La deriva atlantica del movimento no-global e

la scomparsa del Sud - Ribelle

Gli attentati negli Usa hanno inevitabilmente spostato l'asse dell'attenzione mondiale sul dolore e sulla volontà di vendetta e rivincita da parte di tutta la macchina militare ed economica dei padroni del mondo e di conseguenza indotto tutti gli stati suoi servi ad una prostrazione che mai si era verificata sin dalla fine della seconda guerra mondiale . I primi ad accorrere in ginocchio, e non poteva essere diversamente, i servi del governo di destra italiano che da sempre hanno visto nell'America un valido punto di riferimento sia culturale che di modello economico. Se un Bin Laden, o chi per lui, non esisteva si sarebbe dovuto inventare . Se mai fosse stato Bin Laden a commettere gli attentati e non qualche gruppo interno alla destra nazista americana , ricordiamolo sempre che questo personaggio è un puro prodotto della macchina militare americana, che gli fu molto utile contro il legittimo governo di Najbullah amico dell'allora Impero sovietico fino a riempirlo di miliardi di dollari e farlo diventare quello che oggi è. L'attacco alle Torri ed al pentagono, nella crudeltà per cui è avvenuto e nel coinvolgimento di tante vittime civili, ha posto il movimento antiglobalizzazione, in un girone infernale, nel quale subito, tutti i filo- americani e anti-movimento , esterni ed interni di sempre, ci si sono buttati a pesce. La risposta del movimento anti-global, invece di essere politica, è stata emotiva, invece di essere continuativa a ciò che si era iniziato con Genova ed il G-8 è stata nel fare enormi passi indietro, invece di essere di superamento del problema stesso interno alle problematiche della politica estera americana è stata invece di mantenimento inconsapevole dell'establichement occidentale. Torri o non Torri, Bin Laden o non Bin Laden, 20mila morti o cento o dieci o uno, nel panorama mondiale non cambia assolutamente niente, anzi il tutto contribuisce inevitabilmente ad accelerare processi economici, militari, di postazione geografica e di occupazione territoriale che gli americani ed i loro lacchè mondiali insieme ai processi finanziari tipici della globalizzazione avevano già messo in cantiere. Tutto quello che faranno oggi a seguito degli attentati lo avrebbero fatto domani, identico . Gettarsi a capofitto, di conseguenza in questa difesa del "popolo americano", o nelle prese di distanza da un terrorismo che non appartiene minimamente né alla cultura né alle lotte del movimento antagonista, oggi è come affiancarsi agli appelli pretestuosi alla pace che vogliono dire ancora guerra ai popoli kurdi e palestinesi , o agli appelli per l'unità dell'occidente che vogliono dire ancora embarghi contro Cuba,l' Iraq,la Serbia, la Libia, la Corea.

Capovolgere la situazione oggi, confermando quello per cui si è andato a Genova, vuol dire affermare un atto di coraggio, un imprimere al movimento anti-global una forza che gli appartiene e che ne fa la sua vera autonomia dai vari pappagalli di regime e dai centrosinistri guerrafondai e iniziatori delle guerre americane sull'Iraq e sulla Serbia. Dopo quanto succeso , non tornereste a manifestare ad Aviano contro i bombardamenti in Jugoslavia ? Non ritornereste a Sigonella contro i bombardamenti su Tripoli ? E né ritornereste a Genova contro il G8 ?

La globalizzazione marcia ugualmente e con più forza e se esistono i Bin Laden è proprio perché è la stessa globalizzazione che li produce, ecco perché la lotta alla Nato, all'americanizzazione della società occidentale, la lotta all'oppressione ed alle guerre del capitale, restano e devono restare punti fermi ed assolutamente attuali. Il problema del terrorismo è un problema tutto americano, dal quale è chiaro non ci sentiamo assolutamente appartenere, ma che proprio per questo l'America e gli stati suoi lacchè devono risolversi al proprio interno. Diversamente tutto diventa una deriva filo atlantica nel quale il movimento anti-global si troverà ingabbiato senza neanche accorgersene, trovandosi a sfilare a Napoli a fianco di Bassolino, Rutelli, Jervolino e via dicendo.

