Sandro MEDICI

50 anni. Giornalista del Manifesto. Scrittore.

Già Consigliere Comunale nella precedente legislatura

Presidente del Decimo Municipio di Cinecitta' Cinecittà, Sandro Medici, l'ex ragazzo del '68 amante dei Beatles e i Rolling Stones. Ex direttore responsabile del quotidiano - Il Manifesto - dove ha lavorato per circa 20 anni, è stato precedentemente consigliere comunale per tre anni nelle liste di Rifondazione Comunista. Ora è pronto ad impegnarsi per migliorare il Tuscolano, poiché, come afferma in diversi interventi: "Con la creazione dei nuovi municipi si hanno a disposizione maggiori strumenti con cui risolvere diversi problemi e richieste dei cittadini." Particolarmente preparato sullo sviluppo della cultura, propone interessanti progetti per trasformare la cementificazione prevista nel suo Municipio in Operose strutture Culturali e Cinematografiche.

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INTERVISTA A SANDRO MEDICI - PRESIDENTE DEL DECIMO MUNICIPIO DI ROMA.
Lei conosce il sito Internet di Namir, sa quello che ha fatto questo Web, e quello che esprime cio' che offre e la sua nascita.

La prima domanda che gli poniamo, noi tutti della redazione e chi ci segue, e' di spiegarci il passaggio tra l'ex Circoscrizione a Municipio, cosa significa cio' in termini pratici ?

Ci sono vari piani per comprendere questo passaggio, allo stato attuale, non siamo certamente nella condizione di prima. Pero' accade, che da un lato i Municipi cambiano la precedente condizione, dall'altro bisogna intervenire da soli in alcune situazioni non ancora definite. Le faccio un esempio, se all'interno di questa Circoscrizione, c'e' un problema di potatura di alberi, con una squadra di lavoratori socialmente utili, interveniamo. Questo per dirle che non possiamo decidere ed intervenire , per quanto riguarda la problematiche delle aeree verdi che ci propongono e segnalano i cittadini, se non armandoci di buona volontà'. Insomma diciamo che per raggiungere alcuni obiettivi, nel pratico, bisogna affrontare qualche rischio e attivare azioni che non ci competono. Per esempio, stiamo per assegnare uno spazio Comunale ed anche se forse, non ne ho la responsabilità', lo approvo lo stesso, cosi' come ho bloccato un cantiere e i suoi lavori, poco chiari, anche non avendone l'autorità'. C'e' una pratica, in poche parole, che riguarda tutti i Presidenti dei Municipi, che e' proprio nel forzare un pochino la situazione per poter cambiare realmente l'esistenza del Municipio.

Poi c'e' l'altro piano, quello più' Istituzionale, che riguarda il lavoro che sta facendo una commissione, prevista nella delibera di decentramento, che ha come compito quello di confezionare una proposta per trasferire le competenze, entro novanta giorni dalla sua Costituzione. E' una Commissioni mista, nella quale ci sono Presidenti dei Municipi, importanti figure amministrative, e l'assessore al Decentramento, il tutto si dovrebbe concludere entro Natale. All'inizio dell'anno , possiamo, grazie a questa commissione, fare una proposta, al Campidoglio sulle reciproche competenze e su come cooperare. Ottimisticamente parlando, dopo i primi mesi del 2002, si realizzerà' un quadro più' preciso del nuovo Municipio. Ciò' fa parte di una mutazione che coinvolge tutti gli assetti istituzionali, cosi' come tutto il nostro paese attraversa la stessa condizione.

Secondo lei ciò' si può' giudicare positivamente o no ?

Secondo il mio parere questa innovazione e' da giudicare positivamente, oramai tutti i stati moderni utilizzano la chiave del Federalismo, per dare risposte che la politica, essendo sempre più' distante dalla vita quotidiana, dai problemi reali dei cittadini, non riesce più' a dare.Avere questo rapporto diretto con i cittadini, attraverso i Municipi ed altro, può' cambiare la partecipazione richiesta soltanto quando ci sono le elezioni. Per le città' grandi, come può' essere Roma, in cui il problema dell'amministrazione quotidiana e' una realtà' constante, diventa importante attuare questa soluzione, altrimenti e' ingestibile governare le richieste dei cittadini soltanto dal Campidoglio.

Ci sono diverse proposte di federalismo ?

