Pomigliano: gli operai doneranno alla Fiat le figlie adolescenti. Cisl e Uil firmano

Una svolta nelle relazioni sindacali e forse uno spiraglio per la sopravvivenza dello stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco. Secondo indiscrezioni, l’offerta dell’azienda torinese-americana agli operai di Pomigliano per il mantenimento del posto di lavoro sarebbe complessa e articolata. Ovviamente si chiedono turni sulle 24 ore sette giorni su sette, una disponibilità agli straordinari notturni, la rinuncia al diritto di malattia e al diritto di sciopero. "Ma a far questo - dice un dirigente che preferisce restare anonimo - son buoni tutti, anche i polacchi". Le richieste agli operai italiani comprendono altre condizioni.

La prima: le mogli dei lavoratori Fiat che manterranno il posto di lavoro dovranno presentarsi ai cancelli della fabbrica ogni lunedì con una pastiera napoletana di sei chili da donare ai dirigenti. Sulla pastiera - confezionata con ingredienti freschissimi - dovrà essere scritto "Grazie dottor Marchionne" con lo zucchero a velo, eventuali errori di ortografia saranno puniti con l’immediato licenziamento dei mariti. Un’altra condizione posta ai lavoratori è quella di aprire una sottoscrizione per il calciomercato della Juventus: servono due difensori sotto i sessant’anni e un centrocampista.

Ma la clausola che fa più scalpore, scritta in piccolo nell’offerta di Marchionne ai sindacati, è la cessione delle figlie adolescenti dei lavoratori al management Fiat per un periodo di una o due notti a partire dalla data della firma del contratto.  "Ci sembra una buona proposta - ha detto il leader della Cisl Bonanni - che mette al riparo i lavoratori da una possibile chiusura dello stabilimento e ne salvaguarda la dignità". Quanto alla Uil, ha firmato subito senza nemmeno leggere, perché il suo leader Angeletti aveva una partita a briscola che non poteva rimandare.

Alessandro Robecchi