intervista alla pittrice

PAOLA SOBBRIO

di massimo d'andrea

redazione namir - www.namir.it

 

Paola Sobbrio ci ha inviato questa serie di opere che possiamo definire tra grafica e pittura. Ci sono nelle sue opere sicuramente alcuni elementi che superano il figurativo per poi rientrare nell’astratto. Il perché di questa unione ce lo dirà lei. Come nasce una sua opera?

Una mia opera nasce dall’osservazione della realtà che mi circonda nel figurativo, come accade per esempio nell’opera "Sete", quella in cui vi è un bambino che viene investito dalla pioggia, che è nata dall’idea di popoli come quello africano che soffrono la sete. Nell’astratto, invece,dalle emozioni che ho dentro e che cerco di far uscire in maniera astratta in modo che chi guarda possa dare all’opera il significato che vuole, quello che l’opera gli trasmette.

Come mai questa scelta nel figurativo di essere molto grafici?

E’ questa l’impostazione che mi hanno dato quando ho seguito 2 scuole di pittura, una in particolare era rivolta alla tecnica del collage: un’ unione di immagini che serve a trasmettere un messaggio in maniera immediata.

Quindi sono opere in collage che lei prende ritaglia e incolla su tela?

No io le ritaglio, le metto su cartoncino e poi con lo scanner le faccio stampare su tela e le incornicio.

Quindi diciamo che c’e’ un lavoro che parte anche dal computer.

Assolutamente no, lo scanner è l’unico mezzo tecnico che serve esclusivamente ad ingrandire le immagini e stamparle su tela. IL computer non elabora assolutamente l’immagine non fa nulla se non leggere l’immagine.

Invece il passaggio all’arte astratta come e’ avvenuto?

I periodi sono contemporanei nel senso che non ho avuto un periodo grafico e poi astratto, i lavori li ho fatti contemporaneamente.

E’ la stessa tecnica quella astratta?

No l’astratta e’ fatta con pastelloni ad olio, pastelloni grossi come se fossero dei pastelli a cera ma molto grossi e ad olio, Dopo aver messo il colore con i pastelloni, poi lavoro il colore con le mani.Per questo motivo le tele non vengono intelaiate prima ma dopo che ho finito l’opera.

Non sente un distacco tra le due situazioni tra il figurativo e l’astratto? Poiché mentre nell’astratto esprime la sua forza,è molto rabbiosa ed istintiva, libera, molto più forte e vera perché si sente il segno la materia, la grinta, nel figurativo è molto riflessiva quasi surrealista.

No perché riflettono ciò che sono io, io sono proprio così duale nella mia personalità cioè nel senso che sono riflessiva da un lato ed emotiva dall’altro, quindi le opere riflettono come sono io. Nell’astratto faccio uscire la parte più istintuale di me mentre nel figurativo la parte più riflessiva che si pone dei problemi e vuole in un certo senso trasmettere le idee che ha su determinati argomenti.

Come mai gli artisti si distaccano sempre piu’ spesso dal rappresentare la societa’ attuale, cioe’ ad esempio dal 2001 siamo in guerra ma nessuno ne parla, ci sono violenze su donne, bambini,abbiamo una societa’ basata sull’economia che e’ quella che decide che tutto si compra e tutto si vende comprese le persone, compresi gli animi, le idee ecc, pero’ gli artisti sembrano fuori, vivere in un limbo mentre precedentemente l’espressionismo ecc, ( come ad esempio in Guernica di Picasso)s’interessavano di quanto accadesse, perché questa distanza?

Secondo me la gente in generale, al di là dell’artista, perché poi l’artista e’ un essere umano, vuole non pensare a certe cose, fa di tutto per non pensare, c’è una sorta di rassegnazione e quindi anche l’arte diventa un modo per fuggire in un altro mondo. Attraverso l’arte ci si astrae dal mondo reale e non si pensa, ripeto secondo me le persone, gli esseri umani non vogliono pensare a certe cose,perché pensare ti porta a riflettere a stare male e a sentirsi impotenti e questa è una cosa negativa.