Assolutamente si, con tutte le differenze, ad esempio con quel Federalismo che si propone al nord della nostra nazione, quello e' un metodo che può' sommare vantaggi a chi già' ne ha ed eliminarli a chi non aveva affatto. Pero' ciò' non lo puoi contrastare soltanto affermando che quanto deve avvenire sia ingiusto, la puoi risolvere soltanto offrendo un modello di federalismo equilibrato e solidale, che contenga cioè' la capacita' di modificare le diverse realtà' locali creando un'armonia di gestione. E in questa chiave Roma ha una responsabilità' particolare, perché' quanto riusciremo a stabilire qui, sarà' di riferimento per tutte le altre città' d'Italia. Certo ci arriviamo tardi, perché' negli altri paesi europei esistono da tempo delle realtà' di decentramento, ma la Capitale e' la prima in Italia a proporre questa nuova realtà' e quindi dobbiamo cercare di realizzarla nel migliore dei modi, per rispettare sia tutti i cittadini che le diverse strategie politiche.

Per quanto riguarda le autonomie economiche ?

Abbiamo ragionato sul bilancio, e devo dire che ci sono molte cose da risolvere. L'autonomia finanziaria prevede che nei trasferimenti economici che farà' lo stato al Comune di Roma, una piccola parte Sara' gestita dai Municipi, ciò' e' necessario, ma non basta. C'e' l'esigenza, che ogni Municipio, possa avere una sua autonomia economica vera nel mercato e in questa deve agire e proporre. Il Municipio, deve diventare un motore economico.

Ciò' non potrà' far scaturire delle differenze , domande ed offerte, e quindi di risorse per i cittadini, da Municipio a Municipio ?

Questa e' una problematica difficile da affrontare, quello che si può' fare e' dare a tutti gli stessi strumenti anche finanziari per poter risolvere, senza fare alcun torto,le richieste dei diritti dei cittadini, lasciando libertà' di autonomia, nelle proposte sul territorio di competenza. E' naturale che i Municipi del Centro Storico di Roma, avranno più' possibilità' di fare proposte e quindi di avere risorse economiche in più', rispetto a quelli periferici, il rischio pero' bisogna assumerselo e non e' detto che abbia queste logiche e dinamiche. Ad esempio posso dirti che nel mio municipio esiste un Teatro incendiatosi tanti anni fa, se riesco a coinvolgere economicamente alcune realtà' locali, per poterlo ristrutturare, e' un'azione che riguarda questo Municipio.

L'operazione e' culturale, puoi definirne i mezzi sbagliati o giusti ?

la risposta la trovi negli obiettivi che ci si pone.

Vuoi dire che questo Municipio si muove più' dell'altro ?

pazienza, basta avere le basi economiche in tutti i Municipi per poter risolvere le problematiche dei cittadini e il teatro e gli obiettivi e i rapporti economici sul territorio saranno solo qualcosa in più', legato a ciò' che stabiliranno gli stessi.

In questo caso, pensando che la cultura e' stata sempre considerata futile e non necessaria in Italia, il problema potrebbe essere enorme ?

bisogna contrastare questo concetto, la cultura e' necessaria e mai come oggi. il Decentramento che bisogna proporre, non deve avere una pianificazione piramidale,dove tutto si muove secondo il vertice e quanto stabilisce, per avere tutte le cose in ordine e spesso apatiche. Deve avere la possibilità' di proporre idee, ed intervenire sul territorio, deve essere quindi e soprattutto un decentramento sociale. Se bisogna avere una funzione intelligente, la prima cosa che bisogna provare a realizzare e' mettere in moto le energie sociali che ci sono nel territorio, ribaltando il concetto attuale, creando, come azione importante, delle forme di partecipazione alle scelte del Municipio da parte dei cittadini. Bisogna cercare di comprendere anche la società' che non si esprime, che non ha possibilità' di organizzazione per potersi esprimere. Coinvolgere questa pigrizia e inerzia sociale, chiamandola alla responsabilità' del proprio territorio. Non può' continuare a decidere soltanto la dirigenza politica, deve questa, lasciar esprimere e coinvolgere i cittadini.

Concretamente cosa state facendo in questo momento per poter realizzare quanto si prevedete nel progetto di coinvolgimento ?

Stiamo cercando di attivare al massimo le possibilità' che gli attuali regolamenti ci consentono, realizzando delle consulte e degli osservatori. in questo Municipio ci sono già delle consulte, come quella sui portatori d'handicap, e abbiamo attivato degli osservatori sulla scuola, perché' queste non sono coordinate e tutte si muovono con propri ragionamenti. Bisogna incontrarci in un luogo e discutere insieme, perché' dal confronto collettivo nascono idee per poter risolvere i problemi dei singoli, compresi quelli materiali e spesso considerati inutili, che vanno dalla lampadina alla maniglia della porta, perché' e' anche comodo avere un atteggiamento individualista per non risolvere i problemi di ordine quotidiano. Decentramento significa Partecipazione.

