Harèl, ha detto:"Quando lui
assassinò Rabìn vi fu una rivolta contro di lui.
L’ autorità carceraria lo tratta bene."
[MEGLIO PER LORO, PERCHE’ SE AVESSE UN INCIDENTE
IN CARCERE, NESSUNO CREDEREBBE…]
Gli è consentito di
ricever posta, caterve. Per lo più da regazzine
cotte dell’ assassino bello. Gli raccontano i
problemi loro, e lui risponde dispensando consigli.
Una ragazza, dice sua Madre, voleva sucidiarsi.
Un’ altra era sconvolta, perché i genitori
avevano divorziato, e la Mamma aveva fatto trasloco
in Francia. [DOVREBBE TENERE SUI GIORNALI UNA
RUBRI’CA , "CARO YIGA’L", E’
UN VERO COLUMNIST].
Ma quasi tutto il giorno,
Yigal sta seduto a studiare il Talmùd. Il Libro
dell’ Antica Legge Ebraica. [NATURALMENTE,
POICHE’ E’ DIVENUTO UN ASSASSINO
RELIGIOSO].
Geula ha domandato a
Yigàl:"Che cosa intendi fare, il giorno delle
elezioni?".
"E io che cosa faccio
tutti i giorni?"
"Tu studi, e studi, e
studi, e studi" ha risposto lei.
[SI’, DOVRESTI FARE
QUALCOSA DI COSTRUTTIVO, COME LANCIARE UN CALZINO
CONTRO IL MURO, O CONTINUARE A PICCHIARCI LA TESTA, O
UNA QUALSI’ASI DELLE OPZIONI A DISPOSIZIONE DI
CHI SIA IN CELLA D’ ISOLAMENTO].
Le ha detto di aver deciso,
non voterà:"E’ tempo spercato".
"La sinistra
festeggerà se Baràk vince, e tu sarai considerato
un grande fallito".
[CHIARAMENTE, LEI CONSIDERA
SUO FIGLIO UN UOMO DI GRANDE SUCCESSO NELLA VITA].