Sento Francesco De Gregori al telefono, mi dice di rinviare l'intervista perche' lui sta lavorando..... si sente un gitano, una persona cioe' che cerca di comprendere e trovare sempre culture nuove, alla mia domanda per un appuntamente afferma che dobbiamo risentirci ....ma non si fara' tardi....gli chiedo quale canzone ha dedicato a questo popolo del viaggio e lui mi risponde - : DUE ZINGARI - dal mio primo lp - del 1978 ....... un album mitico - gli dico.... ci incontreremo presto....non e' una promessa ma un sogno....

per noi e la nostra cultura .... dice .... per loro gentile concessione ....

click......

 

Due zingari



Ecco stasera mi piace così

con queste stelle appiccicate al cielo

la lama del coltello nascosta nello stivale

e il tuo sorriso trentadue perle

così disse il ragazzo nella mia vita non ho mai avuto fame

e non ricordo sete di acqua o di vino

ho sempre corso libero, felice come un cane.

Tra la campagna e la periferia e chissà da dove venivano i miei

dalla Sicilia o dall'Ungheria

avevano occhi veloci come il vento leggevano la musica

leggevano la musica nel firmamento



Rispose la ragazza ho tredici anni

trentadue perle nella notte

e se potessi ti sposerei per avere dei figli

con le scarpe rotte

girerebbero questa ed altre città

questa ed altre città a costruire giostre e a vagabondare

ma adesso è tardi anche per chiaccherare.



E due zingari stavano appoggiati alla notte

forse mano nella mano e si tenevano negli occhi

aspettavano il sole del giorno dopo

senza guardare niente

sull'autostrada accanto al campo

le macchine passano velocemente

e gli autotreni mangiano chilometri

sicuramente vanno molto lontano

gli autisti si fermano e poi ripartono

dicono c'è nebbia, bisogna andare piano

si lasciano dietro un sogno metropolitano.