Il ponte ai
dolori. A Mario Luzi il giorno dopo quello della sua morte. Sulle alte lance svettanti contro i cieli profilati come lasciti di parole proli di senni per qualche sorte insanguinati come ai tanti non hitleriani vicini ai tuoi sapori d’ uomo; in aggetto severo di ringhiere smussate contro le basse bufere di fiume e le più leste ventate di sole e luce dove hai steso i piccoli panni delle tue mani come una raccolta minima di figurine da bimbo stesa ad asciugare nelle enormi aperture del cuore che ci confinano in quelle valli d’amore tracciate dalla pietà tra i primi dolori e dio; come una mattinata d’inverno all’improvviso piena di luci colori liberi dai notturni avanzi del freddo e in presto gioco di corse e voglia di risate o come una poesia, soltanto l’inutile umano che s’accampa presso ai desideri di dio intonando le sue lodi a eterno contrappasso dell’etereo suono erotico che dall’alto, talvolta, scende anche presso a noi come una pioggia tenue di luce. ciao raffaele ibba |