Tecnica e Tecnologia


    La guerra è il tronfio delle Tecniche, pardon, il trionfo delle
Tecnologie. Che differenza c'é? Sembra chiaro: la Tecnologia è lo studio
delle Tecniche. Troppo facile! A volte i due termini sono commutabili: lo
Sviluppo o il Progresso possono essere Tecnici o Tecnologici; gli Scali e i
Tempi sono solo Tecnici, ma il Computer ha una Tecnologia, non una
Tecnica.  C'è persino un'arte Tecnologica (che mescolava
linguaggi  speciali: burocratese, media e pubblicità), ma non un'arte
Tecnica; eppure ci sono sia Tecniche che Tecnologiche artistiche. Di dove
viene questa confusione? Dal mutato atteggiamento verso la Tecnica.  Il
vocabolario contiene valori e la parola Tecnica ha una sua duplicità:
Tecnofilia e Tecnofobia. Ha valenza positiva quando si oppone al sapere
comune: il "parere di un Tecnico" è molto apprezzato,così come il fatto di
"aver una Tecnica"in tutti i modi di operare, dalla seduzione allo
sport.  Diciamo Tecnica e non "Tennica", come vorrebbe l'evoluzione
fonetica, perché pronunciamo cosi' com'è, nobilmente, scritto.  Ma la
Tecnofobia è in agguato, e lo provano parole spregiative come Tecnicismi e
Tecnicistico. Infatti, se opposta non al senso comune, ma al pensare e
all'estetica, la Tecnica diventa "vuota", "pura" (e non è un complimento!).
Miope applicazione efficace, ma senza originalità e culturalmente
insignificante. I filosofi ci van giù di pensiero pesante. La Tecnica è
forma compiuta della metafisica o ricaduta del pensiero scientifico, che
lui sì che è vero e puro (qui è un complimento). L'efficacia è Tecnocrazia.
Vade retro! E'in forse l'umano! Avanti Ludditi, sfasciacarrozze della Tecnica!
    Ma intanto proliferano cose e parole. Gli oggetti Tecnici sono i
feticci e gli status symbols della nostra cultura (i cellulari!)e i
prefissi e i suffissi in /Tecno/invadono il vocabolario: da tecno-crate
fino a zoo-tecnica (o zoo-tecnia?). L'innovazione è un segnale. Le
smisurate applicazioni politiche  ed ecomiche hanno trasformato il punto di
vista. Gli oggetti Tecnici sono entrati nella nostra vita come agenti non
umani (contate i servi meccanici o elettronici che avete in casa!). Non
sono utensili, ma processi trasformatori dei rapporti umani e della natura.
E fanno sistema, una vasta comunità d'intelligenze complementari e anonime.
Ora gli epistemologi coprono con vesti Tecniche il re nudo della verità -
pensare senza Tecniche è ideologia! - e propongono di portare i non umani
fuori dai laboratori, a sedersi con noi in un parlamento unificato d'uomini
e strumenti.  Tesi, antitesi, pròtesi!
    Se prima pensavamo che nella low Tech batteva un orologio e non un
cuore, oggi sappiamo che nelle nuove Tecnologie pulsa un cervello, la cui
materia non è affatto grigia. Le vecchie Tecniche erano energetiche e
naturali, le high tech sono informazionali e sociali. Pensate se anziché
intraprendere l'Europa con la Comunità di Carbone e Acciaio avessimo
cominciato con le lingue, i saperi e l'insegnamento. Avremmo meno Tecnici
del suono e più Tecnologi del senso. Insomma ci voleva una parola nuova e
positiva ed ecco Tecnologia - formata sul modello greco, ma derivata,
ovviamente, dall'inglese. E che aggiunge alla Tecnica il "logos", la parola.
    Prevale dunque  la Tecnofilia? Non sarei cosi' sicuro. L'innovazione
sociotecnica non è sinonimo di progresso sociale, checché se ne dica. E già
tornano i Ludditi, guastatori dell'informazione. Il futuro Tecnologico
s'annuncia virale.

lop1912

 

 

 

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