SANDRO MEDICI SINDACO

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Parliamo con Sandro Medici candidato SINDACO DI ROMA 2013.

Intervista - Massimo D'andrea - redazione namir

 

Inevitabilmente dobbiamo cominciare da quanto e' accaduto in SICILIA dal voto siciliano. Cosa è successo come sono andate queste elezioni regionali siciliane ?

Diciamo che è successo quello che i partiti si meritano. Questo sistema è ancora tutto improntato sulle nomenclature i gruppi di potere. Certo c'e' differenza tra i partiti di sinistra e quelli di destra, su questo non discuto, pero' i modelli attraverso i quali si muovono i partiti politici, le organizzazioni, anche quelle che hanno un nobile tradizione, è completamente scoraggiante nei confronti dell'elettorato, soprattutto quello piu' inquieto, che chiede alla politica maggior respiro e di trovare delle soluzioni alternative almeno nelle strategie. Invece si osservano proposte ancora stanche e pigre, enunciate da nomenclature e per questa ragione o ci si astiene o votano come capita e sicuramente il Movimento Cinque Stelle è uno dei principali approdi di questo voto cosi' disorientato.

Se in Italia c'e' un problema che supera tutti gli altri numerosi problemi, si chiama populismo. Come si puo' recuperare culturalmente per eliminare questa caratteristica mentale che da sempre ci distingue e dove cominciare ?

Cominciamo dalla politica. Scusa se insisto, ma la politica e' quella funzione pubblica che serve proprio a stabilire una rappresentanza tra i bisogni,esigenze, interessi e l'attuazione del governo di fare delle scelte, di impostare delle strategie. Questo paese si tira fuori dalla crisi, smettendo di investire sulle grandi opere o sui caccia bombardieri, smettendo di subire il ricatto dei grandi poteri economici che poi costringono a prendere delle decisioni odiose rispetto al popolo. Se non si interrompe questa dinamica che sembra inesorabile si propone sempre il solito modello di sviluppo. Le persone non sentono piu' vicina la politica e per questo che sono disponibili, quasi sempre, ad accogliere chi strilla di piu' o chi accarezza piu' lo stomaco che la testa. Da questa analisi nasce il populismo. Chi puo' far crescere una coscienza nazionale se non quelli che vengono chiamati a svolgere una funzione politica ?

Tra politica e finanza, non le sembra che ci sia in atto uno scontro che ben viene rappresentato anche alle primarie del Pd, da un Bersani che intende proporre un governo politico in caso di vittoria e chi viene sostenuto dalla finanza, favorevole ad un Monti Bis ?

Condivido questa tua analisi. Renzi è in qualche modo uomo piu' spregiudicato, che ha in qualche maniera proposto e propone il primato dell'economia sulla politica, mentre Bersani è piu' un figlio del novecento, cioe' un figlio della cultura del movimento operaio. Temo pero' che il modello che hanno in testa i due, sia analogo, cioe' quello di continuare ad agire nel solco di queste politiche classiste e finanziarie alle quali tutti i paesi europei devono sottostare. Ma se un governo a guida Bersani, che a questo punto è l'ipotesi plausibile, non smette di pensare che lo sviluppo di questo paese è quello dell'alta velocita', quello del raddoppio del GRA o del Mouse a Venezia, o quello basato sul riarmo del nostro esercito, cambia poco. Bisognerebbe invece investire questi danari in quello che è piu' necessario, i servizi, la sanità la scuola, se non si investe sulla cultura, poi capisci possiamo anche avere un Presidente del consiglio che viene dal vecchio PCI, come ad esempio il Presidente della Repubblica Napolitano, ma le politiche continueranno ad essere le stesse.

Vero, ma era in riferimento soltanto al tentativo di mettere la politica come filtro, che puo' anche sbagliare, fare accordi ed altro, oppure lasciare che la finanza vada direttamente al potere senza filtri, come è in atto in Grecia e in Spagna ed anche in Italia se vince Renzi. Volevo chiederle, in base alle ultime elezioni avvenute in Sicilia, il primo partito ha preso trecentomila voti, che non sono niente. La sinistra in merito cosa deve fare, a breve scade il mandato di Alemanno, a Roma cosa si puo' fare e cosa intende fare ?

Oramai si è creato una specie di perimetro nel centrosinistra che esclude quelle esperienze che considero piu' vivaci, intelligenti e critiche. In quel perimetro e a quel modello di sviluppo al quale mi riferivo prima, si è consegnato il partito democratico, quindi non riesce piu' ad avere la funzione di ponte, tra la sinistra tradizionale e quella nuova. Se quella sinistra nuova è stata cacciata da questo processo, non resta che allestire una proposta che puo' far esistere l'alternativa a queste politiche economiche. La sinistra alternativa in Grecia non ha vinto, ma ha raccolto un grande consenso, come succede spesso in Germania quando la sinistra si unisce e raggiunge risultati significativi. A Roma in particolare questa ipotesi ha una prospettiva piu' ampia perche' Alemanno in questa citta' lascia macerie, quindi il primo obiettivo è quello di non farlo tornare in Campidoglio, successivamente è importante capire come verra' governato il nuovo Campidoglio. Se ancora una volta resteranno fuori tutte queste energie positive della citta', non c'e' da sperare.

