IL SILENZIO SUL TOGO


Sapevate che in Togo c'è stato un colpo di stato e ora regna la guerra civile? Egregi signori della notizia, voglio sottolinearvi una piccola informazione sfuggita ai vostri occhi attenti al risultato scandalistico. Per circa quaranta anni un uomo di bassa statura, Eyadema, ha imposto la sua egemonia in un piccolo paese dell'Africa occidentale, il Togo. Ebbene questo maestro della violazione dei diritti umani, esperto conoscitore della politica del "tutto mio", si è spento il 5 febbraio 2005, come voi sicuramente sapete.

Da quella data sono susseguite una serie di violenze sulla popolazione togolese, iniziate con un colpo di stato di Faurè Gnassingbè, il quale nell'inerzia internazionale ha creduto di essere nella posizione ideale per assumere la carica presidenziale essendo il figlio del dittatore deceduto, e culminate con le "libere elezioni" del 24 aprile. Da quel 24 aprile, che ha misteriosamente sancito la vittoria "ufficiale" di Faurè Gnassingbè, è iniziata una guerra civile nel piccolo paese africano, i morti sono già più di cento, è iniziata un'emigrazione di massa verso il Benin e il Ghana (due paesi confinanti col Togo), l'esercito nazionale fa irruzione nelle case per arrestare e uccidere i presunti oppositori, l'opposizione guidata da Akitani si è autoproclamata vittoriosa della tornata elettorale con il 70% dei voti, ha incitato il popolo a sollevarsi e resistere fino alla fine, in sintesi si è manifestato ciò che un occhio attento alla vita umana poteva prevedere mesi fa e nulla è stato fatto per evitarlo. Ora ci chiediamo a che cosa serve la vostra penna se essa tace in queste occasioni? se l'informazione è subordinata a logiche economiche spregevoli per chi è interessato alla vita umana, qual è la differenza tra un giornalista e un paparazzo?


www.reciprocita.org



La differenza è nel fatto che pubblichiamo questa sua lettera appello su un altro, l'ennesimo, caso di violazione brutale di quei diritti umani e civili che scandalizzano i nostri crociati soltanto quando fa comodo a loro scandalizzarsi. E la pubblico nonostante quel tono supponente, offensivo e e superbioso nei confronti di un mestiere - il mio - tanto facile da criticare quanto difficile da fare.  Zucconi



 Donatella