intervista al grafico

GIULIANO GIULIANI

di massimo d'andrea

redazione namir - www.namir.it

- Tra fumetto e pittura c'è sicuramente una figura fissa che è l'immagine femminile. Come nasce la tua arte e perchè questa immagine perenne in tutte le tue composizioni?

- L'amore per l'illustrazione nasce dall'infanzia nel senso che già da piccolo mi occupavo di fare piccoli disegni per la scuola, per mostre e situazioni prettamente scolastiche. Da lì ho coltivato man mano negli anni un amore vero e proprio per la rappresentazione della figura umana, quasi sempre orientata verso il femminile per un motivo però che non saprei spiegare. Forse ho trovato quasi sempre la figura femminile più enigmatica, più carica di significati sia pittorici che simbolici. Questo è stato poi un tres d'union di tutta la mia produzione sia fumettistica che poi successivamente pittorica.

- Nella situazione fumettistica la donna viene rappresentata in tutte le vicissitudini che l'accompagnano, alcune anche molto drammatiche, in un certo senso 'strapazzata'da questa società. Perchè?

- Il discorso della complessità della figura umana, in questo caso la figura femminile, nasce nche, secondo me, da uno studio della psicologia umana, nel senso di vivere molto queste figure in un contesto molto conflittuale con la società. In realtà quello che il pubblico vede sono donne sempre molto sofferenti o comunque mai serene, che vogliono comunicare un che, anche di doloroso però non so se in questo, in realtà, c'è anche un rapporto con la figura materna o femminile in generale, poichè in sintesi rappresentiamo quello che noi stessi abbiamo da dire. C'è sempre questa inquietudine di fondo che avrà sicuramente dei significati inconsci.

- Quale tecnica utilizzi per i dipinti?

- A livello pittorico ho scoperto l'amore per l'olio, nel senso che prima avevo una certa diffidenza verso l'olio e amavo di più i lavori veloci in acrilico e acquerello. Ho scoperto invece questo amore per l'olio che è l'amore di una creazione che è un divenire lento poichè l'opera si modifica continuamente nel processo ad olio per cui oramai mi sto orientando quasi esclusivamente verso questa tecnica pittorica. Ovviamente in situazioni più veloci amo sempre fare schizzi ad acquerello ed anche a riprendere la vecchia colorazione col pantone o con l'ecoline, che è tipica del cartoon.

- Mi interessava conoscere quali artisti ti hanno colpito di più nella storia dell'arte, o anche del fumetto

- Giusto ieri vengo dalla mostra di Gauguin e mi ha colpito particolarmente forse anche questo simbolismo della figura femminile che è un tratto nel quale mi ritrovo anche io. Questa figura sempre malinconica e un pò sommessa, mai solare, o solare forse solo nel periodo tahitiano ma in realtà sempre molto sofferente interiormente.

- Quando era a Parigi

- Esattamente

- Quando è andato a Tahiti la donna viene rappresentata in un altro modo

- Si, in un altro modo, però c'è sempre una malinconia di fondo se ci fai caso. C'è la solarità della donna tahitiana ma è sempre presente un velo di malinconia nella sua produzione

- Bhe questo dipendeva sicuramente da lui, nel senso che ha dovuto lasciare tutto, ricominciare una vita quindi la malinconia probabilmente era la 'sua'. Ed oltre Gauguin?

- Per il discorso fumettistico sono un estimatore di Andrea Pazienza

- Hai avuto esperienze fumettistiche?

- Ho lavorato per anni via internet con delle testate degli Stati Uniti producendo delle tavole autoconclusive, nella fattispecie con Propergander un magazine che si trova in Texas con la quale c'è stata una bella collaborazione che si è poi conclusa nel momento in cui ho iniziato a dipingere poichè non riuscivo più a gestire entrambi le cose. Anche perchè io concilio l'attività pittorica con un lavoro.

- Cosa manca nell'arte oggi secondo te?

- Manca un'idea nuova

- Per quanto riguarda gli spazi espositivi?

- Personalmente ho lavorato sempre e solo in casa mia, non mi sono quindi mai interessato della ricerca di spazi esterni, nel senso che io sono uno molto solitario nella mia arte. Coltivo il mio spazio e lavoro molto col computer, non saprei darti una risposta in questo senso.

- I critici hanno bisogno degli artristi, o gli artisti hanno bisogno del critico?

- Uno ha bisogno dell'altro vicendevolmente, nel senso serio della parola

- Un'ultima domanda per chiudere questa intervista, perchè questo mondo uccide i poeti?

- Perchè non li ascolta, ci sono troppe voci che coprono quello che il poeta vuole dire e nel caos si perde il messaggio

- E quindi inevitabilmente lo uccide

- Lo uccide o lo soffoca. Non vuole sentirlo o non può sentirlo