Le opere di Andrea Marini sono imitazioni innaturali e naturali della natura.

Sembra un gioco di parole se non inseriamo il tutto nell'ideologia, nel come l'artista intende sogna prevede e salva quanto ci circonda e quanto stiamo distruggendo.

La natura quindi diventa memoria come quando nelle fiabe per un cattivo sortilegio tutto il vivente si trasforma in pietra divenendo museo del come eravamo.

L'arte non puo' certo limitarsi ad una imitazione, visto che la scultura stessa, per questione di colore forma e potenzialita' presenta limiti nel riprodurre quanto si osserva oggettivamente divenendo a sua volta una forma oggettiva.

Ed ecco quindi la capacita' di comprendere l'inimitabile natura e l'unica azione per conservarne la memoria; quella di crearla da zero.

Andrea costruisce funghi, culle nelle quali riparare i propri sogni e crescerli tra idee ricerche e formazioni.

Respira come cadono e rinascono le foglie, forme che si trasformano in potenzialita' , unendosi e disegnandone altre, e come la natura , nulla rende uguale rovesciandosi in miliardi di sperimentazioni mai casuali nelle quali forgia con il silenzio del vento, della riflessione dello spirito dei cieli , miracoli ai quali non diamo importanza distratti nel nostro : " addio al mondo "

Trovi tutto questo nello scolpire dell'artista, nel suo andare e tornare da viaggi che gli raccontano, nel suo essere silenzioso spesso anche distaccato dal resto quotidiano, tutto concentrato nell'osservare quanto distruggiamo e preoccupato nell'intenta fatica di raccoglierlo assemblarlo e offrirgli nuova vita e miracolo.

La natura si serve di Marini in quanto essere naturale dandogli un compito; rintracciare quanto con le nostre guerre quotidiane eliminiamo e ridonarlo alla memoria della genesi.

Gli ha detto di riunirlo con la maestria che gli ha donato e di mostrarcelo come sua denuncia riflessiva per l'amore che abbiamo calpestato e continuiamo a calpestare.

emmedi.