Parlando ancora di sinistra, la sinistra dei NO TAV, quella dei NO GLOBAL, fino a quella del Genova G8 del 2001, sembra divisa sull'euro. Abbiamo delle regole da rispettare per poter rimanere in Europa, regole che Tremonti ha detto, non sono state imposte dall'Europa, tolto il pareggio di bilancio, ma sono state scritte a Roma fingendo che era l'Europa a chiederci di rispettare i trenta punti elencati nella famosa lettera. Rispetto a tutto questo, la sinistra propone spesso o la decrescita, ma cosa vuoi decrescere se un operaio al massimo prende seicento euro al mese, oppure l'uscita dall'euro. Cosa fare per risolvere la crisi ?

Roma è vissuta per decenni e decenni, sull'edilizia e il pubblico impiego, entrambi i settori, in termini evidenti sono in crisi. La ricetta che si propone è quello di aumentare ulteriormente il consumo della citta' attraverso investimenti sia pubblici che privati, che la impoveriscono e che sono investimenti senza respiro, perche' alla fine questo meccanismo termina. Addirittura, questi investimenti, ricattano l'amministrazione, perche' ovvio che in questo momento la stessa amministrazione non ha soldi, per via dei bilanci. L'unica alternativa a questo infame destino, è trovare un nuovo modello come soluzione. Il nuovo modello a Roma, è solo uno, quello che si basa sul valore della stessa citta'. Roma ha secoli e secoli di storia e di cultura e potrebbe campare serenamente su se stessa, investendo sul restauro e la valorizzazione dei beni culturali, sulle arti contemporanee. Roma, nonostante sia una citta' confusa, continua ad aumentare il turismo, perche' il magnetismo che esprime la capitale continua ad essere un punto di riferimento per tutti, anche per i grandi circuiti internazionali, se a tutto questo ci mettiamo gli investimenti culturali si puo' capire come lo sviluppo torni ad esistere. Se noi prendiamo ad esempio Cinecitta', rilanciando il modello legato alla cinematografia , è un modello di sviluppo importantissimo, oppure curare sia le persone che hanno bisogno sia la citta'. Invece si concentrano tutti sul raddoppio del GRA, ma la capitale ha bisogno che qualcuno stappi i tombini, perche' altrimenti ogni volta che piove si blocca. Questa citta' ha un sistema di reti che sono al servizio della stessa, insufficiente e vecchio. Quei soldi invece di investirli sul raddoppio del GRA, diamoli alla manutenzione, diamoli alle periferie per riqualificarle. Cominciamo a fare queste nuove tecnologie di risparmio energetico e produzione ecologica. Roma è la citta' che ha la maggiore estensione di arie agricole al mondo che non vengono coltivate, sia quelle pubbliche che quelle private. Il Comune di Roma possiede una tenuta agricola straordinaria sulla strada aurelia, centinaia e centinaia di ettari abbandonati, immagina attraverso un bando, dare quelle terre a cooperative che intendono tornare a coltivare la terra e che intendono tornare a produrre prodotti di eccellenza. Questo cosi', detto velocemente per dire che ci sono alternative allo sviluppo, si tratta, attraverso l'amministrazione pubblica, di favorire questi nuovi processi. Se si continua a proporre la cementificazione, nuove strade, nuovi palazzi, continuiamo a distruggere questa citta' senza mai farla uscire dalla crisi.

Sandro Medici al Campidoglio, quali azioni da fare rapidamente oltre a quelle elencate. Inseriamoci anche quelle industriali, visto che se l'industria si trova in crisi è perche' in questi 20 anni non ha mai puntato sulla ricerca ed ora si lamenta perche' i prodotti sono facilmente riproducibili da qualsiasi altro concorrente al mercato.

Se divento sindaco di Roma, blocco immediatamente tutte le concessioni edilizie, punto e fine. Questo permette di fare una grande discussione sul futuro di questa citta', dove deve andare e quale sono le priorita'. Poi fatto questo si puo' anche discutere di fare le varianti urbanistiche necessarie ma senza ripetere il piano regolatore di Veltroni. Bloccherei anche la vendita dei beni pubblici che con questi governi è sempre di moda. I beni pubblici sono di tutti noi, ma come si permettono di venderli. Le caserme, gli ex ospedali, gli ex depositi, sono beni della collettivita'.

E' invece questa una soluzione che tutti i governi penseranno di attuare, quella di vendere i beni pubblici, dalla Finmeccanica all'Eni.

Sono beni strategici e tra le maniglie importanti per il sistema del nostro paese. Voglio in merito fare di nuovo l'esempio di Cinecittà.

Fammi aggiungere per chi non lo sa che Cinecittà sta per essere privatizzata dalle banche di Abete che intende farci il solito centro commerciale. Distruggendo in questo modo non solo la cultura storica di un grande stabilimento produttivo cinematografico, ma tanti operai specializzati in questo mestiere e quindi nella cultura del cinema.

