Il mini-stro Brunetta ha ragione: i conduttori
televisivi vanno sottotitolati con i rispettivi stipendi.
A pensarci prima, poteva invitare i consiglieri di
maggioranza nel Cda Rai a bocciare l’i n c re d i b i l e
contratto del pensionato Bruno Vespa, che guadagna
quasi dieci volte la Gabanelli.

Ma lui la lotta agli sprechi la
fa così: prima li lascia passare, poi li mette nei titoli di
coda. Ora però, sempre in nome della agognata
trasparenza, Brunetta deve completare l’opera e
sottotitolare anche gli ospiti dei talk show, a cominciare
dai politici, con una sintesi di tutto ciò che i cittadini
devono sapere di loro. Si potrebbe cominciare da uno a
caso: Brunetta. Possibili sottotitoli: “Combatte
l’assenteismo, ma al Parlamento europeo era assente una
volta su due (51,79%)”; “Combatte gli sprechi, ma era
consulente economico del governo Craxi che in quattro
anni portò il debito pubblico dal 70 al 92% del Pil”; “E’
per la trasparenza, ma era consulente di Gianni De
Michelis e, dopo che questo fu condannato per
finanziamento illecito e corruzione, lo nominò
consulente al ministero”; “Definisce il Csm ‘un mostro’,
dice ‘sinistra di merda’, ‘basta con il culturame dei
cineasti parassiti’, ‘poliziotti panzoni’, ‘giudici
fa n nu l l o n i ’, ‘me ne frego della Cgil’, insulta persino
Tremonti, poi vuole imporre per legge la gentilezza e la
cortesia nella Pubblica amministrazione”;

“Dice che, se
non si fosse buttato in politica, avrebbe vinto il premio
Nobel per l’Economia, infatti ha vinto il premio Rodolfo
Va l e n t i n o ”; “Il suo motto è: esclusi i presenti”.
Si potrebbe poi proseguire con alcuni suoi colleghi dal
curriculum particolarmente avvincente. Roberto
Maroni: “Condannato per resistenza a pubblico ufficiale
per aver picchiato alcuni poliziotti durante una
perquisizione e azzannato il polpaccio a uno di essi
durante la caduta, è ministro dell’Interno per
competenza anche gastronomica in materia di polizia”.
Mara Carfagna: “Omissis, tanto ci siamo capiti”.

Michela
Vittoria Brambilla: “Imprenditrice del ramo mangimi
per pesci, nota per aver mandato a picco Il Giornale
della Libertà e la Tv della Libertà con un buco di 20
milioni in un solo anno, ora si dedica al Turismo, l’unica
attività ancora vagamente funzionante nel paese,
ovviamente prima del suo arrivo”. Maurizio Sacconi: “Fa
il ministro del Welfare e della Salute, sebbene sua moglie
sia direttore generale di Farmindustria, o forse proprio
per questo”. Mariastella Gelmini: “Nemica acerrima
delle promozioni facili, si recò a Reggio Calabria per
sostenere l’esame di Stato da avvocato, essendo lei di
B re s c i a ”. Altero Matteoli: “Imputato per
favoreggiamento di un prefetto, non lo è più perché il
Parlamento l’ha assolto”. Stefania Prestigiacomo:
“Indagata per peculato dopo aver usato la carta di
credito ministeriale per lo shopping”.

Claudio Scajola:
“Definì Marco Biagi, appena ammazzato dalle Br,
‘ro m p i c o g l i o n i ’ e ancora parla”. Umberto Bossi:
“Pregiudicato per finanziamento illecito e istigazione a
delinquere, dunque ministro delle Riforme”. Roberto
Calderoli: “Amico intimo di Gianpiero Fiorani, sposato
con rito celtico, dunque strenuo difensore di Santa
Romana Chiesa e del crocifisso nelle scuole”. Raffaele
Fitto: “Imputato in due processi a Bari per corruzione,
turbativa d’asta e interesse privato, ha candidato nella
sua lista Patrizia D’Addario e Barbara Montereale reduci
da Palazzo Grazioli”.

Angelino Alfano: “Indagato per
abuso d’ufficio assieme a Fitto per aver tentato di
stroncare la carriera al pm barese che ha fatto rinviare a
giudizio Fitto, fa il ministro della Giustizia”. Gianni
Letta: “Dalle ultime notizie risultava indagato a
Lagonegro per truffa, abuso e turbativa d’asta”. Nicola
Cosentino: “Solo un mandato di cattura per camorra,
nient’a l t ro ”. Il premier è purtroppo esentato per motivi
di spazio: i suoi precedenti penali sono però
sottotitolati sui maxischermi dei migliori stadi d’Italia.

  (Marco Travaglio, "Il Fatto Quotidiano" 04/12/09)