Povera Gaia pianeta assetato

Le acque che ricoprono il 70 per cento della superficie terrestre sono per la stragrande maggioranza salate. Appena il 2,5 per cento è acqua dolce. E solo un terzo è in forma liquida; il resto è intrappolato nelle calotte polari e nei ghiacciai. Gran parte dell'acqua liquida, poi, è inaccessibile perché nascosta nelle viscere della Terra. Quel che resta disponibile per gli usi umani, nei laghi e nei fiumi, è appena lo 0,3 per cento del totale, ed è distribuita, per di più, in modo molto ineguale. Così, gran parte dei sempre più numerosi e assetati abitanti del pianeta azzurro corre il rischio concreto di restare a secco. Già oggi due miliardi di persone vivono in territori in cui la quantità d'acqua prelevabile senza depauperare le riserve non basta a soddisfare le esigenze minime, o si trova su quel filo del rasoio definito «stress idrico», in cui basta un evento come un periodo di siccità a scatenare una crisi; e, a meno di interventi decisi, nulla lascia pensare che le cose siano destinate a migliorare, come emerge dalla previsioni per il 2025.
Gli allarmi sulla situazione idrica del pianeta si sprecano, e non da oggi. Il più enfatico è stato lanciato dall'ex segretario generale delle Nazioni unite Boutros Ghali: «Se mai dovesse scoppiare la terza guerra mondiale, a scatenarla sarà la competizione per l'acqua». Pur senza coinvolgere l'intero pianeta, conflitti legati all'acqua sono in corso già oggi in varie parti del mondo, sia tra gruppi all'interno di uno stato, sia tra stati che si contendono la disponibilità di uno stesso bacino fluviale. Il Nilo, per esempio, è al centro di dispute ormai decennali tra gli otto stati africani che lambisce; nel conflitto tra India e Pakistan le ricche sorgenti del Kashmir sono un elemento di contesa cruciale, sebbene di norma sottaciuto rispetto alle tensioni etniche e religiose che pure alimentano le ostilità.

«Parlare di vere e proprie guerre dell'acqua non è preciso. L'acqua concorre piuttosto a creare tensioni che, se non sono risolte per altre vie e si sommano ad altre ragioni di conflitto, possono portare a sollevazioni e scontri armati». Chi lo afferma è l'economista Riccardo Petrella, docente presso l'Università cattolica di Lovanio in Belgio. Petrella coordina il comitato internazionale che dal 1998, sotto la presidenza dell'ex presidente della repubblica portoghese Mario Soares, ha lanciato il Manifesto dell'acqua: un documento che, tracciato il quadro della situazione odierna e delle prospettive per i decenni a venire, propone un quadro di soluzioni ispirate a princìpi ben diversi da quelli a cui oggi si fa riferimento. La versione italiana del manifesto è stata da poco proposta in un libro (Il manifesto dell'acqua. Il diritto alla vita per tutti, Edizioni gruppo Abele, 2001).


 

 

 

 

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