All'incontro di Monaco la "fuga in avanti" dei neo-imperialisti

di F.Vielmini

La conferenza Internazionale sulla Politica di Sicurezza che si tiene ogni anno a Monaco di Baviera, quest'anno non ha visto i soliti dibattiti e litigi tra le due sponde dell'Atlantico, ma ha fornito alla delegazione americana la ribalta per esibire aggressivamente la sua nuova grinta "neo imperiale".
I rappresentanti americani, guidati dal vice ministro della Difesa Paul Wolfowitz, dal direttore del Defense Policy Board Richard Perle e dai senatori John McCain e Joe Liberman, hanno ripetuto all'unisono che gli Stati Uniti andranno avanti con la guerra al "terrorismo" ed agli "stati canaglia" secondo i termini da essi decisi e senza tener in alcun conto ciò che amici e alleati possono pensare al proposito. Hanno detto che gli Stati Uniti non sono mai stati così forti e uniti. Essi non hanno davvero bisogno della NATO, né sul piano politico né su quello tecnico-militare, per portare a termine i compiti che si prefiggono. Wolfowitz ha detto categoricamente che la struttura di comando della NATO dovrebbe essere "snellita", per diventare "più funzionale" e "più flessibile". Così com'è ora, la NATO sarebbe troppo poco flessibile, soprattutto politicamente, c'è troppa riluttanza ad agire, quando a Washington si prende la decisione. Già ora, ha detto Wolfowitz citando il capo del Pentagono Donald Rumsfeld, gli Stati Uniti non sono più orientati verso "una singola coalizione", in cui contano su un gruppo fisso di alleati, "ma su coalizioni diverse, flessibili, per missioni diverse".
Il senatore democratico Lieberman ha parlato di una "nuova cortina di ferro", che si estende "dai campi terroristici tra le valli ed i colli dell'Asia Centrale, alle sabbie della Somalia, del Sudan e dell'Arabia Saudita, alle cellule a Singapore, in Indonesia, nelle Filippine ed altrove in Europa ed America". La guerra in Afghanistan dimostrerebbe come le forze americane ora avrebbero scoperto la chiave per vincere ogni guerra: informazioni in tempo reale, bombardamenti di precisione e ausiliari locali. Oltre a ciò, ha aggiunto Wolfowitz, un "concetto chiave" del combattimento del futuro è quello di "non escludere niente".
All'unisono la delegazione USA ha caldeggiato azioni militari "preventive" contro "stati canaglia" -- soprattutto Irak e Iran. L'attacco preventivo contro Irak e Iran non sarebbe tanto dovuto a presunti "collegamenti con i terroristi" ma al loro presunto sviluppo di armi di distruzione di massa. A proposito della "fase successiva", il senatore repubblicano McCain ha detto che "la Turchia è uno stato di frontiera nella guerra al terrorismo come la Germania lo è stato nella Guerra Fredda". Sul tema del conflitto tra Israeliani e Palestinesi, Wolfowitz si è limitato a fare un riferimento a Yasser Arafat: "Purtroppo il nostro principale interlocutore dall'altra parte è profondamente implicato nel terrorismo".
L'esibizione neo-imperiale ha incontrato proteste, non molto energiche nei discorsi pubblici, ma che hanno animato soprattutto gli incontri informali. Il ministro della Difesa Russo Ivanov, il vice ministro degli Esteri cinese Wang Yi ed il consigliere di sicurezza indiano Braheesh Mishra hanno apertamente preso posizione contro la formula dell'"asse del male" inventata dall'amministrazione Bush. Lo stato d'animo degli europei è stato riassunto da Karl Lamers, portavoce di politica estera dei cristiano democratici tedeschi: "Non può andare il fatto che voi prendete le decisioni e noi dobbiamo accordarci".
C'è da aggiungere che gli Stati Uniti non sono mai stati così isolati da alleati ed amici. Mai le risorse, le capacità militari ed economiche americane sono state così eccessivamente impegnate.

EIR STRATEGIC ALERT -- EDIZIONE ITALIANA  Anno 11 n. 6, 7 febbraio 2002
LaRouche: "Il crepuscolo degli dei in Palestina"
Dopo che i giornali israeliani hanno riferito come le Forze di Difesa Israeliane studino le tattiche impiegate dalle SS nel 1943 nel Ghetto di Varsavia per pianificare le loro operazioni militari contro i palestinesi nei territori occupati, il candidato alla Presidenza USA Lyndon LaRouche ha diffuso una dichiarazione intitolata "Il crepuscolo degli dei in Palestina", in cui afferma:

