L'Untore N° 5 nuova serie - Anno 0  Maggio 2005

Nazioni Unite: diritti umani strabici a Ginevra
di  Fabrizio Casari


Si chiama Commissione per i Diritti umani delle Nazioni Unite. Si riunisce a
Ginevra ogni anno e approva o respinge mozioni che intimano, suggeriscono,
esigono o chiedono spiegazioni in tema di diritti umani ai diversi Paesi che
si suppone li víolino. Questo apparentemente. In realtà, l'organismo che
dovrebbe monitorare, verificare e giudicare, pare avere in dotazione due
elementi poco coerenti con il mandato previsto: strabismo e doppiopesismo.

Succede, infatti, che i paesi del sud del mondo vengono regolarmente
redarguiti, in seguito a pressioni, manovre e ricatti del club dei potenti.
Quando, invece, si tratta di discutere delle violazioni dei diritti umani
nei paradisi della democrazia occidentale, allora il gioco delle tre
scimmiette diventa il modus operandi in voga.

Pochi giorni addietro, Cuba è stata oggetto, come ogni anno, dell'ossessione
statunitense. In una mozione apparentemente blanda, per favorire il
convergere di Paesi che altrimenti non avrebbero firmato, le si chiedeva di
accettare l'invio di un commissario straordinario per verificare la
situazione dei diritti nell'isola. Il governo cubano, che in passato, sulla
scorta di un dialogo costruttivo, aveva permesso l'accesso a missioni delle
Nazioni Unite, si è opposto a questa "richiesta" denunciando il carattere
pregiudiziale e politicamente ostile della mozione.

Aldilà del giudizio sullo stato dei diritti umani sull'isola, per certi
aspetti piú alto non solo dei parametri del continente, ma persino di molti
paesi europei, è assolutamente stravagante la pretesa di alcuni dei
firmatari del documento anticubano di rappresentare a qualsivoglia titolo i
diritti umani. Lasciamo perdere la pretesa di Washington di indicare, dal
basso di Abu Ghraib e Guantánamo gli standard dei diritti umani. Con il
primato assoluto della popolazione sotto tutela giudiziaria oltre a torture
e maltrattamenti nelle carceri e il record per le esecuzioni capitali, la
sospensione dell'habeas corpus e i desaparecidos post 11 settembre, dovrebbe
avere almeno la decenza di tacere.

Ma un piccolo esame dei firmatari della mozione, risulta, in effetti, piú
scandaloso di qualunque testo; addirittura la loro adesione è già un'
indicazione utile per capire l'incongruenza del testo. Infatti, a condannare
Cuba per violazione dei diritti umani ci sono alcune delle perle piú
luminose degli Stati canaglia che intossicano la comunità internazionale.

Alcuni esempi? Il Guatemala di Rioss Mont e dei suoi seguaci (200 mila morti
sulla coscienza e una dittatura militare tra le piú cruente della storia
dell'umanità, 750 assassinati solo quest'anno) ha firmato la risoluzione
contro Cuba e si è detto «preoccupato» per i diritti umani sull'isola dei
Caraibi. Stesse «preoccupazioni» sono state espresse da El Salvador e
Honduras, autentiche palestre a cielo aperto di squadroni della morte e
desaparecidos, ambedue laureati a pieni voti all'università del terrore. Si
sono poi aggiunti altri campioni, tra cui Israele e altri specialisti della
materia. .

Però si potrebbe pensare che il monitoraggio rigoroso nei confronti dei
Paesi che non rispettano alla lettera la dichiarazione universale dei
diritti dell'uomo vada comunque apprezzato e rispettato. Vediamo come. Cuba,
insieme con altri Paesi, ha presentato una mozione nella quale si chiedeva
che lo stesso provvedimento, cioè l'invio di una missione osservatrice dell'
ONU, venisse impartito a Guantánamo, l'unico pezzo di territorio cubano dove
torture, imprigionamenti arbitrari e violazioni di ogni diritto dei reclusi,
insieme alla sospensione totale dei diritti della difesa, sono realmente
pratica accertata.

Si penserà: vuoi che l'ONU non accetti una mozione che chiede chiarezza su
una vicenda tanto drammatica quanto oscura? Vuoi che un organismo cosí
attento ai diritti umani non senta il bisogno di accertare quanto succede a
Guantánamo? Certo che no! La mozione di Cuba su Guantánamo è stata respinta
con otto voti a favore, 22 contrari e 23 astensioni. Cosa conteneva? La
richiesta agli USA di autorizzare una ''missione imparziale ed
indipendente'' sulla situazione delle persone detenute nella base navale
americana di Guantánamo. La risoluzione chiedeva inoltre a Washington di
autorizzare la visita nella base di quattro relatori speciali della
Commissione e in particolare quello sulla detenzione arbitraria e sulla
tortura.

Era infine richiesto all'Alto commissario dell'ONU per i diritti umani di
elaborare un rapporto su Guantánamo. Nel caso della mozione contro Cuba l'
Unione Europea ha deciso di associarsi affermando che il voto non
rappresenta una condanna delle autorità di Cuba, ma invece «una occasione
per Cuba di dimostrare che i diritti umani sono rispettati». Per la mozione
su Guantánamo, invece, l'UE ha deciso di votare contro, evidentemente
indifferente alla verifica di ciò che succede nelle carceri statunitensi.

Divertente no?

Nel caso di Cuba si è convinti che i diritti umani siano rispettati, e
quindi si firmano risoluzioni di condanna per violazione dei diritti umani;
nel caso di Guantánamo, si ritiene che i diritti umani siano violati e
quindi si decide che il dato non vada né verificato né quantificato. .

Si confermano quindi due cose: la prima, che i diritti umani sono una
variabile del modello politico, la seconda è che proprio per questo seguono
il paradigma del debito; meno si adempie, meglio si è considerati.

Fabrizio Casari
f.casari@reporterassociati.org

 

 

 

 

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