Le amiche di Rossana: un omaggio a mia madre

Le amiche di Rossana: un omaggio a mia madre

di silvio cinque

C’è tutta una generazione di donne che oggi ha 80 anni e più e che ha attraversato il secolo scorso, testimone e protagonista di eventi epocali. Vien subito da pensare alla guerra, alla seconda ché all’epoca dei postumi della prima erano ancora bambine troppo piccole e forse non del tutto consapevoli. Certamente i loro nonni e le loro nonne, sopravvissuti ad un massacro impressionante e ad altrettanti cambiamenti epocali, avranno tramandato loro impressioni e valori. Ma queste splendide ottantenni di oggi hanno vissuto, rispetto ai loro nonni, la parte più lunga del  ‘900.

A pensarci bene non riesco a ricordare persone della loro generazione che non siano state splendide. E questo può significare che il tempo, cioè noi che lo facciamo, ha certamente calato un velo di mitologia, alterando la sostanza e dilatando i contorni. Questo sembrerebbe normale e comune a tutti noi, ed invece riscontro una eccezione in Rossana Rossanda nel suo libro “La ragazza del secolo scorso”. Sarà perché non è un libro di storia, né una autobiografia familiare, ma questo libro permette una visione degli avvenimenti del secolo scorso, secolo in cui la Rossanda era “ragazza” e tuttavia del secolo scorso, una visione come fotografica. La fotografia che ne esce ha ambienti e paesaggi interiori dove emergono in primo piano i volti  e le persone della sua vita. Sembra quasi che i paesaggi e gli ambienti esterni ricevano realtà e consistenza proprio da queste figure.

Le città ed i paesi sono descritti ed emergono in bianco a nero rivelando le persone all’interno di situazioni. Accanto al riferimento storico (la rappresentanza italiana al XX congresso, l’arrivo a Mosca) emergono le persone e le loro azioni, filtrate, ricordate e descritte. Ché la sua storia personale si intreccia strettamente con quella ufficiale. Centrale e preponderante nel libro è la sua scelta comunista. E la storia comunista che ne deriva fa parte di quella più complessa che ha caratterizzato il mondo soprattutto dopo la seconda g. mondiale, quella che la R. ha vissuto e dalla quale è cominciato il suo debutto nella vita di adulti. É un mondo di adulti quello di questo libro. Liquidati in fretta, ma con simpatia, i primi anni, dallo sfollamento da Pola al periodo di Venezia, la crescita sembra improvvisamente scaturire dalla età adulta. Perché R. ha fretta di incontrare il demone della sua vita: In realtà non ha niente di negativo, ma se pensando a Nietszche, avessi detto: il dio della sua vita, un dio che sapesse danzare, avrei dato del libro una impressione ingiusta. Dio e demone, sta di fatto che il comunismo è per R.R. il significato della sua vita. Una sorta di verifica continua la obbliga ad una continua dialettica che è il primo ingrediente del suo essere comunista. La dialettica non è solo una metodica di pensiero, ma diventa uno stile di vita, un significato. Questo significato è continuamente presente nel libro perché è la metodica con la quale il libro è scritto. Laddove non rientra in questa visione, il racconto si nega “non lo ricordo affatto ....non mi posi il problema....” Questo non risparmia nessun elemento della dialettica, nemmeno una sincera, e forse eccessiva, autocritica. E in questo lacerarsi certamente emerge la parte più demoniaca, più tormentata non tanto nella ricerca di risposte che non fermerebbero il suo indomito domandarsi, ma nella ricerca di tutti gli elementi che compongono l’analisi. É un libro ricchissimo di passioni e di sentimenti, altri ingredienti essenziali dell’essere comunista, espressi però con lo sguardo di una razionalità vissuta e quasi disincantata. Sembra quasi che prima di rivelarsi dalla memoria  fatti e persone, descritti con dovizia e precisione, siano stati esaminati attentamente e una volta riconosciuti, descritti.

É tutto in chiaro, sembra quasi un discorso, nel senso che il susseguirsi della storia ha la fluidità e l’agilità della parola. Sembra quasi, e non ci sarebbe di che scandalizzarsi, che la R. la abbia parlata in un registratore e raccolta successivamente, magari affidandola alle mani ed alla sapienza di qualche collaboratrice altrettanto consapevole. Non riesco infatti ad immaginarla tutti i giorni alle prese con tastiera o penna fino a completare il libro fino agli anni ’70. Fine anni ’70. E dopo? cosa è successo alla vita di Rossana? Quel fermarsi alla soglia d’uscita del proprio percorso politico sembrano quasi determinare il proprio limite di vita, una vita così intensamente, così fortunatamente, vissuta.

