CONTI PUBBLICI... NON TORNANO

CONTI pubblici non tornano

Sanare bilanci, correggere errori, colmare lacune ed avviarsi lungo sentieri virtuosi.

Di Nunziante MINICHIELLO

I conti pubblici non tornano,

Non solo i conti non tornano, ma non sempre si è certi delle cifre: il buco, ad esempio, c’era e non c’era, a seconda dei punti di vista. Che i punti di vista siano diversi è cosa naturale, ma non è accettabile che uno stato abbia una contabilità, sulla cui veridicità e chiarezza si possano concepire riserve.

E’ pure poco confacente attendere dall’Europa o dal FMI certe indicazioni.

Se dunque ci sono degli ammanchi, questi vanno colmati, senza dimenticare di motivarne provenienze onde non ripeterle in avvenire.

Si cominci allora dall’alto a dare esempio di austerità e di coinvolgimento ed a darne pratica dimostrazione riducendo appannaggi, compensi e costi non solo, ma ridimensionando anche apparati. Innanzi tutto gli emolumenti dei rappresentanti del popolo siano non superiori al reddito medio del cittadino italiano, le pensioni degli stessi rappresentanti del popolo siano adeguate ai contributi versati e maturino come per tutti gli altri cittadini, che non dovranno mai più assistere a privilegi ed a sperequazioni di qualsiasi genere ed entità.

La portata finanziaria di tutto ciò è ben misera cosa rispetto all’altissimo significato etico e politico che esso assume: il buon esempio viene dall’alto, dove ci sono cittadini, per loro scelta e per breve tempo, votati a servire la comunità con onore e disciplina. E’ il modo, di sicuro effetto, per annullare nel cittadino l’istinto diffuso di trascurare, danneggiare, rapinare tutto ciò che è dello stato e non solo; di avvicinare il cittadino alle istituzioni; di rendere il cittadino partecipe della vita politica; di incoraggiare il cittadino a non sfigurare nella partecipazione alla costruzione della grandezza dello stato; di rassicurare il cittadino della solidarietà certa dello stato; di confermare al cittadino la sua sovranità, con conseguenti onori e doveri; di ricordare al cittadino la sua indissolubilità dallo stato, nel quale e col quale condividere fortune e sacrifici.

Di conseguenza debiti e reati, di qualsiasi portata e natura, nei confronti dello stato e nei confronti del cittadino, non si prescrivono mai, sono tutti perseguiti d’ufficio, a prescindere da denunzia di parte, e si pagano sempre; che il segreto bancario non ha ragione di esistere, in quanto ogni cittadino può orgogliosamente affermare di non tenere niente da nascondere e di essere sicuro che tutto quello che ha è regolarmente tutelato come illustrato da contabilità ordinata; che il risparmio, il controllo della spesa, la eliminazione degli sprechi sono sotto costante attenzione; che la sicurezza e la salute pubblica e privata sono esse pure nelle mani dei preposti come in quelle del cittadino; che la promozione culturale, civile, sociale, economica e politica è sentita e praticata da tutti; che la ricchezza è distribuita secondo meriti ed impegni e comunque mai concentrata in forme monopolistiche od in quantità tale da poter condizionare la vita del cittadino e dello stato stesso.

E’, insomma, la lista minima delle funzioni dello stato, che non delega mai, per la piena soddisfazione delle esigenze del cittadino. Quest’ultimo, riconosciuto elemento centrale dello stato stesso, compie entusiasticamente tutti i suoi doveri per la realizzazione dello stato previsto e prescritto dalla Costituzione, il solo che porta al raggiungimento della pace nella concordia, nella prosperità, nel progresso e nella giustizia.

Sanare bilanci, correggere errori, colmare lacune ed avviarsi lungo sentieri virtuosi.

AGGIORNAMENTO www.minichiello.it

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