Intervista
esclusiva del quotidiano turco (di
sinistra) "Evrensel" al
leader di Hezbollah Hassan Nasrallah autori: Roza Cigdem Erdogan e
Mutlu Sahin
(traduzione dal turco di Bahar
Kimyongür)
(traduzione dal francese di Lorenzo Mazzucato)
Evrensel, 12 agosto 2006
oggi, mentre l’umanità guarda con sorpresa e
ammirazione alla clamorosa vittoria della resistenza
libanese di fronte alla quarta potenza militare mondiale,
questa intervista esclusiva del segretario generale di
Hezbollah, realizzata il 12 agosto scorso, ha il
vantaggio e il merito di passare al vaglio i tratti
sorprendenti di colui che i media arabi progressisti
salutano oggi come il “nuovo Nasser”, ma che i
grandi media occidentali continuano a demonizzare al fine
di raffigurare nell’opinione pubblica
l’immagine spaventevole del “terrorista
islamico sanguinario fanatico”. Questa intervista ci
da l’occasione di conoscere meglio la filosofia e
l’etica politica di Hassan Nasrallah, il suo punto
di vista sull’internazionalismo, sul progetto del
Grande Medioriente difeso dall’amministrazione Bush,
le organizzazioni islamiste che nuocciono alla resistenza
in Iraq, sul movimento rivoluzionario in Turchia. Buona
lettura.
Bahar Kimyongür
Un solo fronte contro
l’imperialismo!
Evrensel :
Fin dai primi giorni di guerra,
Israele dichiarò che il suo scopo era quello di
“distruggere Hezbollah”. Tuttavia, lo stato
ebraico ha avuto di fronte una resistenza che non si
aspettava, e oggi sembra avere abbandonato le ambizioni
iniziali. A causa di violenti scontri, l’armata di
occupazione ha subito pesanti perdite. Comunque, sui
media questa realtà è molto sfumata o decisamente
dissimulata. Può fornirci indicazioni sull’attuale
situazione della Reisistenza?
Hasan Nasrallah:
Le bande sioniste che agiscono
per conto dell’imperialismo USA utilizzano i media
con destrezza. I media occidentali e, in particolare, i
media americani sono detenuti dai capitalisti ebrei. Essi
pretendono di aver bombardato e distrutto le posizioni di
Hezbollah e sperano così d’ingannare i popoli.
E’ solo una menzogna. Avete constatato voi stessi
che mentono! Martirizzano i civili innocenti. Assassinano
vigliaccamente donne e bambini. Ma lì dove li
affrontiamo essi subiscono la sconfitta. Contrariamente
al nemico sionista, noi agiamo con precauzione e
discernimento. Noi non spariamo sui civili. Mentono
quando affermano il contrario. Noi indirizziamo i missili
su obiettivi militari preventivamente localizzati. Ma
bisogna sapere che i Sionisti spingono deliberatamente
gli Arabi israeliani verso la frontiera. Li utilizzano
come bersagli, noi ci rifiutiamo di cadere nella
provocazione e la discordia (con gli Arabi
d’Israele, ndt). I nostri bersagli non sono i civili
ma le forze militari sioniste. I nostri combattenti
infliggono pesanti perdite ai Sionisti sul campo di
battaglia; ciò accadeva ancor prima di utilizzare le
nostre armi più potenti. I Sionisti oggi comprendono che
non possono sconfiggerci, perciò distruggono le nostre
strade e ammazzano le nostre donne e i nostri bambini.
Credono di poterci spingere alla capitolazione. Non ci
piegheremo mai! Non accetteremo altra soluzione che non
sia la libertà della nostra patria. Per questo,
resisteremo e combatteremo fino alla fine.
L’imperialismo e la sua banda di sostituti locali
sappiano che noi li aspettiamo su ogni collina, in ogni
valle, su ogni strada e su ogni pugno di terra della
nostra patria. La nostra resistenza è destinata alla
vittoria. Non abbiamo alternativa. Questa guerra porterà
alla vittoria tutti gli oppressi e tutti i Musulmani del
mondo.
Evrensel :
E’ vero che il Libano si troverebbe di fronte al
pericolo di guerra civile?