Rossanda parla del Comunismo e di come questi abbia fatto ed attraversato tutta la storia del ‘900, di come l’abbia trasformato o abbia contribuito a farlo. Le persone che descrive sono tutte nelle enciclopedie, che qui, cara collega bibliotecaria, non si può parlare di libro come monos, ma di universalità del sapere, della cultura, della politica e della storia. In questa storia lei c’era e non ne era solo un protagonista ovvio, ma l’attiva testimone, perché era nel Comunismo Italiano che dal 1922 ha influenzato lo svolgersi della storia non solo italiana. Gli anni venti vedono la nascita di due coincidenze: la fondazione del Partito Comunista d’Italia e quella di una comunista. Sembrerebbe che a questo punto la scelta di leggere il libro riguardi solo i comunisti rimasti, più di quanti si creda, o quelli che smettendo di esserlo hanno preferito nostalgicamente ricordarlo: comunisti, ex comunisti, post-comunisti e “nostalgici del passato regime”, si diceva, parlando dei residui di fascismo, più di quanti se ne creda, che perdurano pateticamente dopo la Resistenza. Nostalgici di una idea, o di un regime, direbbe l’intrepido Silvio, che non riguarda solo i nostalgici italiani. Ma bisogna riformulare il concetto perché in questo libro non c’è nessuna nostalgia, nessun rimpianto, forse qualche eccessiva autocritica. Autocritica, senso della storia, consapevolezza  sono alcuni degli elementi per il quali il libro va letto anche dai non comunisti. É un libro nel quale si leggono quei valori che accomunano la donna comunista Rossana, alle donne della sua generazione che comuniste non erano: sarà stata la guerra ed allora si torna alla premessa. Sarà stata la guerra, la guerra vissuta non dalla parte dei vincitori, ma da persone così diverse che hanno avuto lo stesso destino, ma da quelle come lei con la maledizione (o benedizione, demone o dio?) di esserne consapevoli.

Questa consapevolezza la porta a rari momenti di felicità, quella politica intendo; ma questo può essere dovuto a quel particolare pessimismo della ragione che propone elementi troppo rigorosi per essa. Ma c’è un’altra ragione per cui il libro va letto, e da tutti: per il suo altissimo senso morale (in senso kantiano) o se volete, ma non è la stessa cosa, dell’etica politica. Ho con Rossanda tre cose in comune: è bibliotecaria, e non lo si è per brevi e limitati periodi; ho imparato le prime applicazioni di catalografia alla Casa della Cultura di via Arenula, dove lei quotidianamente lavorava; all’esame di maturità, ho presentato la tesina di filosofia sul Marx discepolo di Kant piuttosto che di Hegel, col professor Vigli suo formidabile coetaneo e mio maestro indimenticabile. Ebbene questa etica politica kantiana non ti comanda niente, non ti obbliga, (non è un fichtiano armato) ma ti porta, ti conduce all’imperativo categorico dell’essere. Così il percorso, lungo ed irresistibile dell’etica porta l’autrice verso l’imperativo categorico dell’essere comunista. Ma una volta raggiunta la scelta essa si ritrasforma nella dialettica kantiana imposta dall’etica e si continua in un flusso ininterrotto di ragionamenti e scelte. Nessuna di queste scelte tradisce le proprie convinzioni, nessuna di queste convinzioni rifiuta le scelte. Come è possibile arrivare a questi livelli di sensibilità ed acutezza?

Quando ho cominciato a leggere il libro nella parte dedicata ad una introduzione familiare che lo attraversa poi in riferimenti delicati e composti, non ho potuto che non pensare che le trasformazioni rivoluzionarie attuate dal comunismo partono spesso dalla stessa classe che si vuole combattere: insomma anche in questo caso, come in altri casi, era la borghesia a generare la propria soluzione. Con ovvie eccezioni, una di queste, ma non la sola, quella di Ingrao e della generazione dei fondatori del PCId’I. Rossanda proviene da una classe benestante e borghese che malgrado gli avvenimenti drammatici riesce in qualche modo ad attingere a risorse migliori. Il terremoto di Pola e soprattutto la crisi del ‘29 si riverbera nella sua vita e nel suo futuro e in quello della sua famiglia, in maniera diversa da quello delle contadine e delle operaie istriane travolte dallo stesso evento. Ma l’origine benestante e borghese non è un elemento di imbarazzo o distinguo (anche se ei afferma più volte che “con quell’ambiente non c’entravamo nulla”) perché è proprio grazie a questa la sua sensibilità ed acutezza. In un periodo in cui soltanto i benestanti potevano permettersi non solo le scuole superiori, ma anche l’università, c’è però la possibilità di imbattersi nei grandi maestri del pensiero, dell’arte e della cultura dell’epoca. E non alludo necessariamente a certa intellighenzia fascista che inevitabilmente rappresentava il potere nelle facoltà universitarie. Parlo di Banfi, di Croce, di Manacorda, di Marangoni, di quei maestri che non solo hanno formato il suo pensiero, ma che addirittura l’ hanno accomunato ed accompagnato per diversi lustri.

