E fuori Piove !

Di Marco de Luca.

 

E intanto piove - un'altra casa lascia la terra come la gondoletta la riva, un'altra mano che stringe forte...ma per destino segue la scia.

l'Italia e' forte l'Italia e' unita, ora gridano quelli del nord, ma quando arriva l'estate tutti i terroni sono dimenticati e sottopagati.

Ricordo appena un mesetto passato che la Padania non desiderava il sud dei suoi piedi, dimenticandosi che il mondo e' grande e se ti giri un pochino con la punta del naso sei sempre al sud del nord, ma ci vuole una capacita' di vista ampia per non rimaner fermi al punto in cui si vedono le cose. Ora, nella tragedia di Torino, le industrie e i soldi possono fare poco per fermare la vendetta della natura.

Uno getta la cicca, l'altro la pista, poi c'e' quello che la incarta, la sigaretta lunga e bianca, c'e' chi la pubblicizza, c'e' chi la vieta, e che sa, che vietandola, la vendera' meglio.

E intanto piove

E il nord ora chiede del sud - vuole Romaladrona per riparare i danni, mentre intreccia con Haider fili per staccarsi da questa Italia dalla benzina sempre al verde, dalla guerra dichiarata alle multinazionali petrolifiche e non riuscita, dalle tasse e i cibi transgenici.

E intanto piove

Si continua a tagliare l'albero per la carta igienica lunga e del sederino che rimarra' in ammollo, delle piene del fiume non si interessa nessuno, il profitto e' profitto.

Non piove piu'.

La natura comincia ad innescare contro la sua forza e la sua calma ;

Una vecchia canzone indiana raccontava

Mi avete tolto radici - e la terra volera' via con esse -

Mi avete tolto foglie - e il respiro del mondo non ci sara' piu'

Mi avete tolto frutti inghiottendone i semi - e non potro crescere nei vostri escrementi.

La mia calma e' passata, la mia calma e' piu' calma e se verro' verro' decisa e se andro' non mi dimenticherete.

Torino e' solo un mucchio di fabbriche, una volta c'era almeno l'operaio, ma ora vota per un ricco e non comprende perche' si dovrebbe lamentare. E dove sono gli alberi e le radici ? sradicati anche loro, insieme alla memoria e alla storia. E Torino non respira, e' tutta fumo e poco arrosto, ma l'operaio vive bene ha la sua macchina, lavoro tanto ed in qualsiasi ora, produce tutto, sventra e costruisce male, estirpa le foglie del respiro con il fumo nero, l'operaio muore ma prima incendia i boschi, uccide gli animali che fertilizzano gli equilibri lenti del mondo, non beve piu' vino e la sera chiama la sua filippina a farsi stirare il maglione grigio per andare domani, senza valigia, nella sua industria dal suo amato padrun. L'operaio e' finito, quello che c'e' ha dimenticato chi era, i suoi scioperi, le contestazioni unite, le lotte per la casa, per i diritti umani, ora ha la sua tv - il suo cellulare mobile con video - il cuo computer per siti caldi e che desidera vedere e censurare contemporaneamente..... ma chi e' rimasto per indignarsi ?

Cosi' l'acqua giunge in casa di Agnelli, copre quelle dei poveri, qualcuo vede soldi arrivare per il disastro e finire in smisurate tasche altrui.....

 

- LA NATURA osserva e finalmente, con mostruosa intelligenza, tutto copre per cominciare di nuovo al punto zero e ritrovare l'evoluzione che non distrugga ma si trasformi in un bene comune, come e' sempre stata la sua legge.