RIFORMA GELMINI ECCO COSA CAMBIA

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30 OTTOBRE SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA

SI PARTE DA PIAZZALE DELLA REPUBBLICA

ROMA - ORE 9,30 FINO A PIAZZA DEL POPOLO

Riforma Gelmini, cerchiamo di capire qualcosa.

Da dove nasce? che cosa contiene ?

Classi più numerose: fino a 29 alunni all'asilo, fino a 30 nelle prime di medie e superiori. Lo prevede di regolamento per la riorganizzazione della rete scolastica presentata dal Ministero dell'Istruzione ai sindacati di categoria.


proviamo a fare il punto su quali dovrebbero essere - il condizionale è d'obbligo - le norme che in pochi anni dovrebbero cambiare volto alla scuola italiana.


Il Piano si muove su tre direttici: Revisione degli ordinamenti scolastici, Dimensionamento della rete scolastica italiana e Razionalizzazione delle risorse umane, cioè tagli.



Scuola dell'infanzia. L'organizzazione oraria della scuola materna rimarrà sostanzialmente invariata. Saranno reintrodotti gli anticipi morattiani (possibilità di iscrivere i piccoli già a due anni e mezzo) e nelle piccole isole o nei piccoli comuni montani l'ingresso alla scuola dell'infanzia potrà avvenire, per piccoli gruppi di bambini, anche a due anni. L'esperienza delle "sezioni primavera" per i piccoli di età compresa fra i 24 e i 36 mesi sarà confermata.


Scuola primaria. E' il ritorno al maestro unico la novità che ha messo in subbuglio la scuola elementare. Già dal 2009 partiranno prime classi con scansione settimanale di 24 ore affidate ad un unico insegnante che sostituisce il "modulo": tre insegnanti su due classi. Le altre opzioni possibili, limitatamente all'organico disponibile, saranno 27 e 30 ore a settimana. La Gelmini "promette" anche di non toccare il Tempo pieno di 40 ore settimanali che potrebbe essere addirittura incrementato ma, su questo punto, pare che il ministero dell'Economia non sia d'accordo. E l'insegnamento dell'Inglese sarà affidato esclusivamente ad insegnanti specializzati, non più specialisti, attraverso corsi di 400/500 ore.



Scuola secondaria di primo grado. La scuola media è al centro di un autentico tsunami che si pone come obiettivo quello di scalare le classifiche internazionali (Ocse-Pisa) che vedono i quindicenni italiani agli ultimi posti. L'orario scenderà dalle attuali 32 ore a 29 ore settimanali. Per questo verranno rivisti programmi e curricula. Il Tempo prolungato (di 40 ore a settimana) sarà mantenuto solo a determinate condizioni, in parecchi casi verrà tagliato. Per cancellare l'onta dei test Pisa, si prevede il potenziamento dello studio dell'Italiano e della Matematica. Stesso discorso per l'Inglese, il cui studio potrà essere potenziato solo a scapito della seconda lingua comunitaria introdotta dalla Moratti.



Secondaria di secondo grado. La scuola superiore, rimasta fuori da riforme strutturali per decenni, vedrà parecchi cambiamenti. Gli 868 indirizzi saranno ricondotti ad un numero "normale". I ragazzi che opteranno per i licei (Classico, Scientifico e delle Scienze umane) studieranno 30 ore a settimana. Saranno rivisti, anche al superiore, curricula e quadri orario. Al classico saranno privilegiati Inglese, Matematica e Storia dell'Arte. Allo scientifico, in uno o più corsi, le scuole autonome potranno si potrà sostituire il Latino con lingua straniera. I compagni degli istituti tecnici e professionali saranno impegnati per 32 ore a settimana. Stesso destino per i ragazzi dei licei artistici e musicali.



Riorganizzazione rete scolastica. Attualmente, la scuola italiana funziona attraverso 10.760 istituzioni scolastiche che lavorano su 41.862 "punti di erogazione" del servizio: plessi, succursali, sedi staccate, ecc. Secondo i calcoli di viale Trastevere, 2.600 istituzioni scolastiche con un numero di alunni inferiore alle 500 unità (il minimo stabilito dalla norma per ottenere l'Autonomia) o in deroga (con una popolazione scolastica compresa fra le 300 e le 500 unità) dovrebbero essere e smembrate e accorpate ad altri istituti. Dal ondata di tagli della Gelmini si salverebbero soltanto le scuole materne. Dovrebbero, invece, chiudere i plessi e le succursali con meno di 50 alunni: circa 4.200 in tutto. In forse anche i 5.880 plessi con meno di 100 alunni. Ma l'intera operazione, che il ministro vuole avviare già a dicembre, dovrà trovare il benestare di Regioni ed enti locali.



