Se 10 miliardi di euro vi sembran pochi, non leggete queste pagine...

Se 10 miliardi di euro vi sembran pochi, non leggete queste pagine...

Mario Ascheri Cons. com. di Libera Siena Docente nell'Università di Roma Tre Facoltà di Giurisprudenza Siena/Roma 25.12.2007

La crisi a Siena ne anticipa una più ampia?

1. La questione del Comitato Nazionale per il 'costituto di Siena' del 1309-1310

Il tema oggetto di studio di un Comitato proposto al Ministero dei Beni Culturali dal Comune di Siena mi occupa da anni come parte del più generale problema del diritto e delle istituzioni medievali, sul quale ho lavorato e scritto molto.

L'esclusione dal Comitato, decretata dal sindaco Maurizio Cenni e dall'assessore alla cultura Marcello Flores d'Arcais (e che ha sollevato la presa di posizione di colleghi e infine del “Corriere della sera”: si veda il corsivo di Galli della Loggia in www.ilsensodellamisura.com al 24 dicembre), quindi, non è da un qualsiasi comitato scientifico, cosa normale, che avviene tutti i giorni per ogni studioso. Vengono in mente alcuni nomi e altri no; c'è chi ha più tempo di partecipare e chi meno. Normale. E infatti io non mi sono mai lamentato per essere stato escluso a Siena o a Roma o altrove da comitati storici o storico-giuridici (anche della 'mia' Società scientifica, cioè quella italiana di storia del diritto), organizzatori di incontri sui temi più vari.

A Siena sono escluso da sempre dal comitato del grande ospedale antico (Santa Maria della Scala oggetto di poderosi restauri perché doveva diventare, anziché un mero contenitore come nei progetti Flores, l'acropoli dell'arte senese: v. Cesare Brandi, Fabio Bargagli Petrucci, Roberto Barzanti, Pierluigi Piccini), ad esempio, come lo sono stato da quello per la Val d'Orcia sito Unesco, pur essendomi curato molto di storia del territorio.

Nessun problema, quindi, in genere. Ma l'esclusione di cui si parla e per la quale non a caso Pierre Toubert (certo tra i maggiori studiosi francesi di Medioevo italiano: v. Einaudi, Jaca Book, Variorum Reprints ecc.) si è dimesso per protesta e i colleghi italiani hanno preso la penna – da Franco Cardini a Gabriella Rossetti, da Paolo Prodi a Gigliola Soldi Rondinini - è diverso.

Esclude dal tema SPECIFICO del mio lavoro di una vita! Equivale alla negazione di una 'identità scientifica'! Attuata, peraltro, proprio da chi (il Flores ricordato) dovrebbe essere professionalmente sensibile ai problemi dei diritti di cittadinanza e umani - o no, visto che ci scrive sopra? ed è divenuto il 'suo' tema? E se venisse escluso SOLO ED ESPRESSAMENTE PER MOTIVI POLITICI da una iniziativa importante su questo tema che farebbe?  Che farebbe un'altra collega, che richiamo solo perché esplicitamente dell'entourage politico senese dello stesso Flores, come Gabriella Piccinni? Ad es. escluderla da un convegno sulla storia delle campagne senesi nel Medioevo? Si lamentò perché venni interpellato dalla val d'Orcia ritenendola 'cosa sua' essendo nel comitato relativo! Ma questi sono dettagli...

Mi sembra corretto affermare sul piano politico-amministrativo che un'esclusione-negazione VOLONTARIA del genere è corretta e possibile solo se avviene da parte di un privato (la Fondazione xy, ad esempio), che può benissimo non aver simpatia per questo o quello, non per un ente pubblico – sia il Comune di Siena o il Ministero dei Beni culturali.

2.Il problema più generale da dibattere e il 'nuovo' PD

Nella nostra sgangherata Repubblica, ci occupiamo (a modo nostro beninteso, cioè spesso solo a chiacchere, solenni, ma che rimangono tali!) dei diritti di tutti e nel contesto-mondo, ma non ci preoccupiamo che troppo spesso quando si entra nella (ampia) sfera dipendente dalle NOSTRE Pubbliche Amministrazioni che più dovrebbero essere attente all'uso del pubblico denaro (non sempre poco), come non esistono quasi più - contro la Costituzione sempre celebrata dalla nostra 'strana' sinistra...- i concorsi pubblici per le assunzioni, ugualmente non ci sono più gare per un'infinità di lucrose attività come gli spettacoli. Flores ad es. così darà, a sua piena discrezione, per il 31 dicembre a Siena 306mila euro a un'associazione culturale con cui ha 'concordato' l'interventino musicale della serata: cifra enorme, vista la qualità complessiva dell'intervento, che poteva peraltro esser fatto valorizzando invece le forze culturali locali. In più, per arrivare al nostro tema, si viene in continuazione discriminati quando competenti in questo o quel campo, SOLO perché non 'fedeli' al regime locale in carica.

