POVERI ITALIANI

La faccia tosta di alcuni politici. Ho letto giorni fa un articolo scritto da un autorevole sindacalista prestato alla politica che richiamandosi al poverello d'Assisi ammonisce i "poveri italiani" invitandoli a scegliere la qualità della vita fatta di cose semplici e modeste che potrebbero in tal modo consentire loro di vivere con poco piuttosto che andare alla ricerca di beni di consumo alquanto dispendiosi. Immagino che si riferisca agli apparecchi televisivi, agli elettrodomestici, ai cellulari, a una abitazione meno popolare, ai mobili nuovi.

Potrebbero essere indicazioni sagge da buon padre di famiglia che vede assottigliarsi le sue entrate e cerca di porvi riparo con qualche rinuncia. Ma non è accettabile se si pensa che le sperequazioni sociali in Italia, e anche nel resto del mondo così detto civilizzato, sono un affronto che lo stesso poverello d'Assisi considerò intollerabile visitando i palazzi della nobiltà vaticana.

Se la crisi è globale, se gli indigenti aumentano dobbiamo allo stesso modo chiederci perché i benestanti e i ricchi non incominciano anche loro a stringere la cinghia e con essi le istituzioni e i lussi che continuano a permettersi.

Perché, ad esempio, il Presidente della Repubblica non annuncia di ridurre, diciamo del 20%, le sue spese di rappresentanza e di gestione degli uffici? Perché i ministri non si privano, con i loro grand commis di Stato, delle auto blu? Perché non si parificano gli stipendi di taluni funzionari che per il solo motivo di lavorare in un ufficio in luogo di un altro hanno retribuzioni che raggiungono anche il quadruplo dei loro pari grado? Perché non si riducono gli uffici pubblici sfruttando al massimo le possibilità che ci offre il web? Perché non si aumentano i controlli per colpire gli abusi e le evasioni, di quelli ragguardevoli e non certo per limitarli alle minori entità. Perché non si aboliscono le province? Perché non si accorpano talune funzioni come quelle delle Asl affidandole in gestione diretta delle regioni e dei comuni e automatizzando il tutto? Perché non si istituisce presso la Presidenza del consiglio un ufficio ad hoc per individuare tutti gli sprechi esistenti e di trovare le soluzioni per ovviarli? Basta pensare ai trasporti e alla rete distributiva dei prodotti di prima necessità che fanno gonfiare i prezzi dall'origine al consumatore finale mediamente del 300%.

(Riccardo Alfonso fidest@gmail.com)


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