SERVENTI LONGHI - AUMENTANO I MOTIVI PER UNA GRANDE MOBILITAZIONE.

di Giorgio Santelli - http://www.articolo21liberidi.org

Continui attacchi all’informazione, censura per le voci fuori dal coro. Saccà punisce Santoro per avere fatto alcune trasmissioni in cui evidenzia l’illegittima interferenza di Silvio Berlusconi nelle vicende Rai. La Cgil viene oscurata e oggi manifesta di fronte alla Rai per l’assoluta non informazione sullo sciopero del 18 ottobre. Massimo D’Alema ieri rileva come sulla vicenda Fiat Berlusconi voglia giocare sporco, tentando di entrare in possesso o comunque controllare due testate quali Corriere della Sera e La Stampa. Cosa ne pensa Paolo Serventi Longhi segretario della FNSI?

Serventi Longhi. Cominciamo dal caso Santoro e dalla punizione inflitta al giornalista da Saccà. Come interverrà, sulla questione, la Fnsi?


Intanto ritengo che si tratta di un povvedimento disciplinare che giunge in ritardo, in modo improprio ed anche non giustificato, Attenderemo di sapere d’intesa con Michele Santoro, se c’è l’opportunità di opporsi in sede giudiziale. L’episodio è nel contesto di una persecuzione che ha il sapore della censura nei confronti di una redazione che ha fatto un programma tra i più visti della tv pubblica.

Non è strano che il provvedimento arrivi proprio quando per Santoro e Sciuscià nasce la possibilità di un accordo con Rai Tre di Ruffini?


E’ quantomeno strano. Non vorrei che fosse una manovra per colpire Santoro proprio nel momento in cui si affacciano ipotesi di una sua utilizzazione. Ma ad essere pesante è il clima complessivo del servizio pubblico. Caporedattori di sedi regionali che vengono rimossi come Stefano Marcelli, altri che corrono grandi rischi. Evidentemente la nostra preoccupazione aumenta, precipitano gli ascolti e aumentano le preoccupazioni per un’informazione che diventa sempre meno plurale. Sono preoccupazioni fondate e legittime. Vorrei dire a Mimun che non basta un punto di share in più o in meno per garantire il pluralismo. Puntare sulla cronaca nera piuttosto che sui fatti sociali e di politica aumenta lo share ma non significa, caro Mimun, aumentare la puralità delle voci. Anche per questo aderisco al senso della manifestazione che la Cgil fa davanti a Viale Mazzini per rivendicae un’informazione corretta. Sullo sciopero generale del 18 e c’è un black out totale. Sarebbe singolare se anche l’evento trascorrerebbe nel disinteresse dei media, ancor più singolare se il silenzio fosse quello della Tv pubblica.”

Aumentano giorno dopo giorno i motivi per uno sciopero generale dell’informazione…


I temi aumentano di giorno in giorno. Oggi abbiamo un incontro con gli Editori. Forse anche loro stanno annusando il clima che comincia a vivere questo Paese. Così come lo sta annusando Confindustria. Una concentrazione troppo forte di potere politico, economico e informativo nelle mani di “pochi”

Che ne pensa delle dichiarazioni di ieri di D’Alema secondo cui, all’interno della vicenda Fiat, Berlusconi stia tentando di acquisire il controllo o la proprietà dei gruppi di controllo de “la Stampa” e “Il Corriere della Sera”?


E’ giusto dare a D’Alema ciò che è di D’Alema. Non sono mai stato tenero con il presidente dei Ds, ma questa volta ha centrato un problema di una gravità estrema. La vicenda Fiat è una grande emergenza nazionale ma non è possibile immaginare che qualcuno si stia giocando l’autonomia di certi giornali che hanno garantito autonomia e libertà, salvo le opinioni dei suoi editorialisti. C’è un rischio effettivo, hanno ragione D’Alema e Ezio Mauro. Questa immediata adesione di Berlusconi a soluzioni di intervento che salvino la Fiat dando un ruolo allo stesso management della Fiat che ha ruoli fondamentali nella gestione de “La Stampa” e “Rcs” potrebbero essere oggetto di uno scambio perverso che porti il controllo di quelle testate nelle mani di amici del premier. Questo troverà la ferma reazione di tutti coloro che hanno a cuore la libertà d’informazione. Qualsiasi appropriazione diretta o indiretta di quotidiani storici di grande impatto ma anche di altri come “La Gazzetta dello Sport” e gli stessi periodici Rcs, porterebbe ad una riduzione della pluralità delle voci. Sarebbe il modo peggiore di affrontare con serietà il dramma economico e sociale che vive la Fiat.

 

 

 

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