ASTROLOGIA NELLA BIBBIA

      Dal libro del Deuteronomio Cap. 11, vv.26-28 : ” Vedete, Io pongo

davanti a voi una Benedizione e una Maledizione(v.26); … la Benedizione, se obbedirete ai comandi del Signore vostro Dio, che oggi vi do(v.27);… la Maledizione, se non obbedite  ai comandi del vostro Dio e se vi allontanate dalla via che oggi vi prescrivo, per seguire gli stranieri (i pagani) (v.28)”. A tale proposito leggere anche Geremia cap. 21, v.8: ”Vi metto davanti a voi la vita e la via della morte”. In sintesi il Signore ha dato la possibilità all’uomo di scegliere  fra il bene e il male, tanto è vero che  nel v. 32 dello stesso capitolo è riportato: ”Avrete cura di mettere in pratica tutte le leggi e le norme che io oggi pongo davanti a voi”.  Va aggiunto ancora  Siracide che,  al cap. 15, v. 11  riporta: ” … e lasciò l’uomo  in balia   del suo proprio volere …”.

         Secondo il Sacro Testo  biblico l’uomo avrebbe la possibilità di scegliere fra il bene e il male, mentre nella cultura astrologica, il libero arbitrio assume un modo di essere che può sembrare antitetico con quanto scritto nella Bibbia. Rimane comunque il fatto che tutto viene da Dio poiché Egli è il “Costruttore di ogni cosa”.

Il ricorso all’astrologia  nasce dall’eterna convinzione che gli indovini possiedono il segreto per  conoscere il futuro e stornare i colpi della cattiva sorte.  Si credeva infatti che   tutto ciò che accade nel mondo è già predestinato, è già scritto nel libro del destino o meglio delle stelle. A questo proposito ricordiamo la venuta dei Re Magi  e di come solo attraverso lo studio dell’astrologia poterono giungere presso il Messia o il Nuovo Adamo, quindi venerarlo attraverso i  simboli regali  di oro, incenso e mirra. Interessante è Matteo nel cap.2, vv. 6/10: v. 7) “Allora Erode chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella …”.

         La base dell’eterna lotta fra cristianesimo e astrologia è collegata all’ignoranza. Infatti in nessun passo biblico è riportato che è vietato studiare i segni o i simboli, o addirittura gli archetipi. Anzi, nel libro di Daniele, nel cap. 2 dal v. 2 al 15 è riportato un sogno del re “Nabucodonosor” (per un maggior approfondimento vedi il capitolo n°  4  e 5  del libro deuterocanonico di Daniele).

         Un tempo l’astrologia era considerata che poteva coesistere con la maggior parte delle religioni, ma non con la cristiana o ebraica che la consideravano una “sopravvivenza” dei riti pagani. Tale scienza era vista dalla Chiesa come un “astro-magia” praticata in segreto,  mentre i segni celesti come i tuoni, i fulmini, le eclissi o le comete, venivano interpretati come collera divina. Fondamentale, a tal proposito, è conoscere quanto riporta il “Profeta maggiore secondo Isaia” nel cap. 47, dal verso 13 al 15, il quale nel  rivolgersi verso la città di Babilonia  così recita:

 

v.13)  Ti sei stancata dei tuoi molti consiglieri

si presentino e ti salvino

gli astrologi che osservano le stelle,

i quali ogni mese ti pronosticano

che cosa ti capiterà;

 

v. 14)   Ecco essi sono come la stoppia:

Il fuoco li consuma;

Non salveranno se stessi

Dal potere delle fiamme.

Non ci sarà brace per scaldarsi.

Né fuoco davanti al quale sedersi.

 

v.15)   Così sono diventati per te i tuoi maghi,

con i quali ti sei affaticata sin dalla giovinezza;

ognuno se ne vada per conto suo,

nessuno ti viene in aiuto”.

        

         Sant’Agostino intorno al  370 – 380 d.C., condannava gli astrologi scrivendo nel libro delle confessioni, parte IV^ n. 3: ”... pretendono che vi sia nel cielo la causa inevitabile del peccato: sono Venere, Saturno o Marte che ci hanno fatto compiere questa o quell’azione volendo così che sia senza colpa l’uomo che è carne e sangue e verminosa superbia, e la colpa ricada su Colui che ha creato e regge il cielo e le stelle”. Mentre nel De Civ. Dei, XI, (v. 28): ”Io sono, io conosco, io voglio. Sono in quanto so e voglio; so di essere, e di volere; voglio essere e sapere”.     Da queste asserzioni nacque la condanna all’Astrologia, infatti, nel I° Concilio di Toledo del 400 d.C., si asserì:

Se qualcuno crede che si debba credere all’Astrologia, sia Anatema”.

Anche San Tommaso d’Aquino si interessò di astrologia. Difatti, nella sua Summa theologicae  (I –II. q. 95 a,5 e a.6),  riporta: “ unde corpora caelestia non possunt esse per se  causa operum  liberi arbitri – possunt ad hoc dispositive inclinare: inquantum imprimunt in corpus umanum, et per  consquens in vires sensitivas, quae sunt actus corporalium  organorum, quae inclinant ad umanos actus”.

In sintesi il Santo voleva dire “astra inclinant non necessitant”  cioè:  “gli astri inclinano, non obbligano”. Egli aggiunge  che indirettamente “..il sapiente domina gli astri (Sapiens, dominatur astris”) poiché resistendo alle passioni, impedisce  con la sua libera volontà  gli influssi celesti. In modo analogo hanno creduto  pensatori come Dante Alighieri.

Purtroppo oggi il pensiero della Chiesa non è  cambiato molto. Infatti  Papa  Giovanni Paolo II , nel “Nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica”  redatto nel 1992-93, asserisce attraverso il paragrafo 2116  che anche l’Astrologia, come ogni forma di “occultismo” va condannata. Poiché  è “…in contraddizione con l'onore e il rispetto, congiunto al timore amante, che dobbiamo a Dio solo.” 

 

di Alessandro  D’Angelo