Non si creano in questo modo cittadini di seria A e di serie B, aggiungendola all'altra grande discriminazione di serie A e B già operata dai cittadini abilitati ad essere eletti, perché graditi alle oligarchie dei partiti (serie A), e degli altri, i cittadini solo elettori, non abilitati a essere eletti (serie B)?

L'appartenenza 'partitica' in senso stretto, e per essere più chiari la 'fedeltà' di tipo feudale a questo o quel leader di partito più che alle idee (perché non è questione di opinioni politiche, ormai spesso vaghe o inesistenti) diviene condizione per poter fruire di un'ampia gamma di opportunità; apre ad es. alle società 'partecipate' dagli enti locali (un'infinità, come si sa: neppure un censimento esiste, ha ammesso la Corte dei corti pochi giorni fa...), apre alle commissioni, agli incarichi professionali, alle consulenze ecc.

Questa è una consuetudine generale 'contra legem' seguita troppo spesso dalla destra come dalla sinistra, e portata nel caso segnalato alle estreme, ridicole, grottesche conseguenze.

Cose notissime: scopro l'America, naturalmente! Ma non è deludente che ciò venga da promotori (come il sullodato Flores) del partito nuovo, il cui leader sostiene che bisogna "cambiare, cambiare, cambiare"? E che nel discorso di Torino ha giustamente anche parlato proprio di queste negatività della nostra vita pubblico-privata - come del resto, pochi giorni fa, lo stesso Romano Prodi?

Per uno storico del diritto e delle istituzioni è una vicenda molto istruttiva, peraltro, perché si insegna (di solito, dai più) che l'arbitrio è stato sconfitto dalla Grande Rivoluzione e che costituzioni e codici hanno segnato il trionfo di un mondo nuovo: della Legalità, dello Stato di diritto - senza parlare dell'uguaglianza e dell'art. 3 che dovrebbero essere il contrassegno del nostro sistema giuridico pluralistico, caratterizzato dal Diritto che sovrasta le leggi 'arbitrarie' di tutti i giorni.

Gustavo Zagrebelsky, già presidente della corte costituzionale, scrive cose assai interessanti in materia, tra gli altri giuristi, da anni. Ebbene, egli è stato indicato come presidente del comitato scientifico da cui occasionano queste righe, ed è stato regolarmente informato degli sviluppi della querelle: che voglia raggiungerci con i suoi pensieri in proposito, non sarebbe a questo punto opportuno?

Intanto, consentite ancora qualche riga molto semplificata, a volo d'uccello, sul contesto senese complessivo, molto istruttivo anch'esso e ammonitore, perché può influire (ammesso che già non influisca) sulla vita democratica del Paese. Poche righe, dato che qualche discorso più complesso lo potete trovare in un recente articolo di Alberto Olivetti (“Liberazione”, 10 novembre 2007), professore dell'Università di Siena, su una 'querelle' assai più grave (sulla cementificazione di una valle a sud di Siena per abnorme ampliamento dell'attività aeroportuale), ma coordinata per l'ispirazione (pura arroganza) a quella segnalata.

3. Siena contemporanea: un profilo sommario

Siena è stata fino agli anni '90 una città grosso modo 'normale', pur se caratterizzata in modo positivo, oltreché dalla civiltà degli abitanti e dall'arte e struttura monumentale antica, dalla grande ricchezza occupazionale e dal patrimonio accumulato della banca MPS.

Questa era co-gestita finché è stata banca pubblica (appunto fino agli anni '90) essenzialmente da DC-PCI, con nomine in parte governative (centrali) che equilibravano quelle delle giunte di sinistra al governo delle istituzioni locali ininterrottamente dal dopoguerra.

L'occupazione e i profitti distribuiti (ma il più veniva tesaurizzato a riserva o per comprare altre banche e immobili) dalla banca assicuravano con l'università, l'ospedale e l'istituto Sclavo un largo benessere.