La collettività non ha piu’ capacita’ o non ha piu’ l’input per riflettere perche’ gli e’stata tolta dai mezzi di comunicazione, televisione ecc

Sicuramente. Io spesso parlando con chi incontro e frequento dico che e’ inutile guardare il tg o leggere i giornali perché tutto ciò che si legge non e’in realta’ così. Purtroppo spesso ti rendi conto che combatti contro i mulini a vento perché anche coloro che reputi essere persone intelligenti e culturalmente impegnate, o almeno che la società riconosce come tali, non si pongono il problema dell’informazione manipolata. L’artista, quindi,non prende questi temi perché alla fine è come combattere contro i mulini a vento

E’ un essere umano anche lui entrato nell’ingranaggio.

Esatto, non si pone problemi più di tanto e vive seguendo il carpe diem.

Un quadro disperato.

Io penso che sia realista non disperato. Noi siciliani ad esempio, non tutti per fortuna, abbiamo quest’atteggiamento nei confronti della mafia che sta a casa nostra. Cosa ci può interessare di cosa accade a Kabul o in Iraq, se non ci interessiamo neanche di ciò che accade dietro l’angolo di casa nostra?

Non e’ importante e necessario andare in Iraq per comprendere che Bush sta facendo la guerra per il petrolio che piazza le sue basi contro la Cina per un'altra eventuale guerra. Però l’artista è colui che comunica, come dicevamo prima, per cui non deve mai neanche nelle proprie opere staccarsi dall’umano e pensare di riuscire a cambiare il mondo deve essere intrinseco nell’opera stessa, coloro che comunque sono nella storia dell’arte sono coloro che hanno dato un taglio netto con il passato e con una società sbagliata proponendo una soluzione. Ad esempio, quando noi vediamo Pollock in una galleria non è che diciamo che bravo questo si è inventato la tecnica dell’happening fascicolare o ha colato in un certo modo il colore, ma lui ha dato un taglio alle arti precedenti creando un’ arte sua con una rabbia, una comunicazione, una forza e un delirio nei confronti della società che lo circondava comunicata nelle opere. E’ forse questa la forza dell’artista, ognuno di noi canta anche bene,ma per diventare un tenore ce ne vuole e la stessa cosa capita nell’arte

L’artista ha bisogno del critico?

Dipende se l’artista vuole vendere allora si ne ha bisogno, ma se l’artista lo fa per se stesso allora no, poiché in questa caso l’arte è un modo per far uscire cose di te,così come scrivere.

Non dovrebbe essere viceversa cioe’ il critico ha bisogno dell’artista, perche’ il critico senza l’artista che fa’?

Se la domanda è l’artista ha bisogno del critico ti rispondo che dipende dall’obiettivo dell’artista, si se vuole vendere, certo ne ha bisogno. Se poi intendiamo come critico chi critica nel senso positivo ,cioè che guarda la tua opera e da il suo giudizio , può essere anche un amico il critico, allora ciò serve sempre in ogni caso alla crescita personale di ognuno di noi e vale nella vita di tutti i giorni sia che tu sia artista o faccia altro, credo che la critica debba esserci in tutti gli ambiti e i contesti della vita di una persona perché la critica fa crescere e migliorare.

Quella e’ la critica che può fare anche Piero Rossi che entra in galleria e vede le tue opere.

Se però Piero Rossi ha un’idea più o meno di arte perché se è un Piero Rossi che non capisce nulla è un altro discorso.

La critica serve per confrontarsi poi l’artista valuta se Piero Rossi ha una storia per poter dire o non poter dire oppure anche se è senza storia potrebbe riuscire a dire delle cose che possono essere valutate. Non è detto che bisogna essere per forza un critico e conoscitore di storia dell’arte per dire qualcosa di critico.

Certo se però un Piero Rossi entra in galleria e critica Burri dicendo che è una schifezza e avrebbe potuto farlo lui diciamo che è una critica inutile, così come vedendo Fontana e i suoi tagli nella tela, in quel caso la critica è superficiale e certamente non serve.

Pero’ bisogna lavorare tanto perche’ l’esistenza di persone che dicono cos’e’ un taglio sulla tela e’ purtroppo maggioritaria e quindi bisogna lavorare tanto per far comprendere che quel taglio significava passione, dolore, poesia,e non l’aveva fatto nessuno precedentemente.

