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ECONOMISTI FLOP

E' vero che gli economisti, attraverso analisi e statistiche riescono a comprendere come andra' il futuro di una societa' ? La domanda è importante visto le previsioni che spesso sparano su tutti i quotidiani.

Quindi ho preso un punto di riferimento mondiale – la GUERRA ALL'IRAQ – poi ho messo insieme un bel pacco di giornali di quel periodo – ho selezionato tre ECONOMISTI AMERICANI, ed ho posto alcune ipotetiche domande cercando attraverso i giornali come la loro risposta attraverso dichiarazioni pubblicate. Sappiamo tutti come sono andati i fatti e quindi con il metro di oggi possiamo osservare se i tre economisti americani, hanno saputo interpretare quello che dopo la guerra in IRAQ è avvenuto. Cominciamo con l'ipotetica intervista …

LA GUERRA E' ALL'INIZIO COME REAGIRA' L'ECONOMIA AMERICANA IN MERITO ?

In diversi giornali risponde a questa domanda PAUL SAMUELSON PREMIO NOBEL PER L'ECONOMIA.

Samuelson – anche se si risolvera' in maniera rapida e vincente per gli STATI UNITI nel lungo periodo la guerra avra' effetti negativi sull'economia del PRIMO MONDO. So di essere impopolare ma sono realista. Dobbiamo capire quanto costa, in termini di perdita di influenza economica, il crescente senso di antipatia che i paesi emergenti nutrono verso gli STATI UNITI. Come dimostrano le esperienze del KOSOVO e dell' AFGHANISTAN per insediare un governo democratico in IRA ci sara' bisogno di un periodo di occupazione e di aiuti alla ricostruzione. Gli americani sono bravi nel fare le guerre stanziando grandi risorse, ma non sono pazienti per la ricostruzione. Il costo della guerra viene preventivato in miliardi e in milioni per la ricostruzione. Ma se l'AMERICA soffrira', in EUROPA e in ASIA le cose non andranno meglio.

DI FATTO – abbiamo visto che in CINA l'economia dopo la guerra americana e' crollata e che l'america si è venduta il suo debito pubblico proprio alla CINA. Abbiamo visto che l'america non ha ancora concluso la sua guerra in IRAQ non ha ricostruito un bel niente di niente e che pur fregandosi il petrolio non è ancora riuscita ad avere una economia stabile e in ripresa, anzi con i suoi derivati ha distrutto non solo la sua di economia ma tutta quella occidentale.

Alla stessa domanda risponde – CAROL STONE primo analista economico della NOMURA ASSET CAPITAL e dice...

STONE - dipende dalle forze che prevarranno, non solo sul terreno in IRAQ ma anche qui in casa. Nel breve periodo la guerra avra' certamente un effetto positivo soprattutto se sara' di breve durata. Una parte dei problemi economici di questa fase dipende dal clima di incertezza: se la guerra si fare e in quali tempi. Il mercato non ama questi dubbi. Una guerra lunga e sanguinosa, se da una parte determinera' un aumento della produzione, dall'altra danneggerà irrimediabilmente il mercato dei crediti e potrebbe portare ad un crollo del mercato delle obbligazioni. Questo si rifletterebbe sul mercato azionario raffreddandone la crescita.

DI FATTO la guerra non è stata lunga ma infinita, ed e' accaduto viceversa, e' stato il mercato azionario a crollare portandosi dietro tutto il resto, ma il crollo non è certo avvenuto per una guerra lunga o corta, è avvenuto per truffa.

RISPONDE ALLA STESSA DOMANDA – ED YARDENI – primo analista economico della PRUDENTIAL SECURITIES.

YARDENI – sono convinto che la guerra sara' brevissima e che invece di portare a un aumento della benzina portera' ad una drastica riduzione del costo del barile, direi intorno ai 20 dollari. Questo stimolera' non solo l'economia USA, ma anche quella globale. Credo anche che l'inizio delle ostilita' coincidera' con un balzo del DOW JONES e una crescita dell'indice di confidenza dei consumatori.

