Pure se l'orrore mi sommerge di fronte a quanto accaduto in questi
giorni a New york, vorrei non abbandonarmi ad esso e rimanere, per
quanto possiobile, freddo. Nihil novi sub soli: quello che è accaduto
era già accaduto, di variato (e non di nuovo) c'è solo che i già
conosciuti kaamicaze questa volta hanno voluto portare con sè alla
propria distruzione anche inconsapevoli passggeri perchè la
distruzione materiale dei centri di potere dello Stato più potente e
ricco del mondo acquisisse un più ampio effettgo psicologico ed
emotivo. Perché è avvenuto tutto quessto? Q questa domanda sia
potrebbe rispondere con la domanda: e perché non avrebbe dovuto
avvenire? A una formale cultura della pace e della fraternità, offerta
in modo poco convincente e tutto sommato peloso anche ai popoli
benestranti., si sovrappone suubdolamente una cultura dell'odio, della
contrappoisizione inconciliabile, della competizione per il possesso,
per lo scialo, per la sopraffazione dell'uonmo sull'uomo: oggi come
ieri, sebbene in forme più subdole. a Rendere più atroci le
conseguenze è la tecnologia che mette a disposizione degli assalitori
mezzi sempre più sofisticati, al punto che chi ne +è il amggiore
produttore se li lascia passare sotto il naso senza accorgersi che sta
per essere messo non solo nel trevaglio e nel doloro ma anche alla
berlina. L'umanità, nata pazza, o quanto meno squilibrata, se è vero
che Eva si fece buscherare dal serpente, sta studiando i mezzi più
idonei per la sua autgodistruzione: e poco male sarebbe se si
trattasse dedl ricorso degli stoici che volevano la tgerra distrutta
dal fuoco ogni diecimila anni o - ipotesi immensamente più confortante
- che si dovranno distruggere questia cieli e questa terra per averne
edi nuovi e di indistruttibili. l'umanità si è creato un meccanismo ad
hoc per porre in essere e portare a buon fine questo processo: la
riduzione a ideali delle idee, per renderle in qualche modo
commestibili per tutti gli apparati mentali e poterle usare come
detonatori di tutti i dinamismi psicologici che è necessario mettere
in moto per ogni bisogna.
Come ignorare, di fronte alla nuova tragedia, le due esplosioni
atomiche del '45? Come ignorare che il detonatore di esswe fu
l'assunzione a dio del Mikado, dewl Fuiaehrer, di Stalina, del nostro
ducetto e degli inter3essi che davano i mezzi per realizzare lo
scontro, tramite l'ubriacatura delle masse da mandare al macello?
I kamicaze già erano ntai: visisbilissimi quelli giapponesi, meno
visibili i nostri arditi, quelli che "si immolavanoa con sprezzo del
pericolo". Fu la guerra, l'unica, la perenne, che si esercitava nel
crescendo che portò alla tragedia tomica; ma dopo tale guerra ci fu
quella fredda, combattuta a caldo qua e là, tanto per tenere accesi i
focherelli a cui ricorrere all'occorrenza per una deflagrazione più
vistosa o magari generale. Povera umanità demente, che riesce ad
accorgersi che anche il tabacco, oltre le droghe più pesanti è
mortifero e non sa fare a meno nèp dell'uno e nè delle altre: che non
si è scandalizzato della pedofilia fino a che non è diventata
mercato; che non si è accorta delle medicine che uccidevano invece di
medicare che quando altri sono entrati in concorrenza ed hanno aiutato
a scoprire l'arcano.
Significa tutto questo che io rimango freddo di fronte a questsi
drammi? Certo no: l'orrore m'anniochilisce,ma la rettorica di parte mi
turba le funzioni gastriche. Orami è in atto - tramite la
semplificazione dei globalizzatori e degli antiglobalizzatori - uno
scontro non nuovo come tale ma più motivato e cosciente tra chi ha
troppo e deve desiderare e possedere anche ciò che è inutile per
sostenere il mercato e chi invece non ha neppure il necessario e a si
vede negare peersino ad avere medicineormai indispensabili almenjo a
prezzi meno esosi. Piangiamili allora i morti, ma a patto che facciamo
qualcosa per evitarne degli altri inutili. Piangiamo le ignare vittime
che erano salite sugli aerei trasformati in bomba, ma piangiamo anche
quegli uomini che per anni si sono allenati per suicidarsi come
kamicaze, per un'ideale che non riuscirebbero a leggere in forma di
idee connesse e conseguenti. E piangiamo le vittime ignare che vengono
ghermite dall'emozione di parte, tramite le amplificazioni dei mass
mediam, ik quali non cessano di far seguire queste sceneggiate
dall'alluvione di liquame pubblikcitario destinato a peggiorare il
buabbone giù in eruzione purulenta.
. . . E mi sia concesso di ripetere - oggi più che mai - quel
"Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e date a Dio ciò che è di Dio di
cui agli evangeli. Ma chi avrà l'autorità di comandare questo se chi
si arroga la parte di colui chi dice che aistituzionalmente lo può,
poi gira il mondo protetto dalle varie polizie e quindi servendo i
vatri interessi? Integralismi, fanatismi, fanatizzazioni... E
cosìèsempre più l'umanità da compiangere.
Ora si renderà inevitabile la rappresaglia, la vendetta, l'atto di
forza.Nella situazione data questo sembra logico, legittimo e
necessario persino a me, che non ho dimenticato che sono proiprio gli
U.S.A. hanno aiutato a salire al potere coloro che ora voglikono
distruggere per gli si sono voltati contro e non ho dimenticato
neppure che essi hanno agito come il gigante dai piedi di argilla,
facendosi passarwe sotto il naso il gran traffico d'uomini e di
informazioni che ci deve essere stato a base dedlla tragedia poi
consumata. Ma si tratterà ancora una volta di uccidere chi tanto
dovrebbe comunque morire prima o poi, lasciando l'eredità di interessi
e di odio che alimenta lo scontro, accumulando energia distruttrice nè
più e nè meno che come succede nella seconda legge della
termodinamica.
C'è ancora qualche speranza per l'umanità? Sì, forse: se si tornasse
tutti "al dacci ogtgi iil nostro pane quotidiano", anche magari nella
fvorma peggiorativa a cui i bisognosi dovettero ricorrere nel passato,
coniando la formula "Pane e lavoro". Sì, perché persino quel "pane e
lavoro" potrebbe trovare il modo di toccare a tutti. Ma perché a
questo si possa addivenire sarà necessario svelare l'"uomo iniquo,
l'apostata, colui che siede nel tempio di Dio ed addita sè come Dio"
secondo la dizione di Paolo ai Tessalonicesi. Ma Paolo stesso dice
che quando questo avverrà sarà la fine.
Quando feci un discorso del genere ad uno studenti sensibilissimo ma
con poica voglia di studiare specie il latino, questi concluse con un
"Requiescamus in pace!" Ma al di là dell'amara piega di sorriso che mi
increspa le mie labbra di ultraottantenne, un'onda di commozione, mi
fa riecheggiare dentro come un'asseverazione appassionata "e
requiescamus!"