Hassan Nasrallah :
Il regime sionista spera di provocare un confronto
etnico e religioso nella regione, provocando tensioni
intercomunitarie. Ma Hezbollah ha spezzato quel piano.
Nel nostro paese così come in tutto il Medioriente, i
popoli oppressi hanno difeso Hezbollah e gli hanno
portato il loro sostegno. Compresi i socialisti e i
Cristiani. Certo, l’imperialismo ha creato delle
organizzazioni islamiche collaboratrici che hanno non
solo seminato l’odio tra le comunità, ma anche
combattuto le forze rivoluzionarie. Ora le condizioni
sono cambiate. Per citare un altro esempio, prima di
rovesciare Saddam Hussein, gli USA l’hanno usato per
combattere l’Iran, i Kurdi e noi. Molte
organizzazioni al soldo dell’imperialismo hanno
agito per questi conflitti intercomunitari. Noi siamo
perfettamente al corrente di questa strategia.
L’abbiamo ben compreso e nella nostra storia abbiamo
scrupolosamente evitato di cadere in questa trappola
Evrensel :
Malgrado l’aggressione della Palestina e del
Libano, i governi arabi tacciono. Qual è la ragione di
quel silenzio?
Hasan Nasrallah :
La maggior parte di quei governi arabi collaborano
con il nemico. L’Arabia saudita ha, per esempio,
lanciato delle fatwe contro di noi. Quelle fatwe sono
ridicole. Nessuno ci ha creduto, nemmeno il loro popolo.
Quelle fatwe sono politiche. Esse sono state preparate
nell’interesse degli USA. Non le prendiamo sul
serio. Poiché per noi una cosa è molto chiara: non
permetteremo che una guerra di religione deflagri sulle
nostre terre. Quelle fatwe servono proprio a seminare
divisioni interconfessionali. In Iraq, questo flagello ha
funzionato ma oggi il popolo irakeno se ne rende conto.
Evrensel :
Visto che abbiamo toccato la questione irakena,
vorremmo porle una domanda a tal proposito: constatiamo
che, in un certo senso, è stata effettivamente costruita
una guerra interconfessionale in quel paese occupato.
Recentemente, certi generali americani hanno anche messo
in guardia circa una guerra civile imminente in Iraq.
Qual è il vostro punto di vista al riguardo?
Hasan Nasrallah :
Quando gli imperialisti non riescono a sconfiggere un
popolo con le armi, creano dal nulla delle organizzazioni
interne, autodefinite resistenti, al fine di fomentare
guerre civili. Ciò permette agli imperialisti di
presentarsi come salvatori e vincitori. Ma, qualunque
cosa facciano, essi non raggiungono i loro scopi. Questo
trucco è stato utilizzato in Iraq contro Sciiti e Curdi.
Gli imperialisti perseguono attualmente la stessa
strategia. Oggi, Saddam non è più al potere, ma ci sono
centinaia di Saddam potenziali. Noi vogliamo che il
nostro popolo, i nostri popoli, restino vigilanti di
fronte alle minacce di guerre fratricide.
Evrensel :
Come giudicate l’atteggiamento del governo
turco?
Hasan Nasrallah :
Il governo turco ha inviato
messaggi di condanna contro Israele. Ma quesi messaggi
sono rimasti parole. Sappiamo inoltre che le bombe
lanciate sul nostro paese hanno circolato in Turchia.
D’altronde, grazie a vostre informazioni, numerosi
deputati turchi sono membri di un gruppo di solidarietà
israelo-turco. Attendiamo dalla Turchia reazioni
concrete. Il governo turco è ancora e sempre uno dei
più leali alleati della banda di subappaltatori
sionisti!
Evrensel :
Qual è il livello delle vostre relazioni con il
movimento socialista?
Hasan Nasrallah :
Parecchio tempo fa il movimento socialista ha preso
le sue distanze dalla lotta internazionale. Oggi, per
contro, esso inizia a ridarci qualche speranza.
L’esempio più concreto è il sostegno portato dal
presidente del Venezuela, Hugo Chavez. Il richiamo del
suo ambasciatore in Israele è un atto che perfino
diversi stati musulmani non hanno osato proporre.