DI FATTO – la guerra non si è mai conclusa, il petrolio al barile in Europa è arrivato vicino al 100 dollari, gli americani hanno vissuto e stanno vivendo la peggiore delle crisi cosi' come il resto del mondo globale e i consumatori non hanno consumato un bel nulla anzi hanno smesso di comprare.

DOMANDA – QUALI SETTORI INDUSTRIALI CON LA GUERRA AVRANNO DEI VANTAGGI ?

SAMUELSON – l'industria delle armi : la RAYTHEON e la TRW, la cantieristica navale. Nel breve periodo anche l'industria dei servizi registrera' una crescita. Questo allontanera' per qualche tempo il pericolo di una doppia recessione.

DI FATTO ci ha guadagnato solo l'industria del petrolio di BUSH che ha aumentato le vendite dello stesso a cento dollari al barile. La recessione in AMERICA e' in questo momento, grazie a politiche diverse,bloccata. Infatti proprio dopo la guerra la peggior recessione si e' scatenata in USA, dove pero' ancora si contiene, mentre in EUROPA è ancora in atto.

YARDENI – una soluzione rapida della situazione irachena – diplomatica o militare, non fa nessuna differenza – causera' una rapida impennata dei titoli legati all'industria dei beni di consumo.

DI FATTO – prima e dopo la guerra tutti hanno smesso di comprare e c'e' stata, anche per merito delle banche una gravissima recessione ancora in atto.

STONE – chiaramente il settore bellico, LOCKEED, BOEING, e industrie simili, ma anche il settore HIG TECH. La guerra accellerera' la convergenza tra industria dei sistemi difensivi e information technology.

DI FATTO – un solo cellulare, IPHONE 4 e 5 ha continuato a vendere, tutto il resto tecnologico è completamente collassato. L'informazione snobbata e non c'e' stata quindi nessuna convergenza.

QUALI INVECE SONO I SETTORI CHE PERDERANNO ECONOMICAMENTE CON LA GUERRA ?

SAMUELSON – il manifatturiero, la plastica, la chimica industriale. E tutti quelli che dipendono pesantemente dal petrolio. Questa sara' una guerra ancora una volta finanziata soprattutto dai consumatori e dai lavoratori a reddito fisso.

DI FATTO – con la globalizzazione tutte queste aziende citate sono riuscite a sopravvivere benissimo spostandosi in altri luoghi dove la manodopera per la produzione non costa nulla. Vero' che la guerra la stanno pagando con le tasse gli operai che hanno un reddito fisso, perche' prelevano tutto dalla busta paga, ma piu che loro la pagano i precari e chi non trova un lavoro visto che le aziende hanno espatriato in luoghi piu' convenienti.

STONE – industria marittima, industria del trasporto e turismo.

DI FATTO – sono le uniche che hanno continuato a funzionare.

YARDENI – per avere settori in perdita bisogna pensare che la guerra sara' lunga, sanguinosa e incerta. Cosa alla quale non credo. In quel caso il problema non sarebbe solo quello del crollo dell'economia globale, ma anche quello della credibilita' politica di questa amministrazione. Non esito a dire che si tratterebbe di un cataclisma.

DI FATTO – Bush ha retto benissimo l'impatto della guerra e nella stessa che e' stata lunghissima ci ha coinvolto anche gran parte dell'Europa. La guerra è stata ed e' lunghissima ma le conseguenze del disastro economico si sono scatenate per altri problemi.

Seguono altra serie di strafalcioni, tutti e tre dubitavano sulla rielezione di Bush e invece fu rieletto, e altre sciocchezze sull'euro e il dollaro. Il domandone finale è … ci si puo' fidare dell'analisi degli economisti se questi che sono considerati i migliori in AMERICA sbagliarono tutte le previsioni economiche e finanziarie della guerra ?

b.k