DON GELMINI LA VERITA'

Roma, 9 agosto 2007, giovedi’

Visto che tutti parlano di Pierino Gelmini, vi mando questo articolo che ho pubblicato sul quotidiano di Roma "Paese Sera" nel lontano 1992. Ero stato alla sua comunita’ in occasione di una cerimonia ufficiale e ne ero rimasto scioccato. Parlare di culto della personalita’ e’ riduttivo. Dappertutto c’erano quadri, ritratti, dipinti, foto, arazzi… che lo rappresentavano. Lui, poi, si atteggiava a santone. Storie di omosessualita’ si sentivano anche allora. Anzi, a dire il vero, le avevo sentite fin dagli anni Ottanta… Speriamo che la magistratura faccia luce su questa storia triste e sporca, soprattutto per il buon nome della nostra comunita’ che e’ costretta a subire delle gravi offese per colpa di personaggi laidi e ipocriti.

Paese Sera, 11 Nov. 1992 (me)

NON AVRAI ALTRO DIO ALL'INFUORI DI DON PIERINO

Quando si parla di lui e’ un luogo comune definirlo "il sacerdote che si inietto’ il virus dell’aids", anche se non e’ vero visto che, a richiesta, lo stesso Pierino Gelmini precisa di aver ricevuto soltanto l’inoculazione di un vaccino nel marzo del ‘91, e non "il virus vero e proprio".

Ma tutto entra a far parte della caratterizzazione del personaggio, direttore editoriale di una rivista, "Il Cammino", bimestrale di informazione della comunita’ Incontro, dove si possono contare fino a 24 sue fotografie in un solo numero, oltre a esempi rimarchevoli del "Gelmini pensiero", con citazioni fin dalla copertina e interviste, articoli, interventi, discorsi, premi (l'ultimo, «Cultura e Pace 1992», gia’ assegnato a Giulio Andreotti, gli verra’ consegnato sabato prossimo a Pistoia), in un crescendo che si diffonde nei 160 centri creati in tutto il mondo. In quello di Amelia, in Umbria, si e’ tenuto recentemente il convegno «La medicina in comunita’», organizzato con una stupefacente larghezza di mezzi finanziari, il cui scopo principale sembra essere stato proprio quello di sollecitare l’invio dei fondi che lo Stato ha stanziato per i centri di recupero degli ex-drogati e di dimostrare la forza contrattuale-elettorale di una comunita’ che, contando parecchie migliaia di aderenti e relativi familiari, non puo’ non fare gola a qualsiasi uomo politico, sia o meno sospettato di aspirare al voto di scambio.

Ma don Pierino Gelmini non e’ soltanto un fenomeno baracconesco: e’ la confessione che lo Stato fa della propria inadeguatezza e incapacita’ a risolvere i problemi piu’ gravi che gli si presentano. Ed e’ anche la dimostrazione della vittoria della concezione sopraffattrice di una certa Chiesa che da un lato vieta rigorosamente ogni metodo logico di prevenzione dell'aids e dall'altro pretende, con arroganza, di essere finanziata per assistere le vittime della stessa epidemia, alla quale ha dato il suo pesante contributo, quando si osserva l'accanimento che i cattolici pongono nel vietare l'uso del preservativo. Come conseguenza, fra gli adolescenti, «l'infezione da hiv sta aumentando a ritmi allarmanti... uno ogni sei ragazzi contrae una malattia sessuale». Ed e’ proprio «tra i poveri che l'hiv si diffonde piu’ rapidamente e cioe’ dove la proibizione ufficiale della chiesa contro il sesso sicuro puo’ fare i guasti maggiori».

Il problema, all'estero, si e’ gia’ posto con particolare crudezza tanto che l'autorevole quotidiano New York Times, insieme al settimanale degli intellettuali democratici americani Village Voice, si sono chiesti quasi contemporaneamente se la Chiesa stia deliberatamente compromettendo la salute pubblica. Quanti altri morti saranno necessari perche’ si cambi rotta?