le biblioteche in rete.

 

 

Di che cosa dovrei parlare? Della rete delle biblioteche e dei cataloghi? Potrei cercare di raccontare con parole semplici cosa stiamo facendo e dove siamo arrivati ma, riflettendoci bene, mi viene da pensare che l’argomento potrebbe risultare quantomeno noioso. Allora vorrei provare a ripensare tutta l’impostazione del discorso, anzi a rivoluzionare il punto di vista. Che cosa mi piacerebbe trovare nella biblioteca della mia zona?.Intanto apriamo una piccola parentesi: chi sono i frequentatori abituali delle biblioteche romane? Studenti, a detta delle statistiche, da

16- 25 anni, in massima parte, ma anche pensionati, casalinghe, insomma una bella panoramica di cittadini. Chiusa la parentesi e tornando alla domanda iniziale, se esco da casa per andare nella biblioteca comunale più vicina, che cosa ci vado a fare? Immagino per ottenere risposte. Non importa se si tratta di risposte a problemi condominiali, a compilazioni di denuncie dei redditi incomprensibili, a decifrazioni di analisi cliniche o più semplicemente di risolvere una serata con la lettura dell’ultimo romanzo di Camilleri (dato che la televisione, lasciatemelo dire, non merita proprio). Sorvoliamo pure sulla meraviglia suscitata in me dalla scoperta che nella piccola biblioteca di zona non ci sono soltanto libri ma anche computer con Internet, CD Rom e riviste, dischi musicali e videocassette, ma quando vado a formulare la mia domanda (o a cercare la mia risposta), ho bisogno di una guida.La cosa che distingue una biblioteca da un semplice deposito di libri è il catalogo. A cosa altro è il catalogo se non una chiave, anzi La chiave per eccellenza dello scibile contenuto tra le pagine scritte (cartacee o virtuali)? E’ proprio l’essenza stessa del mestiere del bibliotecario tentare di classificare ed incasellare tutti i possibili collegamenti che possono ricondurre ad una singola notizia. Del resto proviamo ad immaginare cosa sarebbe il mondo se insieme ai telefoni non esistessero anche elenchi e rubriche. Ed allora, tornando alla mia ricerca, è probabile che possa rimanere deluso se questa è limitata agli scaffali che ho a portata di mano, dato che le biblioteche del sistema possiedono ognuna non più di 20.000 libri, che non sono poi così tanti. Ecco che entra in ballo la rete ed i cataloghi informatizzati. Grazie alla rete, dal terminale di interrogazione del catalogo posso fare la mia ricerca in tutto il patrimonio del sistema, non più quindi i 20.000 titoli di prima ma oltre 300.000. Non solo, posso "pescare" in questo ricco carniere incrociando oltre 2.400.000 differenti chiavi di ricerca (!) e posso anche prenotare il prestito da una biblioteca all’altra. Ora gli scaffali della mia piccola biblioteca di zona diventano grandissimi, lunghi centinaia di metri, e i soldi che il Sistema spende per comprare libri per tutti i cittadini diventano tanti di più, perché adesso veramente tutti possono accedere a tutto. La comunicazione (buona) si dimostra ancora una volta uno strumento di democrazia (ed anche di economia). Posso concludere dicendo che tutto questo sta avvenendo, con la gradualità che ogni mutazione richiede: oggi, al termine di un lavoro durato un anno, i cataloghi delle biblioteche collegate alla rete del Comune di Roma, e quindi anche tra di loro, sono stati fusi insieme, creando il catalogo unico del sistema, che contiene oggi (20 novembre) 145.000 titoli differenti (ma i libri sono molti di più). Questo primo nucleo è composto dalle biblioteche: Centrale Ragazzi, Flaminia, Forni, Giordano Bruno, Marconi, Mozart, Ostiense, Rispoli, Valle Aurelia; tutte queste sedi costituiscono un portale di accesso al sistema in rete; all’interno dell’archivio sono presenti inoltre i dati di: Centro Sistema, ovvero l’ufficio che gestisce il catalogo e di Gela e Latina che sono momentaneamente chiuse al pubblico. Presto saranno presenti al suo interno i dati dei libri di tutte le biblioteche, anche di quelle per il momento escluse dalla rete, così da poter offrire ai cittadini un catalogo completo. Inoltre lo scorso 15 novembre è stato attivato sulle pagine Internet del Sistema un Opac (www.comune.roma.it/h3/h3.exe/ase), cioè una interfaccia di interrogazione di tipo grafico, che consente di accedere allo stesso servizio anche dalla rete delle reti. E il futuro? Cosa dobbiamo aspettarci ancora? Naturalmente che tutte le biblioteche vengano connesse tra loro, come naturale completamento del progetto, e poi l’entrata in SBN, che significherà allargare l’orizzonte dall’ambito cittadino a quello nazionale. Ed allora, cosa desiderare di più?

 

 

Massimo Greco