Nell'ex Decima Circoscrizione il problema del traffico e' notevole, cosa pensate di fare per poter agevolare la fluidità' automobilistica e quindi anche quella dell'inquinamento ?

C'e' un'estrema difficoltà' su questa problematica, perché' il traffico nasce dal fatto che questi quartieri, storicamente, si sviluppano sulle strade che uniscono Roma, con i Castelli, Frascati, eccetera. Quindi finche' esisterà' questo flusso, di spostamento e mobilita', sarà' difficile risolverlo o agevolarlo. Le cause sono storiche,dicevo, tutte legate alla nascita di questi quartieri, processi speculativi, come la zona di Cinecitta' che e' stata soggetta ad una politica precedente rivolta al massimo profitto.La zona di cinecitta', nasce e si sviluppa in modo selvaggio. Questi erano tutti terreni agricoli, gli stessi usati dai romani, infatti spesso,scavando, si trovano delle ville antiche. il proprietario di questi terreni agricoli era un Conte, aristocratico papalino, che ad un certo punto della sua vita a regalato ai Salesiani, l'area che comprende ora la chiesa di Don Bosco, ed intorno a questa, nei vari governi che si sono costruite le attuali case, le quali formano i diversi quartieri. E tutta la zona fuori da raccordo, che si unisce ai Castelli, erano case abusive che sono state via via risanate, e sommano il disordine a quello precedente di Cinecitta'. Il traffico, quindi, e' figlio di questa come di altre storie della città' di Roma. Risolvere la problematica e' difficile, perché' bisognerebbe rimettere mano a tutta la struttura che la genera.

Una collaborazione con il servizio giardini del Comune di Roma, potrebbe aiutarvi a risolvere in parte il problema dell'inquinamento ?

Lavorando bene insieme, collaborando, si potrebbe gestire al massimo i punti verdi del nostro Municipio. Per ora siamo sotto le necessita'. bisogna mettere in pista delle politiche di qualità' ambientale che valorizzino il patrimonio, come ad esempio quello presente da noi, che e' il Parco degli Acquedotti. Vi si possono fare dei progetti con possibili ritorni economici. Pensare che il Servizio Giardini, possa fare tutto questo da solo in tutta la città' e' chiedere l'impossibile. Non si possono più' gestire queste realtà' locali, problematiche serie, con un cervello centralizzato, e' impossibile e spesso per questo si bloccano creatività' e iniziative importanti.

Riferendoci nuovamente alla cultura, che cosa intende realizzare su questo argomento, a cui lei e' molto legato ?

Ti confesso che ho ambizioni grandi, mi piacerebbe molto fare di questo territorio, un punto di riferimento culturale per i cittadini di Roma. Un'altra partecipazione che stiamo cercando di elaborare e' una Consulta di questo insieme di realtà' culturali presenti sul nostro territorio. Con le Biblioteche e la sua Istituzione. Ci stiamo muovendo con le associazioni Culturali che si esprimono da sempre puntando sulla loro volontà', ma che spesso sono state soffocate da altre esigenze. La cultura e' uno strumento indispensabile, perché' bisogna riempire di contenuti ed operatività' di gestione i progetti che ci sono in campo sul nostro territorio. Pensa che questi progetti culturali,sono paradossalmente legati alle trasformazioni urbanistiche.

Dovete sapere che, ma lo saprai sicuramente, nel nostro Decimo Municipio, sono previste una serie di trasformazioni urbanistiche, che pero' sono portatrici, almeno nel progetto, soltanto di direzionalita', di uffici, di commercio. La prima battaglia da fare e' quindi evitare che ci sia questa pioggia di cemento. Tanto per darvi una idea, qui sono previsti, dal piano regolatore e vecchi presidi, quasi quattro milioni e mezzo di metri cubi di cementificazione. Prima battaglia da fare e' di evitare che siano 4 milioni e mezzo, ma che siano molti ma molti di meno, seconda battaglia e' che quelli che arrivano per forza, siano metri cubi di cemento, diciamo virtuosi, cioè' che abbiamo lo scopo di far diventare questo quartiere interessante ed importante. Nel piano regolatore, l'aerea di Torre Spaccata, e' destinata ad un milione e 900 mila metri di cementificazione, per uffici e ministeri, ciò' non deve passare. Ma al suo posto, bisogna costruirci il Museo del cinema Italiano,la scuola del Cinema, e se tutti ci diamo degli obiettivi veri culturali, ci possiamo inserire anche il più' importante DAMS di Roma. Il tutto naturalmente legato con gli stabilimenti di Cinecitta', si può' formare cioè' un grandissimo polo di attività' culturali e iniziativa cinematografica.