Rossanda arriva al comunismo grazie a loro che, per alcuni, comunisti non erano affatto. Il comunismo nel quale è nata e cresciuta fa parte della cultura italiana come elemento naturale e storico, scaturito dalle lotte operaie degli anni ‘20 e sviluppato poi da una Resistenza  radicata che ha coinvolto molte più persone di quanto si voglia minimizzare. Il comunismo della costituente permane nei suoi valori gramsciani rafforzato dalla Resistenza. Non era una lotta per il potere ché non lo fu mai, piuttosto una lotta per mantenere la possibilità della critica e del cambiamento. É in questo la funzione ed il significato fondante nella storia e nella cultura italiana. Questo fino al ’48.

Pagine bellissime queste dove si descrivono e quindi si analizzano tutti quei processi di revisione, di cambiamento e di trasformismo delle componenti resistenziali fino alla estromissione dei comunisti dalla ufficialità della storia e del potere. Ufficialità, ma non quotidianità che in questo l’organizzazione del partito sviluppa un tessuto di vita sociale profondo e caratterizzato. Questo fino alla così detta, propagandata ed inesistente guerra fredda, all’allineamento conseguente di tutte le componenti dell’internazionalismo all’URSS a fronte del blocco capitalistico. I fatti del ’56 e quelli successivi non possono però essere vissuti come un pavido allineamento e lacerazioni profonde attraversano il partito. Rossanda descrive e racconta e tutti prendono consistenza e colore, carne, sangue e parola. Lo spessore morale e intellettuale riportano con doverosa completezza tutto lo svolgimento di questo comunismo.

Ma non c’è nessun senso di vittimismo, nessun lamento scomposto ché il significato della scelta politica considerano non solo sé stessi con rispetto e dignità, ma anche l’avversario. Quando ne riconosce le vittorie è perché si pone sullo stesso piano di scontro o di confronto. Mi si passi il paragone, c’è una sorta di spirito sportivo alimentato da una convinzione: la classe borghese nel suo più alto momento di sviluppo e di successo produce inevitabilmente i semi del suo cambiamento. Non è una convinzione scaturita da un atto di fede, ma dal rigore di una pratica dialettica e tuttavia, lontana da inopportuni atti di fede, è la stessa pratica dialettica che riconosce e individua l’antagonista borghese. Tuttavia Rossanda non può non ammettere, almeno inconsciamente, che una differenza fondamentale c’è fondante di tutta lo spessore del libro: il fatto di essere e di trovarsi comunista sì, ma italiana e cioè dall’altra parte di quel muro che descrive con tanta deprimente efficacia. Non è paradossale pensare perciò non tanto a Rosa Luxemburg (una tristissima visita al cimitero della Germania dell’Est), quanto alle comuniste cubane e soprattutto alla amata Cvetaeva o Achmatova. Questo libro è un libro d’amore perché innalza la politica, la pratica politica nel suo fare e nel suo essere a quei valori e a quelle dimensioni per la quale la politica è chiamata. É una pratica di intelligenza che impone tuttavia il confronto e il radicamento con la realtà alla quale si dedicano e, talvolta si pagano, tributi altissimi sia personali e familiari, sia fisici che mentali.

Ma con quanto amore descrive i suoi compagni e le sue compagne di “viaggio”, con quanto rispetto dedica a ciascuno, anche ai più avversi, la descrizione rigorosa ed attenta, talvolta premessa da piccole educate descrizioni fisiche. Di tutti coloro che appaiono nel libro, qualcuno a tratti ed in termini più forti e successivi, altri appena meticolosamente accennati, di tutti uno solo mi ha stupito per l’assenza, quasi una damnatio memoriae: Ignazio Silone che compare solo una volta per affermare la validità delle sue dichiarazioni. Troppo poco per un uomo che ha fondato il partito. Non credo che con Luce d’Eramo anche lei donna del ‘900 e scomparsa nel 2001, conoscitrice profonda ed estimatrice di Silone, non ne abbia parlato. Ma Silone rimane, come del resto il gruppo de il Manifesto, ed insieme ad altri, un uomo ancora da riconciliare non solo con il secolo scorso, ma con il partito del secolo scorso.

LIBRI DI ROSSANA ROSSANDA NELLE BIBLIOTECHE DI ROMA

R0SSANDA IN BIBLIOTECA

 

RAFFAELLO

40 anni di lotte in ferrovia : da sindacato a Cobas / Ezio Gallori ; prefazioni di Rossana Rossanda e Fausto Bertinotti. - Firenze : Proprieta cooperativa Ancora in marcia, 1996.

