CHIUDERE LA CASERMA DEI BOLZANETO E RICONVERTIRLA A ARCHIVIO STORICO DEI MOVIMENTI E DELLE CULTURE GIOVANILI IN EUROPA, A UN ANNO DAL FALSO ATTENTATO NELLA CASERMA DI GENOVA BOLZANETO

Un anno fa, il 27 novembre 2005, si diffuse la notizia di un presunto attentato nei confronti della caserma di Genova Bolzaneto, tristemente famosa per essere stato il luogo di detenzione dove centinaia di manifestanti vennero torturati, durante i giorni del G8 nel luglio 2001.
Apprendiamo dagli organi di stampa, che il razzo, che colpi' un'azienda farmaceutica attigua alla caserma, ferendo una lavoratrice trentacinquenne, parti' dall'interno della caserma e non, come descrivevano le affrettate supposizioni della prima, ora da una collina antistante.
Non fu, pertanto, un "attentato fallito per poco", con "la scelta del luogo e del giorno non del tutto casuale: appena venti giorni dopo l'inizio del processo contro gli imputati accusati delle violenze nella caserma di Bolzaneto", per il quale il prefetto Giuseppe Romano si era premurato di convocare una riunione del comitato di ordine e sicurezza.
Apprendiamo, inoltre, che la Digos ha sequestrato un arsenale clandestino (una bomba a mano, pezzi di artiglieria, munizioni, probabilmente trafugati durante le missioni all'estero dei militari italiani), immagazzinato in alcuni capannoni interni alla caserma..
Quello che era stato falsamente descritto come un attentato che avrebbe dovuto creare tensione, da ritorcere contro chi chiedeva Verita’ e Giustizia per i fatti di Genova luglio 2001 si e’ dimostrato, nell’ipotesi piu’ benevole, un gioco – esperimento partito dal piazzale della caserma.
Nell’anniversario di questo falso attentato, la verita’ si fa strada, ma ci inquieta il silenzio assordante di istituzioni, media (quasi tutti) e forze politiche nazionali e genovesi.
Istituzioni che nelle sue piu’ alte cariche, con il codazzo di parlamentari europei ossequianti, avevano fatto a gara nel visitare la struttura di Bolzaneto senza accennare minimamente a cio’ che era successo nel tentativo di ricostruire una “verginita’” alla struttura ormai nota in tutto il Pianeta per le violazioni di diritti umani che li’ sono stati compiuti
Nonostante il tentativo di far dimenticare quello che e' avvenuto nella caserma di Bolzaneto durante il G8 (le torture verso centinaia di manifestanti contro il G8 per le quali e' in corso un processo) non c'è maquillage che possa coprire, nascondere, quanto avvenuto.
Se si vuole chiudere una volta per tutte con il passato di violenze e torture, si finiscano celermente i processi, si risarciscano politicamente e finanziariamente le vittime, si apra la Commissione Parlamentare di Inchiesta sui fatti di Genova 2001 per individuare le responsabilita’ politiche di quanto accaduto e si riconverta la caserma di Bolzaneto ad Archivio Storico dei movimenti e delle culture giovanili.

Facciamo luce su Genova/G8: per una settimana il Comitato Verità e Giustizia per Genova

A cinque anni dai fatti, a sette mesi dall'insediamento della nuova maggioranza, è ora di riportare al centro dell'attenzione il "dopo Genova". In tribunale sono in corso due processi - per il sanguinoso blitz alla Diaz e per i maltrattamenti sui detenuti a Bolzaneto - che vedono imputati oltre settanta agenti (inclusi funzionari e dirigenti), ma le udienze si succedono nell'indifferenza generale.

Alla Camera è cominciato l'iter della legge che mira a istituire una commissione parlamentare d'inchiesta sul G8 del 2001, come previsto dal programma dell'Unione: nelle settimane scorse non sono mancate obiezioni e "mal di pancia", anche all'interno del centrosinistra. E' ora che il dibattito sia affrontato in pubblico e che si rompano gli indugi. La copertura politica ai responsabili delle tragiche giornate genovesi, assicurata dal passato governo, dev'essere superata. Va affrontata la questione delle scandalose promozioni dei maggiori imputati per il processo Diaz. Vanno messe all'ordine del giorno alcune riforme, come l'introduzione del reato di tortura e l'obbligo per gli agenti di indossare etichette identificative.