Luigi Melilli


REDAZIONE NAMIR - carissimo Luigi - tuttala nostra ammirazione per la sua lucida sensibilita'. non possiamo che essere d'accordo con quanto afferma.

Martedì 11 settembre alle tre del pomeriggio mi trovavo con un collega a discutere di alcune questioni di lavoro nel mio ufficio. Entrò un altro collega in preda ad un’insolita agitazione, chiedendo di poter accendere il televisore che tengo in ufficio: aveva ricevuto una telefonata che gli annunciava un fatto catastrofico accaduto a New York. Le immagini della CNN ritrasmesse dalla Rai e da Canale 5 si riferivano ad un incendio ad una delle Torri Gemelle, le Twin Tower del Word Trade Center di Manhattan.

I commentatori spiegavano che si era schiantato contro un Boeing carico di passeggeri. Incredibile! Dopo qualche minuto si vide un aereo infilarsi in una torre senza uscirne. Subito pensammo si trattasse di un replay di quanto era successo, ma il commentatore concitato riferì che un secondo Boeing era andato a colpire la seconda torre. Era chiaro che stavamo assistendo in diretta televisiva ad un’azione terroristica. Lo sbigottimento e lo sgomento si sovrapposero all’ansia già presente. Le mie prime reazioni mentali si sono trasformate in parole: "Questa è un’autentica Apocalisse, è come Pearl Harbor, è la realtà che supera l’immaginazione di tutti i film catastrofisti di Hollywood, qui c’è sotto Bin Laden e l’estremismo islamico, questo è il risultato di aver messo a capo della nazione più potente del mondo un fantoccio come Bush che pensa all’isolazionismo dell’America senza un impegno concreto a risolvere la questione palestinese". Le immagini ed i commenti alla televisione continuavano a confermare l’attacco terroristico. Alle tre e mezza apparve Bush che dichiarò qualcosa di sommario su quanto stava succedendo Lui era in visita ad un college e si trovava davanti ad un ignaro gruppo di ragazzi. Aveva la solita aria di chi è fuori posto e sta cercando di recitare un copione che non gli appartiene proprio. Tra un’immagine ed un commento continuammo a fatica la nostra riunione. L’ufficio si affollava. Dopo un quarto d’ora arrivò la notizia che un altro aereo civile aveva colpito addirittura il Pentagono a Washington e forse la Casa Bianca. La domanda che correva era: ma come è potuto succedere tutto questo in un Paese che ha sofisticatissimi sistemi di sicurezza? Ricordai tutti gli assurdi controlli che avevo dovuto sopportare ad Atlanta in transito aeroportuale per Lima. Poco dopo le quattro crollò per collasso la Torre sud, la seconda colpita. Si ebbe notizia del dirottamento di un quarto Boeing partito dal New Jersey. I primi due erano partiti da Boston, il terzo da Washington. Incredibile ma vero! Alle quattro e mezza le immagini mostrarono il collasso della Torre Nord, la prima colpita. Una immensa nube di polvere densa copriva tutto. Il collega che aveva ricevuto per primo la notizia e che era salito nell’81 in uno dei due grattacieli a oltre quattrocento metri d’altezza, c’informava che le torri potevano contenere più di quarantamila persone, ma che a quell’ora non tutti erano ancora al lavoro. Ansia, sgomento, incredulità, tristezza infinita, voglia di piangere per una tragedia che ognuno pensava potesse rimanere solo nella fantasia di qualche abile cineasta.

