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Ettore Martinez

 

"Abbiamo affidato alla società Prodea srl il compito di informare e coinvolgere Lei e gli studenti delle scuole medie superiori all'iniziativa,credendo che possa rappresentare un momento di formazione e crescita"
         dal Fax della Telecom al Preside del
                  Liceo "Pacinotti" di Cagliari


Ed è così che ieri 9 novembre ho accompagnato la mia classe, la quarta O del
Liceo Scientifico Pacinotti alla manifestazione della Telecom, alla Fiera
Campionaria di Cagliari.

Sin da principio ho avuto l'impressione che, nonostante il grande
dispiegamento di mezzi e persone ci fossero notevoli difficoltà a gestire il
traffico degli studenti, forse non adeguatamente programmato.

Il che si è tradotto, per i miei ragazzi e per me in una scomoda attesa
prima di poter accedere al percorso del capannone; durante la quale ho avuto
il mio da fare a spiegare ad alcuni giovani muniti di tesserino
d'identificazione sul petto, che non era proprio il caso che cercassero di
inquadrare e guidare i ragazzi, ma che era a me che dovevano rivolgersi,
essendo io l'insegnante accompagnatore.

Ma ciò che voglio sottolineare è ben altro.
E quindi sorvolo sulla scarsa sensibilità evidenziata da una parte del
personale, probabilmente non adeguatamente attrezzata a rapportarsi ad una realtà  come quella scolastica nei confronti della quale gli esterni hanno da muoversi in punta di piedi.

Il percorso, che chissà perché mi ha fatto pensare ad una tonnara, fatto di
una serie di ambienti afosi e talvolta sovraffollati, "sapientemente" tenuti
al buio e illuminati da faretti colorati, mi è sembrato
congegnato in maniera tale per cui i ragazzi vengono a essere bombardati - a
parte
due brevi spiegazioni di tipo teorico- da immagini e suoni (a volume
eccessivo nella camera del cinema) di carattere sostanzialmente
pubblicitario in maniera "concentrata" e piuttosto intensa.

Al centro di una di queste stanze troneggia un enorme modello del nuovo
telefono telecom, illuminato da faretti.
Il Grande Feticcio?
Del resto, tutto quanto è una autocelebrazione. Non mi passa neanche per la testa l'idea di censurare le autocelebrazioni aziendali; solo mi chiedo che cosa ci possa essere di "formativo" in tutto questo e che cosa possa entrarci la Scuola.

Alla fine del percorso si confluisce in quella che io ironicamente paragono alla "camera della morte" delle tonnare, un ambiente circolare
pieno di postazioni di telefonini numerati che i ragazzi potevano attivare
liberamente inviandosi messaggi tra di loro o telefonandosi - a quattro
metri di distanza.

Se è vero che il rispetto per l'altrui psiche è piuttosto latitante
oggigiorno un po' dappertutto e che la pubblicità è l'anima del commercio, è
anche vero che queste iniziative andrebbero calibrate con maggiore serietà e
magari anticipatamente vagliate, se la scuola ha da essere Istituzione
Educativa.

Almeno in ambito scolastico fra lo studente e la pubblicità dovrebbe essere
posto un argine.

Ed è per questo che chiedo formalmente scusa ai genitori dei miei ragazzi
per avere firmato l'adesione a questa iniziativa senza essermi prima
adeguatamente documentato.

Ed è per questo che ho segnalato, sentita la rappresentante di classe dei genitori e sentiti i ragazzi, questa mia esperienza  al mio Dirigente Scolastico e ad alcuni  colleghi del Consiglio d'Istituto.


ps
C'erano anche tantissimi bambini delle elementari, per i quali era previsto
un altro percorso  (e ai quali è stato regalato un cappellino).

 

Risposta redazione Namir.

Cosa dire, da una parte e' vero che i bambini devono conoscere i mezzi di comunicazione, dall'altra ci si domanda se un telefonino puo' essere uno strumento necessaro per la formazione e la cultura dell'infanzia. Pensiamo che i bambini debbano essere pero' protetti da qualsiasi pubblicita' commerciale, non e' il loro mondo anche se dai giocattoi ai prodotti della casa, i bambini sono i piu' presenti e mirati per la vendita dei prodotti. Chi fa pubblicita' da anni oramai si muove solo su tre linee commerciali - i bambini - le casalinghe - le donne ( nude e vestite ). Ecco pero' che un professore decide non solo di denunciare quanto ha visto, ma chiede anche scusa per non essersi informatoper quanto presentava alla vita dei suoi alunni........ed e' questa una delle piu' belle lettere inviate al nostro giornale Namir....

 

Grazie a lei...veramente.