Tutto cambia con la privatizzazione della banca, concomitante con il nuovo potere 'podestarile' dei sindaci, che divengono arbitri delle nomine pubbliche. Arriva Caltagirone, mentre si fa una Fondazione ricchissima (tra le dieci più ricche del mondo?) per effetto della vendita di mezza banca con uno statuto che la mette dal 2001 nelle mani del sindaco di Siena!

Aumentano con ciò vertiginosamente i fondi di cui la Fondazione dispone senza render conto a nessuno. Ha distribuito in regali vari come contributi ordinari (poi ci sono quelli straordinari...) per Natale 2006 circa 200 milioni di euro, divenuti nel 2007 'solo' 170 per qualche infortunio fiscale: quasi tutti distribuiti in una città ormai di solo 53mila abitanti, si badi!

Come regalare a Roma, proporzioni fatte (a misurare solo 50 volte tanto), una sommetta come 10 miliardi di euro... Pensate all'impatto politico-sociale enorme di cifre del genere, in termini di benessere, ma anche di clientelismo...!

Capite perché può essere anche la città che dona un concertino gratuito della Pausini da mezzo milione di euro l'anno scorso (ora ci sono quei 306mila euro 'arbitrari'...) o che ha ridato il governo al DS Cenni nel 2006 pur essendo stato assai discusso per la gestione precedente?

Ma al tempo stesso è la città che paga più tasse, vittima di cementificazione, insicurezza e invivibilità ecc., e che in più deve subire l'umiliazione (molto significativa) degli auguri di Natale fatti NON ai cittadini, ma alle associazioni che ricevono le regalie e in quest'ordine. Traggo dal cartoncino d'invito (obbligatorio per accedere):

MPS banca, Fondazione MPS, Comune, Provincia!

La quale banca, peraltro e guarda caso, è all'origine del discusso progetto di ampliamento dell'aeroporto sul quale verte l'articolo di Olivetti già ricordato...

Intanto, il sindaco Cenni, che controlla la sullodata Fondazione con le sue nomine (ed è dipendente della banca, sia pur in aspettativa, bontà sua!), sostiene che non si può chiederle neppure un documento informativo (ad es. sulle domande di contributo scartate: anche per mancanza di copertura politica?) perché è 'privata' eppertanto ne va rispettata la 'autonomia'.

Il che lo si deve a Giuliano Amato, un altro che conosce assai bene Siena e ancor meglio la banca essendo stato eletto qui a suo tempo...

A tutto questo va aggiunta la ciliegina. La città vive in una sorta di black out informativo che la contrassegna come una 'democrazia vigilata', o 'bloccata' se preferite. I media sono rigorosamente allineati. Possono segnalare qualche disfunzione settoriale dell'Amministrazione e lo fanno anche, cosa opportuna peraltro per darsi una verniciata di attendibilità con i lettori meno provveduti, ma ogni giorno sono tutto un peana per il MPS banca e per la Fondazione.

E non si parli giammai di dibattito politico a più voci... I confronti sono finiti dagli anni Ottanta in città. La kermesse politica principale dell'anno (finché non è stato inventato il 'Buongoverno' di cui si parlerà, fatto con soldi pubblici e privo della memoria 'rossa') è sempre stata ed è rimasta l'interminabile festa dell'Unità in fortezza, che consentiva una passeggiata della star dei partiti di governo sapientemente calibrata nelle comparse.

Le liste civiche inviano valanghe di comunicati sul loro difficile lavoro di contestazione, per la chiarezza, legalità e trasparenza democratica in città, ma rimangono regolarmente inevasi. Le elezioni 2006 si sono svolte nella massima 'impar condicio' anche se ci sono a Siena  tanti 'comunicatori di massa' professionisti. Peccato che facciano parte organica del sistema.

Basti, all'università, il nome di Omar Calabrese, lautamente retribuito come garante della comunicazione a livello regionale, ma attento come intellettuale di 'servizio' a non dire una 'a' sulla situazione senese, e quello di Maurizio Boldrini, portavoce tra l'altro del 'Buongoverno' (cui stiamo per arrivare) e dell'aeroporto ricordato, cui si era ingenuamente chiesta un'analisi della 'par condicio' nel periodo elettorale. Un altro giornalista ben noto è in primo luogo un operatore del marketing politico, specialista nel costruire il consenso attorno ai vari Mussari (banca) e Mancini (Fondazione) e nel bersagliare senza pietà i loro avversari.