Inoltre, Chavez ha portato il suo sostegno alla nostra
resistenza in modo esplicito. Questa dichiarazione di
Chavez ci notevolmente incoraggiato. Abbiamo potuto
constatare lo stesso atteggiamento da parte del movimento
rivoluzionario turco. Negli anni ’60, fratelli
socialisti turchi erano andati in Palestina per
combattere contro Israele. Uno di loro continua a vivere
nella mia memoria e nel mio cuore: è Deniz Gezmis! (*)
Evrensel :
Qual è l’importanza di
Deniz per voi?
Hasan Nasrallah :
Noi vorremmo vedere nuovi Deniz tra noi. I nostri
ranghi avranno sempre un posto per accogliere nuovi
Deniz. Deniz vivrà per sempre nel cuore della Palestina
e del Libano. Nessuno può dubitarne. Sfortunatamente,
dobbiamo constatare che la fraternità di una volta che
esisteva tra coloro che combattevano il nemico comune non
è più così vivace. Noi vorremmo poter combattere
l’imperialismo e il sionismo, fianco a fianco, con i
nostri fratelli socialisti libanesi. Poiché questa
guerra non è solo nostra. È un conflitto comune a tutti
gli oppressi del mondo. Non dimenticate che se la
Palestina e il Libano perderanno questa guerra, sarà una
sconfitta per ogni popolo sfruttato. Nella nostra lotta
contro l’imperialismo, i rivoluzionari devono
assumersi responsabilità e devono ridiventare dei
“Deniz” nel cuore dei popoli libanese e
palestinese.
Evrensel :
Nelle strade libanesi, s’incontrano i poster del
Che, di Chavez, di Ahmadinejad e di Hezbollah. E’ il
segno della nascita di un nuovo polo?
Hasan Nasrallah :
Noi vogliamo salutare i popoli dell’America
latina e i loro dirigenti. Hanno sempre opposto
resistenza ai briganti del Nord, in modo eroico. La loro
lotta costituisce una sorgente di speranza per noi. Essi
mostrano la via da seguire a tutti i popoli oppressi.
Camminate sulle nostre strade: vedrete che il nostro
popolo porta Chavez ed Ernesto Che Guevara nel suo cuore.
Agli amici socialisti che scelgono di battersi con noi
per la fraternità e la libertà, noi diciamo che se è
per dirci che “la religione è l’oppio dei
popoli”, non vale la pena che vengano. Noi
rifiutiamo tali concezioni. Tuttavia, al di là delle
differenze, teniamo raccolte una affianco all’altra,
come prova della nostra intesa, le foto di Chavez, del
Che, di Sadr e di Kameney. Questi leaders salutano
insieme il nostro popolo. Se noi rispettiamo le vostre
opinioni, e voi le nostre, nessuna potenza imperialista
potrà batterci!
Evrensel :
Tra i tanti pericoli che
minacciano la regione, c’è il “cambiamento di
regime” pianificato dai governi occidentali, ed in
questa prospettiva le pressioni che costoro esercitano su
Damasco e Teheran. Certe fonti prevedono che
l’aggressione contro il Libano andrà a precipitare
sulla Siria. Ritenete che possa accadere una guerra
regionale?
Hasan Nasrallah :
Le potenze imperialiste dichiarano senza dubbio di
voler assoggettare i popoli della regione e rimodellare
il Medioriente installando governi servili. È contro
tutto ciò che noi resistiamo a fianco della Siria e
dell’Iran. La provocazione dell’attentato
contro l’ex-premier libanese Rafik Hariri era
servita loro per ottenere la ritirata delle truppe
siriane dal Libano. Ma a quei vigliacchi non è bastato
quel risultato. Oggi, essi vogliono attaccare
militarmente Teheran e Damasco, di nuovo con quel genere
di pretesti. La Siria, l’Iran e Hezbollah
resisteranno senza tregua. Combatteremo per la nostra
patria e per la libertà. Resisteremo almeno perché
rifiutiamo di metterci in ginocchio. Gli imperialisti
occidentali sperano di fare del Libano e della nostra
regione un secondo Kosovo, accendendo tensioni tra le
comunità. Noi non stiamo al gioco. Nelle nostre strade,
ogni libanese, che sia cristiano, sunnita o sciita
impugna la bandiera di Hezbollah. Ormai, il loro mondo
“unipolare” fa parte del passato. Di fronte a
loro ci siamo noi, l’Iran, la Siria, il Venezuela,
Cuba e la Corea del Nord. C’è la resistenza
palestinese, irakena e afghana! Finché esisteranno le
guerre di occupazione, i popoli continueranno la
resistenza. Gli imperialisti possono dimenticare la pace.
