DIRITTI RICONOSCIUTI MA NON APPLICATI

 

proprio ieri la Vice Sindaca Scaramuzzino al Convegno Rigon "Crescere Dirittti a Bologna" presso la Sala del Consiglio Comunale, ha annunciato quanto segue:   " Bisogna evidenziare il valore infanzia, fino al raggiungimento della maggiore età. Il diritto di socializzare, perchè esercitare i diritti solo in aula giudiziaria, significa che è fallito il precedente percorso, quello attraverso il recupero sociale.

Dall'esperienza  degli anni 1980 e 1994, è modificata la sensibilità degli operatori nelle aree giudiziali. Infatti nei precedenti anni il linguaggio di comunicazione con gli operatori era difficile. Le occasioni di incontro con le associazioni erano preziosi. Con l'applicazione dell'Art. 30 che riconosce i diritti ai minori, la sensibilità con gli operatori è andata affinandosi nel corso degli anni. Attivare educazione ai diritti: diritto alla scuola, diritto alla salute, diritto alla famiglia, ma con l'assenza dei genitori è difficile attuarli. Un riconoscimento che allora si opponeva.

Legislazione 1975 , Art. 47 del codice civile,  parla dell'interesse e del diritto del minore. La famiglia deve riconoscere l'individualità del bambino. Devono esserci relazioni affettibili portati fino alla crescita. Nel 1967 riconoscimento relazioni affettive e si applica l'adozione speciale. Viene poi modificata nel 1981. Nel 2000 subentra la Legge internazionale. Diventa formula normale per dare una famiglia al bambino. Subentrano difficoltà da parte dei giudici minorili,  usare delicatezza sulla situazione verso i minori. Dopo gli anni '60, sono stati fatti notevoli passi avanti sul diritto del malato, informazione al diritto alla salute e non più solo la supremazia medico-paziente, ma consenso all'informazione, cercare accordo tra pratiche mediche sanitarie. In particolare riguardo il diritto del trattamento sanitario sui minori.

Negli anni '90, viene riconosciuto il diritto all'ascolto del minorenne, superato i 12 anni di età, con la convenzione di New York. Sull'interpretazione del diritto all'ascolto, varie risposte sono state date, espressioni ristrette dai giudici. Il diritto di ascolto non significa che viene portato in aula, ma che sia evidenziato in maniera differente il diritto principale che gli riconosco."   E cita di nuovo la legge 30, con il diritto fondamentale rispetto alla propria famiglia, interpretata ad avere una famiglia.   " Sono state fatte regole nella nostra società e, capire cosa rappresenta il minore. Di recente è stato discusso l'adozione, evidenziandone fallimenti nazionali, al di là delle responsabilità degli adulti. Preparare e sostenere le coppie con i loro sogni realizzati. 

E' responsabilità di noi adulti evitare disillusioni ai bambini a non avere i propri diritti. "   E' FONDAMENTALE RILEVARE, NEL SUNTO DEL DISCORSO DELLA VICE SINDACA , CHE  TUTTO QUELLO CHE DICE SI RAPPORTA CONTINUAMENTE ALLA  TUTELA E DIRITTI DEI MINORI, TUTELA E DIRITTI SULLA FAMIGLIA. QUINDI SONO DIRITTI DI TUTTI I MINORI, E DI TUTTE LE FAMIGLIE, STRANIERI E NON. SONO LEGGI APPLICABILI A TUTTI I CITTADINI. PER CITTADINO SI INTENDE ANCHE LO STRANIERO IN ATTESA DEL PERMESSO DI SOGGIORNO SCADUTO E LO STRANIERO CHE HA COMPILATO LA DOMANDA FLUSSI. Lo sgombero di oggi, in via Malvezza, dove alloggiavano famiglie rom, nuclei famigliari con marito moglie e figli, senza il diritto alla salute, senza il diritto alla casa, senza il diritto al lavoro, senza il diritto della continuità scolastica, è in netta contraddizione alla dichiarazione di ieri della Vice Sindaca. Se è vero che esiste il diritto di tutela sul minore e sulla famiglia, ebbene mi sembra evidente che gli stranieri, in particolare i rom, non usufruiscono degli stessi diritti, non per ignoranza loro, ma per razzismo voluto da parte delle istituzioni.  "E' responsabilità di noi adulti evitare disillusioni ai bambini a non avere i propri diritti. "   la presidente associazione  

“ABNA  AL  ARD”(Figli della Terra)

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