Sollecitati dalla dolorosa contrapposizione IMPRESA - AMBIENTE, volevamo
esprimere un giudizio ambientalista di sinistra sulla questione di
Cornigliano.
L'inizio dello spegnimento della cokeria di Genova Cornigliano è
sicuramente un passo positivo verso il risanamento ambientale di quella
parte del Ponente Genovese. 
Pur tuttavia vogliamo sottolineare come sia necessario che la chiusura
dell'impianto maggiormente responsabile dell'inquinamento dentro e fuori la
fabbrica debba essere definitivo, senza essere subordinato
all'approvazione del progetto di forno elettrico presentato dal gruppo
Riva, a causa del gravissimo inquinamento prosotto dall'impianto in questione.
Proprio per questo, intendiamo richiamare le istituzioni pubbliche genovesi
all'attuazione di tutte quelle iniziative che tutelino posto di lavoro e
reddito dei lavoratori siderurgici.
Intendiamo, inoltre, riprendere la proposta del segretario nazionale di
Rifondazione Comunista Fausto Bertinotti di un progetto pubblico che
elabori, coinvolgendo lavoratori e cittadini, la riconversione ecologica e
produttiva, con spazi per il quartiere e per aree produttive.
Non possiamo delegare ai privati, siano essi il gruppo siderurgico Riva sia
la cordata Lazard, il futuro di un'area cosi' vitale per la nostra città.
Questo anche in considerazione del fatto che il piano industriale
presentato dal Gruppo Riva prevede di fatto un decremento occupazionale.
Infatti, a fronte di circa 1.100 lavoratori impegnati attualmente, il forno
elettrico proposto (di fatto un grande termovalorizzatore di rifiuti
ferrosi) non potrà dare più di 200 posti di lavoro (invece dei 550
dichiarati nell'accordo sindacale), mentre il laminatoio a  caldo (che il
gruppo Riva proporrà molto probabilmente al termine del regime quote
europea nel marzo 2001) non potrà che occupare 150 lavoratori, mentre
l'aumento previsto dell'occupazione nel 'Freddo' è di  200 unità.
Inoltre non possiamo nascondere il fatto che il forno elettrico (di fatto
un grande termoutilizzatore di materiale ferroso),  situato vicinissimo
all'abitato non è compatibile con il tessuto urbano adiacente a causa di:
1. emissioni inquinanti al camino (diossine, IPA, metalli pesanti),
aggravate dalle condizioni orografiche del sito (collina di Coronata posta
immediatamente alle spalle dell'impianto), dall'altezza ridotta del camino,
dovuta al cono di atterraggio dell'aeroporto,
2. livelli di rumorosità  superiori ai limiti delle zone abitate,
3. vibrazioni trasmesse attraverso il terreno con un grosso disturbo alla
popolazione.
Questo piano industriale è incompatibile coi finanziamenti per la bonifica
previsti dalla legge 426/98 ,che, come per altro ricordato nell'accordo di
programma al punto 10 delle premesse, prevede esplicitamente la possibilità
di usufruire dei finanziamenti statali per la bonifica e il risanamento
dell'area, a fronte della "chiusura delle lavorazioni a caldo" e che
l'accordo di programma "deve prevedere il piano di bonifica e risanamento
dell'area dismessa a seguito della chiusura delle lavorazioni siderurgiche
a caldo, nonché (...) il piano industriale per il consolidamento delle
lavorazioni a freddo, nonché la tutela dei livelli occupazionali ed il
reimpiego della manodopera occupata al 14/7/98.
Il quadro presentato dalla legge 426/98 è estremamente chiaro: occorre
superare le lavorazioni "a caldo" e contemporaneamente potenziare quelle a
freddo (meno inquinanti) in modo da garantire comunque i livelli
occupazionali esistenti al momento dell'emissione della legge stessa.
Per questi motivi vogliamo riproporre all'attenzione delle forze politiche
e alle istituzioni la necessità di elaborare un progetto di riconversione
industriale dell'area di Cornigliano che garantisca i più alti livelli
occupazionali possibili nell'area a freddo, e, nel contempo, dare certezze
di reddito ai lavoratori che si trovassero in esubero a seguito dalla
chiusura della lavorazione a caldo, dovute all'insostenibile situazione
ambientale dell'area di Cornigliano e, comunque, ad attivarsi per progetti
industriali di riconversione dell'area, compatibili con l'ambiente, ad alta
densità occupazionale, non speculativi.

Per il Forum Ambientalista

Giancarlo Bonifai, assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Genova
Antonio Bruno, vice presidente del Consiglio Comunale di Genova
Roberto Giannini, consigliere di circoscrizione Genova - Ponente
Marco Andreotti, consigliere di circoscrizione Genova - Medio Ponente
Massimiliano Morando, già consigliere di circoscrizione Cornigliano
Franco Zunino, già consigliere regionale
Mara Michelini, comitato Multedo
Bruno Marcenaro, comitati del ponente
Nella Marcenaro, comitato Martinez
Ennio Cirmigliaro, Stati di Allucinazione
Franco Curcio, Alessandro Calo', legambiente Ponente
Andrea Agostini,  Legambiente Genova
Giacomo Casarino, docente Università di Genova
Giuseppe Sassone, rifondazione comunista         
Franco Pocchiola, ambientalista
Elisabetta Zucchi ambientalista

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Antonio Bruno
vice Presidente del Consiglio Comunale di Genova
Altro Polo -  Sinistra Verde
0339 3442011
bruno@aleph.it
antonio.bruno@katamail.com


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