PROBLEMA CASA

Corsaro rosso


La sera del 4 maggio 2008, Report ha messo in onda un reportage sul nuovo sacco urbanistico. Sia chiaro, niente di assolutamente nuovo. Già a gennaio 2008 Italia Nostra, con un foltissimo gruppo di comitati di quartiere ed associazioni, e con l'adesione degli amici di Grillo e dell'Unione Inquilini di Roma, aveva in una conferenza stampa reso pubblico un
dossier sul  presunto "modello Roma".

Cosa c'è di nuovo oggi. Oserei dire nulla, ma Report ha assemblato i pezzi e ne ha fatto una inchiesta vera. Oserei dire una inchiesta marxista. Semmai, in maniera retorica, mi domanderei perché questo reportage non è stato pensato prima dai giornali della sinistra: Liberazione, Manifesto.
Una risposta proverò a darla, anche se non piacevole.

Intanto, se qualcuno ancora si stava chiedendo perché a Roma è stato eletto il "fascista" Alemanno, perché la sinistra è al minimo sindacale e il PRC senza consiglieri comunali, credo che oggi, a meno di passare dalla miopia alla cecità, la risposta sia chiara.

Il modello Veltroni, con l'assoluta zerbinaggine della sinistra, non era altro che un immenso comitato di affari che, in assoluto ossequio al mercato (parole dell'ex assessore Morassut) ed in totale dispregio di qualsiasi idea di città, soprattutto di città a misura di chi la abita, ha avviato immensi programmi di cementificazione.
Il bello è che gli abitanti non chiedevano di avere i primi due più grandi centri commerciali d'Europa (noi sul superfluo siamo imbattibili, è sull'inutile che cerchiamo di primeggiare in Europa). 
Siamo andati ben oltre il pianificar facendo. Siamo andati ben oltre le compensazioni che, per fare un parco a Talenti  le cui aree, ad esempio, erano di proprietà di Mezzaroma, si garantiva un'altra area da cementificare a suo piacimento senza alcun beneficio sul mercato delle locazioni o della compravendita. Però attenti, mentre Mezzaroma veniva "compensato", allo IACP andava un po' peggio, perché a questi venivano tagliati tre milioni di metri cubi di case popolari ma non veniva data nessuna "compensazione". L'artefice di questo modello: il piano delle certezze di Rutelli.

La sinistra al governo della città con una discreta forza cosa faceva? Assentiva.
Certo, ogni tanto si indignava per qualche sfratto, certo, ogni tanto si indignava per qualche vendita di enti o qualche cartolarizzazione, certo, qualche volta mediava tra movimenti di lotta e Veltroni per garantire a quest'ultimo una certa pace sociale.
Il risultato ? Per i movimenti eccellente: su 1800 alloggi assegnati negli ultimi tre anni, solo 300 sono andati alle famiglie in graduatoria che, detto per inciso, con punti 10 sono circa 1600, e sono quello con sfratto eseguito da almeno tre anni. Tutti gli altri alloggi utilizzati per sanare le emergenze, ovvero le occupazioni.
La lotta paga? Certo, ma vorrei anche indagare l'effetto
di tali atti sulle 35.000 famiglie in graduatoria. Così come vorrei indagare l'effetto della sanatoria, approvata dalla Regione di centro sinistra, di occupanti di case popolari per soggetti che dovevano avere il doppio del reddito di chi è in graduatoria. A Roma, chi gestisce la compravendita degli alloggi è la piccola e grande criminalità. Il prezzo? Dai 30 ai 70.000 euro. Peccato che, anche in questo caso, la Regione aggiungesse alla sanatoria due ciliegine: la vendita del 30% in due anni delle case popolari e l'aumento del 20% dei canoni. Bello, vero?

Mentre noi ci occupavamo delle frattaglie, gli altri costruivano mega centri commerciali, decine di migliaia di alloggi destinati ad ingrossare le fauci della rendita immobiliare. Altro che piano per 30.000 case popolari, del resto mai sostenuto efficacemente dalla sinistra. 

Dimenticavo, il giorno prima delle dimissioni, la Giunta Veltroni approvò alla unanimità la vendita del 54% delle case comunali (circa 15.000 alloggi). Anche in questo caso c'è una ciliegina. La legge regionale prevede che, al massimo, si possa vendere il 30% delle case comunali. Slo dopo una veemente protesta dell'Unione Inquilini di Roma il piano è stato ridimensionato.

Infine, mentre qualcuno ci riempiva di parole come "Porto Alegre", "conflitto", "radicalità", "antagonismo" " comunismo", quel qualcuno rendeva "allegri i costruttori"  sosteneva il "conflitto" dei comitati di affari contro la città e i suoi cittadini, imponeva una "radicalità" nello sviluppo urbanistico a beneficio dei poteri forti, diventava "antagonista" con i bisogni della città.
Se la sinistra vuole darsi un senso ed essere ritenuta necessaria dal nostro popolo, è bene che incida con il bisturi in se stessa e analizzi impietosamente la sua azione di governo della città.

Certo, fanno pensare certe critiche alla partecipazione al Governo Prodi, comunque deficitaria, che venivano da " movimentisti, ambientalisti  e comunisti veri" anche di Roma.

Il comunismo ? Trovatelo voi.

 

p.s. Chi non avesse visto Report del 4 maggio 2008 lo guardi sul sito di Report http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E1078257,00.html
Potrebbe essere una buona relazione introduttiva in tutte le riunioni a qualsiasi livello dei partiti della ex Sinistra Arcobaleno

 

 

Corsaro rosso