COSTITUZIONE SOVIETICA e MENO TASSE PIU' CONSUMI

  Alla recente Assemblea della Confindustria il Signor Silvio Berlusconi ha fatto due affermazioni:

1 - La nostra Costituzione è troppo sovietica; non parla di imprese; 2 - Il minor gettito derivante dalla riduzione delle imposte sarà compensata dai maggiori introiti derivanti dall'espansione dei consumi.   1 - E' quantomeno strano che in oltre cinquantanni di Governi centristi e di centrosinistra (prima maniera) nessuna forza politica - DC, PLI, PRI, PSDI, PSI - abbia mai ritenuto la nostra Costituzione illiberale e necessitata di essere radicalmente modificata, tantopiù nella sua prima parte fondamentale. E se i partiti di governo potrebbero essere tacciati, comunque, dal signor Silvio di collusione con il vecchio PCI (ce ne vorrebbe del coraggio, anche se a lui non ne manca mai!), riflettiamo sulla circostanza che nemmeno il Partito Radicale e Pannella - da sempre fortemente impegnati  nelle battaglie libertarie - non hanno mai posto tale questione. Quanto all’esigenza di introdurre le “imprese” nella nostra Costituzione mi pare, da un lato, che si sia usato strumentalmente il concetto per solleticare una platea desiderosa di qualcuno che le accordasse strane <rivincite>, dall’altro tutelare nella Carta Fondamentale dello Stato chi già di per se stesso è (di regola) forte è veramente paradossale e purtuttavia significativo di quali interessi ci si faccia interprete! Ed allora dove ci vuol portare questa destra, tanto piena di ex DC, ex PRI, ex PLI, ex PSI, ex PSDI e tanti altri ex?Forse da una così aggettivata Costituzione si vuol passare ad altra di tipo sud-americano? Oppure al tipo Spagnolo-franchista? Sarebbe auspicabile che il Signor Silvio Berlusconi, grande parlatore, si facesse carico di precisare meglio ciò che vuol fare. Il suo programma appare molto sommario e di difficile interpretazione. Perchè poi non abbia a ripeterci che sono tutte cattiverie e malevole interpretazioni dei "comunisti" (centrosinistra di sua enfatica definizione), è bene che ci dettagli meglio i suoi propositi, eviti di parlare per slogan e frasi fatte, chiarisca che cosa ci aspetta se lui dovesse vincere.   

2 - L'affermazione che la soppressione di alcune imposte e la forte riduzione - 10 e più punti - delle altre sarà ampiamente compensata dalle maggiori entrate derivanti dall'espansione dei consumi è del tutto gratuita, piena di incertezze e dà lo spunto, altresì, per ulteriori considerazioni. Già qualche esperto economista ha osservato che di per sè la riduzione delle imposte non determina espansione di domanda e di consumi, nè induce a ritenere che le entrate automaticamente genereranno la compensazione del mancato gettito. Peraltro la compensazione dovrebbe avvenire con aumento del gettito fiscale trasferito dall'imposizione diretta (imposta sul reddito) a quella indiretta (imposte sui consumi) e perciò con maggior onere per i meno abbienti, a beneficio dei benestanti.  Se già questa notazione induce a ritenere iniqua la soluzione prospettata (ancora una volta con molta approssimazione e senza darne un piano di fattibilità: il signor Silvio - grande imprenditore qual si dichiara - ce lo fa un "Budget" dell'azienda Italia?), almeno personalmente, non sono d'accordo su una politica di espansione indiscriminata dei consumi. Non concordo su una società fortemente consumistica, chè questo significa, trascurare i Paesi poveri, il Sud del Mondo, disinteressarsi di chi muore di fame, dello sfruttamento dell'Africa e dei Paesi Asiatici fortemente arretrati. Ancora una volta si prospetta l'accentuarsi delle differenze, delle sperequazioni, della forbice tra chi ha e chi non ha. La globalità non può essere vista e vissuta solo per i Paesi forti, per accrescerne l'espansione economica. Le risorse non sono infinite e vi è la necessità di vedere la sussidiarietà e la solidarietà tra le Regioni italiane, ma anche tra i Paesi del Mondo.

Saluti. Provolino

aliso@planetsec.com

 

 

 

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