Se la vogliono, essi devono immediatamente rispettare la
libertà dei popoli ed eliminare le orde di sottoposti.
Grazie a Dio, la vittoria sarà nostra. Non li lasceremo
fare del nostro paese un nuovo Kosovo. Il nostro popolo
è consapevole e vigila. In caso di aggressione non
abbandoneremo mai l’Iran né la Siria… per la
nostra libertà, credeteci, combatteremo fino
all’ultima goccia di sangue. I nostri nemici se la
prendono con l’Iran perché disporrà di armi
nucleari, mentre gli USA e i loro sbirri israeliani ne
hanno in gran numero. Il possesso di armi nucleari è
solo un pretesto per giustificare l’instaurazione di
regimi fantoccio.
Evrensel :
Alcuni pretendono che Hezbollah sia teleguidato
dall’Iran. Cosa rispondete a questa accusa?
Hasan Nasrallah :
E’ solo una menzogna. Noi siamo
un’organizzazione libanese indipendente. Non
accettiamo ordini da nessuno. Ma ciò non significa,
comunque, che non cooperiamo. Lo ripeto, siamo
partigiani. Prendiamo le parti dell’Iran e della
Siria. Sono nostri fratelli. Lo stesso attacco dovesse
subire Damasco o Teheran, noi lo sentiremmo come
un’aggressione fatta a noi. Siamo pronti a
difenderli fino all’ultimo respiro. Raccomandiamo la
resistenza globale al terrorismo imperialista globale.
Evrensel :
Volete aggiungere qualcosa?
Hasan Nasrallah :
La pace non è mai l’opera di una sola parte. È
impossibile instaurare una pace duratura in un mondo
dominato dall’imperialismo. La pace può sorgere
solo dalla lotta per l’emancipazione. Di
conseguenza, la pace non può essere raggiunta finché
paesi come l’Iraq, l’Afghanistan o la Palestina
subiranno l’occupazione.
Ndt :
(*) Deniz Gezmis, figura
leggendaria del maggio ’68 turco, fu successivamente
uno dei dirigenti del movimento studentesco turco dei
Giovani rivoluzionari (Dev Genç) e dell’Armata di
Liberazione popolare di Turchia (THKO). Nel 1969,
raggiunse l’OLP clandestino in Palestina, e vi
restò circa tre mesi. Il 4 marzo 1971, partecipò al
rapimento di quattro militari americani nel quartiere di
Balgat ad Ankara. Catturato a Sarkisla, nelle montagne di
Sivas, fu giudicato secondo l’art. 146/1 per
“tentativo di rovesciamento del’ordine
costituzionale turco”, e condannato a morte il 16
luglio 1971, assieme ai suoi compagni Yusuf Aslan et
Hüseyin Inan. Per tentare uno scambio di prigionieri con
il governo turco, e così evitare l’esecuzione di
Deniz e dei suoi compagni, alcuni combattenti del THKP-C,
Partito-fronte di Liberazione popolare della Turchia ed
il suo dirigente Mahir Cayan (che nel maggio del ’71
si fecero conoscere per l’esecuzione
dell’ambasciatore israeliano ad Ankara, Efraim
Elrom) organizzarono il 27 marzo 1972 il rapimento di tre
agenti britannici dalla base NATO situata a Ünye. Il 30
marzo 1972, i combattenti del THKP-C falliscono il
tentativo di negoziato, e rimangono uccusu
dall’esercito governativo nel villaggio di
Kizildere. Il 6 maggio 1972, Deniz Gezmis e i suoi due
compagni morirono da eroi sotto la potenza, dopo aver
sfidato i loro carnefici invocando l’insurrezione
dei popoli turchi e curdi.
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