CHE MALE VI FO '

di - Massimo D'Andrea.

Ho l'onore ed è sempre un piacere parlare con DARIO FO'. Lei recentemente è stato molto critico nei confronti del Governo Monti, come ha scritto e pubblicato su IL FATTO QUOTIDIANO, cosa la preoccupa ?

Quello che mi preoccupa è questa aria distaccata, quasi proiettata in superiorita' e fuori dal mondo. Il governo attuale sembra fuori dalla vita reale, distante dai problemi del lavoro, dalla gente dai problemi, da chi ha e prova disperazioni. Questo governo afferma che bisogna soffrire, bisogna penare, bisogna fare sacrifici. Ma poi ti accorgi che quella promessa, che attraverso questi sacrifici ci avrebbe dovuto condurre a livelli di uniformita', naturalmente secondo i mezzi e secondo le possibilita', in verita' e' una balla, è una – TRILLERIA – per allocchi. ALLOCCHI che vedono l'eleganza dello stile da parte di chi la propone. Certo è cambiato il clima, è cambiato il modo è cambiato il modello, non siamo piu' nella volgarita', nel bugiardo sfacciato e triviale. C'e' un modo civile di esporsi che nasconde, una specie di distacco cinico, rispetto alla situazione nazionale e di chi ha difficolta'. Ogni giorno sentiamo percentuali di giovani senza lavoro, di quelli che neanche tentano di trovarlo, perche' sono completamente schiacciati dalle risposte negative e soprattutto da una cultura che li mette in disparte e li – RATTAMA – quello si, cioe' li butta nel foro della spazzatura. E allora rimango sorpreso e me la prendo, mi incazzo insomma.

Lei opera da sempre nel campo culturale, come mai secondo lei è venuta meno proprio la cultura in questo paese ?

L'aver scelto Berlusconi. Con il suo arrivo in politica c'e' stata una scelta culturale, di cui non avevamo nessuna coscienza e conoscenza. E la macchina funziona, funziona benissimo attraverso il TRILLIO, come dicevo prima, magico per gli allocchi. La forma a discapito del contenuto, credere nei luoghi comuni, nella promessa, nell'abilita' del venditore di transito che grida, meno uno, meno quattro, meno cinque e il primo che alza la mano è suo e sono disposto a ricomprarmelo almeno al doppio. Tutta la bugiarderia, l'ipocrisia, il promettere senza mantenere che ha incenerito veramente i cervelli e anche le coscienze.

Nella politica attuale spesso sentiamo parlare di giovani, come ad esempio fa Renzi, ma è meglio puntare sui giovani o sulle idee giovani ?

Io di questi che parlano di giovani, non mi fido, non so perche' ma non mi danno affidamento. Renzi ad esempio prima ancora di quello che dice mi fa impressione per come lo dice, il modo del tutto teatrale in cui e' l'effetto che conta e non la rappresentazione. E' un uomo privo di rappresentazione che ha l'incanto dello stordimento e nel far vibrare una coscienza nascosta che noi abbiamo in altra dimensione. Renzi è bello, piace alla nonna, alla mamma, alla figlia, quello che non ho ancora capito quando e come arriverà a mettercelo in quel posto, lo diceva Crozza, ed è stata una battuta fulminante, ha fatto la sintesi di come appare questo Renzi.

Si osserva molto chi ha distrutto la cultura, ma anche la sinistra non è poi stata cosi' capace a difenderla, cosa doveva fare la sinistra per difendere la cultura ?

Il problema della sinistra l'ho avuto per esperienza diretta, quando abbiamo inventato, veramente inventato, il gruppo di cui facevo parte, il teatro alternativo, gestito da chi fa teatro e produce teatro, non una confezione preparata e morbosa. E' stata una grande soddisfazione, perche' noi giravamo nelle CASE DEL POPOLO, ed erano gli spettatori che ci chiedevano la forma, l'aspetto, la tematica generale politica d'affrontare. Noi abbiamo scritto su dettatura, naturalmente con la parte della nostra esperienza e con la dimensione di impostazione. Ebbene questa forma di teatro aveva un altro punto, la gente lo gestiva fisicamente, partecipava al momento creativo e tutto questo anche attraverso un dibattito, piu' importante della rappresentazione. Era il momento in cui il pubblico e passavamo delle ore a discutere, portava la propria esperienza e soprattutto proiettava i propri bisogni e il proprio essere all'interno del momento culturale. Cosa gli importa della cultura, se non genericamente o per propaganda. La cultura è l'essenza fondamentale della vita e delle lotte che in questa sua espressione ci rende dignita'.

Oggi per le vicende di Sallusti e per non mandarlo in galera, stanno mettendo mano attraverso una ipotetica legge alla repressione contro la liberta' di stampa e della comunicazione.

Non ho certo simpatia per quel modo di concepire l'informazione, non ho simpatia dei trucchi del mestiere e quella idea fissa che non riesco a togliermi, che Sallusti è al servizio di un uomo il quale ha in mano un grande potere e quindi esprime una violenza ogni volta che fa scrivere, stampa e distribuisce. Con tutto questo, sono preoccupato per la liberta' d'informazione. Anche se è stato stolto, non ha verificato e pubblicato un articolo che ha offeso altra persona. Pero' l'uso cosi' generico di questa legge è pericolosa, perche' oltre che il problema di difendersi dai cialtroni e dai maledetti denigratori a prezzo, c'e' anche il fatto che con una legge del genere si distrugge la liberta'.

Lei si è dispiaciuto per il mancato seguito culturale della sua esposizione a Milano di opere pittoriche. Mi sono chiesto come mai si è meravigliato quando in Italia crolla e si lascia crollare, nell'indifferenza totale, POMPEI.

Mi meraviglio del fatto che ci sia poca attenzione ai momenti piu' altri della nostra cultura. Puoi capire che difendere i nostri monumenti è un fatto di grande civilta' e soprattutto d'amore, non soltanto nei confronti della nostra terra, ma di tutto quello che gli uomini hanno prodotto, anche in momenti di grande difficolta'. Soprattutto della grandezza tangibile di un popolo che ha espresso cultura, abbandonarlo cosi', non darsi da fare per proteggerlo per offrirlo agli occhi e alla conoscenza delle generazioni future. E' una cosa indegna infame e non si puo' accettare. Noi abbiamo tanti monumenti e tante opere d'arte e soprattutto abbiamo una straordinaria natura che esalta e fa da proiezione scenografica a tutte le opere straordinarie. E non ce ne rendiamo conto. Soprattutto abbiamo dei responsabili sul piano della cultura e della conduzione della nostra vita sociale che sono indegni. Finisco il discorso dicendo, ben venga la bufera che loro chiamano antipolitica, in verita' sono loro, l'antipolitica, quelli che gestiscono il potere. Ben venga perche' bisogna cancellare questa gente … sono dei criminali verso tutta la nostra vita.