Razionalizzazione risorse umane: i tagli. Il capitolo dei tagli è lunghissimo. Alla fine del triennio 2009/2010-2011/2012 il governo Berlusconi farà sparire 87.400 cattedre di insegnante e 44.500 posti di personale amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata): 132 mila posti in tutto. Il personale Ata verrà ridotto del 17 per cento. Il rapporto alunni/docente dovrà crescere di una unità. Maestro unico, soppressione di 11.200 specialisti di Inglese alle elementari, contrazione delle ore in tutti gli ordini di scuola, compressione del Tempo prolungato alla scuola media, rivisitazione delle classi di concorso degli insegnanti e ulteriore taglio all'organico di sostegno contribuiranno alla cura da cavallo che attende la scuola italiana. L'intera operazione dovrebbe consentire risparmi superiori a 8 miliardi di euro che in parte (30 per cento) potranno ritornare nelle tasche degli insegnanti, ma solo dei più meritevoli.

CLASSI DIFFERENZIATE

A tutti voi dico che a scrivere questo articolo mi hanno spinto le parole del Vangelo di stamattina, le parole di un certo Gesù di Nazareth che, non dimentichiamolo mai, soprattutto noi cristiani, che è stato ammazzato perché voleva una "società di fratelli, di uomini liberi perché liberati, tutti chiamati ad esprimere e rispettare la dignità di Figli del Padre". "Che lo straniero si senta da subito straniero e tale resti per sempre", questa sembra essere il percorso che la nostra politica sta perseguendo, alimentando la "cultura della paura", dichiarando il "diverso innanzitutto pericoloso, poi si vedrà". Questo è assolutamente contrario alla Identità e all Pedagogia del Granello di Senape. Noi sognamo, vogliamo e "lavoriamo per" un mondo in cui tutti e ciascuno siano innanzitutto "uomini e donne appartenenti allla stessa umanità". Innanzitutto "uomini liberi e con diritti inalienabili e con il grande dovere di esprimerli e di aiutare gli altri ad esprimerli". Questo vuole essere il Granello di Senape, a cominciare da chi abbandona "padre e madre e patria" costretto dalla politica economica e militare di chi mette al primo posto il potere, il danaro ed il guadagno e l'uomo al servizio di questi. Tutti ormai sappiamo che anche in Italia, nella nostra Italia, il divario tra ricchi e poveri si è ingigantito e si ingigantisce vertiginosamente. e questo in un periodo che si profila sempre più difficile. ASSOLUTAMENTE VERGOGNOSO. E assolutamente vergognoso per chiunque starsene con le mani in mano, magari appoggiando certe politiche o tacendo furbescamente o vigliaccamente. Vi invio un articolo sul provvedimento per le "classi separate" che ci vogliono spacciare per un "provvedimento di buon senso", o addirittura "provvedimento per una migliore integrazione". A roma si direbbe che ..."hanno .. .... al posto della faccia". Sono davvero indignato, ferito, offeso. Mi vergogno di una Italia così. Sono fiero di una Italia che si ribella a tutto questo e cerca, umilmente ma coraggiosamente, strade "umane" per una imanità migliore.

don Giuliano Testa

 

Classi separate per alunni stranieri: l'esclusione a scuola

 

Mentre il mondo dell’istruzione, dalle scuole primarie alle Università, è attraversato dalle iniziative di protesta contro il Decreto 137 - la cosiddetta riforma Gelmini - un nuovo provvedimento minaccia il diritto all’istruzione e la convivenza tra le differenze. La proposta del partito della Lega Nord votata martedì scorso a maggioranza dalla Camera di istituire classi separate per gli alunni stranieri che non parlano la lingua italiana prevede che i figli dei migranti debbano superare un test di ingresso di conoscenza della lingua italiana altrimenti saranno spostati in classi differenziate predisposte ad hoc per loro, cosiddette classi di inclusione sebbene separate dalle classi ordinarie.

