INTERVISTA alla pittrice scultrice ELISABETTA COPPOLA.

di Massimo D’Andrea.

Siamo con Elisabetta Coppola, pittrice-scultrice, perché comunque fa degli interventi anche pittorici sulle sculture. Come nasce un’opera?

Elisabetta Coppola: Direi che nasce sempre dall’idea di raccontare delle idee, dei pensieri, in modo abbastanza ironico e vivace, sembra che io voglio insegnare qualcosa, in realtà c’è sempre un po’ di ironia, c’è molto di primitivo, di infantilismo nelle immagini, quindi l’idea è quella di raccontare il legame che c’è tra la natura e la cultura, tra il nostro passato e il nostro presente, trovare le origini cercarle, capirle, per stare meglio…

Perché utilizzare questa tecnica, come dice lei, primitiva, per quale motivo lei fa questo tipo di ricerca?

Mi piace appunto cercare le origini delle cose, ma anche dei materiali e quindi a volte usando materiali più tradizionali come il legno, legno trovato, tronchi, tavole di legno riutilizzate oppure unire a volte anche materiali trasformati dall’uomo o più contemporanei, una ricerca di origini, anche dei materiali.

Senta, lei spesso ha riportato nelle sue opere degli avvenimenti sociali…

Si, è vero…

Parliamo di “Armi”, “Armi del 2965”…

È un argomento che mi sta molto a cuore…

… E appunto le lance sono trasformate in foglie…

Si…

Quindi c’è anche questo gioco ironico di cui lei parlava poc’anzi…oppure “Armi di distruzione di massa”. Per quale motivo questo impegno sociale?

Beh, questo proprio fa parte del mio essere… di vivere in un mondo che si sta trasformando, velocemente, come è giusto che sia…però non penso sia corretto dimenticare ciò che siamo, siamo natura…siamo nella natura… è giusto che noi la trasformiamo, l’abbiamo sempre fatto, dalle origini, però non rendendosi conto da dove veniamo…rispetto, pensare di portarsela dietro questa natura, anche se avanzano le tecnologie, di pari passo…mantenere questo equilibrio.

Non è per caso che dal momento in cui l’uomo ha cominciato a trasformare la natura ha perso il contatto con questa?

L’ha perso, certo un po’ l’ha perso però noi lo siamo, continuamo ad avere delle biologie che fanno parte della natura e si compensano con la natura stessa anche se trasformata, quindi l’equilibrio ci vuole, anche sulle nostre esagerazioni. In un’opera come “Trovo l’equilibrio”, che vi ho inviato, c’e questo tronco trovato, rimesso in vita con il colore, però poi dietro ci sono tutte le nostre esagerazioni, le nostre ossessioni, scene di varie cose che noi facciamo che possono trovare l’equilibrio…

Che tecniche utilizza lei?

Mi piace usare abbastanza i pastelli ad olio sul legno perché hanno un effetto interessante e molto plastico, oppure utilizzo il metallo trasformato oppure le incisioni, legno inciso dipinto ma con parti  incise, oppure anche l’acrilico, la tempera, però poi sopra c’è sempre questo segno del pastello, diretto, manuale che crea dei segni, dei graffi un po’ come un’appropriazione della materia…

C’è un ricordo dell’Arte Povera?

C’è un ricordo, eccome se c’è! …E una parte di Surrealismo.

Certo…Quali sono stati i suoi maestri, che lei considera tali, della storia dell’arte?

Maestri della storia dell’arte…uno è Magritte anche per la sua parte concettuale, tutto il dadaismo e il surrealismo e come hai detto bene, anche l’Arte povera, poi mi piace il segno di Van Gogh, forse nelle foto non si vede tanto… mi piace anche l’Espressionismo quindi c’è questo lato della manualità e della concettualità….

Senta, ne parlavo poc’anzi, delle donne nella storia dell’arte chi l’ha colpita?

Purtroppo le donne sono sempre così bistrattate nella storia dell’arte…del passato o del presente?

Passato presente…insomma chi pensa di…

Mi viene in mente, per rimanere un po’ nel Surrealismo e anche di un certo impegno sociale, Frida Kahlo ma è una delle tante, oppure una del passato, Artemisia Gentileschi, artista seicentesca che era una forza, una “pittora” come dice un critico d’arte...

Abbiamo anche la Guggenheim come critica d’arte…mecenate

Si, si…

Il suo rapporto con i critici? L’artista ha bisogno del critico oggi?

