La fotografia spesso rimane incastrata, piu’ di qualsiasi altra arte, al figurativo, soggetto in movimento nel tempo. Elena in questo e’ romanticamente felliniana, nelle sue inquadrature coglie il grottesco, il dubbio che si pone, l’ironia di quanto accade ed osserva. Non e’ mai, almeno in questa serie di immagini che esponiamo, drammatica, non sembra schierarsi, prendere posizione, dire la propria, l’immagine la diverte, la emoziona e la rende per quello che e’ nel suo momento allegro, con tutti i suoi giochi delicati misti a sfumature.

 

La fotografia in strada non e’ meno importante di una immagine elaborata in studio o altrove, quello che importa e’ che sia una buona fotografia, ma Elena immagina e sente per ora il contrario, seguendo cioe’ quanto accade fuori, senza nessuna elaborazione tecnica che non appartiene alla sua idea di esterno. Infatti abbiamo escluso le sue immagini rielaborate con strumenti che usa ancora senza nessun desiderio.

 

In queste foto, osserva ad esempio il punto di vista di un piccione, lo spazio che percorre con ali in volo,  ci racconta in termini semplici, il sorriso di chi si traveste d’altro, le aspettative di un sogno, l’arrivo di una pioggia e del riparo, l’acrobata che si unisce al cielo attraverso movimenti che sfidano la terra, la quotidianita’.

 

Tutto questo dicevo Elena lo sottolinea semplicemente, senza eccessive riflessioni, merita di essere quindi, seguita e inseguita, e’ nella fase del balzo, del cercare, del divenire critica e nella riflessione dire la propria, che per ora evita lasciando spazio alle persone e ai colori che esprimono la sua freschezza ironica, quel sorriso che sicuramente compie prima di ogni scatto, nel divenire altro che attendiamo fiduciosi per quanto fino ad ora ci ha dato.

massimo d'andrea.