Se ci fosse un indice della libertà e vivacità dei media senesi non si potrebbe che parificare Siena a una repubblica delle banane. Altroché al settimo posto (ma è stata già prima...) dell'indice del Sole24ore 2007!

4. Dal sistema Siena al sistema Paese

Qui vengono le note più dolenti. Per i motivi più vari, i media nazionali, di sinistra ma anche di destra, rifiutano qualsiasi comunicato o notizia critica proveniente da Siena! Sarà la pubblicità della banca? saranno gli inviti e incarichi dal corso di laurea in Scienze della comunicazione e in altre facoltà? o iniziative come la recente 9 giorni di spettacolini e dibattiti sulla 'ricerca del Buongoverno' – in generale, non quello senese, naturalmente -, una cosetta da mezzo milione di euro almeno che ha coinvolto esponenti soprattutto del PD ma anche un Ferrara e un Socci, e non, ovviamente, esponenti del dissenso locale! O l'ideologia appagante del progetto PD, o il mito del buongoverno tradizionale di Siena?  Si può segnalare il caso Monticchiello, ma non che è la punta di un iceberg di cementificazione (aeroporto compreso) che minaccia seriamente di sconvolgere questo straordinario habitat costruito sapientemente nei secoli.

Persino Italia Nostra nazionale, qui riunita al capezzale della cementificazione trionfante (si parla di riciclaggio di capitali, di speculazione sul trend dei valori del mercato immobiliare ecc.), non sfonda sulla stampa nazionale su questi temi!

Non meraviglierà allora che anche la lettera di Cardini-Prodi e gli altri non sia stata ripresa da alcun mezzo di informazione (neppure dalla Padania, per fare un esempio limite...), salvo dal Galli della Loggia nel quadro coerente dei suoi corrosivi corsivi, come è avvenuto prima per un altro piccolo ma significativo scandalo che ha di nuovo Flores come protagonista.

Per le chiaccherate a 'la ricerca del Buongoverno' ricordata si doveva pensare a un logo. Incentrata com'era sulla (ovvia) 'pace', sarebbe stato altrettanto ovvio pensare alla splendida 'pace' rappresentata nel Buongoverno del Lorenzetti, per di più già usata dal club Unesco per focalizzare l'interesse su Siena (sito Unesco infatti, cosa puntualmente dimenticata dalla coltissima giunta attuale...).

Poteva essere scontornata quella Pace da un qualsiasi studente, ad es. di Scienze della comunicazione come esercizio di alfabetizzazione al computer.

No, niente. L'assessore ha preferito spendere 6mila euro per far riprendere da un pittore milanese la 'Sicurezza' dell'affresco e ha fatto sostituire l'impiccato che nel linguaggio del tempo era minacciato per garantire la sicurezza da... una bella quercia - ovvio simbolo dei DS che divenivano così simbolo di tutta la kermesse, fondamento quali sono del Buongoverno toscano!

La volgarità dell'intervento mi ha fatto scrivere al Ministro per sapere fino a che punto un ente pubblico può storpiare un'opera d'arte importante di cui sia proprietario: quante altre volte potrà ancora succedere con tutti i Flores a piede libero...? Interverrà il Ministro? Vedremo... intanto questo intervento lo invio anche ai responsabili del DP a livello nazionale e a livello toscano. Non si dica che non sono stati messi al corrente di quel che i loro illuminati sostenitori fanno quotidianamente...

5. Quesito finale

E' il più grave di ogni altro. Fino a che punto gli elementi di 'inquinamento culturale' (diciamo così, benevolmente) ormai consolidatisi a Siena rimarranno limitati a Siena?

Una affollata (di docenti) Facoltà di Lettere con tanti fiorentini (ad es.) e con tanti legami extra-culturali, per sintetizzare stampa, affari politici ecc., una Fondazione e una Banca così importanti con tanti 'estimatori' fuori sede - pensiamo a onorevoli locali da Bassanini e Amato (Fassino lo è per via coniugale: Serafini) alla Bindi, ma anche a personaggi come D'Alema - quanto possono estendere i loro influssi? Il caso Siena fino a che punto non è un caso nazionale?

Fino a che punto può essere trascurato senza una colpevole leggerezza, senza incoscienza democratica?

Rifletteteci e dateci una mano per quanto potete in ogni sede possibile!

I rischi sono gravi per tutti, credete, anche per il nascente PD... Vostro