Certo.A queste persone bisogna far capire che se lui l’ha fatto e noi no e’ lui l’innovatore e se io devo avere come critico uno di questo tipo penso che non mi serve, se invece penso a qualcuno che dà un suo significato a questo taglio anche se il significato che gli attribuisce è molto lontano da quello che gli attribuiva Fontana lo riconosco come critico

Quali sono stati i pittori che l’hanno influenzata?

Nessuno in particolare, mi piace molto Picasso ma non è che mi abbia influenzato

Non c’è niente di Picasso a parte alcune cose.

Mi piace lo trovo interessante.

Altri?

Mi piace molto Modigliani.

Come mai a voi artiste le donne, non vi vengono mai in testa ? Una donna tipo Frida Khalo

Frida a me non mi verrebbe in mente perché è macabra, o Artemisia Gentileschi è troppo classica. In primis perché di donne nell’arte conosciute ce ne sono poche.

E perche’ secondo te?

Perché la nostra società è maschilista.

Pero’ poi io intervisto donne artiste e non nominano mai donne artiste come loro, a mala pena dicono di conoscerne qualcuna, mentre una essendo donna dovrebbe prepararsi e chiedere quali donne ci sono state nella storia dell’arte e perche’?Perche’ siete così spiazzate, il maschilismo e’ arrivato anche su di voi?

Siamo travolte dal maschilismo(eheh).Beh il problema e’ che gli uomini sono più visti, se prendiamo ad esempio l’ente mostra qui a Marsala vediamo come anche qui, pur se ci sono state e ci sono mostre molto belle, gli artisti esposti sono uomini, per cui anche a livello inconscio ci hanno abituato a pensare all’artista uomo.

Scrittrici?

Saffo,Alice Munro.

Qui siamo messi un po’ meglio, qui si capisce come la comunicazione come potere incida sulle menti lasciando passare il messaggio che vuole, quindi nella letteratura ce ne vengono tante di scrittrici.

Ma perché hanno scritto di più sono state più pubblicizzate.

Ecco sono state piu’ pubblicizzate, perche’ noi che abbiamo fatto questo concorso possiamo dire tranquillamente che sono piu’ le donne brave tra meritevoli e vincitori. Chi l’ha detto che non ci sono, bisogna cercarle, bisogna trovarle, scovarle,pero’ ci sono e sono piu’ brave, piu’ sensibili degli uomini. Per cui andate a cercare le artiste perche’ è fondamentale che si ribalti anche il mondo della storia dell’arte.

Ti do un altro input: secondo me in certi contesti vi è il problema della competitivita’ tra donne, ciò è importante perché da un lato noi donne in certi ambiti, l’amore, i rapporti umani sappiamo essere molto unite, sul piano professionale siamo molto peggio degli uomini, per cui il confronto con una donna ci infastidisce di piu’ del confronto con un uomo.

La competitivita’ e’ un concetto naturale, anche in natura c’e’ la competizione. Il piu’ bravo può accoppiarsi o riprodursi perche’ comunque c’è un senso, fara’ figli forti che resisteranno alle intemperie e tutto quello che la natura gli mette contro. Tra donne la competitività, quando e’ sana e non fa male agli altri, chi arriva prima alla mela se la mangia,la trovo abbastanza sana. C’e’ un'altra cosa che non e’ sana e per cui sul lavoro gia’ e’ troppo che voi siate arrivate e quindi vi costringono a sgomitare 8 volte di piu’di un uomo che il lavoro ce l’ha storicamente, c’è l’ha di rendita, di tradizione

Mentre per un uomo e’ normale arrivare a certi livelli per una donna non è così e quindi deve dimostrare di avere molte più capacita’ di un uomo anche se questo accade nell’arte. Una donna che debba confrontarsi con un'altra se è un’artista preferirà confrontarsi con una scrittrice per questa motivazione atavica che spinge alla competitività e cercare di eliminare le concorrenti e questa è senz’altro una cosa su cui riflettere.