E' come se a Napoli nella guerra alla camorra il movimento sfili con le istituzioni ed i vescovi. Perché non lo ha mai fatto ? Eppure la camorra nel napoletano è stata ed è spietata, uccide vittime innocenti oltre che camorristi di altri clan. E di fiaccolate di Stato se ne sono fatte in grande quantità. Il ragionamento che si è sempre fatto a proposito è stato sempre quello che la camorra è un prodotto della stessa società capitalista e che la risoluzione del problema, va risolto alla radice, creando lavoro, occupazione stabile, e soprattutto liberalizzando i prodotti che questa vende ( prostituzione, droghe, sigarette ) eliminando così il contrabbando. Identico il discorso internazionale.

Capovolgiamogli la frittata rendendo centrali le problematiche attuali che non sono le Torri gemelle ! ma rimangono quelle di prima dell'11 settembre.

Fuori Israele dalla Palestina e costituzione dello stato palestinese. Basta con gli embarghi all'Iraq, a Cuba, alla Libia. Fuori la Turchia dall'Europa e terra ai kurdi e libertà per tutti i prigionieri politici chiusi nelle carceri turche, restituzione di Cipro alla Grecia e così via passando per tutte le problematiche che affliggono i popoli del mondo. Gli unici responsabili delle tragedie in tutto il mondo e degli attacchi alle Torri e al Pentagono sono gli Stati Uniti stessi. Così come i governi italiani ed i suoi servizi segreti furono responsabili di Piazza Fontana, di Piazza della Loggia, del treno Italicus e dell'abbattimento

dell' aereo su Ustica. Andare a manifestare a Napoli con questo intendimento acquisterebbe così un senso inverso e diverso alle opinioni attuali, e darebbe al movimento anti-global la sua giusta dimensione e storia, altrimenti tutto rischia di diventare una deriva filo americana della quale lo stesso Mussi si è spaventato.

Da tutto questo dibattito è scomparso il Sud Ribelle. Un esperienza importante che è partita prima di Genova e che è naufragata tra lo stadio Cardini e il campeggio di Don Vitaliano. Sud ribelle era il legame con il territorio meridionale, e mai come in questa occasione avrebbe potuto essere il collante di una serie di iniziative che sarebbero sfociate nella manifestazione del 27 settembre. Chi ne ha avuto paura non si sa. Fatto sta che da Genova in poi non è stata possibile organizzare una sola riunione meridionale, né una sola manifestazione che dichiarasse come la militarizzazione del territorio meridionale passa anche attraverso i processi di difesa che sono in seno alla ristrutturazione di questa macchina militare americana che ancora di più ingigantendo il pericolo islamico chiederà ancora più territori al sud.

Per questo inviterei tutte le organizzazioni del sud ad aprire la manifestazione del 27 settembre con uno striscione contro la Nato e l'America lasciando da parte i vaghi appelli contro le guerre ed i terrorismi alle marce pacifiste preparate per Assisi alle quali accorreranno i pacifisti-guerrafondai, gli ambientalisti di facciata e tutti quegli scherani finti anti-global vogliosi di apparire in televisioni , bevitori di coca cola e mangiatori di hamburger.

Francesco Cirillo

del sud ribelle Calabria

REDAZIONE NAMIR - siamo d'accordo con quanto si afferma in questa lettera - ma non comprendiamo questo attacco all'interno del FORUM che a nostro modesto giudizio deve saper vincere la propria sfida aggregando tutte le differenze che esso contiene. Era questo il potenziale intelligente ed e' cio'che e' stato minato - scatenando - dopo GENOVA una dura analisi tra pacifisti e anti- imperialisti. Non bisogna dimenticare che a quanto e' stato dimostrato - tra i BLACK BLOC c'erno degli infiltrati per poter scatenare quanto si e' scatenato - ma non avranno anche previsto che il movimento avrebbe discusso su questo fratturandolo ?

SECONDO TE PERCHE' SONO STATI COMPIUTI QUESTI ORRIBILI ATTENTATI IN AMERICA ?

Questa volta la domanda è piuttosto stupida.

Come posso pormi la domanda del perché prima di aver risposto a quella del chi?

O vogliamo giocare al gioco dell'emotività ottusa in libertà ? dagli a questo dagli a quest'altro....perché, perché si !