Ma la ragione porta ora ad alcune considerazioni.

La follia del gesto riconduce alla nota prassi delirante del martirio suicida degli estremisti islamici che vedono Satana materializzato nell’Occidente opulento e immorale che ha come alfiere gli Stati Uniti d’America, l’autentico Male del Male.

Strategicamente, nelle intenzioni di chi l’ha preordinata, un’azione così devastante ed estremamente simbolica dovrebbe causare un’ondata emotiva così forte da indurre chi governa l’America e l’Occidente ad una reazione violenta. Subito infatti, nei commenti di Bush e di molti alleati occidentali, l’azione terrorristica è divenuta "azione di guerra", senza alcuna rivendicazione e senza aver chiari elementi per dire che si sia trattato di un’azione di qualche Paese. I mandanti non parlano e non parleranno e tutti i Paesi sospettati di fiancheggiamento degli estremisti islamici, dall’Afganistan al Pakistan, dall’Arabia Saudita ai Palestinesi, si dissociano dall’azione devastatrice e la condannano esplicitamente (Saddam Hussein tace, ma quello ha un conto in sospeso con gli Stati Uniti e sta cercando di costruirsi la propria atomiaca nucleare). Però s’insiste sulla guerra. E’ la reazione che volevano i terroristi: un’azione emotiva ed indiscriminata contro Paesi islamici che si presume appoggino il terrorismo antiamericano e antisionista. Una guerra che colpisse ingiustamente una popolazione inerme, colpevole solo di essere nata in un Paese che esprime anche fanatismo religioso, provocherebbe per reazione il compattamento dei Paesi mussulmani. Allora si che ci sarebbe la Terza guerra mondiale. Ed è quello che vogliono i fanatici islamici. Per loro sarebbe la vera Grande Guerra Santa, la guerra del Bene che sconfigge il Male.

Ma noi che abbiamo a cuore solo una civiltà morale non vogliamo farci tirar dentro a una tale follia.

Dobbiamo respingere qualsiasi tentativo subdolo, massmediatico di inglobarci in una guerra, in una "Guerra Giusta", in una speculare "Guerra del Bene contro il Male".

La strategia di chi è in preda a un delirio di onnipotenza e manda degli invasati a immolarsi per ricevere in premio un posto a fianco di Allah ed un harem celeste di settanta donne è quella di un mondo islamizzato, totalmente liberato da Satana, dal Male, dalla civiltà cristiana occidentale e sionista. Bin Laden, se fosse lui l’artefice di quanto sta succedendo, dispone di notevoli risorse proprie e di cospicui finanziamenti del mondo arabo (un mondo che comunque gira nel mercato finanziario internazionale) e con quest’azione cercherà di coalizzare gli esclusi di tutto il mondo contro chi sta banchettando a piacere, miscelando medioevo e tecnologie del XXI secolo, corpi umani e sofisticata elettronica, le nuove "bombe" quasi invincibili pronte a deflagare in ogni posto che si ritiene utile alla causa.

Ciò che possono fare gli Stati Uniti d’America, l’Europa e tutto il resto del mondo che dice di ispirarsi a valori etici universalmente condivisi è ritrovarsi nell’Onu, dove può convergere ed essere riaffermato il senso di un’umanità che cammina verso un ideale morale, un ideale di pace, di tolleranza, di rispetto delle culture diverse dalle proprie.

I responsabili di queste abberranti azioni terroristiche dovranno essere individuati, scovati, catturati, condannati. E ciò è possibile solo con operazioni d’intelligence, con azioni di spionaggio, con l’opera delle "teste di cuoio" (o di qualche altra testa purché pensante), con alleanze politiche nei Paesi non votati a perseguire disegni di follia e di morte.