La domanda che dobbiamo farci è che Cinecitta' è stata tra le prime privatizzazioni di questo paese, insieme all'Alfa Romeo, L'Alemagna e tanto altro. La privatizzazione serviva a rilanciare la produzione cinematografica italiana perche' lo Stato non ci riusciva. Quindi la consegna alla privatizzazione dello stabilimento aveva questo come obiettivo. Ti diamo quindi questo unico e meraviglioso spazio cinematografico e in cambio mi rilanci la produzione, che significa cultura film e lavoro. Sono passati quanti ? Quindici anni e cinecitta' si trova peggio di prima. Quindi bisogna capire che queste privatizzazioni sono illegali o comunque discutibili, ma non funzionano. Sono sicuro che se quel bene veniva dato a delle cooperative o ad altre forme che i stessi operai si inventavano, perche' loro che ci lavorano sanno come si fa cinema, Cinecitta' sarebbe stata competitiva a livello internazionale e avrebbe risolto in proprio i problemi del rilancio della produzione e del cinema italiano. In questa storia c'e' la differenza dei modelli di sviluppo, non si puo' continuare ad arricchire i ricchi e i grandi poteri economici, dobbiamo giocarci una carta in proprio, dove le nostre risorse e intelligenze vengono messe in condizione di poter operare.

Sandro Medici è a favore o contro l'euro ?

Non so per quale motivo è ritornato questo dibattito in merito all'euro. Penso che sia oramai una scelta incontrovertibile, non si riuscirebbe a gestire una situazione di ritorno alla vecchia moneta, almeno che non ci si vuole isolare dalle grandi dinamiche internazionali. Promuovere queste politiche autarchiche, come fece il Duce tanto tempo fa non è positivo. Tutto questo non è gestibile se non al costo di un impoverimento complessivo del nostro paese. Questa dimensione europea penso che sia oramai consolidata ma soprattutto è il campo di battaglia di tutti noi, perche' le manifestazioni e i problemi non sono solo in Italia, ma in tutti i paesi e quindi la necessita' è quella di creare un coordinamento di tutte queste forme di opposizione pronte a rilanciare una idea diversa dell'Europa. Questo è un continente che ha sempre avuto grandi divisioni, disastri guerre eccetera, ma nel panorama internazionale è omogeneo ed è giusto che lo sia.

Roma Capitale guidata dal Sindaco Alemanno ha visto esplodere nuovamente il problema della criminalita' organizzata fino a far rinascere la banda della magliana, la quale faceva parte di un pezzo di storia che pensavamo superata.

Il problema è complesso. E' evidente che bisogna rimuovere le ragioni per le quali le persone si sentono attratte da scelte illegali e addirittura suicide come quella di far parte di bande criminali, e questo è un lavoro da attuare. Poi c'e' anche la crisi che produce queste azioni illegali e il Comune di Roma deve interrompere ad esempio questa sciagurata rincorsa alle sale giochi e alle scommesse. Mi si potrebbe chiedere cosa c'entra tutto questo? Tutto questo è una delle tante risposte sbagliate alla crisi, perche' pone al centro del nostro immaginario soltanto e semplicemente il danaro, quando è chiaro che la vita umana ha tanti altri aspetti. Poi l'idea di risolvere i problemi vincendo all'enalotto o alle macchinette è una idea diseducativa ingannevole e che rovina le persone. Tutto il resto è chiaro va contrastato in merito alle leggi attuali. Ma insisto che ai giovani va data una prospettiva, una speranza, perche' è evidente che alla lunga, dopo delusioni e frustrazioni, i giovani possono intercettare questi fenomeni di illegalita'.

A Sandro Medici Sindaco un solo consiglio, la nostra capitale che detiene numerosi capolavori mondiali, è priva di arte contemporanea. Basta vedere la scultura orrenda dedicata al papa polacco e di recente esposta alla stazione Termini. Dall'arte contemporanea ed altro vengono fuori i giovani, che poi per quanto mi riguarda Sandro Medici non lo cambierei con un giovane, perche' sono le idee ad essere giovani non la data anagrafica.

Sono d'accordo e aggiungo una proposta concreta di quello che intendo fare in merito al patrimonio pubblico. Questi edifici vuoti e abbandonati che sono soprattutto anche nelle periferie devono diventare tutti dei centri di produzione culturale indipendente. Dei luoghi in cui queste nuove energie devono avere la possibilita' di spazi concreti ad accoglierle. Luoghi in cui si puo' fare spettacolo, teatro, cinema ed altro, cioe' produrre arte contemporanea. Noi abbiamo questa magnifica rendita storica, ma quello che ci manca per essere competitivi con Berlino, Barcellona e Parigi, è proprio la scena contemporanea. Esperienze come quella del Valle e tante altro ancora, dimostrano che quando c'e' l'autogoverno si producono idee e sono seguitissime. Il Teatro Valle è del 1700, non ha mai avuto un seguito di pubblico come negli ultimi anni, la dimostrazione evidente di quello che si potrebbe fare in questa citta'.