IVAN V

REDAZIONE NAMIR - Noi crediamo invece che e' proprio partendo dal PERCHE' ?che si puo' risalire al CHI ?- quando si subisce un attentato di quel genere - rispondendo solo al CHI ? si scatenano GUERRE contro i presunti colpevoli. Dando invece una risposta al PERCHE ? si trovano soluzioni che modificano la politica interna e l'economia spesso troppo prepotente. Ma hai ragioni - TUTTI - si chiederanno prima CHI ? - e forse la domanda era da porre in termini piu' semplici.

SECONDO TE PERCHE' SONO STATI COMPIUTI QUESTI ORRIBILI ATTENTATI IN AMERICA ?

Chiedilo a uno qualsiasi che si sia fatto un overdose di tv e ti dirà:

Quei malfamati, grezzi e anche un po' assassini dei talebani, vogliono destabilizzare il mondo occidentale perchè non si comporta da buon "musulmano" ...Noi occidentali siamo corrotti, impuri e quindi abbiamo bisogno di una lezione esemplare.

Quindi decidono , all'insaputa di tutti, di prendere in prestito 4 aerei di linea americani e di andarsi a schiantare un po' qua e la.

Naturalmente non bisogna farsi scoprire dalla cia e da nessun'altro servizio segreto..in fondo che ci vuole?

Noi da buoni democratici e amanti della libertà, dobbiamo reagire a sta cosa e quindi dobbiamo fare un po' di guerra per far vedere loro quanto è bello andare al cinema e crescere in un paese lbero.

Ma l'ispettore Colombo della polizia di los angeles direbbe: - Troviamo il movente e sapremo chi è stato..

Israele fino a una settimana fa non poteva usare la mano pesante contro i palestinesi perchè se no avrebbe fatto una pessima figura con il mondo...e già ..passare da assassini non piace a nessuno..ma finalmente ora esiste il terrorismo mondiale e va combattuto.

La russia ha la questione cecenia da risolvere...non si può lasciare una regione proprio al centro dell'asia non è etico....ma ora EVVIVAAA!!! con il terrorismo mondiale si può radere al suolo, in fondo la cecenia è piena di gente che cerca aerei in prestito...

Bin Laden deve far vedere ai suoi eroi islamici che fa sul serio ....e si.. un capo che non è deciso e non ha il pugno di ferro non è un capo poi se gli americani attaccano lui si rifugia nella cantina della nonna e da li si proclama martire dell'islam.

Le multinazionali non trovano più clienti per i suoi prodotti...bisognerebbe ammaestrare un po' di islam e convincerlo che bere la coca-cola fa bene e fa anche digerire. Poi in quei paraggi c'è la cina che cresce...vuoi vedere che ti inventano la coca cinese e gliela vendono loro???....mmmm....

I fabbricatori di armi sono quasi in miseria...ma è mai possibile che una volta i patriot andavano come il pane e ora non li vuole più nessuno? hanno provato anche con il 3 x 2 ma niente da fare..

A questo punto uno si chiederà...ma perchè fare un attentato così grosso contro se stessi?

Si poteva benissimo far cascare un aereo e procedere con l'invasione dell'islam...

Già....ma ci voleva un atto grosso...se no come giustificarsi con i propri alleati?? bisogna convincere tutti che i talebani hanno un potere distruttivo immane....se no che guerra è?

Comunque siano andate le cose penso che martedì 11 settembre 2001 il genere umano ha perso.

E per la prima volta nella mia vita non sto guardando un film e la paura è vera.

saluti a tutti...

JAco

REDAZIONE NAMIR - la tua teoria non fa una grinza - se ci si aggiunge anche che BIN LADEN era al servizio degli americani. Ma l'attentato e' troppo grosso per averselo fatto l'America e anche la sua paura dimostrata in questi giorni - compreso il fatto che non parte subito per la guerra - fa riflettere su quanto accaduto. Confidiamo entrambi nella'arrivo dell'ISPETTORE COLOMBO - che si domanda sempre PERCHE' ? per trovare CHI ? ..... sperando che l'occidente non lo elimini prima.