Classi per soli immigrati dunque, per rafforzare quel falso pregiudizio secondo cui la presenza di alunni stranieri nelle scuole danneggia i bambini italiani. E’ un nuovo tassello nel processo di stigmatizzazione del migrante da parte delle istituzioni, che completa l’immagine del migrante come soggetto insidioso da cui difendersi attraverso leggi sempre più vessatorie (pacchetto sicurezza, introduzione di tasse di soggiorno, invenzione di nuove categorie di reato come quello di clandestinità): i migranti costituiscono una minaccia per la sicurezza, il benessere e l’identità delle città non solo perché sono criminali e credono in una religione diversa dalla nostra, ma anche perché scavalcano le famiglie italiane nelle graduatorie per le case pubbliche e perché i loro figli abbassano la qualità dell’insegnamento nelle scuole italiane.

Non sono i tagli alla scuola pubblica e le riforme che riducono a 24 ore settimanali il tempo della didattica a compromettere la qualità dell’insegnamento e il processo di apprendimento, ma i figli degli immigrati! Se la natura del provvedimento è certamente politica, le conseguenze della mozione saranno tragicamene concrete.

Innanzitutto la misura compromette gravemente il ruolo strategico di agenzia di mediazione interculturale e sociale che la scuola ricopre spontaneamente in quanto universo in cui si incontrano bambini – e di conseguenza adulti – con background socialmente e geograficamente vari.

Per italiani e migranti la scuola è forse il primo vero luogo di contatto e scambio di relazioni tra persone portatrici di culture differenti. Nonostante i tagli e le riforme che si sono succedute, nella scuola si compie il primo contatto per il minore straniero con la società di arrivo; è nell’inserimento nella classe che si attua la prima fase di accoglienza da cui sviluppare il percorso dell’inclusione, un processo che necessita di tempo e di professionalità, già compromesso dai tagli e dalle passate riforme.

Per quanto riguarda poi l’apprendimento della lingua italiana, è risaputo che le lingue si apprendono meglio attraverso l’interazione con l’altro e che un contesto affettivo-relazionale positivo è strategico per impararle.

Ma tutto questo è volutamente ignorato dal nuovo provvedimento, perché è evidente che la mozione ha l’obiettivo di escludere, differenziare e marginalizzare le differenze fin dalla più tenera età. La teoria della pericolosità sociale dell’immigrato su cui si basano le politiche di molti Governi e lo sfruttamento dell’immaginario della paura ha bisgno di nuovi contesti da colonizzare. La vita dei bambini migranti, il rapporto con i loro coetanei nativi, diventa quindi un nuovo terreno su cui sperimentare il processo di differenziazione della cittadinanza trasversale a tutti gli ambiti della vita, dal lavoro alla posizione del soggiorno, dalla la salute alla casa, dalla circolazione fino alla scuola, appunto.

“E’ un provvedimento vergognoso” dicono le/gli insegnanti della scuola primaria mobilitati contro la Riforma Tremonti-Gelmini. L’insegnante Stefania Ghedini delle Scuole XXI Aprile di Bologna commenta indignata: “Vogliono partire dalla scuola per costruire una società fatta di barriere; la scuola in cui crediamo è invece aperta, accogliente e sa includere le differenze: solo così si costruisce un futuro di convivenza e rispetto reciproco perché non vogliamo i meccanismi della banlieue, che portano a spendere in più polizia”.

Secondo Francesco Bonfini di Rdb Cub Bologna il provvedimento delle classi separate, così come i tagli alla scuola pubblica sono attacchi diretti ai ceti economicamente più deboli, per cui la scuola è uno strumento di emancipazione ed inclusione. “E’ un’idea bizzarra, oltretutto, pensare che mettendo insieme venti bambini che non parlano l’italiano questi imparino la lingua più velocemente che stando in classe con altri bambini che già lo parlano”.

Secondo il Professore Luigi Guerra, Preside della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna si tratta di “un provvedimento razzista, che come altri sconta anche la mancanza di memoria su quanto successo in passato ai figli dei nostri emigrati. E’ un provvedimento che viene venduto come un modo per integrare meglio il bambino straniero, ma iniziare il processo di integrazione con un periodo di reclusione di fatto - come facevano in America o in Germania con i figli degli italiani - ossia un periodo in cui si nega il confronto con la cultura ospitante e al contrario si trasmette l’idea che quella cultura non ti vuole finché non sei assolutamente uguale, significa costruire le premesse perché non vi sia mai nessun titpo di inclusione. E’ chiaro che ogni qualvolta non si investe in scuola si deve investire in carabinieri, ogni qualvolta non si investe in prevenzione del disagio si deve investire in ricomposizione del disagio, e questo costa drammaticamente di più che gli interventi di prevenzione”.

Redazione 'Progetto Melting Pot' Bologna