Un'altra cosa che non ho visto nei quadri a parte la totale mancanza della societa’ è la totale mancanza, della sessualita’, a parte una pittrice che abbiamo gia’ presentato, sia i maschi che le donne non parlano della sessualità, mi veniva da pensare che molti quadri scandalosi del passato tra cui quelli di Michelangelo o Leonardo, erano scandalosi perche’ andavano a toccare questo punto fondamentale che e’ la riproduzione dell’uomo, il vivere, i rapporti ecc mentre adesso c’è un assenza di sessualita’ come mai?

Una domandona….anche lì c’è una certa ritrosia,c’è molta confusione non ci sono piu’ punti fermi rispetto a prima.

Eppure anche prima, la Cappella Sistina e’ stata dipinta da un gay.

Si però io nelle mie opere astratte, non so se emerge, " parlo" della sessualità.

Emerge, emerge abbiamo detto che sei molto piu’ libera.

Sono attenta a questo fatto della sessualità perche’ è una cosa che io sento molto di mio però magari non lo faccio trasparire con evidenza ma e’ latente.

E’ latente sempre anche quando nelle cappelle viene con le colonne creato il gioco del pieno, il vuoto, pero’ non c’è, come si faceva precedentemente,la sessualità presa di petto, con forza come Goya con la Maya Desnuda ma anche Toulouse Lautrec che rappresentava le prostitute. Oggi invece c’e’ l’assenza di tutto anche della sessualita’,che e’ il primo motivo per cui ci si incontra, si decide di stare insieme,si fanno figli si decide di portare avanti la specie

Ma prima, forse, veniva intesa come un modo provocatore soprattutto nelle opere a cui hai accennato tu, oggi invece il sesso si vive con molta liberta’.

Uuummhh in Sicilia

Si si in Sicilia, come no!!

Si ma deve essere tutto nascosto non troppo evidente

Anche qui abbiamo fatto enormi passi avanti non credere che la Sicilia sia ancora arretrata almeno non da questo punto di vista.

Io dico che oggi i miei figli non vedono una pubblicita’ dove essa viene mostrata in modo naturale, viene censurata, non e’ vero che si parla di sessualita’se viene censurata.

Dipende però cosa s’intende per sessualità, se si intende come libertà è un conto se s’intende come volgarità è un altro.

Non parlo di pornografia, che quella piu’ la censuri e piu’ la vendono, parlo di cose naturali.

Io non la vedo questa censura nella pubblicità anzi io vedo che fanno pubblicità con evidenti simboli fallici, come quella del gelato magnum che sinceramente a me fa molto incavolare.

Infatti quella pubblicita’ e’ stata quasi censurata.

E meno male perché era una pubblicita’ volgare che non avevo senso trattandosi di un gelato.

Ma non hanno neanche senso le vallette nude alle ed infatti stiamo parlando di cose tipo la Maya Desnuda, nessun artista affronta questa tematica, tra tutti gli artisti che abbiamo scelto solo una donna ha affrontato questa tematica con forza e sincerita’.

Si vede che lei è libera, la vive con liberta’e si sente di rappresentarla, invece in noi c’è sempre il senso del peccato.

Abbiamo centrato il punto: siamo nello Stato Vaticano.

Io sono atea ma sicuramente la cultura fa l’associazione sesso =peccato e c’è ritrosia a manifestare anche nelle opere questo aspetto, quindi il messaggio lo si manda in modo subliminale nell’opera però poi in maniera evidente è difficile fare il passo.

Per concludere questa bellissima intervista chiediamo a Paola Sobbrio qual’e’ il messaggio che vorresti lasciare alle nuove generazioni.

Io ho una figlia di nove anni e quindi penso alle nuove generazioni e cerco di trasmettere a lei l’idea della liberta’, di essere liberi veramente,senza condizionamenti, questa secondo me è la cosa piu’ importante che mi piacerebbe trasmettere, riflettere sulle cose e cercare di essere quanto piu’ liberi possibile di esprimere le proprie potenzialita’ e il proprio modo di essere perché purtroppo la società di oggi non lo consente. Cio’ è quello che io desidero di piu’ in assoluto: trasmettere a mia figlia la liberta’.

Io la ringrazio per quello che fa’

Grazie a voi.