Pare di si…io li ho sempre schivati o hanno schivato me…sembra di si, però…

Cosa vuol dire sembra di si, voglio sapere la sua opinione…

Sembra di si perché oggi vediamo molto di più il critico che l’artista; in certe occasioni questo non è sempre negativo… io sto parlando di movimenti artistici come Surrealismo o Arte povera che hanno avuto dei critici.

Si, ma era un’altra cosa…

Si, era un altro discorso…

Si collaborava…insieme…

Oggi sembra che sia il testo critico ad avere la meglio, forse anche in questo caso bisognerebbe tornare indietro e dire chè è l’artista che agisce e può non parlare proprio, parla il suo lavoro oppure può dire la sua opinione, dire ciò che fa, il critico è un po’ invadente…

Allora, per quanto riguarda invece le gallerie?

Le gallerie hanno bisogno del critico perché se no non sanno cosa fare!

Ma gli artisti hanno bisogno delle gallerie? Parliamo del desiderio di una galleria che vorrebbe un’artista.

Mah, nel mio caso è diminuita nel tempo; appena uscita dall’Accademia pensavo fosse la galleria, la classica galleria d’arte, ad essere il veicolo per mostrare il proprio lavoro… poi ho pensato che le persone a cui io mi rivolgo forse non passano dalla galleria ma passano dal centro commerciale, dal locale dove si fa musica oppure da internet.

Insomma quei luoghi ancora liberi…

Si, esatto.

Fuori, potenzialmente, da questi meccanismi.

Quindi l’idea della galleria si è allontanata da me.

Se ci dovrebbe essere, come dovrebbe essere?

Dovrebbe non solo essere una mostra di opere, ci dovrebbe essere anche un altro media, della musica o della letteratura, qualche scambio di questo tipo, interventi, come ad esempio in una mostra che ho fatto… ho fatto intervenire il pubblico… mi piacerebbe che il pubblico interagisse con l’opera, quindi non la tradizionale mostra dove i quadri, le sculture sono appese ma un intervento diretto.

Però la domanda che mi viene spontanea è che queste cose si sono fatte…

Si…

Cioè, per chi opera nel campo dell’arte sa che non sta parlando di novità, queste novità ci sono state negli anni sessanta, settanta, soprattutto anche l’Arte Povera faceva questi interventi incredibili, ricordiamoci che hanno allagato addirittura tutta una galleria, facendo comunque interventi delle persone, eccetera, sono cose, azioni, viste e fatte già. Per quale motivo poi sono venute a mancare e siamo ricaduti nella banalità totale?

E’ cambiato il tempo storico, sociale, quello era un periodo storico dove si cercava questo. Oggi, secondo me, l’opinione dell’uomo normale, che tutti giorni va a lavorare, è ritenuto abbastanza inutile… penso che bisognerebbe ritornare… ma io non parlavo comunque di azioni estreme come l’allagamento della galleria…Proprio un intervento del pubblico, anche delle sue opinioni che potrebbe dire, scrivere oppure agire attraverso un piccolo gioco che può fare l’artista per farlo partecipare, quindi non tanto un’estremizzazione anche perché ne sono state fatte…

No. Mi ha fatto venire in mente queste azioni che io ho letto sui libri perché non ero adulto, per cui…

Si, ma è vero…

Se uno studia un pochetto vede che comunque di queste azioni ce ne sono state tantissime.

E poi sono venute a mancare…

Si perché è venuta a mancare anche la cultura.

Si.

Perché poi non se ne conosce neanche l’esistenza…

Poco.

Sembra quasi che da parte degli artisti ci sia chissà quale “scopertona”, come quando dipingevo io e pensavo di avere inventato Pollock e poi ho capito che Pollock c’era prima di me!

Beh, ritorno sempre al discorso che bisogna sempre conoscere cosa è stato fatto prima….

Esatto, come tutte le cose c’è anche una storia dell’arte che bisogna conoscere.

Certo, ma il fatto di far tornare a partecipare il pubblico, non tanto con le installazioni ma fargli capire che ha ancora un interesse per l’arte, quasi didattico…è quasi come se non le sappiamo più leggere…come nel Medioevo… non si sapeva leggere ma si capiva lo stesso l’immagine….forse oggi c’è bisogno di una nuova alfabetizzazione…

Certo, perché per chi ha fatto cultura allora, non è stato in grado di discenderla.

Si, quindi una nuova lettura, un nuovo modo, dei mezzi per leggerla l’arte contemporanea… che è più difficile …. chiaramente perché SEMBRA più facile di un’opera antica… ci vogliono degli strumenti..oggi in molti si chiedono se le opere che vediamo sono arte…è arte se sappiamo leggerla e condurla nel nostro tempo.