Contemporaneamente dovrà svilupparsi una politica mondiale che intervenga a risolvere le questioni di acuta crisi, come la questione palestinese con la costituzione dello Stato di Palestina ed il reciproco riconoscimento con Israele. E l’azione dell’Onu dovrebbe spingersi a rivedere la distribuzione mondiale delle risorse. Non può continuare ad essere accettato che il 20% della popolazione mondiale benefici dell’80% delle risorse planetarie. Questo divario dovrà progressivamente ridursi con politiche attive di sviluppo delle aree ora emarginate.

Non può essere che noi ci emozioniamo profondamente solo quando siamo spettatori di immani tragedie come quella appena vista. Ogni giorno nel mondo muoiono di fame, di AIDS, di malattie tropicali migliaia di persone, molto spesso bambini. E’ una carneficina alla quale le nostre coscienze sono diventate quasi del tutto insensibili ed indiffernti. E pochi si soffermano sul contributo negativo che anche la chiesa cattolica dà a tutto questo: come si fa a condannare l’uso del profilattico in Africa e in ogni parte del mondo con l’epidemia di AIDS che si sta diffondendo a dismisura? Che politica ha il Papa per l’Africa? Accettate la sofferenza della fame che poi ci sarà il regno dei cieli e copulate solo per procreare? Mah! L’orrore di guerre tribali come quella tra le etnie hutu e tutsi nel centro dell’Africa, del recente genocidio in Bosnia e Kossovo quanto hanno mosso le nostre coscienze ed i nostri sentimenti? La velocità della comunicazione multimediale cancella in fretta gli eventi catastrofici dalla nostra memoria, procediamo privi di memoria storica. Viviamo di emozioni virtuali e dimentichiamo la storia umana del nostro tempo. Quanto durerà quest’ultima emozione? Tra poco tempo arriverà il Grande Fratello televisivo ad occupare l’interesse delle stanche e ordinate famiglie italiane. L’orrore di questa nuova tragedia diventerà materia per un film spettacolare e un musical, per il grande business della società dell’immagine e dell’edonismo ad ogni costo.

Il rischio ora è anche che si crei nelle coscienze occidentali un sentimento sterotipato di avversione verso l’Islam, verso i cittadini provenienti dai Paesi Arabi e della Comunità islamica mondiale. L’Islam c’entra con quanto è avvenuto come c’entra il Cattolicesimo con l’IRA. In nome di Cristo la nostra storia ha dovuto registrare immani tragedie e sofferenze: tutti sanno cos’è stata la Santa Inquisizione. La guerra di religione ora sarebbe quanto di peggio potrebbe accadere. Io personalmente non credo a nessun dio, tanto meno a possibili paradisi o inferni nel cosidetto aldilà. Ma non posso biasimare certamente chi ripone fiducia e speranza in un’entità superiore e nella vita eterna. Per me è l’uomo che ha creato dio a propria immagine e somiglianza, non certamente il contrario come sostiene la religione. Condivido però i valori morali della cultura cattolica perché sono i valori con i quali sono cresciuto e che appartengono alla comunità con la quale vivo. Ma non posso assistere passivamente ad immagini di uomini di potere e no che pregano, piangono e cantano in una chiesa americana o italiana con nell’animo un sentimento di odio e di vendetta. Dall’altra parte nelle moschee avviene altrettanto. Di fronte all’orrore degli attacchi all’America molti islamici hanno gioito e festeggiato. Ma quale dio potrebbe volere al proprio fianco un’umanità così?. In tutto questo non c’entra nessun dio. C’entra l’umanità con la propria storia fatta di consapevolezza, ma anche di tanti sogni, di tante illusioni, di tante paure e di sofferenze e di tanta voglia di benessere e di paradiso, di fantasie utili a coprire la vastità immensa della solitudine e dello sconforto morale, del mistero che ingloba tutto l’universo, di voglia di svelare l’arcano. C’entra l’umanità che non ha ancora sopito primordiali istinti distruttivi, che è spaventata di fronte alla prospettiva di scomparire, di "non esistere", che non sa godere del fatto straordinario di essere arrivata alla vita su questo incredibile pianeta solare. E’ un’umanità non orientata ad accettare il fascino del mistero, non ancora in grado di costruire un senso di umanità universale, di un’umanità morale che può anche sperare in un aldilà paradisiaco, ma non certo a credere a ciò con assolutezza, a costruirci sopra sette fanatiche, riti messianici, imprese epiche o devastanti in nome di dio, filoni esoterici senza fine.

Roberto Zanardo

REDAZIONE NAMIR - l'umanita' e' in totale crisi con se stess quando chi predica pace sul mondo aziona la guerra. Non possiamo che concordare con qunto hai scritto e con queste frasi trovate su un foglio bruciacchiato caduto dalle due torri e giunto fino alla casa bianca .... trasportato dal vento e dagli eventi.

 
 

 

 

 

 

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