Fantasia politico-musicale sulle note di Beethoven.

di - Carlo Barni

Sta per cominciare la nuova, e stravecchia, legislatura, si sentono gia’ avanzare minacciose le nuvole nere, come nelle note iniziali del quarto movimento - la Tempesta - della sesta sinfonia di Beethoven, "La Pastorale". Esse sono tristi messaggere della tempesta che di li’ a poco scoppiera', sorprendendo i contadini che si erano radunati per una festa che speravano di poter continuare. La tempesta musicale deflagra (O Giove, padrone dell’etere italico, perche’ ? anche i tuoi elfi si bagneranno !) con la risonanza dei suoi tuoni e dei suoi boati, con la tragicita’ dei toni burrascosi che l’accompagnano, che si rincorrono, si sovrappongono in un pauroso crescendo e sembrano non dover finire mai !

Ma ecco inaspettatamente e quasi per incanto un affievolirsi, un placarsi di quei suoni procellosi e infausti, una battuta d’arresto e ... ancora lontana ma nitida si intravede una schiarita dalla parte opposta. Inizia l’allegretto finale della sinfonia, gioioso e toccante, quasi bucolico, l’ Allegretto del quinto movimento, Il canto pastorale, i sentimenti di gioia e di ringraziamento dopo la tempesta.

Ci auguriamo che questo movimento possa cominciare quanto prima. Attendiamo con speranza e impazienza la battuta d’arresto per cambiare musica.

Ma per cambiare musica dovranno cambiare anche direttore e orchestra.

La strada poi sara’ lunga e difficile per riparare i danni e i disastri causati dai fulmini, dal vento e dalla grandine di quella prolungata e perniciosa tempesta causata, secondo le leggi della natura, da correnti antitetiche all' interno delle sue forze e dalla differenza di potenziale e di segno opposto fra l'etere di Giove e la terra che sta sotto, la nostra terra, sfruttata e bistrattata come sempre per fini personali, ma arriveremo anche noi alla nostra nona sinfonia, la "Corale", che descrivera’ il nostro lungo cammino con un inizio (il primo movimento Allegro ma non troppo) che, come una sorgente, scaturisce dal nulla per diventare travolgente e coinvolgente, per passare al secondo movimento, Molto vivace, quello dell’opera impegnativa, continua, decisa, incalzante, a tratti epica della ricostruzione, attraverseremo una pausa di meritato riposo e di pieno appagamento, concedendo lo spirito a tutta l’ampiezza di respiro e alla profondita' della struggente, intensa e vibrante poesia dell’Adagio molto e cantabile del terzo movimento, giungeremo all’apoteosi del finale, del Presto del quinto movimento col coro finale dell' ode "Alla gioia ", "An die Freude" di Schiller, ''O Freunde, nicht diese Töne ..." :

…..

‘’Freude, Schöner Götterfunken,

Tochter aus Elysium,

Wir betreten feuertrunken

Himmlische, dein Heiligtum !

Deine Zauber binden wieder,

Was die Mode streng geteilt;

Alle Menschen werden Brüder,

Wo dein sanfter Flügel weilt. ... ‘’

"… alle Menschen werden Brüder …", … si’, fratelli, senza grandi fratelli.