Senta, perché manca la contemporaneità, cioè perché pochi artisti si interessano del sociale, di quello che accade, delle guerre, degli avvenimenti…?

C’è molta colpa in chi ha voluto allontanare l’arte… forse anche la critica stessa… di creare un po’ una casta, di creare un altro privilegio, essere artista oggi è un modo per essere distaccati dalle cose terrene e invece oggi l’artista DEVE essere nella quotidianità.

Interessante quello che lei ha detto, soprattutto quando dice che poi c’è un mercato, critici, gallerie che possono fare anche una linea culturale che culturale non è…

Certo… conducono il pensiero da una parte…

Ci ritroviamo in un mondo allargato dai canali televisivi, uguale…

Si…

Tutto controllato… la comunicazione non riusciamo a farla liberamente. Le volevo chiedere, per tornare ai suoi lavori, quale azione ha preferito, quale ricorda con piacere, che ha fatto…

“Armi di distruzione di massa” e le “Armi del 2965” anche perché le ho mostrate nel periodo in cui è iniziata la guerra in Iraq…. “Armi di distruzione di massa” ci dice che non importa arrabattarci tanto per crearne…

Quando le ha fatte?

Le ho mostrate nel 2004…si, le ho fatte nel 2003, 2004 e quindi le ricordo … ricordo anche che le hanno viste dei ragazzi in età scolare, io insegno… andarono a vedere la mostra (non portati da me, ovviamente, ma da altri) e rimasero colpiti e mi fece molto piacere perchè è da piccoli che bisogna istruirli…

Certo, speriamo, perché poi il sistema ha delle tenaglie gigantesche…

Si… Partono molto presto…

Partono molto presto…tra l’altro la riforma scolastica… ma non ne parliamo in questo momento.

No…non ne parliamo…

Senta, volevo sapere cosa pensa di lasciare attraverso le sue opere, le sculture, le pitture che realizza, a queste nuove generazioni, e cosa bisogna fare per amare l’arte?

Spero di lasciare la voglia di scoprire e di riappropriarsi delle emozioni.. penso che cominciano a mancare molto, le emozioni stanno un po’ allontanandosi… L’altra domanda era…?

Cosa bisogna fare per amare l’arte?

Conoscerla.

Lei è molto concisa… Allora le faccio altre due domande. Lei parla di naturalità all’interno delle sue opere artistiche. Ultimamente è stata chiusa, per opera di chissà quale situazione politica vergognosa, un’esposizione sui gay. Le volevo chiedere: i gay rientrano in un concetto di naturalità? Se ne è parlato, spesso anche nella storia dell’arte c’erano gay, potrei citare tantissimi artisti…

Si, certo ma per me è un po’ come quando mi dicono perché non uso il computer per fare arte e perché uso ancora il pennello… è solo un mezzo, il fatto che uno sia gay… non mi sembra una categoria per fare arte…

Non volevo dire che rientrano in una categoria di naturalità o no… lei come vive questa problematica?

Ognuno sente quello che vuole…si, fa parte della naturalità…non è certo una malattia…

No, certo, era bene specificarlo…la chiusura di questa esposizione …. Perché una società intera uccide i poeti, e poi ci lasciamo…

Perché una società intera uccide i poeti?

Si, posso citarle Pasolini, posso citarle tantissimi altri…

Si…

Non è una frase mia, la disse…

Si, si…penso perché parlano, perché dicono la verità attraverso una forma diversa e a volte scomoda, l’artista, come dice Platone, è pericoloso…magari l’idea di Platone era diversa, però la frase non è male, l’artista pericoloso….

Questa diversità è consona nella natura, c’è qualcosa che lei sa che la natura ha fatto uguale?

Cioè, spiegami meglio…

La natura non fa niente uguale, fa in continuazione cose diverse…

Si…

Per cui la diversità la possiamo definire naturale?

Si, la diversità è naturale ed è bene che continuamo a mantenerla…per poter cambiare…

Abbiamo dato quindi una nuova definizione all’uomo, che in realtà cerca di essere innaturale rendendo tutto uguale…

Si…

… e comprensibile alla classe al vertice della piramide…

Esatto…

Io la ringrazio. Lei è timidissima e mi ha messo un po’ in imbarazzo, non so come scucirle le parole dalla bocca…. però è molto, molto intelligente… quindi è stato un piacere…

GRAZIE!