non so che dire e che pensare...

Alla sera, il Ministro della salute Maurizio Sacconi rientra a casa.
Si siede a tavola. Accanto a sé la moglie, Enrica Giorgetti.

Trascurando i dialoghi privati tra i due, è credibile che parleranno
anche di questioni legate al lavoro di ognuno? Sì. Bene. Ma se lui
dirige un Ministero, quello della salute, e lei è Direttore Generale
di Farmindustria che rappresenta, diciamo, tutte le aziende
farmaceutiche italiane, la conversazione tra moglie e marito assume
contorni inquietanti? Sì.

Il Ministero della salute stabilisce, attraverso la AIFA (Agenzia
italiana farmaci), i prezzi dei farmaci ma anche quali farmaci ritirare
dal commercio e quali no e anche, per restare all'attualità, se
rendere obbligatorio il vaccino contro il virus dell' A/H1N1
(conosciuto erroneamente come influenza suina) oltre che per le fasce,
cosi dette a rischio, anche a soggetti tra i 2 e i 27 anni per un
totale di 15,4 milioni di persone, considerando che il vaccino prevede
due dosi significa che verranno acquistate 48 mln di dosi di vaccino
pandemico, stiamo parlando di un giro d'affari che si aggira sui 10
miliardi di dollari e 600 milioni di dosi prenotate per tutto il
mondo.

Per restare sull'attualità più stretta, si stanno acquistando circa
48milioni di dosi, un grande affare per le aziende e per Farmindustria
che le rappresenta e che, come spiega il farmacologo Silvio Garattini,
direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche "Mario Negri" di
Milano: "L'acquisto di 48 milioni di vaccini sarà una spesa non
indifferente per le già malandate casse dello Stato e addirittura
probabilmente inutile. Se il virus A/H1N1 della nuova influenza non
muterà, acquisendo dunque una maggiore virulenza rispetto allo stato
attuale, la vaccinazione di massa annunciata dal governo italiano e da
quelli di molti altri paesi non è necessaria. Esiste, certamente una
grande pressione da parte delle industrie, che da tale corsa trarranno
molte risorse economiche».

Tutto questo, premettendo, che non ci sono elementi per dubitare della
professionalità della dottoressa Giorgetti, laureata in
Giurisprudenza, nominata Direttore generale di Farmindustria che fa
capo a Confindustria, dopo essere stata direttore dei rapporti
istituzionali e della comunicazione di Autostrade S.p.A. e direttore
dell'Area strategica impresa e territorio di Confindustria, ma il
fatto che sia moglie del Ministro della salute è un fatto che non
garantisce ai cittadini alcuna certezza di imparzialità nella gestione
della salute pubblica. Non si può, infatti, trascurare che
Farmindustria, che riunisce oltre 200 imprese del farmaco operanti in
Italia, nazionali e a capitale estero, è soggetta ai controlli del
Ministero della Sanità/ Salute, controlli che vanno da quelli
sull'avvio dell'impresa, di natura sanitaria e non sanitaria sugli
stabilimenti, ai controlli sul prodotto a quelli sulla sua immissione
in commercio e sulla presentazione del prodotto, a quelli sui prezzi, a
quello sulla presentazione del farmaco in commercio (etichetta, foglio
illustrativo e pubblicità) che riguarda la presentazione al pubblico
del prodotto e le sue successive modificazioni ecc...

E mentre in Italia il fatto non è tale da guadagnarsi le prime pagine
dei giornali e le aperture dei telegiornali e, di conseguenza di non
suscitare l'indignazione di cittadini non informati, all'estero non è
così.

Per appurarlo basta leggere la britannica Nature , una delle più
antiche ed importanti riviste scientifiche, forse, in assoluto quella
considerata, insieme a Scienze, di maggior prestigio nell'ambito della
comunità scientifica internazionale, fondata nel 1869, che il 7
agosto, in un dettagliato articolo dal titolo "Clean hands, please"
(Mani pulite, per favore) avverte: "...Per di più le connessioni tra i
Ministeri della sanità e del welfare con il sistema industriale sono
sgradevolmente strette: per esempio la moglie del ministro Maurizio
Sacconi è direttrice generale di Farmindustria, l'associazione che
promuove gli interessi delle aziende farmaceutiche ... Infatti il
Governo Berlusconi ha già manifestato l'inquietante tendenza di
permettere a interessi industriali di estendere la loro influenza su
agenzie dello Stato". Nature, che, a differenza di quanto accade nel
nostro Paese, dove la memoria viene considerata ingombrante, ricorda
che gli scandali nel nostro Ministero della Salute abbiano origini
lontane risalendo ai tempi dei De Lorenzo, dei Poggiolini, ecc. "Il
Governo", conclude Nature, "dovrebbe pensare due volte se può essere
il caso di riaprire la porta che è stata sbarrata dopo il caso
Poggiolini".

Ma vi siete mai domandati perché in tv appare sempre il viceministro
alla salute Fazio ed il Ministro Sacconi no?

Ma è normale che per sapere cosa è avvenuto e cosa ancora avviene in
Italia, dobbiamo leggere la stampa estera?