"Qualcuno deve esporsi e porre fine agli interminabili orrori in Medio Oriente ... Le attuali operazioni delle Forze di Difesa Israeliane nei territori dell'Autorità Palestinese sono la copia più precisa che la storia possa offrire delle operazioni naziste, tra il 19 aprile e il 16 maggio 1943, contro il ghetto ebraico a Varsavia ... così come esse furono descritte nella famosa documentazione dei Processi di Norimberga, il 'Rapporto Stroop' ... un resoconto giorno per giorno, in settantacinque pagine, delle operazioni preparate da Himmler e rese note dal giudice USA Robert Jacskon.
"I collegamenti essenziali tra atto ed intenzione sono stati portati alla mia attenzione dal resoconto intitolato "Alle porte di Yassergrado" firmato da Amir Oren nell'edizione inglese del quotidiano israeliano Ha'aretz, il 27 gennaio ... il resoconto è molto significativo di per sé. Riflette un orrore crescente provato dagli israeliani mentalmente sani, o chiunque altro, di fronte alla prospettiva che Israele continui a perpetrare i crimini di cui si è già macchiato il regime di Ariel Sharon..."
"Il comportamento dei militari nei territori palestinesi occupati .... non avrebbe mai raggiunto lo stadio attuale, se quegli israeliani e i loro complici non fossero usati da coloro che promuovono le utopie fasciste di Brzezinski e Huntington, in America ed in Europa. Il Medio Oriente è usato come detonatore di un interminabile conflitto di religioni e di etnie, di portata mondiale, ma la bomba collegata al detonatore si trova in primo luogo nel campo anglo-americano. Se il nostro sporco covo, nel mondo di lingua anglofona, verrà ripulito e riordinato, sarà possibile controllare il pericolo rappresentato dal Medio Oriente ... Uniamoci e fermiamo gli orrori scatenati dal governo di Sharon finché siamo ancora in tempo. Mettiamo il mondo di fronte alle prove evidenti dell'intenzione orribile che si cela dietro i crimini del governo di Ariel Sharon!"

 Frode sistemica e paura nel sistema finanziario

Già prima della caduta dei titoli detti "tecnologici", iniziata nel marzo 2000, questa newsletter aveva spiegato senza mezzi termini che il boom della "new economy" altro non era che una gigantesca bolla speculativa creata sugli eccessi di liquidità e sulla manipolazione dei dati statistici da parte delle imprese e dei governi.
Con il crollo della Enron, l'abitudine sempre più diffusa di sottoporre a pesanti "interventi cosmetici" i conti delle imprese americane, con la complicità di studi di revisione contabile, ha cominciato a preoccupare seriamente gli investitori. Nel giro di poche settimane la Tyco, il secondo conglomerato americano, ha perso il 55% della sua capitalizzazione di mercato, suscitando diffusi timori che si tratti della "seconda Enron". Presentando una sua molto speciale interpretazione dei profitti, la Tyco International è riuscita a rilanciare le proprie quotazioni e sfruttare quindi la capitalizzazione di mercato come una leva finanziaria per acquisire altre imprese. Altri conglomerati, come le General Electric e il gigante di internet Cisco, hanno fatto la stessa cosa, e adesso si preparano ad essere "la Enron di turno".
Un esperto di finanza attivo a Londra ha spiegato: "L'intero edificio della fiducia nel sistema finanziario internazionale si sta scardinando". Ha notato in particolare come la condotta dello studio internazionale di revisione Arthur Anderson nella vicenda Enron sia stato molto demoralizzante. "Adesso paghiamo per tutte le attività illecite o semi illecite degli anni Novanta negli USA, nel ramo commerciale e finanziario, che stanno venendo al pettine".
La paura è moltiplicata dai grandi fallimenti che ormai si susseguono all'ordine del giorno, in particolare nei settori telecom.

 

Il 28 gennaio è fallita la Global Crossing, impresa di fibre ottiche, in quello che è finora il crac  più importante del settore telecom. L'impresa ha costruito una rete (inutilizzata in massima parte) di 160.000 chilometri in 27 paesi con un debito impagabile di 11 miliardi di dollari.

  • Il giorno dopo la telecom americana Leven 3 Communications ha dichiarato di non essere in grado di pagare i 6,2 miliardi di dollari di debito, poiché è costretta ad un deprezzamento della sua rete di fibre ottiche di 3 miliardi di dollari.

  •  Il 31 gennaio la NTL, che offre servizi alle TV via cavo inglesi, ha annunciato un debito di 17 miliardi di dollari ed ha chiesto una "ristrutturazione" ai suoi creditori. Nel 2000 la NTL aveva raggiunto una capitalizzazione di 30 miliardi di dollari, ma le sue azioni oggi sono crollate del 99%. Il suo direttore Barklay Knapp per ora esclude che la NTL diventi "una nuova Enron".

  •  Il 31 gennaio la McLeod USA ha portato i libri in tribunale ed ha chiesto agli investitori la cancellazione del 75% del capitale, un totale di 3 miliardi di dollari.

  •  Il 1 febbraio la UPC, la seconda impresa per importanza che offre servizi alle TV via cavo in Europa, è rimasta insolvente su obbligazioni per 7,5 miliardi di euro ed ha chiesto la ristrutturazione del debito.

 

A questo si aggiunge la bolla dei "derivati sul credito", un espediente con le quali le grandi banche hanno "ridistribuito" il rischio sui crediti, potendo così continuare a prestare a clienti già eccessivamente indebitati, minimizzando i rischi sulla carta.
Il fenomeno ha assunto dimensioni macroscopiche negli ultimi anni e nel 2001 si calcolava un totale di derivati sui crediti pari a 1581 trilioni, un volume nove volte maggiore rispetto a quattro anni prima. Le autorità finanziarie sono preoccupate perché questi strumenti rendono praticamente impossibile accertare quale sia l'istituzione finanziaria effettivamente danneggiata da una grande insolvenza. Il 30 gennaio sir Howard Davies, che dirige la Financial Services Authority (FAS) a Londra, ha definito i derivati sui crediti "l'elemento più esotico dei mercati finanziari".

EIR Executive Intelligence Review

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