Romano Prodi, o chi per lui, ha proposto per venerdì prossimo, 14/09/01, tre minuti di silenzio alle 12 per solidarietà al lutto statunitense,

Noi faremo invece tre ore di silenzio per solidarietà agli stati deboli, aggrediti dagli U.S.A. e dai loro compari, dalla seconda guerra mondiale ad oggi. Dal 1950 al 1953 l’attacco e le violenze inferti alla Corea del Sud. Dal 1969 al 1974 l’assalto e le brutalità inflitti nel Vietnam. Non possiamo dimenticare gli episodi di "proiezione della forza" sperimentati ai danni di Grenada nel 1983, del Panama nel 1989, e quindi della guerra del Golfo per controllare e occupare quei pozzi di petrolio (cfr. Enciclopedia Universale Garzanti, 1991).. Ultimamente abbiamo assistito in diretta alla carneficina, fondata su pretesti, inflitta all’Iraq e in questi ultimi mesi tutto l’appoggio e l’incoraggiamento prestati alle violenze in divisa e alla tracotanza di Israele, nei confronti dei Palestinesi, indotti dalla rabbia dapprima a dar di piglio alle pietre contro i missili e i carri armati ebrei, ultimamente ad armarsi di qualche fucile.

Gli U.S.A. non avevano mai sperimentato cosa vuole dire un attacco distruttivo ai danni dei propri cittadini, così il giorno 11 settembre del 2001 l’esperienza di morte seminata da ignoti avversari della politica e dell’arroganza statunitense esplodeva tanto imprevista, quanto impressionante.

Oggi tutto il mondo, per amicizia o per servilismo o per scansare ritorsioni, piange con gli americani. Noi invece continuiamo a piangere per tutte le vittime delle devastazioni prodotte dagli Yankee.

Borislav & K L

REDAZIONE NAMIR - noi non piangiamo - scriviamo culturalmente quanto si deve dire - pubblicando la tua lettera e ricordando tutte LE VITTIME - causate da interessi economici - comprese quella decedute nelle torri gemelli. L'OCCIDENTE piange solo l'AMERICA perche' e' sempre stato filoamericano - ne imita i modelli i vestiti la mentalita' - l'economia - noi siamo solo la loro base aerea - la loro base strategica.... per questo ci troviamo dall'altra parte nel contestare e nel dimostrare il nostro silenzio a chi non si domanda mai PERCHE?

Sembra un film di fantascienza, si sente ripetere. Certo che sembra un film
di fantascienza, ma i film di fantascienza sono destinati a realizzarsi.
Tutti. In un momento o in un altro, in un pianeta o nell'altro.
L'immaginario non è l'irrealtà, ma la camera di produzione della realtà che
viene.
Adesso l'avete capito?
Ogni immaginario è destinato a creare il suo mondo.
Curare l’immaginario non è dunque un compito separato dalla politica,
un’attività scarsamente concreta. E’ il focus dell’azione contemporanea.

L'esplosione delle Towers e del Pentagono è stato un evento imprevedibile
nella sua criminale spettacolarità, ma la trama che intravvediamo dietro
l'evento apocalittico è una trama che da anni andiamo descrivendo:
devastazione della mente globale, dell'immaginario collettivo, della
società planetaria. Disperazione che si accumula nelle pieghe invisibili
del tempo ipermoderno.
Che faceva da bambino il pilota che ha preso i comandi del Boeing partito
da Boston la mattina dell'11 settembre? Forse a cinque anni stava a Sabra o
a Chatila, e ha visto uccidere il padre o la madre o il fratello? oppure
stava a Bassora nei giorni dei bombardamenti americani, o forse suo figlio
è morto perché non ha potuto ricevere le cure necessario negli anni
dell'embargo occidentale?
Da venti anni la dittatura liberista devasta, impoverisce, aggredisce la
maggioranza dell'umanità. Prima o poi doveva succedere.
Da venti anni le popolazioni del mondo sono spinte verso la disperazione.
Prima o poi doveva succedere.
L'internazionalismo si è dissolto ed è stato dovunque sostituito
dall'egoismo nazionalista, dalla grettezza localista, dall'ignoranza
dell'integralismo.
Prima o poi doveva succedere.


