Letteratura infantile.

redazione namir

Abbiamo analizzato, insieme ad un gruppo di bibliotecari francesi 30 collane di libri per ragazzi dal 2000 ad oggi, ed oltre 350 testi di letteratura per le scuole elementari. Lo studio rivela che i bambini sono protagonisti di 1600 racconti e le bambine di 600. Che i bambini in un prato svolgono attivita’ come, costruire casette sugli alberi, esplorano caverne, aiutano i maschi grandi, giocano ad inventare nuovi divertimenti. Le bambine sorridono tutte, stanno con i loro gattini o cagnolini e cuociono torte. Nei 350 testi di letteratura per le scuole le madri sono sempre presenti in cucina, anche se oramai da tempo oltre il 40 per cento delle donne lavora in tutti i campi precedentemente ricoperti solo dagli uomini. Dai libri per ragazzi e’ rilevabile cioe’ uno schema comune ; le attivita’ eccitanti sono riservate ai maschi mentre per le femmine sono sempre presentate come creature deliziose incapaci e nobili aiutanti per i lavori domestici. Un solo libro ha come protagonista una madre pittrice ma il marito e’ un super genio dell’arte contemporanea riconosciuto da tutto il mondo. Rivolgendo questi dati ad editori di libri per l’infanzia la risposta che ci e’ stata pervenuta, da quasi tutti i responsabili e’ che si pubblicano piu’ libri per ragazzi perche’ le bambine leggono di tutto mentre viceversa i maschi non leggono i libri per le bambine.

Tra i testi esaminati, quelli per ragazzi contengono personaggi esclusivamente maschili, quelli per le bambine contengono il 60 per cento di personaggi maschili e il 40 per cento di personaggi femminili. Nei testi destinati ai due sessi i personaggi maschili predominano in modo massiccio. Contemporaneamente diminuiscono i personaggi familiari femminili che accompagnano l’eroe principale, con un aumento dei padri e una diminuzione delle madri.

La societa’ del 2000 continua ad esprimere ruoli e malesseri nei confronti della donna rilevata in questi racconti. Le bambine trovano una rappresentazione del mondo dal quale continuano ad essere escluse. Quasi tutti i personaggi femminili sono di secondo piano, semplici comparse di nessun peso e tutte concentrate e svolgere ruoli di servizi. Anche quando le storie si svolgono completamente in gruppi di bambini, la struttura autoritaria e il capo e’ quasi sempre maschile, mai un bambina. La relazione mamma-bambina non c’e’quasi mai e accanto ai due sessi appare sempre piu’spesso la figura dello zio o del nonno.

Il 55 per cento delle bambine sceglie un maschio come personaggio da ammirare il 25 per cento dei bambini ammira personaggi di bambine. Gli editori di libri per bambini, spesso quindi, si limitano puntualmente, come la pubblicita’,ad offrire gli stessi modelli gia’ proposti in precedenza dalla famiglia e dall’ambiente sociale. La letteratura infantile, ha ancora oggi la funzione di conferma dei modelli gia’ interiorizzati dai bambini, in questo modo la trasmissione di valori culturali diventa un potente coro senza voci di dissensi. Gli autori di libri dell’infanzia spesso non solo non compiono lo sforzo di inventare nuovi valori, ma propongono addirittura modelli di storie superati dalla realta’ sociale in atto.

I testi utilizzati per imparare a leggere offrono ai bambini l’immagine di una famiglia tipo : una madre che non lavora, anche se abbiamo detto che accade il contrario, un padre che lavora, due bambini di cui il maggiore e’ sempre un maschio e due animali, cane o gatto di eta’ e sesso come quella dei bambini.