In effetti non avendo un Museo del Cinema in Italia, pecchiamo su quel periodo storico e di pensiero, conosciuto in tutto il mondo, che e' stato il Neorealismo, non dandogli la dovuto lustro e memoria storica.

Questo e' il mio primo obiettivo. Secondo ; stando al piano regolatore si prevede nell'area della zona Romanina, cioè' oltre il Raccordo Anulare, oltre un milione di metri cubi di cementificazione per fare un centro Direzionale. Ed anche a questo dobbiamo opporci, possiamo ragionare per una nuova Direzionalita', legata all'economia nuova, che nasce dal fabbisogno sociale, dal terzo settore, dalle associazioni, dalle cooperazioni, non esiste a Roma chi raccolga tutte queste esperienze, anche uffici intendo dire, che ne rispettino e aiutino lo sviluppo. Ed insieme a questo progetto unirci quello di un grande impianto sportivo, un palazzetto del sport, ad esempio. Noi abbiamo sul nostro territorio una grande attività' sportiva,che pero' non trova spazi e possibilità' di sviluppo dal dilettantismo al professionismo.

Le faccio una domanda in proposito, visto che stiamo parlando di cultura. In questo lungo periodo,viviamo la guerra in tutte le sue forme di espressione e comunicazione. Ma sembra quasi che si intenda farla passare distante dalla nostra realtà', cosi' come altre questioni di carattere sociale e di interesse collettivo. Cosa può' fare rispetto a questi problemi un Presidente di Municipio - od di altra struttura ?

Bisogna trovare un equilibrio, difficilissimo, tra quelle che sono le attività' proprie, di un ente locale, e quello che e' il proprio pensiero politico nel senso stretto del termine insieme alle forze sociali. io tenderei a distinguere questo problema, perché' noi siamo stati eletti per fare delle cose che riguardano l'amministrazione pubblica della città' e a questo mandato dobbiamo rispondere. Se noi rispondiamo a questo mandato in termini espansivi, cioè', creando delle occasioni, creando dibattiti culturali e possibilità' di esprimere pensieri, possibilità' di attivare forze e risorse sociali e intelligenze, allora potremmo dare anche una risposta alla tua domanda. insomma noi non ci dobbiamo sostituire ai movimenti, ai partiti, alle forze sociali, quello e' un loro compito. Tutto questo oggi avviene poco, perche' sono d'accordo con voi, esiste che una specie di : " Silenzio "indotto. Ma non possiamo sostituirci e fare un lavoro differente dal nostro. Noi pero' possiamo favorirlo, creando spazi, nei quali lasciare intelligenze ad esprimersi liberamente, senza offuscarle e opprimerle. Creare le opportunità', questo e' il nostro compito da Presidenti. Ma il problema esiste, ed e' rintracciabile proprio in quella grande distanza tra la politica e la società'.

Ma se si aprono gli spazi, solo sulla richiesta dei cittadini, e di questo e di altri problemi la popolazione sul territorio non intende discuterne, non le sembra un cane che si mozzica la coda ?

non bisogna iniziare, dal punto in cui si appartiene ad una qualsiasi situazione sociale , per fare delle proposte ?

Io ho fiducia, e' chiaro che comunque non rimarrò' immobile, e' compito del Presidente del Municipio e di qualsiasi altro Presidente, fare delle proposte culturali che tengano conto delle problematiche e dei cittadini. Pero' insisto, tutto questo per essere reale deve vivere di partecipazione, deve essere condiviso, un movimento che e' contrario alla guerra, o che intenda esprimere cultura, non lo puoi fare dall'alto, quello che puoi farlo e' sollecitarlo con delle proposte sul territorio. Anche se c'e' la difficoltà' sociale, legata ad una sorta di inerzia, che si sviluppa nel tentativo di rimozione nei confronti delle problematiche sociali, individuali collettive, alimentate da un grande rumore di fondo che fanno gli organi di comunicazione.... bisogna tentare.

Innescare consapevolezza nelle persone, e' questa la dinamica, bisogna avere pazienza, oggi il nostro compito e' legato alla semina, per la raccolta bisognerà' attendere qualche anno, se lavoriamo bene.

Grazie a Sandro Medici

- redazione Namir.

Grazie a voi.