 

FLAMINIA – PIGNETO – RISPOLI – RAFFAELLO (ed. 1980) – PASOLINI (ed. 1989).

Le altre : conversazioni a Radiotre sui rapporti tra donne e politica, liberta', fraternita', uguaglianza, democrazia, fascismo, resistenza, stato, partito, rivoluzione, femminismo / Rossana Rossanda. - Milano : Bompiani, 1979.

 

FLAMINIA – PENAZZATO - RISPOLI.

Anche per me : Donna, persona, memoria dal 1973 al 1986 / Rossana Rossanda. - Milano : Feltrinelli, 1987.

 

GIORDANO BRUNO

L'*anno degli studenti / Rossana Rossanda. - Bari : De Donato, c1968.

 

FLAMINIA – PENAZZATO

Antigone / Sofocle ; con un saggio di Rossana Rossanda ; traduzione di Luisa Biondetti. - Milano : Feltrinelli, 1987.

 

BROGHESIANA – MORANTE -  MOZART – PASOLINI

Appuntamenti di fine secolo / Pietro Ingrao, Rossana Rossanda ; con saggi di M. Revelli, I. D. Mortellaro, K. S. Karol. - Roma : Manifestolibri, 1995.

 

FLAMINIA

L'*autunno di Praga / testi di Rossana Rossanda, K. S. Karol ; foto di Carlo Leidi, Alfonso Modonesi. - Roma : Il Manifesto, 1978.

 

CORVIALE (2000.) – BASAGLIA – RAFFAELLO (1998.)

Brigate rosse : una storia italiana / Mario Moretti ; intervista di Carla Mosca e Rossana Rossanda. - Milano : Baldini&Castoldi, c2000.

 

FLAMINIA

Il CONCETTO d'informazione nella scienza contemporanea / a cura di Rossana Rossanda. - Bari : De Donato, [1971].

 

PASOLINI – REBIBBIA femminile

La democrazia autoritaria / Fausto Bertinotti ; prefazione di Rossana Rossanda. - Roma : Datanews, 1991.

 

VALLE AURELIA

Dieci giorni che sconvolsero il mondo / John Reed ; introduzione di Rossana Rossanda ; traduzione di Marco Amante. - Milano : Rizzoli, 1980.

 

APPIA – BASAGLIA – FLAIANO – VILLA LEOPARDI

L'intruso / Brett Shapiro ; con corrispondenza scelta di Giovanni Forti ; prefazione di Rossana Rossanda. - Milano : Feltrinelli, 1995.

 

FLAMINIA , Franco BASAGLIA , Gianni RODARI , Giordano BRUNO , LONGHENA , MOZART , PIGNETO , RISPOLI , RUGANTINO , VALLE AURELIA , VILLA MERCEDE

Isolina : la donna tagliata a pezzi / Dacia Maraini ; prefazione di Rossana Rossanda. - Milano : Rizzoli, 1992.

MORANTE – OSTIENSE

I limiti della competitivita' / Gruppo di Lisbona ; a cura di Riccardo Petrella ; prefazione di Rossana Rossanda. - Roma : Manifestolibri, c1995.

 

MOZART , OSTIENSE , PIGNETO , RISPOLI , VILLA LEOPARDI

La *madre dei re / Kazimierz Brandys ; con una nota di Rossana Rossanda. - Milano : Feltrinelli, 1987.

 

MOZART – VALLE AURELIA – FLMINIA (1991.)

La marchesa di O... / Heinrich von Kleist ; a cura di Rossana Rossanda ; note di Maria Fancelli. - Venezia : Marsilio, ©1989.

 

SANDRO ONOFRI

Mondo ex e tempo del dopo : identita, ideologie, nazioni nell'una e nell'altra Europa / Predrag Matvejevic ; prefazione di Rossana Rossanda ; postfazione di Claudio Magris. - Milano : Garzanti, 2006.

 

APPIA , BIBLIOBUS , Franco BASAGLIA , MARCONI (Chiusa per lavori) , MOZART , Sandro ONOFRI

Note a margine / Rossana Rossanda. - Torino : Bollati Boringhieri, 1996.

La ragazza del secolo scorso / Rossana Rossanda. - Torino : Einaudi, 2005.

 

FLAMINIA

STATO e rapporti sociali di sesso / Giovanna Franca Dalla Costa, Mariarosa Dalla Costa, Jacqueline Heinen ; a cura di Alisa Del Re ; Introduzione di Rossana Rossanda. - Milano : Franco Angeli, 1989.

 

REBIBBIA femminile

Un viaggio inutile, o Della politica come educazione sentimentale / Rossana Rossanda. - Milano : Bompiani, 1981.