I ragazzi si divertono – escono – guardano ed esplorano il mondo, scavalcano steccati e via dicendo, le bambine vanno a fare la spesa, aiutano la madre a cucinare, giocano alle signore o con la bambola, puliscono la loro camera o rimediano ai pasticci degli altri. A dispetto di esempi reali in antitesi con questi modelli si continuano a proporre immagini e illustrazioni di bambine incapaci e fragili. Gli adulti non riescono ad abbandonare il mito dell’eterno femminino, del tutto ciechi e sordi alla nuova fisionomia dei bambini che nel frattempo per fortuna e’ cambiata, sia pure meno di quanto sarebbe necessario, gli autori di libri per bambini continuano a proporre immagini idealizzate e nostalgiche di un’infanzia improbabile. La letteratura infantile a causa della cristallizzazione degli autori, viene meno del tutto alla sua possibile funzione di rottura di schemi convenzionali e di proposta di nuovi valori piu’ ricchi e piu’ vari. La sensibilizzazione di questo problema non puo’ essere limitata a gruppi di donne e a pochi pubblicisti e giornalisti, ma deve coinvolgere coloro che si occupano dell’educazione – INSEGNANTI E BIBLIOTECARI – ivi compresi i genitori che sembra non avvertono affatto questa disparita’ tra i sessi. Non c’e’ madre, in questi libri, che lavori fuori casa o si diverta in qualche modo per conto suo, se e’ illustrata seduta in poltrona si puo’ stare tranquilli che sferruzza o ricama mentre la sua bambina. Compostissima e giudiziosa, la guarda e impara. La mamma in casa fa tutto con amore e con un dolce sorriso sulle labbra, cosa che lascia supporre che non le costa nessuna fatica. Riesce a fare da sola quello che altrove viene fatto da tante persone, tutto cio’ e’ molto apprezzato dal sistema sociale in cui vive, che pero’ si guarda bene dal riconoscerglielo apertamente per timore che lei prenda coscienza del proprio sfruttamento. Sembra persino giusto che venga sfruttata in questo modo, perche’ demente, come viene descritta e illustrata nei libri fin dalla piu’ piccola eta’, non sa certamente fare altro.

Se riconfrontate le figure femminili della letteratura infantile contemporanea con quelle delle favole tradizionali ci si accorge che ben poco e’ cambiato. Le vecchie favole propongono donne miti, passive, inespresse, unicamente occupate dalla propria bellezza, decisamente inette e incapaci. Di contro le figure maschili, naturalmente, sono attive, forti, coraggiose, eccetera eccetera. Oggi le favole si raccontano raramente lasciando alla televisione, primo e unico mezzo di comunicazione nelle case di tutti, la possibilita’ di insegnare ai bambini metodi e comportamenti sociali. Ma questa non presenta certo modelli femminili diversi nella sua esposizione di immagini – vallette – ballerine – mamme casalinghe dai sughi segreti – qualche raro papa’che lava i piatti – film e filmetti dove la donna e la bambina fanno le stesse cose di 100 anni fa, non rispettando affatto quello che accade socialmente. Le figure femminili delle favole appartengono a due categorie fondamentali – le buone e inette e le malvagie – e’ stato calcolato che nelle fiabe dei fratelli GRIMM l’80 per cento dei personaggi negativi siano femmine. Non esiste per quanto ci siamo sforzati di cercarla, una figura femminile intelligente, coraggiosa, attiva, leale. Anche le fate benefiche non usano le proprie risorse personali, ma un magico potere che e’ stato loro conferito e che e’ positivo senza ragioni logiche, cosi’ come nelle streghe e’ malvagio. La figura femminile provvista di motivazioni umane, altruistiche, che sceglie lucidamente e con coraggio come comportarsi manca del tutto. La forza emotiva con cui i bambini si identificano in questi personaggi e in quelli della televisione conferisce loro un grande potere di suggestione, che viene rafforzato dagli innumerevoli e concordi messaggi sociali. Se si trattasse di miti isolati sopravvissuti in una cultura che non li fa piu’ suoi, la loro influenza sarebbe trascurabile, ma al contrario la cultura e’ permeata dagli stessi valori che queste storie contrabbandano, sia pure indebolite e sfumate nel passo dei tempi.I pochi testi esaminati bastano da soli ad incriminare la letteratura infantile, responsabile di un discorso discriminatorio, reazionario, misogino, e antistorico tanto piu’ grave in quanto simili storture vengono date ai bambini che le fanno proprie senza possibilita’ critica. Simili rappresentazioni dell’infanzia non sono senza conseguenze presso gli adulti, che invece di essere aiutati a immaginare un nuovo tipo di bambino, nuovi rapporti con lui e il nuovo posto che egli potra’ occupare nella societa’, vengono risospinti verso vecchi modelli che dovrebbero essere definitivamente abbandonati. In questo senso la letteratura infantile fallisce completamente.

INVITIAMO QUINDI TUTTI I BIBLIOTECARI a tener conto nelle loro scelte dell’acquisto di libri d’infanzia, e di quanto qui’ riportato, in modo che le generazioni future abbiano qualche piccolo spazio di fantasia per poter cambiare il mondo.

 

 

 

 

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