Comabbio 25/7/01

 

CRONACA DI UNA PRESENZA

 

Siamo stati a Genova venerdì 20 e sabato 21 luglio 2001 avevamo aderito all'iniziativa di digiuno e preghiera che si è tenuta nella parrocchia S. Antonio di Boccadasse, animando la preghiera venerdì dalle ore 21 alle 22 e partecipando sabato pomeriggio alla grande manifestazione indetta dal Genoa Social Forum. Essendo partiti tra i primi alle ore 13, abbiamo sempre camminato nella parte iniziale del grande corteo che occupava le quattro corsie del grande viale lungo il mare, compreso i marciapiedi. Il clima era sereno malgrado la forte tensione che si respirava nell'aria a causa degli scontri del giorno prima che avevano causato la morte di un manifestante, questo ci faceva stare vigili e attenti a tutto quello che succedeva. Si camminava lentamente a ranghi molto compatti, ci si sentiva molto vicini pur nella grande diversità dei partecipanti, mi sentivo immerso in quella convivialità delle differenze di cui avevo già avuto esperienza nelle marce per la pace in Bosnia, in particolare quella dei 500 con dom Tonino Bello.

                La grande partecipazione di popolo dava un carattere imponente e inaspettato alla manifestazione, qualsiasi sforzo organizzativo sembrava insufficiente, la realtà superava di gran lunga ogni più fervida fantasia. Nella mia memoria di operaio sindacalista attivo negli anni 70, devo risalire fino a Brescia alla grande manifestazione dopo lo scoppio della bomba a piazza della Loggia, per trovare un raduno di popolo così numeroso e intenso nella partecipazione. Restava sempre alta la preoccupazione vigile e attenta, per i fatti successi il giorno prima con la morte di un manifestante, ed anche per improvvisi movimenti di persone vestite di nero che di tanto in tanto cercavano di inserirsi nel corteo in modo prepotente senza rispetto di chi stava già camminando e poi all'improvviso facevano gesti provocatori, urlando insulti contro gli agenti che si scorgevano in lontananza. Ad un certo punto ci si ferma, arriva la notizia che un cassonetto sta bruciando all'imbocco del sottopasso  da cui dobbiamo passare, bisogna stare fermi fino a quando i pompieri abbiano spento e liberato il passaggio. La preoccupazione sale ma rimane ben controllata, una voce dalla testa del corteo grida seduti, seduti, seduti. Ottima idea, così si può verificare se ci sono infiltrati provocatori. In un attimo, mentre gradualmente ci si sedeva per terra, più di due km di viale sono diventati controllabili a vista da tutti, lasciando in difficoltà i provocatori perché erano visti da tutti nel loro comportamento. Dopo mezz'ora circa, abbiamo ripreso il cammino arrivando fino al palco dove si è conclusa la marcia, ascoltando gli interventi di JOSE' BOVE' contadino francese dell'altipiano del Larzac, che ci da appuntamento a Roma per il 10 di novembre e VITTORIO AGNOLETTO portavoce del "Genoa social forum" che con voce stanca ma soddisfatta dice che la manifestazione è riuscita. Sono le ore 16, pienamente soddisfatti posiamo per qualche foto ricordo con il bellissimo  striscione disegnato dalla Susy, con la scritta: "MOVIMENTO DELL'ARCA - LANZA DEL VASTO.  Si parla di trecentomila presenze una manifestazione imponente al di la ogni aspettativa. Verso le 16,30 mentre ci apprestiamo a salutare gli amici per avviarci alle auto per il rientro, dal palco una voce grida defluire! andare avanti, bisogna permettere a chi è sul viale di avanzare, perché stanno caricando la manifestazione. Abbiamo così preso la strada per ritornare alla parrocchia di Boccadasse, passando dalla parte alta di Genova, dove si poteva vedere bene il grande fumo che si levava alto, la manifestazione era così spezzata in due, chi l'aveva vissuta come un grande successo e quindi una vittoria. E chi essendo stati drammaticamente attaccati e dispersi dalla polizia (provocata intenzionalmente da gruppi di persone con cappucci neri a coprire il volto, che si muovevano a loro agio come professionisti ) l'ha vissuta come una disfatta  ed amara sconfitta. Mentre si tornava verso la parrocchia di Boccadasse, incontravamo gruppi di persone che ci raccontavano degli scontri, delle cariche, di gente picchiata, inseguita nei vicoli, un gruppo di amici ci dice: eravamo nel corteo con la FIOM di Milano (sindacato dei metalmeccanici) e anche il loro robusto servizio d'ordine è stato attaccato e disperso. Così la nostra gioia per la riuscita della manifestazione cominciava a mescolarsi alla tristezza per la paura e il dolore che esprimevano, per le violenze subite dalle persone che incontravamo.

                Siamo cosi arrivati di nuovo nella chiesa di S. Antonio di Boccadasse in tempo per partecipare alla conclusione della veglia di preghiera guidata dal Sermig di Torino, con una riflessione di Ernesto Olivero e il saluto conclusivo di suor Patrizia. Offrendo al Signore la gioia e la sofferenza vissute in queste due giornate, con nella mente e nel cuore le parole della preghiera del fuoco recitate la sera prima durante la veglia. (…Sofferenza e gioia l'una nell'altra. L'amore è la gioia di soffrire…) ci siamo congedati da Genova salutando gli amici, in particolare Antonella e Corrado che sono stati riferimento e coordinatori per la nostra presenza alla veglia di preghiera. Alle 19, abbiamo raggiunto la nostra auto rimasta posteggiata per due giorni lungo Corso Italia, fermandoci al primo posteggio attrezzato ad interrompere il digiuno osservato nei due giorni di permanenza a Genova.

               

                                                                                                                                Giampiero e Patrizia Zendali

                                                                                                                                Alleati dell'Arca