Gli scenari

Ora cerchiamo di immaginare quali scenari si aprono davanti a noi.
La guerra è nelle cose, automatismo al quale gli uomini non possono
opporsi. Soltanto sottrarsi possono (gli uomini e le donne). E' una guerra
di tipo nuovo, perché essa non ha un nemico individuabile. Il nemico può
essere dovunque.
Nella fase della sua follia psicopatica la dittatura liberista punta a
militarizzare ogni spazio della vita planetaria. La paranoia del controllo
tecno-militare ha fatto una cilecca gigantesca, eppure la sola cosa che
sanno fare (perché questa è l’immaginazione del potere) sarà òoltiplicare
quella paranoia. E faranno altre cilecche gigantesche.

La recessione economica è destinata a galoppare come un cavaliere dal
mantello nero. L'attacco alle towers ha distrutto una parte del cervello
finanziario globale, non in senso figurato, ma in una maniera fisica,
crudele. Uomini e donne che lavoravano per le agenzie di consulenza, per
gli uffici di programmazione economica amministrativa, finanziaria sono
morti. Cellule indispensabili della macchina economica globale cancellate
in un'ora.
Il settore dirigente della world virtual class è stato decimato.
E al tempo stesso si è dissolta la "fiducia dei consumatori", ultimo
appiglio a cui restava appesa l'economia mondiale.
Nello scenario più probabile (escalation di guerra contro il mondo
islamico) la guerra colpirà i paesi produttori di petrolio. La ritorsione
potrà strangolare l'Europa.
In uno scenario di questo genere molti si chiedono, comprensibilmente: ma
ha ancora senso l’esistenza di un movimento come il nostro, che si batte
contro la dittatura liberista e contro la paranoia securitaria?



Il terzo attore

Gli attori che vediamo sprofondare nel vortice della guerra sono il
globalismo capitalista, con la sua politica di tipo monetarista e
iperliberista, da una parte. E il proliferare delle identità aggressive
locali, che prendono forma di integralismo o di nazionalismo. L'una
alimenta l'altra, direttamente e indirettamente.
Deleuze e Guattari parlano di deterritorializzazione (l'effetto della
globalizzazione, lo sradicamento che toglie il terreno da sotto i piedi
delle comunità e degli individui), e riterritoriailzzazione (il bisogno
aggressivo di identificazione, di appartenenza).

Con chi stai? si chiede ad ognuno. Con l'occidente o con la barbarie? (già
venticinque anni fa ci rivolsero questa domanda ricattatoria, e ci
perseguitarono perché non accettavamo di stare nè con gli assassini
stalinisti delle brigate rosse né con gli assassini stalinodemocristiani
del compromesso storico). Con chi stai? si chiede ad ognuno, preparando il
pogrom contro i disfattisti, i disertori, i nemici del fronte interno.

Da due anni un movimento globale si è sviluppato nel mondo. Ha eletto come
suo bersaglio principale la dittatura liberista e ha colpito quel
bersaglio con determinazione pacifica e ragionevolezza. La dittatura
liberista è entrata in crisi per motivi strutturali che non si possono
ridurre alla mobilitazione del movimento globale. Ma alla crisi della new
economy e della dittatura liberista, il movimento globale ha fornito una
cornice culturale, una prospettiva politica, una speranza.

Adesso c'è qualcuno che si rivolge a questo movimento per ingiungergli di
prender posizione. O con l'occidente o con l'integralismo.
Coloro che puntano il dito e chiedono di prendere posizione sono dei porci
e dei servi. A loro dedichiamo disprezzo e indifferenza. Dovremmo
dichiarare la nostra appartenenza al mondo occidentale?
Non ci definiremo mai per appartenenza. Non siamo filoarabi né
filoamericani e non saremo mai né antiarabi né antiamericani.

Il nostro movimento è il terzo attore:
Il movimento globale contro il globalismo capitalista e contro
l’aggressività identitaria è il terzo attore, quello che permette di uscire
dal dilemma diabolico delle due follie complementari in cui il mondo sembra
intrappolato.
Il nostro compito è già oggi chiaro. Non è soltanto quello che consiste nel
dire no alla guerra e no al terrore. Il nostro compito è quello di rendere
possibile l’autorganizzazione della società al di fuori degli stati, al di
fuori degli schieramenti, al di fuori degli eserciti, e anche al di fuori
dell’economia globalista.

Lop1912

LA REDAZIONE NAMIR pur non associandosi ad espressioni forti e di intolleranza - condivide tutto il significato del testo.

 

 

 

 

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